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Giugno 30, 2010, 04:00:54 pm
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Disegno di legge C. 1193
per la prevenzione delle malattie croniche degenerative
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Per problemi consultare la guida: http://www.webalice.it/cristiana.distefano/guida_commento.pdf

Cristiana Di Stefano Forum  |  General Category  |  AMALGAME DENTALI AL MERCURIO  |  Danni, rimozione in protocollo protetto e qualsiasi domanda in proposito (Moderatore: cristiana)  |  Discussione: Notizie sulle resine composite, materiali odontoiatrici e tecniche 0 utenti e 1 Utente non registrato stanno visualizzando questa discussione. « precedente successivo »
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Autore Discussione: Notizie sulle resine composite, materiali odontoiatrici e tecniche  (Letto 1899 volte)
cristiana
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« inserita:: Giugno 19, 2008, 02:23:16 pm »

Prima di parlare dei materiali sostitutivi dell'amalgama, occorre ricordare che se si ha anche una sola amalgama in bocca, occorrerebbe rimuoverla in protocollo protetto, poiché i vapori di mercurio da essa rilasciati 24 ore su 24 sono nocivi alla salute dell'organismo ed anche perché già dopo circa 7 anni si ossida e può causare infezioni, specialmente alle vie urinarie. Il pericolo d'intossicazione cronica c'è quando in bocca sono presenti almeno 3 grosse amalgame ed è ben diversa da quella acuta che avviene quando vengono messe sui denti o trapanate. Quella acuta si può rilevare solo entro poche ore dal contatto con esami del sangue e delle urine. Quella cronica solo con il mineralogramma o la biopsia al cervello.

Navigando in internet mi sono resa conto che quasi tutti i dentisti sostiuiscono l'amalgama per semplici motivi estetici, non in protocollo protetto, ma trapanando l'amalgama  :'( perché non conoscono, non credono, o non si rendono conto del pericolo che corrono sia i pazienti, che loro stessi di un'intossicazione acuta  >:(
Non tengono nemmeno conto, non sono coscienti o informati, della grande pericolosità del mercurio accumulato giorno dopo giorno negli organi umani....eppure sono medici, laureati e dovrebbero sapere che i metalli pesanti non possono essere espulsi dal corpo se non in minima quantità ed il loro accumulo giornaliero è pericolossimo.... niente...fanno finta di nulla...dicono che l'amalgama non è pericolosa, che il mercurio contenuto in essa non è pericoloso anche pur ammettendo che possa fuoriuscire, perchè secondo loro si elimina tutto in breve tempo facendo plin plin  :o >:(  ??? 

Ed invece i dentisti lo sanno benissimo che è pericolosa, dato che a loro sono riconosciute le malattie professionali causate dall'amalgama al mercurio e sono tutelati dalla legge!!!

Alcuni vorrebbero addirittura paragagonare la pericolosità del mercurio, che ricordo è il secondo elemento tossico più pericoloso al mondo dopo il plutonio, alle resine composite, il che mi sembra una cosa già assurda di per sé... non so se in qualche soggetto sia possibile che causi qualche forma di allergia, ma comunque in quel caso, basta ricoprire il dente con un altro materiale come la ceramica,  per evitare qualsiasi problema.

Le fonti da cui ho prevelato le informazioni che seguono su alcuni materiali alternativi, sono state prese da siti di professionisti che consigliano di rimuovere l'amalgama solo per motivi "estetici", non perchè siano convinti della loro tossicità e pericolosità, anzi pensano che sia innocua (solo quando si ammalano gravemente iniziano ad avere dubbi),  quindi chi pensa di rivolgersi a questi dentisti, dovrà spiegargli chiaramente che vuole la rimozione protetta perché conosce bene i danni che procura l'amalgama sia a causa di intossicazione acuta, che cronica.

La maggioranza dei dentisti è favorevole all'uso di amalgama perché non crede alla sua pericolosità in primo luogo ed in secondo luogo perchè dicono sia più resistente dei materiali alternativi.

