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cristiana
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Farmaci per dimagrire che creano gravi reazioni avverse
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Discussione: Farmaci per dimagrire che creano gravi reazioni avverse (Letto 210 volte)
cristiana
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Farmaci per dimagrire che creano gravi reazioni avverse
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inserita::
Luglio 10, 2008, 10:24:11 pm »
Reazioni avverse causate dalla Sibutramina, un farmaco anti-obesità
La Sibutramina ( Meridia/Reductil )
è un inibitore della ricaptazione della serotonina e della noradrenalina, in grado di produrre perdita di peso corporeo.
Dal 2002, l’ADRAC ( Adverse Drug Reactions Advisory Committee ) ha ricevuto 138 segnalazioni per 404 reazioni avverse associate alla Sibutramina.
Reazioni avverse :
- neurologiche: 62, di cui cefalea 20, capogiri 14, sindrome della serotonina 5;
- psichiatriche: 50, di cui depressione 12, ansia 11, insonnia 10, aggressività 6, agitazione 6;
- gastrointestinali: 33, di cui nausea 9, costipazione 6, secchezza della fauci 6;
- cardiache: 31, di cui disturbi del ritmo 11, palpitazioni 9, dolore toracico 4;
- vascolari: 26, di cui ipertensione 8;
- respiratorie : 15, di cui dispnea 11.
Le reazioni psichiatriche ( depressione, mania ) prodotte dalla Sibutramina hanno presentato un tempo di insorgenza relativamente breve, variando da 1 a 13 giorni.
La maggior parte dei pazienti ( 11 ) ha recuperato dopo aver sospeso l’assunzione della Sibutramina.
Le segnalazioni comprendevano 2 ideazioni suicidarie e 2 tentativi di suicidio.
Ci sono state segnalazioni di casi di mania dopo assunzione della Sibutramina.
Tra le reazioni avverse cardiovascolari , disturbi del ritmo cardiaco, palpitazioni e dolore toracico.
I più gravi effetti indesiderati cardiovascolari riscontrati con la Sibutramina sono stati: fibrillazione ventricolare con arresto cardiaco ed infarto miocardico.
Ci sono state anche segnalazioni di aumento dei valori pressori.
La sindrome da serotonina è stata riportata in 5 casi, con tempo di insorgenza di 1-22 giorni.
La Sibutramina non dovrebbe essere impiegata in combinazione con altri farmaci attivi sul sistema nervoso centrale, come inibitori MAO ( monoaminoossidasi ) e farmaci SSRI ( inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina ) per la possibile interazione ed il rischio di sindrome da serotonina.
La Sibutramina non è raccomandata per i pazienti con una storia di malattia cardiaca, poiché tende ad aumentare la frequenza cardiaca e la pressione sanguigna. ( Xagena_2006 )
Fonte: Australian Adverse Drug Reaction Bulletin, 2006
Link: Farmacovigilanza.net
Link: MedicinaNews.it
Farma2006 Endo2006 Cardio2006 Psyche2006
XagenaFarmaci_2006
Prolungamento dell’intervallo QT associato a trattamento con il farmaco anti-obesità Sibutramina
Ricercatori dell’University of Otago in Nuova Zelanda hanno valutato l’esistenza di una relazione tra il farmaco anti-obesità Sibutramina ( Meridia/Reductil ) ed il prolungamento dell’intervallo QT.
I Ricercatori hanno impiegato dati ottenuti dal New Zeland Intensive Medicines Monitoring Programme ( IMMP ).
E’ stato identificato un caso di prolungamento dell’intervallo QT con arresto cardiaco in un paziente che stava assumendo Sibutramina da 25 giorni.
La genotipizzazione ha evidenziato la presenza di una mutazione nel gene KCNQ1.
L’analisi del database IMMP ha permesso di individuare altri 5 pazienti che dopo aver assunto Sibutramina hanno presentato palpitazioni associate a sincope o a sintomi presincopali.
L’analisi del database WHO ( World Health Organization ) ha permesso l’identificazione di 3 casi di prolungamento dell’intervallo QT, ed 1 caso fatale in un paziente che stava prendendo anche Cisapride.
Secondo gli Autori, la Sibutramina non dovrebbe essere assunta dai pazienti con sindrome del QT lungo e nei pazienti che stanno già assumendo farmaci che prolungano l’intervallo QT. (
Xagena_2006
)
Harrison-Woolrych M et al, Br J Clin Pharmacol 2006; 61: 464-469
Farmacovigilanza.net
MedicinaNews.it
Farma2006 Cardio2006 Endo2006
XagenaFarmaci_2006
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Ultima modifica: Ottobre 31, 2008, 12:36:15 pm da cristiana
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Re: Farmaci anti-obesità che creano gravi reazioni avverse
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Risposta #1 inserita::
Luglio 11, 2008, 08:16:13 pm »
Alert farmaci antiobesità: Rimonabant/Acomplia
L’Advisory Panel dell’FDA ritiene Acomplia non sicuro
13 Giugno 2007 - L’Endocrinologic and Metabolic Drug Advisory Panel dell’FDA ( Food and Drug Administration ) ha concluso che Rimonabant ( Acomplia ) non presenta un favorevole rapporto rischio-beneficio, ed ha raccomandato che non sia approvato negli Stati Uniti.
