Una scoperta inattesa
Il caffè protegge il topo dalla SM
La scoperta ha potenziali implicazioni per diverse patologie autoimmuni, ma i ricercatori avvertono che è presto per dire se il meccanismo verificato nel topo valga anche nell'uomo
Nel topo, la caffeina sembra in grado di prevenire lo sviluppo dell'equivalente murino della sclerosi multipla: lo ha scoperto un gruppo di ricercatori della Oklahoma Medical Research Foundation, che illustra il proprio studio in un articolo pubblicato sull'ultimo numero dei Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS).
Nello studio, i ricercatori hanno seguito la progressione della malattia in un gruppo topi immunizzato in modo da sviluppare una encefalomielite autoimmune sperimentale, che rappresenta il modello murino della sclerosi multipla umana. Negli esemplari del gruppo ai quali veniva somministrato l'equivalente di sei-otto tazzine di caffè, la patologia però non si è sviluppata.
Secondo i ricercatori la caffeina impedirebbe all'adenosina - un amminoacido che interviene in numerosi processi biochimici dell'organismo, dalla regolazione del sonno al trasferimento intracellulare di energia - di legarsi al suo recettore cellulare. Il mancato legame dell'adenosina al recettore impedirebbe a sua volta ad alcuni linfociti T di raggiungere il sistema nervoso centrale e di innescare la cascata di eventi che porta nel topo all'encefalomielite autoimmune.
"Si tratta di una scoperta inaspettata ed eccitante", ha detto Linda Thompson, che ha diretto la ricerca, sottolineando come questo risultato possa avere potenziali implicazioni per diverse patologie autoimmuni, dal lupus all'artrite reumatoide, anche se sottolinea che perché un risultato analogo possa essere confermato anche per quanto riguarda l'essere umano sono necessari ancora molti studi. "Un topo non è un essere umano e non posssiamo essere certi che la caffeina agisca allo stesso modo nella prevenzione della sclerosi multipla."
Il primo passo per valutare questa possibilità sarà uno studio retrospettivo sul consumo di caffeina da parte di pazienti affetti da sclerosi multipla: "e se si troverà una correlazione fra l'assunzione della caffeina e una sintomatologia meno aggressiva, potremo procedere a studi più mirati". (gg)
Fonte:
www.lescienze.it