cristiana
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« inserita:: Agosto 18, 2008, 04:27:37 pm » |
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Le sostanze o i preparati utilizzati nei cicli produttivi possono essere intrinsecamente pericolosi (esempio sostanze tossiche o nocive) o esserlo in relazione alle condizioni di impiego (esempio azoto è un gas presente nell’aria che respiriamo e quindi non è ne tossico ne nocivo; se però una generica lavorazione comporta delle concentrazioni molto elevate di azoto, allora l’esposizione a tale gas in quelle condizioni rappresenta un rischio in quanto questo può portare a morte non per intossicazione ma per asfissia).
Il rischio chimico va inteso come tutti quei rischi potenzialmente connessi con l’impiego di sostanze o preparati chimici. Ne deriva che a seconda della loro natura le sostanze/preparati chimici possono dar luogo a: - rischi per la sicurezza o rischi infortunistici: incendio, esplosione, contatto con sostanze corrosive, ecc; - rischi per la salute o rischi igienico-ambientali: esposizione a sostanze/preparati tossici o nocivi, irritanti.
Concentriamoci ora sui rischi di natura igienico ambientali: tali rischi si hanno ogniqualvolta si creano le condizioni in cui si possa verificare interazione tra le sostanze/preparati chimici impiegati nel ciclo lavorativo e il personale addetto alla lavorazione. Questo può verificarsi sia a causa di accadimento accidentale (perdita, anomalie impiantistiche, incendi, sversamenti, reazioni anomale, ecc) sia a causa della peculiarità dell’attività lavorativa.
Secondo le caratteristiche delle sostanze/preparati il rischio è determinato dal livello e dalla durata dell’esposizione, dalla dose assorbita e dalle caratteristiche dei soggetti esposti (sesso, età, presenza di patologie, ecc). Le sostanze/preparati presenti come inquinanti ambientali in ambienti di lavoro si presentano sotto forma di:
1) aerosol: particelle solide e/o liquide disperse in un mezzo gassoso; possono presentarsi come: a) polveri (sia di natura organica che inorganica generate da azioni meccaniche; es.: toner, silice, amianto (fibre), farina, pesticidi, ecc); b) fumi (particelle fini prodotte da materiali solidi per evaporazione, condensazione e reazioni molecolari in fase gassosa. Es: il piombo per riscaldamento produce vapore che condensando in aria forma particelle metalliche che si ossidano (ossido di piombo), oppure fumi di combustione composti da prodotti della incompleta combustione esempio il fumo di motori diesel; ecc) c) nebbie (particelle liquide prodotte dalla condensazione di vapori, reazioni chimiche o atomizzazione di liquidi es.: nebbie di oli minerali prodotte durante il funzionamento di pompe o altri utensili raffreddati e/lubrificati ad olio, oppure nebbie di acido solforico, o soluzioni liquide nebulizzate, ecc).
2) aeriformi: sono costituiti da gas e vapori (es: CO, O3, ossidi di azoto e zolfo, vapori di benzina, di alcol etilico, ecc).
Le vie di introduzione delle sostanze chimiche nell’organismo. L’assorbimento delle sostanze tossiche può avvenire per: 1) inalazione 2) ingestione 3) contatto cutaneo
Assorbimento per inalazione: L’inalazione, cioè l’introduzione nei polmoni durante la respirazione dell’agente chimico, rappresenta la via di ingresso principale nel corpo di sostanze/preparati pericolosi durante il lavoro. Il rischio di esposizione per inalazione a sostanze/preparati chimici pericolosi si presenta quando i processi o le modalità operative provocano l’emissione di detti agenti con la conseguente diffusione nell’ambiente sotto forma di inquinanti chimici aerodispersi.(Tra le norme igieniche ricordiamo il divieto di fumare nei luoghi di lavoro ed in particolare dove è possibile l’esposizione a sostanze pericolose, in quanto il fumo può ulteriormente veicolare all’interno dell’organismo il tossico, oltre a presentare rischi specifici aggiuntivi quali la cancerogenicità dei prodotti di combustione o rischi quali incendio, esplosioni, ecc.)
