“Pesticidi nel piatto 2007”
Il dossier di Legambiente sulla presenza di residui chimici in frutta e verdura
Saronno (5 Giu 2007) - Quanto è buona la frutta di stagione, meglio ancora se priva di pesticidi .....
E', infatti, la frutta la “regina dei fitofarmaci” ad essere ancora più inquinata delle verdure in quanto solo la metà dei campioni è risultata esente da residui di fitofarmaci. .
Questo è quanto emerge dall’indagine
“Pesticidi nel piatto”, realizzata da
Legambiente ed i cui risultati sono stati presentati nei giorni scorsi.
Un problema, quello dei fitofarmaci, che i cittadini del saronnese hanno imparato a conoscere sulla propria salute alla fine degli anni '90, quando in molti pozzi degli acquedotti dei comuni sono state rinvenute concentrazioni di bromacil, un diserbante probabilmente utilizzato in passato lungo la linea ferroviaria, che indussero l'ASL a dichiarare non potabile l'acqua, al punto che alcuni Comuni come Gerenzano dovettero ricorrere alle autobotti.
Un problema che nel 2001 si è riproposto in alcuni pozzi siti in comune di Saronno.
Tornando all'indagine di Legambiente ed alle tavole degli italiani, i controlli illustrati nell'indagine sono stati eseguiti nel 2006, a livello nazionale, su 10.493 campioni di prodotti ortofrutticoli e derivati, analizzati dai laboratori pubblici provinciali o regionali.
Eclatante e sorprendente, visto che nella cultura popolare il frutto è associato alla salute: è il caso delle mele, di cui solo il 39% è risultato privo di fitofarmaci, mentre il 30% presenta addirittura più di un principio attivo.
Oltre alla frutta, sotto accusa anche i prodotti derivati (olio, vino, marmellate, succhi di frutta, ecc.), risultati contaminati in circa il 20% dei campioni.
Un po’ meglio, invece, le verdure, dal momento che oltre l'84% dei campioni analizzati risulta, regolare e privo di residui chimici, il 15% presenta uno o più residui e l'1% è proprio irregolare.
I principi attivi più spesso riscontrati – sia nei campioni irregolari che in quelli regolari – sono
Captano, Carbofuran, Chlorpirifos, Cyprodinil, Diclofluanide, Dimetoato, Ditiocarbammati, Endosulfan, Fenitrotion, Guazatina, Imazalil, Malathion, Metalaxil, Procimidone, Propargite, Propargite, Tiabendazolo, Tolclofos-metile.Gli effetti di queste sostanze tossiche sulla salute, come dimostrato da numerosi studi e indagine epidemiologiche, sono innumerevoli.
Ma cosa possono fare i consumatori per evitarne l’assunzione ?
La risposta al quesito è difficile per due motivi. Il primo è il massiccio e diffuso utilizzo di pesticidi, insetticidi, diserbanti e quant’altro è considerato utile per incrementare la produzione agricola. Basti pensare che, secondo dati della FAO, sono oggi presenti sul mercato circa 70.000 prodotti chimici differenti ed oltre 1.500 nuovi ne vengono introdotti ogni anno, cosicché ne esistono moltissimi tipi in commercio, di origine naturale o sintetica, ciascuno attivo rispetto a determinati parassiti.
Il secondo motivo, invece, è legato alla globalizzazione, che porta sulle nostre tavole frutta e verdura proveniente da tutto il mondo, in particolare da paesi in cui scarso o nulli sono i controlli sull’uso di queste sostanze.
Limitandoci, tuttavia, agli usi “in casa europea”, si consideri che cinque stati membri della Unione Europea e, più precisamente, Francia, Spagna, Italia, Germania e Regno Unito, usano il 75% di tutti i pesticidi usati in Europa.
Per quanto riguarda il nostro Paese nello specifico i dati sono poco confortanti: l'Italia è in testa alla classifica degli utilizzatori di insetticida col 33% del totale europeo ed è al secondo posto nell'utilizzo di fungicidi.
Un po’ più confortanti, invece, sembrerebbero i dati relativi alla Lombardia, anche se più del 6% di tutti i prodotti analizzati contiene più di un residuo, il 2,93 % di campioni sono risultati irregolari per la presenza di Dimetoato e Procimidone oltre i limiti previsti e in ben il 4,51 % degli agrumi sono stati riscontrati residui di pesticidi in quantità superiori a quelli legali.
Scarica l'Indagine di LegambientePer saperne di più sui prodotti fitosanitariLeonardo Calzeroni
Fonte:
saronnoinrete.it