Ecco le poche notizie che ho trovato, chiunque ne abbia di maggiori è pregato di postarle 

Le resine composite sono formate da:
- matrice (bis-gma)
- riempitivo (quarzo, silicio, ceramica ed altre sostanze con caratteristiche di stabilità cromatica e di resistenza)
- agente legante (silano)

Le prime resine composite macroriempite ma anche microriempite possedevano scarse caratteristiche meccaniche ed estetiche dato che erano costituite per la maggior parte da matrice e solo un 30-40% in volume da riempitivo. Le nuove resine composite (ceromers, ad esempio) posseggono un 70-80% in volume di riempitivo ed hanno notevoli proprietà di stabilità cromatica e di resistenza.

Soprattutto per i denti frontali (incisivi e canini), ma anche per piccole otturazioni nei denti posteriori, i compositi sono oggi la scelta giusta.

Dopo la mordenzatura dello smalto e l'applicazione di un adesivo, la resina aderisce alla sostanza dentale. In questo modo, denti molto indeboliti vengono di nuovo stabilizzati. Essendo a disposizione per quasi ogni colore dentale il relativo composito, nella maggior parte dei casi è possibile realizzare un perfetto adattamento estetico dell'otturazione.

Le otturazioni bianche richiedono tempi operativi più lunghi e sono molto più difficili da eseguire rispetto a quelle nere. Tuttavia, l’utilizzo d’adeguati protocolli clinici d’applicazione e una particolare cura dell’operatore consente di ottenere restauri con una durata sovrapponibile alle otturazioni nere anche nei casi in cui i denti sono severamente compromessi da un punto di vista strutturale.

Gli intarsi sono otturazioni eseguite nel laboratorio, usate per i denti posteriori (premolari e molari) e possono essere di ceramica o resine composite.
   

Gli intarsi in ceramica lasciano passare la luce. Con una speciale procedura adesiva vengono incollati al dente senza lasciare spazi intermedi. Ne risulta un'adesione chimica tra il dente e la ceramica, che restituisce ai denti indeboliti la loro solidità originaria.
La ceramica è estremamente biocompatibile, non si conoscono allergie, come per esempio per certi metalli.
Gli intarsi in ceramica sono molto duraturi.

Fonti:
dentiesalute.it
dr-schulte.ch/italiano
simonedeliperi.it
candreva.it
« Ultima modifica: Giugno 19, 2008, 03:54:48 pm da cristiana » Registrato

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« Risposta #1 inserita:: Maggio 05, 2010, 06:08:04 pm »

INFORMAZIONI SULLA "ZIRCONIA"
La zirconia in odontoiatria

La biocompatibilità della zirconia

DICHIARAZIONE DI SICUREZZA DI QUELLA USATA DA UN MIO DENTISTA DI FIDUCIA


Una carissima amica che mi ha aiutato nella ricerca di documenti, ha trovato un datasheet tutto in italiano che descrive un tipico prodotto per uso odontoiatrico (blocchi per fare ponti e corone CAD CAM).
Contiene tutti i riferimenti normativi ISO e CE, che a loro volta contengono norme per la verifica della biocompatibilità, radioattività etc etc.


Troverete il riferimento di 1 Bq/grammo per la radioatività consentita. Chiaramente questo dato non dice niente di per sé a chi non si occupa di radioprotezione.
In realtà é un valore bassissimo, simile a quello dei tessuti ed a metà degli oggetti comuni che ci circondano.
Per dare un riferimento allego un paio di link:
http://www.burggrafenamt.com/it/merano-citta-di-cura/terme-di-merano-/le-acque-termali.html
http://www.lnf.infn.it/lnfadmin/radiation/radioattivitanaturale.html
 
In buona sostanza molte acque termali sono radioattive nella misura di 500 - 2000 Bq/litro, così come la sabbia di Lido D'Ostia é più attiva di quei materiali ceramici. L'osso umano é a circa 200 Bq/kg.
Una fonte da radioterapia é 100.000.000.000.000 Bq..



Nel 1998 con i primi studi effettuati nella clinica odontoiatrica dell'università di Zurigo vennero utilizzate delle corone e ponti in ossido di zirconio prodotte con il sistema DCM che dimostrarono da subito una straordinariamente elevata resistenza alla rottura.

La Degussa Dental (oggi Degudent azienda del gruppo Dentsply) ha acquisito nel 1990 i diritti del sistema DCM sviluppando il sistema "CAD-CAM Cercon".

