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Cristiana Di Stefano Forum  |  General Category  |  NOTIZIE E CURIOSITA' SU...  |  Alimentazione, cibi contaminati da sostanze, controlli, ecc. (Moderatore: cristiana)  |  Discussione: AFLATOSSINE – un pericolo per la nostra salute 0 utenti e 1 Utente non registrato stanno visualizzando questa discussione. « precedente successivo »
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Autore Discussione: AFLATOSSINE – un pericolo per la nostra salute  (Letto 224 volte)
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« inserita:: Luglio 22, 2008, 07:18:45 pm »

I parametri di sicurezza di un prodotto alimentare derivano dalla emancipazione che il prodotto ha raggiunto da radioattività, metalli pesanti, batteri , insetti, parassiti animali e micotossine, di cui le aflatossine fanno parte.

Ma cosa sono le Aflatossine?
Per saperne di più abbiamo consultato alcuni siti specialistici che trattano l’argomento ed abbiamo fatto scoperte davvero interessanti.
Esse rientrano tra i metaboliti tossici che esercitano un’azione mutagena, teratogena e cancerogena. Rappresentano, in parole povere, un veleno soprattutto per il fegato sul quale producono danni a volte irreversibili.

Sono prodotte da muffe e funghi del tipo Aspergillus e si formano, in condizioni di alta temperatura e umidità, scarsità d’acqua, presenza d’insetti, concimazione non conforme del terreno, su prodotti come mais e latte, di primaria importanza per l’alimentazione umana e animale.

La contaminazione del prodotto, può avvenire nel percorso che dalla coltivazione porta al raccolto, trasformazione e conservazione in deposito.

Sono note le Aflatossine B2 e la B1, agente cancerogeno genotossico che, durante il processo digestivo dell’animale che si nutre di mais contaminato, viene trasformata nell’Aflatossina M1, che transita nel latte prodotto dagli animali.

Per prevenire il rischio di sviluppo delle citate micotossine, è importante attenersi alle linee guida che la Comunità Europea ha diramato al riguardo che stabiliscono, tra l’altro, la quantità massima di Aflatossima M1 che può essere contenuta nel latte, oltre la quale il prodotto deve essere ritirato dal mercato.

La problematica, che coinvolge non solo alimenti come mais e latte, ma anche bevande e cibi che tutti i giorni sono sulle nostre tavole, come arachidi, frutta secca e granoturco, dovrebbe essere seguita con particolare attenzione e severità per ridurre al minimo la presenza di tali sostanza velenose nei cibi destinati anche ai bambini. (04/10/07)di D.T.

Fonte: blogscienze.com
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« Risposta #1 inserita:: Luglio 22, 2008, 07:36:22 pm »

Le aflatossine stanno avendo un momento di notorietà importante a causa del loro coinvolgimento sia nel discorso sugli OGM sia in quello sul legame fra alimentazione e tumori.
È bene quindi fare chiarezza, evitando di confondere possibilità con certezza, rischio con danno, ma anche trovando strategie che possano minimizzare le possibilità avverse e i rischi (quando ci sono).
Le aflatossine fanno parte delle micotossine, tossine di natura microbica prodotte da diverse specie micetiche (le aflatossine sono prodotte da funghi che dal punto di vista botanico appartengono al genere Aspergillus) che possono contaminare prodotti alimentari (grano e cereali, soia, arachidi, caffè ecc., tutti alimenti abbastanza sicuri da altre fonti patogene) poiché possono svilupparsi anche in ambienti estremamente poveri d'acqua. Alcuni di questi alimenti servono da ingredienti base per altri prodotti (per esempio farine) oppure per l'alimentazione di animali, contribuendo a rendere estremamente vasto lo spettro dei prodotti a rischio (il latte è un prodotto tipico in cui la contaminazione da aflatossine è possibile).
I problemi che le aflatossine possono dare sono particolarmente gravi perché l'intossicazione è cronica e praticamente irreversibile, fino allo sviluppo di forme tumorali molto gravi.
L'organo più colpito è il fegato con cirrosi e/o carcinomi, ma si hanno sospetti anche per arteriosclerosi, cancro al seno, cancro alla prostata, AIDS, morbo di Crohn, sclerosi multipla, infertilità ecc. (Cfr.COSTANTINI, WIELAND, LARS, Etiology and prevention of prostate cancer - hope at last - Fungalbionics series, Johann Friedrich Oberlin Verlag, Freiburg, Germania 1998).
Attualmente non è possibile "bonificare" le aflatossine perché sono organismi estremamente termoresistenti.

Cosa hanno cambiato - Prima di vedere come si possono combattere, studiamone il significato nel campo della scienza dell'alimentazione. Le aflatossine sono importanti per quattro principali motivi.
Sono il caso più convincente di come gli OGM possano aiutare l'uomo. Con mais transgenico (più resistente) il rischio delle aflatossine può essere ridotto di 10-15 volte.
Sono un esempio lampante di come la semplice coltivazione biologica non possa dare garanzie totali; non esistono solo gli inquinanti "umani".
Sono un esempio di come una dieta vegetariana non sia affatto anticancro e come i problemi derivanti da cibi animali derivino dal vegetale.
Insieme ad altre recenti scoperte (come quella sull'importanza patologica del Campylobacter, per il quale rimandiamo all'articolo nel Club della dieta italiana), limitano teorie non convenzionali come quella delle intolleranze quando si basano su tesi e test non affidabili. Infatti se le aflatossine possono provocare tumori, moltissime altre patologie minori potrebbero essere attribuibili a microorganismi non ancora individuati (virus in primis) e non alla banale causa chimica di una o più sostanze contenute in cibi.

Cosa fare - In Italia il contenuto medio di aflatossina B1 in cereali e prodotti derivati è 7,60 ppb (microgrammi/kg), contro un limite CEE di 2. Belgio, Germania, Olanda e Portogallo fissano il limite a 0,5, mentre l'Austria è più restrittiva con 0,05 ppb. Per il latte il limite dell'aflatossina M1 è di 50 parti per trilione; oltre di esso il latte deve essere ritirato dal mercato.
In genere si formano principalmente per errori di coltivazione; per esempio quando le piante subiscono stress eccessivi:

- alta temperatura e umidità
- scarsità d'acqua
- danni provocati da insetti
- una concimazione inadeguata del terreno.

Lo sviluppo delle muffe può poi proseguire durante la fase di coltivazione e di raccolta, in quella di stoccaggio e di trasporto del mais (soprattutto se i chicchi sono spezzettati).
Nel mais le muffe producono l'aflatossina B1, cancerogena. Nel sistema digestivo delle mucche tale aflatossina viene trasformata nella meno grave aflatossina M1 che passa nel latte e può avere effetto cancerogeno se è assunta in grosse dosi e per tempi prolungati.
Esistono profonde differenze quindi fra i cibi (il rischio è decisamente inferiore nell'assunzione di latte rispetto a quella di pop corn o di arachidi mal conservate), differenze che sono amplificate dai processi di produzione e dalla serietà del produttore. Infatti le grandi aziende eseguono normalmente i controlli di legge e possono garantire implicitamente i loro prodotti con la volontà di non incorrere in danni d'immagine derivanti da partite inquinate.
Quindi il consiglio è uno solo:
utilizzate prodotti di qualità e diffidate di quelli a basso costo.

Fonte: http://www.albanesi.it/Salute/aflatossine.htm
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