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Art. 32.
La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività,
e garantisce cure gratuite agli indigenti.

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Autore Discussione: Così ho vinto la guerra al mercurio  (Letto 127 volte)
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« inserita:: Marzo 02, 2009, 10:55:00 pm »

di Agnese Codignola


Un metallo killer che arriva sulle nostre tavole. In America un medico, Jane Hightower, lotta contro le le lobby che ci avvelenano. E in Italia?



Non è popolare come Erin Brockovich, ma dell'eroina di Los Angeles ha la determinazione e il coraggio nell'affrontare industrie e istituzioni per smascherare i conflitti di interesse che si riflettono sulla salute dei cittadini. In più, Jane Hightower è un medico, un dottore di famiglia di San Francisco.

Che ha visto i danni del mercurio sui malati in carne e ossa e si è così arrabbiata da diventare, quasi per caso, la paladina di una guerra impossibile contro le multinazionali del mercurio. Tutto è cominciato nel 2000, quando è arrivato nel suo studio il quarantenne Toshiko, un businessman giapponese afflitto da quella che Jane Hightower definisce la «nebbia mercuriale», cioè un insieme di sintomi vaghi, difficili da ricondurre a una malattia nota: nausea, malessere, cefalea, confusione mentale, stanchezza e perdita di capelli.

Per poter fare una diagnosi, Hightower ordina i classici esami del sangue, ma quando arrivano i risultati si accorge che il laboratorio ha effettuato un test non richiesto: quello del livello di mercurio, che risulta molto elevato (pari a 18 microgrammi per litro contro i 10 considerati soglia di sicurezza). Lei del mercurio non ne sa molto, e in quel momento non riesce a stabilire una connessione con i disturbi.

Ma il dubbio di quei livelli così alti trovati dal laboratorio di analisi le rimane. E diventa un incubo quando le arriva un'altra paziente con gli stessi sintomi, e valori di mercurio pari a 26 microgrammi per litro. I casi si assomigliano e il medico comincia a chiedersi cosa abbiano in comune la signora di San Francisco e il manager giapponese.

È la grande passione per il pesce della Baia, che entrambi consumano in quantità. E che, ipotizza Hightower, potrebbe essere proprio l'origine di tutto. Per questo il medico si concentra sul metilmercurio, la forma nella quale il minerale si accumula nei pesci e che viene assorbita anche dall'uomo. Consulta la Bibbia del medico di base americano, il ''
Cecyl Textbook of Medicine'', e lì comincia a capire che c'è qualcosa che non va su quello che medici e pazienti sanno sugli effetti del mercurio sulla salute.

Il Cecyl, di fatto, contempla la possibilità che una nausea di origine incerta possa essere legata al mercurio, e indica come valore soglia nel sangue 50 microgrammi per litro, ma non dà alcuna informazione su diagnosi, trattamento e prognosi. Per questo lei continua a spulciare testi e documenti; e va a ripescare le relazioni fatte al Congresso dall'Environmental Protection Agency (Epa), l'ente che vigila sulle contaminazioni ambientali.

E scopre che la massima autorità ambientale americana indica un valore soglia diverso, pari a 5 microgrammi per litro: i suoi pazienti, quindi, avevano nel sangue una quantità più che doppia di mercurio. Si allarma e cerca conferme, questa volta al Dipartimento di salute pubblica della California, che porta l'asticella del rischio allo stupefacente valore di 200. Non si tratta di un numero e basta, ma corrisponde, nei fatti, a quanto pesce possiamo mangiare. Hightower non si capacita che nessuno negli Usa sappia dare una risposta.

Nemmeno la mitica Food and Drug Administration (Fda), che pilatescamente limita parecchio i dosaggi di mercurio nei suoi consigli a donne incinte e bambini, ma evita di prendere posizione sul rischio per tutto il resto della popolazione. La Fda non dà un valore soglia. E questo per un medico californiano cresciuto nel culto delle sue istituzioni vigili e nel continuo allarme per l'inquinamento, è davvero troppo. Bisogna scendere in battaglia.

E Hightower lo fa alla Erin Brockovich: inizia a parlare con i media locali e poi con quelli nazionali, si rivolge a scienziati e ricercatori. Fino a che qualcuno le dà ascolto e l'aiuta a organizzare i primi meeting scientifici sull'argomento. Con tutte, ma proprio tutte le ricerche in tema squadernate sul tavolo, Hightower scopre che c'è solo una inquietante certezza: il silenzio assordante dell'Fda. Che evita però di liberare il mercurio da ogni accusa. (26 febbraio 2009)

Fonte: espresso.repubblica.it
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