Assorbimento per ingestione: L’ingestione accidentale di sostanze pericolose, specialmente in grandi quantità, è piuttosto infrequente anche se non impossibile.(Tra le norme igieniche da rispettare ricordiamo il divieto di assumere cibi e bevande nei luoghi di lavoro e in particolare dove è possibile l’esposizione a sostanze pericolose, l’accurata pulizia delle mani prima di mangiare, il divieto di conservare cibi e bevande in frigoriferi dove sono stoccate sostanze pericolose, (es nei laboratori), contenitori etichettati a norma, non usare contenitori per alimenti, ecc. Assorbimento per contatto cutaneo: In genere le sostanze chimiche sono assorbite dalla pelle più lentamente che dall’intestino o dai polmoni. Comunque le sostanze/preparati chimici (in particolare i solventi organici) possono entrare nel corpo sia direttamente che attraverso indumenti impregnati. Il rischio di esposizione per contatto cutaneo si può presentare durante le fasi di manipolazione delle sostanze/preparati pericolosi.
(Tra le norme igieniche da osservare ricordiamo per esempio l’eliminazione della pratica di lavarsi le mani sporche di grasso con solventi perché questo oltre ad esporre il lavoratore al contatto cutaneo diretto con la sostanza utilizzata per il lavaggio comporta anche una modifica dello strato lipidico del derma che rappresenta una barriera naturale protettiva; questa modifica può facilitare l’assorbimento cutaneo anche di altre sostanze con cui il lavoratore viene a contatto, è inutile utilizzare die guanti se poi gli stracci sporchi vengono riposti nelle tasche di camici ecc.).
L’intossicazione dovuta a sostanze o preparati tossici e nocivi rappresenta l’effetto dannoso che viene prodotto da queste sull’organismo.
Si distinguono tre forme di intossicazione:
- intossicazione acuta: esposizione di breve durata a forti concentrazioni con assorbimento rapido del tossico. Gli effetti sono immediati e si hanno entro le 24 ore con morte o guarigione rapida.
- intossicazione sub-acuta: esposizioni per un periodo di più giorni o settimane prima che appaiano i primi effetti.
- intossicazione cronica: esposizione frequenti e prolungate nel tempo. Gli effetti sono tardivi (fino anche a diverse decine di anni). L’intossicazione in questo caso si manifesta: o perché la quantità di tossico eliminata è inferiore alla quantità assorbita in modo da ottenere una concentrazione tale da ingenerare manifestazioni cliniche (esempio saturnismo),
o perché la quantità di tossico assorbita a seguito di esposizioni ripetute si accumula su un particolare tessuto e viene rilasciata solo in un tempo successivo (es: sostanze liposolubili che si vanno a concentrare in tessuti adiposi; a seguito di dimagrimento e quindi di diminuzione del tessuto adiposo si libera il tossico che genera così gli effetti tossici); L’azione delle sostanze e preparati tossici e nocivi può essere: - locale: se agisce unicamente intorno al punto di contatto (pelle, occhi, vie respiratorie, ecc) (es: l’azione corrosiva di acidi concentrati sulla cute con cui vengono a contatto); - generale o sistematico: se l’azione si manifesta in punti lontani dal contatto (es: l’inalazione della 2 naftil ammina provoca l’insorgenza di cancro alla vescica) che comportano e questo a causa: 1) della via di trasmissione del tossico (tramite l’inalazione e il passaggio nella circolazione sanguigna si possono avere effetti su altri organi quali il fegato), 2) della composizione chimica dell’organo (tenore in lipidi), 3) grado di perfusione dell’organo che può ivi comportare una concentrazione eccessiva del tossico, 4) delle caratteristiche biochimiche dell’organo colpito (capacità dell’organo a produrre metaboliti più tossici di quello assorbito)
Fonte: ispesl.it
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