Visto il suo elevato grado di biocompatibilità e leggerezza sta divenendo oggi il materiale d'eccellenza nella realizzazione di restauri dentali di alta qualità.

La tecnologia CAD/CAM si realizza mediante fresatura blocchi di ossido di zirconio presinterizzato ad uno stato di consistenza morbida e di buona lavorabilità denominato Y-TZP. Dopo la fresatura del materiale morbido si procede alla sinterizzazione a 1350 °C per circa 6/7 ore. La zirconia così diventa stabile, con caratteristiche meccaniche eccellenti e potrà essere utilizzata come supporto per la ceramica dentale.

Tra i grandi pregi della Zirconia, in luogo delle altre leghe dentali, va menzionato il fattore estetico di certo non raggiungibile con i metalli, soprattutto in termini di traslucidità, è inoltre notevole la compatibilità biologica e la stabilità ionica, nonché il peso specifico ridotto.

Altro grande pregio è la durezza, ma soprattutto è notevole la sua resistenza alla flessione 1.320 MPa, e la resistenza alla rottura, che permettono di apportare spessori di ceramica che arrivano sino a meno di 0,6 millimetri e di costruire ponti estesi, leggeri e robusti, anche con più elementi mancanti. Fattore molto importante è che nel procedimento di ceramizzazione la forma (macrostruttura) della struttura cristallina non si modifica sostanzialmente, dunque la parte interessata non subisce alterazioni.

Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Ossido_di_zirconio
« Ultima modifica: Giugno 02, 2010, 02:21:50 am da cristiana » Registrato

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« Risposta #2 inserita:: Maggio 05, 2010, 06:29:37 pm »

Il Titanio nelle applicazioni mediche


L’alta resistenza, basso peso, singolare resistenza alla corrosione possedute dal titanio e dalle leghe di titanio, sono alla base di un’ampia e diversificata gamma di applicazioni di successo che richiedono elevati livelli di prestazioni affidabili nella chirurgia e nella medicina, così come anche nell’industria aerospaziale, automobilistica, chimica, della generazione di corrente, estrattiva di gas e petrolio, sportiva e in altri maggiori campi applicativi.

Oltre 1000 tonnellate di dispositivi in titanio di ogni sorta e funzione sono impiantati ogni anno in pazienti di tutto il mondo. La richiesta di sostituzione di giunture è in continuo aumento poiché l’aspettativa di vita media è cresciuta e le persone si fanno male praticando sport di contatto o semplicemente facendo jogging, o si feriscono gravemente nel traffico stradale o in altri incidenti. Leggero, resistente e completamente bio-compatibile, il titanio è uno dei pochi materiali che risponde alle richieste di sostituzione per impianto nel corpo umano.

Le leghe di titanio di grado medico hanno una resistenza significativamente maggiore al rapporto di peso dell’acciaio inossidabile. La gamma di leghe di titanio disponibili permette ai progettisti specializzati in forniture per la medicina di selezionare i materiali e le forme quasi settorialmente sulla base delle necessità dell’applicazione. L’ampia gamma di queste leghe va dal titanio altamente duttile e commercialmente puro usato dove è essenziale un’alta lavorabilità alle leghe completamente trattabili a caldo con una resistenza sopra i 1300MPa. Le leghe a memoria di forma basate sul titanio allargano ulteriormente la gamma di proprietà ed applicazioni utili. Forgiatura e fusione, lavorazione e montaggio sono le fasi di processo utilizzate per la costruzione dei prodotti medici. L’ingegneria di superficie spesso gioca un ruolo significativo in quanto estende le performance del titanio di molte volte oltre alle sue naturali proprietà.

