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Autore Discussione: Così iniziò "monnezzopoli"...  (Letto 150 volte)
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« inserita:: Agosto 09, 2008, 08:40:02 pm »

Post del 26/01/08

Rifiuti: inizio "monnezzopoli", fusti tossici a Villaricca

Tutto inizia con 158 bidoni pieni di sostanze altamente tossiche provenienti da una ditta di Cuneo e sotterrati a Villaricca e un autista diventato cieco per averli trasportati.
E tutto esplode con i pentiti della camorra, tra cui il cugino di ´Sandokan´ Francesco Schiavone, che raccontano come i Casalesi abbiano seppellito in ogni buco della Campania ma anche sotto le strade, tonnellate di rifiuti con la complicita´ di imprenditori e politici, messi nei posti chiave dal clan e pagati per collaborare.
Non sono 14 anni che la Campania e´ strozzata dall´emergenza rifiuti, ma almeno 10 di piu´: anni in cui si sono creati i presupposti della monnezzopoli che ancora oggi ha messo in ginocchio la regione.

Il 4 febbraio del 1991 si presenta alla clinica Pineta Grande di Castelvolturno Mario Tamburrino, autista di camion. Ai medici dice di aver avuto un fortissimo abbassamento della vista dopo aver scaricato i bidoni di scorie tossiche provenienti dalla ditta ´Ecomovil´ di Cuneo nella discarica di Sant´Anastasia. Dopo 20 giorni gli investigatori scoprono pero´ che il carico non e´ mai arrivato li´ ma e´ stato sotterrato in un campo tra Qualiano e Villaricca.
Tamburrino diverra´ cieco ma il suo racconto apre gli occhi agli inquirenti, che hanno la conferma di quello che la gente dice da anni: ci sono migliaia di discariche abusive di rifiuti tossici utilizzate dalla camorra almeno fin dalla meta´ degli anni ´80. La svolta arriva pero´ due anni dopo, grazie ai pentiti. Tra i primi c´e´ Nunzio Perrella che con le sue parole da il via alla prima indagine della procura di Napoli. Fu lui a rivelare che la discarica di Pianura era gestita dalla camorra e fu lui uno dei testimoni chiave dell´operazione Adelphi, che svelo´ gli intrecci tra camorra e politica.

E c'è anche Carmine Schiavone, che non e´ un camorrista qualunque: è il cugino di Francesco Schiavone, il capo dei Casalesi, Sandokan, arrestato nel ´98. Carmine e´ l´uomo che tiene i conti del clan tanto che dalle sue parole è scaturita l´operazione ´Spartacus´ che ha portato alla condanna nel 2005 di 91 persone, di cui 21 all´ergastolo, per un totale di 844 anni di reclusione. E Schiavone racconta agli investigatori anche di come i Casalesi hanno fatto miliardi con la monnezza di tutta Italia. Nelle decine di verbali che riempie c'è la genesi del disastro di oggi: la camorra, dice tra l´altro, "ha riempito gli scavi realizzati per la costruzione della superstrada Nola-Villa Literno sostituendo il terriccio con tonnellate di rifiuti trasportati da tutta Italia". E le imprese che avevano ottenuto l´appalto per la realizzazione dell´opera, "oltre a subappaltare una parte dei lavori ad imprese legate al clan Schiavone, hanno pagato alla camorra tangenti pari al 3% sull´importo complessivo dell´appalto".
Alla Dia Carmine Schiavone, dice anche di essere in grado di indicare i siti in cui erano stati interrati residui tossico-nocivi o radioattivi."Il sistema" - racconta - "funziona cosi´: i clan, dopo aver sfruttato in regime di monopolio le attività estrattive di sabbia e materiali inerti nelle cave del casertano, le ha in seguito convertite in discariche abusive".

"L'area è piena di rifiuti che il clan sotterra nelle cave, dopo aver preso accordi con trasportatori provenienti da tutta Italia. Nelle cave e nelle vasche ittiche". In fondo i bidoni, in superficie l´allevamento di pesci. "Schiavone" - dice un investigatore - "raccontò che anche gli scavi realizzati per il raddoppio della Roma-Napoli sono pieni di bidoni con sostanze di tutti i tipi".
Ma il pentito parla anche delle collusioni, dei rapporti di amministratori e imprenditori locali con il clan. Parole che hanno trovato conferma nelle inchieste degli ultimi venti anni. "Accanto a soggetti strettamente riconducibili ai clan - disse nel ´97 alla commissione parlamentare l'allora pm Napoli Melillo - ruota una quantita´ notevolissima di soggetti di impresa che hanno un proprio fine di partecipazione al profitto complessivo che riguarda il ciclo illecito dello smaltimento dei rifiuti". Tutti insomma hanno avuto il loro guadagno. Tranne i cittadini che da anni vivono assediati dalla monnezza e che oggi constatano che poco e´ cambiato.

Fonte: metropolisweb.it
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