Il record spetta all'Asia:
Cina, India e Russia guidano la classifica
dei siti pericolosi per la salute
di CARLA RESCHIA E' stata resa nota ieri dal rapporto 2007 del Blacksmith Institute, condotto in collaborazione con la Green Cross di Mikhail Gorbaciov, la triste classifica dei dieci luoghi più inquinati del pianeta. L'organizzazione ambientalista indipendente statunitense ogni anno individua i trenta siti che, nel mondo, sono più insalubri per la salute umana e in particolare per i bambini, in base a parametri che tengono conto sia della produzione industriale incontrollata, sia della spertimentazione di armi e dello sfruttamento minerario.
La maggior parte delle località inserite nella lista Dirty 30 si trova in Asia: Cina, India e Russia sono i Paesi più rappresentati. Tra queste vengono poi scelti da un gruppo di esperti internazionali, tra cui ricercatori della Johns Hopkins University, dell’ Hunter College, della Harvard University, dell’IIT di Delhi, dell’University of Idaho e del Mt. Sinai Hospital, i top ten «campioni» di inquinamento.
Nella lista quest' anno figurano Sumgait, in Azerbaijan; Linfen e Tianjin, in Cina; Sukinda e Vapi, in India; La Oroya, in Perù; Dzerzinsk e Norilsk, in Russia; Cernobyl in Ucraina e Kabwe, in Zambia. Sono in parte riconferme, in parte nuovi arrivi. Escono dai top ten, ma restano tra i primi trenta, Haina (Repubblica Dominicana), Ranipet (India), Mailuu Suu (Kirghizstan) e Rudnaya Pristan (Russia). Vi entra in cambio a pieno titolo il complesso industriale per la produzione del piombo di Tianjin, in Cina, considerato da solo responsabile della metà dell’inquinamento totale della regione.
Tra gli agenti tossici rilasciati in abbondanza nell'ambiente si trova in quantità massiccie il piombo, una sostanza additata fra le più pericolose per lo sviluppo intellettuale dei bambini. Preso in considerazione per la prima volta anche il centro di Vapi, in India, un esempio di sfruttamento industriale «selvaggio»: più di 50 fabbriche che contaminano il suolo e la falda freatica locale con pesticidi, PCB, cromo, mercurio, piombo e cadmio. La quantità di mercurio presente nella falda freatica di Vapi è 96 volte più alta di quella raccomandata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. C'è poi il centro minerario di Sukida, anch'esso in India, dove si concentrano oltre il 97% degli scarichi di cromo del Paese, rilasciati nelle riserve di acqua potabile da dodici miniere sfruttate senza il minimo controllo ambientale. Sumgait, in Azerbaijan, è un lascito dell’ex Unione Sovietica: un complesso industriale che inquina la regione con prodotti chimici industriali e metalli pesanti. Il risultato è un tasso di tumori dal 22% al 51% più elevato della media del Paese. Particolare allarme desta l'alto numero di mutazioni genetiche registrato fra i neonati.
Fonte:
lastampa.it