Le performance del titanio nelle applicazioni mediche
“Messo e dimenticato” è una richiesta essenziale per cui il dispositivo, nelle applicazioni critiche, una volta impiantato non può essere sottoposto a manutenzione o sostituito facilmente. Da questo punto di vista non c’è utilizzo più impegnativo degli impianti effettuati nel corpo umano. Qui, l’efficacia e l’affidabilità degli impianti, gli strumenti e i dispositivi medici e chirurgici sono fattori essenziali per salvare vite umane e, nel lungo termine, preservare da sofferenza e dolore. Gli impianti rappresentano un potenziale attacco alla struttura chimica, fisiologica e meccanica del corpo umano. Non c’è nulla di simile a un impianto metallico, nel tessuto vivo. La maggior parte dei metalli nei fluidi e nei tessuti corporei è immersa in complessi organici stabili. La corrosione degli impianti metallici da parte dei fluidi corporei, dà luogo al rilascio di ioni metallici non richiesti, con possibile interferenza con le funzioni vitali. La resistenza alla corrosione non è di per sé sufficiente per sopprimere la reazione del corpo a metalli tossici per le cellule o elementi allergenici come il nichel, e perfino livello minimo di corrosione, seppure si tratti di piccolissime concentrazioni, può scatenare reazioni di rigetto. Il titanio è completamente inerte e immune alla corrosione da parte dei fluidi corporei e dei tessuti, ed per questo è completamente bio-compatibile.

La scelta naturale del titanio per gli impianti è determinata da una serie di caratteristiche favorevoli che includono l’essere immune a corrosione, la bio-compatibilità, la resistenza, il basso modulo, la bassa densità e la capacità di congiungersi con il tessuto osseo e con altri tessuti (osteointegrazione). Le proprietà meccaniche e fisiche delle leghe di titanio si combinano a creare degli impianti che hanno un’alta tolleranza al danno. L’anatomia del corpo umano limita naturalmente la forma e i volumi possibili per gli impianti. Il basso modulo delle leghe di titanio se confrontate con l’acciaio, sono un fattore positivo nella riduzione del riassorbimento osseo. Due ulteriori parametri definiscono l’utilità della lega impiantabile, la sensibilità agli intagli, - il rapporto di resistenza alla trazione in condizioni di intaglio rispetto a quelle di non intaglio - e la resistenza alla propagazione di incrinature, o resistenza alla frattura. Il titanio dà ottimi risultati in entrambi i casi. I tipici rapporti NS/TS per il titanio e le sue leghe sono di 1.4 – 1.7 (1.1 è il coefficiente minimo per un materiale da impianto accettabile). La resistenza alla frattura, fra tutte le leghe ad elevata resistenza e impiantabili, è superiore ai 50Mpam-1/2 con lunghezze critiche di incrinatura ben oltre il minimo, per il rilevamento con metodi standard o test non-distruttivi.

Specifiche mediche del titanio
Forme e specifiche mediche sono riportate in dettaglio in una serie di specifiche nazionali ed internazionali, che includono gli esempi ASTM e BS7252/ISO 5832:

ASTM BS/ISO Indicazione della lega/leghe 
F67     Part  2  Titanio non in lega - CP Grades 1 - 4     (ASTM F1341 specifica il filo metallico)
F136   Part  3  Ti-6Al-4V ELI lavorata plasticamente     (ASTM F620 specifica forgiatura ELI)
F1472 Part  3  Ti-6Al-4V grado standard (SG) lavorata plasticamente (F1108 specifica la fusione SG)
F1295 Part 11 Ti-6Al-7Nb lavorata plasticamente
-         Part 10  Ti-5Al-2.5Fe lavorata plasticamente
F1580   -         CP andTi6Al-4V SG polveri per rivestimento di impianti
F1713   -         Ti-13Nb-13Zr lavorata plasticamente
F1813   -         Ti-12Mo-6Zr-2Fe lavorata plasticamente

Sostituzione di ossa e giunture
Nel mondo circa un milione di pazienti all’anno vengono sottoposti alla sostituzione totale di anche artritiche e giunture delle ginocchia. Le protesi hanno varie forme e misure. Le giunture per le anche normalmente hanno un gambo femorale metallico e una testa che si colloca in un’enartrosi di polietilene a bassa frizione e ultraelevato peso molecolare, entrambe assicurate nella posizione da cemento osseo polimetilacrilato. Alcuni modelli, incluso le giunture non cementate, utilizzano superfici bio-attive irruvidite (compresa l’idrossiapatite) per stimolare l’osteointegrazione, limitare il riassorbimento e perciò aumentare la vita dell’impianto per i destinatari più giovani. La fissazione delle fratture sia interne che esposte dà al titanio ulteriori campi di applicazione come anche i dispositivi per la fusione spinale, perni, basi-ossee, viti, chiodi intramidollari e fissatori esterni.