Rimonabant, un farmaco antiobesità che agisce antagonizzando i recettori degli endocannabinoidi CB1, è associato ad un
alto rischio di eventi avversi psichiatrici.
Alla fine di luglio 2007, l’FDA prenderà la decisione di non autorizzare la commercializzazione del farmaco o di rinviarne l’autorizzazione.
Dai dati clinici è emerso che Rimonabant raddoppia il rischio di eventi avversi psichiatrici, tra cui il rischio di suicidabilità, ed aumento il rischio di eventi avversi neurologici, rispetto al placebo.
Sicurezza del farmaco antiobesità Rimonabant: analisi dell’FDA
Gli endocannabinoidi sono importanti modulatori nelle condizioni patologiche, come ansia, fobia, depressione, e disturbi da stress post-traumatico.
Pertanto è biologicamente plausibile il presentarsi di sintomi psichiatrici con l’uso degli antagonisti del recettore dei cannabinoidi o degli agonisti inversi.
Negli studi RIO ( dati pooled ), il
26% dei soggetti trattati con Rimonabant 20 mg contro il 14% dei soggetti che hanno ricevuto placebo, hanno presentato sintomi psichiatrici.
Specificatamente, il 9% dei pazienti trattati con Rimonabant 20 mg, contro il 5% dei soggetti trattati con placebo ha riportato sintomi di depressione ( umore depresso, depressione, sintomo depressivo o depressione maggiore ).
Il rischio relativo per gli eventi avversi psichiatrici del gruppo Rimonabant 20 mg versus il gruppo placebo variava da 1.5 a 2.5 nei 4 studi RIO.
Questi effetti avversi psichiatrici hanno indotto molti pazienti ad interrompere l’assunzione di Rimonabant e a richiedere trattamento concomitante, farmacologico e/o psicoterapeurico.
L’8.5% dei pazienti trattati con Rimonabant 20 mg ha richiesto una terapia a base di ansiolitici o ipnotici per un evento avverso psichiatrico, contro il 4.6% con Rimonabant 5 mg ed il 4.1% con placebo.
Il 4.8% dei pazienti che hanno ricevuto Rimonabant 20 mg, contro il 4% di quelli con Rimonabant 5 mg ed il 2.9% dei pazienti con placebo, ha richiesto la somministrazione di un farmaco antidepressivo.
La suicidalità del Rimonabant è stata calcolata, utilizzando il metodo elaborato dai Ricercatori della Columbia University.
Sono stati riscontrati: 4 casi di tentativo di suicidio con Rimonabant 20 mg e 7 casi con il placebo; 39 ideazioni suicidarie con Rimonabant 20 mg; 6 con Rimonabant 5 mg e 13 con il placebo. Quando la ricerca è stata limitata ai 7 studi di obesità, l’odds ratio ( OR ) per l’incidenza di suicidalità con Rimonabant 20 mg versus placebo è risultata pari a 1.8.
Poiché molti pazienti hanno interrotto lo studio precocemente a causa di insorgenza di effetti indesiderati ( depressione, ansia, alterazione dell’umore con sintomi depressivi ) e per la lunga, emivita del Rimonabant ( in media 16 giorni ), i risultati dell’analisi sulla suicidalità sono incompleti per la mancanza di follow-up sistematici riguardo ai pazienti che hanno abbandonato gli studi clinici.
Secondo Sanofi-Aventis, negli studi in corso al 18 dicembre 2006 sono stati rilevati 17 casi di suicidalità, di cui 11 con Rimonabant 20 mg e 6 con placebo.
Nel gruppo Rimonabant 20 mg si sono verificati: 1 caso di suicidio completato, 1 caso di ideazione autolesiva, 8 casi di ideazioni suicidarie, ed 1 caso di depressione suicidaria; nel gruppo placebo si sono verificati 2 tentativi di suicidio, e 5 ideazioni suicidarie.
L’FDA ( Food and Drug Administration ) ha ricevuto 2 segnalazioni aggiuntive: 1 ideazione omicidiaria in un soggetto trattato con Rimonabant 20 mg, ed un tentativo di suicidio in un altro soggetto che stava assumendo Rimonabant 20 mg.
Sanofi-Aventis ha successivamente comunicato all’FDA che nello studio CRESCENDO c’erano stati 2 tentativi di suicidio in 2 soggetti in trattamento con Rimonabant 20 mg.
Nello studio RAPSODI si è verificato un atto suicidario in una donna di 37 anni che era stata assegnata a Rimonabant 20 mg, mentre nello studio CRESCENDO una donna di 64 anni ha sofferto di ideazione suicidaria.
Nel database degli studi clinici compiuti con Rimonabant sono riportati i due casi di suicidio completato: 1 paziente nello studio RIO North America mentre stava assumendo Rimonabant 5 mg ed 1 paziente nello studio STRADIVARIUS trattato con Rimonabant 20 mg.