Impianti dentali
L’uso di impianti in titanio ha permesso un cambiamento radicale nella pratica di odontoiatria conservativa in tutto il mondo. Una radice di titanio viene introdotta nell’osso mandibolare e gli viene lasciato il tempo per l’osteointegrazione. La sovrastruttura del dente viene poi costruita sopra l’impianto per permettere un’efficace restituzione.

Trattamenti maxillo- e cranio-facciali
La chirurgia per riparare danni facciali utilizzando i tessuti del paziente non dà sempre i risultati desiderati. Possono rendersi necessari gli impianti di parti artificiali per restaurare l’abilità di parola o la capacità di mangiare, come pure per trattamenti di chirurgia estetica, per sostituire parti della faccia perse in seguito ad infortunio o a malattia. Gli impianti al titanio osteointegrato rispondono a tutte le necessità di bio-compatibilità e resistenza e hanno reso possibili progressi senza precedenti nella chirurgia, per il trattamento efficace di pazienti con importanti difetti e condizioni finora altamente problematiche.

Dispositivi cardiovascolari
Il titanio è utilizzato con regolarità per le custodie dei pacemaker e i defibrillatori, come struttura portante nella sostituzione delle valvole cardiache, e per gli stent intravascolari.

Protesi esterne
Il titanio è adatto per i fissatori e i dispositivi esterni sia temporanei che di lungo corso così come per protesi ortottiche e arti artificiali: entrambi utilizzano il titanio estensivamente per la sua leggerezza, resistenza e resistenza alla corrosione.

Strumenti chirurgici
Un’ampia gamma di strumenti chirurgici è fatta di titanio. La leggerezza del metallo è d’aiuto per ridurre l’affaticamento del chirurgo. Gli strumenti sono spesso anodizzati per dare una superficie non riflettente, caratteristica essenziale nelle operazioni di microchirurgia, per esempio nelle operazioni dell’occhio. Gli strumenti in titanio resistono a ripetute sterilizzazioni senza compromettere il filo o la qualità della superficie, la resistenza alla corrosione o la resistenza. Il titanio è un metallo amagnetico, e perciò non sussiste pericolo di danneggiamento dei piccoli e sensibili dispositivi elettronici impiantati.

Fonte: http://www.stainless-steel-world.net/titanium/ShowPage_it.aspx?pageID=911



IMPIANTI DENTARI

La riabilitazione protesica di pazienti che hanno perso alcuni o tutti gli elementi dentari rappresenta per il paziente e per il dentista uno degli eventi più impegnativi nell’ambito delle discipline odontoiatriche. Spesso la perdita di elementi dentari comporta un danno non solo da un punto di vista estetico (perdita del sorriso) o funzionale (insufficienza masticatoria) ma anche psicologico, con perdita della confidenza e difficoltà nella vita di relazione. Le tradizionali tecniche di riabilitazione protesica, sia fisse che mobili, richiedono la riduzione di elementi dentari sani o la applicazione di ingombranti manufatti che possono non rispondere alle aspettative del paziente. Ormai da oltre 30 anni in sostituzione di elementi dentari perduti sono disponibili impianti osteointegrati endo ossei.

Cosa sono?
Gli impianti dentari sono delle viti in titanio che vengono posizionate all’interno delle ossa mascellari e che fungeranno da sostegno per la ricostruzione protesica. In pratica gli impianti sostituiscono le radici dei denti che sono state precedentemente estratte.

Come funzionano?
Contrariamente a quanto spesso viene detto, gli impianti osteointegrati non sono soggetti a rigetto. Infatti il materiale da cui sono costituiti, il titanio, rappresenta un materiale assolutamente biocompatibile, che cioè viene riconosciuto dall’ospite come elemento naturale. Il principio biologico su cui si basa il successo degli impianti è la cosiddetta osteointegrazione. Questo fenomeno biologico, osservato e descritto per la prima volta dal professor P.I. Branemark nel 1965, rappresenta la capacità del titanio di guarire all’interno dell’osso, risultando in un intimo e perfetto contatto con quest’ultimo. Questa caratteristica rende gli impianti virtualmente immobili e capaci di sostituire denti perduti.

Come vengono inseriti e restaurati?
Due fasi successive sono necessarie perché gli impianti possano essere utilizzati. Una prima fase chirurgica consiste nella inserzione degli impianti stessi. A questa fase segue il periodo di guarigione dove avviene la osteointegrazione vera e propria. Questa fase può variare da 3 a 6 mesi in condizioni normali. Al termine di questa fase è necessario un secondo intervento per scoprire gli impianti fino a quel momento sommersi e posizionare la vite di guarigione. Una volta guarita la gengiva intorno all’impianto, è possibile per il protesista prendere impronte e trattare gli impianti analogamente a radici dentarie. La fase protesica si conclude con la inserzione dei manufatti protesici indicati per quel tipo di paziente.

Che successo hanno e quanto possono durare?
Studi longitudinali di oltre 20 anni, effettuati in Svezia e negli Stati Uniti, hanno dimostrato che gli impianti possono essere considerati una terapia di grande successo avendo una sopravvivenza compresa tra l’85 ed il 93%. Questo dato è ancora più significativo se viene paragonato a qualsiasi altra terapia odontoiatrica che mediamente non riesce a raggiungere una tale affidabilità.

Sfortunatamente però, anche se in numero limitato, esistono i fallimenti degli impianti. Il fallimento avviene in una piccola percentuale di casi che varia a seconda della sede anatomica e del paziente. Le cause che portano al fallimento degli impianti sono diverse e possono essere sintetizzate in due grandi categorie: fallimenti chirurgici o precoci e fallimenti tardivi. Le cause dei fallimenti chirurgici possono essere un eccessivo trauma chirurgico, una infezione precoce del sito implantare, la presenza di condizioni anatomiche sfavorevoli (scarsa qualità e quantità di osso) e alcune abitudini del paziente come il fumo di sigaretta, il consumo di alcool o di droghe. I fallimenti tardivi possono essere causati da sovraccarico occlusale, sviluppo di infezioni croniche simili alla parodontopatia e dette peri-implantiti, inadeguato mantenimento igienico da parte del paziente e condizioni anatomiche sfavorevoli come scarsa qualità delle ossa alveolari.

Cosa succede se fallisce un impianto?
Spesso un impianto che fallisce precocemente può essere rimpiazzato con un altro impianto di dimensioni maggiori. Se l’impianto fallisce tardivamente invece, il tipo di protesi che esso sorregge detterà le condizioni di trattamento. E’ possibile, infatti, che nonostante il fallimento di alcuni impianti il manufatto protesico sia stabile e perfettamente funzionante.

Chi può usufruire degli impianti?
Non tutti i pazienti possono essere candidati agli impianti. Fortunatamente le moderne tecniche chirurgiche di rigenerazione ossea hanno drasticamente ridotto il numero di coloro che non possono ricevere impianti osteointegrati. Fattori che rappresentano controindicazioni a questo trattamento sono malattie sistemiche come il diabete scompensato, malattie cardiovascolari importanti, malattie del sangue e della coagulazione, osteoporosi grave, fumo di sigaretta in forte quantità. Particolarmente il fumo di sigaretta da solo è in grado di raddoppiare il numero dei fallimenti. Inoltre pazienti con una scarsa predisposizione alla igiene orale domiciliare o poco motivati non possono essere considerati buoni candidati a questa forma di riabilitazione.

Come sapere di essere o meno un candidato per gli impianti?
Per sapere se si hanno i requisiti per poter ricevere impianti è necessario consultare un parodontologo o un odontoiatra che si occupa di implantologia. Spesso un esame clinico tradizionale e la esecuzione di una radiografia panoramica delle arcate dentarie non sono sufficienti per stabilire la possibilità o meno di intervenire con impianti. In questi casi esami più sofisticati, come la TAC, possono fornire informazioni sullo stato delle ossa mascellari. In generale pazienti totalmente edentuli o che abbiano perso uno o più elementi dentari e che siano in buone condizioni fisiche generali possono candidarsi ad una riabilitazione protesica con impianti osteointegrati.

Fonte: dentalcenterweb
« Ultima modifica: Maggio 05, 2010, 10:06:09 pm da cristiana » Registrato

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