La densità del recettore CB1 è particolarmente alta a livello del cervelletto, corteccia, ippocampo, ipotalamo e dei gangli basali, aree del cervello deputate alla memoria, alla funzione motoria e ai comportamenti correlati alla ricompensa.
I recettori CB1 sono anche presenti sui nervi periferici dove svolgono un ruolo neuroprotettivo.
I sintomi neurologici, si sono presentati con maggiore frequenza tra i pazienti trattati con Rimonabant 20 mg rispetto ai pazienti trattati con placebo: 27.4% e 24.4%, rispettivamente.
Tra i pazienti che hanno assunto Rimonabant 20 mg i sintomi neurologici più comunemente riportati sono stati: cefalea ( 10% ), capogiri ( 8.6% ) e parestesia/ipoestesia/disestesia ( 3.3% ). Nel gruppo placebo i sintomi neurologici sono stati: cefalea ( 12.7% ), capogiri ( 5.6% ), parestesia/ipoestesia/disestesia ( 2.1% ).
Capogiri e vertigini si sono presentati con maggiore frequenza nel gruppo Rimonabant 20 mg che nel placebo: 9.6% versus 6.1%, rispettivamente.
Le alterazioni motorie si sono presentate con una maggiore frequenza nel gruppo Rimonabant 20 mg che nel gruppo placebo: 1.7% e 0.12% rispettivamente.
Maggiore incidenza di disturbi cognitivi si è avuto nel gruppo Rimonabant 20 mg, rispetto al placebo: 3.5% versus 2% rispettivamente.
Gli eventi avversi neurologici, secondo l’FDA potrebbero aver contribuito agli incidenti accorsi ad un certo numero di pazienti durante gli studi RIO nel gruppo Rimonabant 20 mg ( 6.9% ) e nel gruppo placebo ( 3.8% ), tra cui contusioni, commozione cerebrale, cadute, incidenti stradali.
Nello studio RIO Diabetes e SERENADE, il rischio relativo generale riguardo all’incidenza di un evento avverso neurologico per Rimonabant 20 mg versus placebo è risultato pari a 3.1.
Esperimenti su animali hanno indicato che l’antagonismo CB1 può esacerbare le malattie demielinizzanti infiammatorie.
Fino al 18 dicembre 2006 sono stati segnalati 5 casi di sclerosi multipla confermata ( n=3 ) o sospetto di malattia demielinizzante ( n=2 ).
Di questi, 1 paziente era in trattamento con placebo, 2 con Rimonabant 5 mg e 2 con Rimonabant 20 mg.
I due pazienti in trattamento con Rimonabant 20 mg, sospettati di essere affetti da sclerosi multipla, avevano preso parte, entrambi, a studi clinici per la cessazione dell’abitudine al fumo di sigaretta; gli altri 3 pazienti erano stati arruolati in studi clinici riguardanti l’obesità.
I cannabinoidi possiedono attività anticonvulsivante ed il sistema degli endocannabinoidi sembra essere coinvolto nella regolazione della durata e della frequenza delle convulsioni.
In studi preclinici, quasi il 6% dei ratti e dei topi, ed il 20% delle scimmie ha sviluppato convulsioni durante trattamento di lungo periodo con dosaggi di Rimonabant 0.5-2 volte maggiori rispetto alla dose di 20 mg.
Quasi l’1.5% dei topi di controllo ha sviluppato convulsioni, mentre non c’è stato nessun caso di convulsione tra le scimmie del gruppo controllo.
Negli studi clinici che stavano valutando il Rimonabant sono stati segnalati 19 casi di convulsione. Tre casi sono stati esclusi dalle analisi. Dei rimanenti 16 casi, 11 sono stati ritenuti come probabili o possibili: 6 casi nei gruppi Rimonabant 20 mg, 2 casi nei gruppi Rimonabant 5 mg, e 3 casi nel gruppo placebo.
L’analisi degli 11 casi di convulsione, definiti come probabili/possibili, ha permesso l’identificazione delle seguenti caratteristiche:
A ) L’età media di un soggetto in cui si sono manifestate le convulsioni era di 38.3 anni per i soggetti trattati con placebo, 46 anni per i soggetti che avevano ricevuto Rimonabant 5 mg e 42.5 anni per i soggetti trattati con Rimonabant 20 mg. Per gli studi riguardanti l’obesità, l’età media era rispettivamente di 45 anni, 46 anni, e 43.4 anni.
B ) Il tempo medio all’evento era di 84.7 giorni ( range: 10-191 ) per i pazienti con placebo, 123 giorni ( 63-183 ) per i pazienti con Rimonabant 5 mg, e 135.2 giorni ( 27-416 ) per i pazienti trattati con Rimonabant 20 mg.
Per gli studi riguardanti solamente l’obesità, il tempo medio all’evento era di 53, 123 e 156.8 rispettivamente.
C ) Tutti i casi di convulsione negli studi sull’obesità, si sono presentati nelle donne, 5 con Rimonabant 20 mg, 2 con Rimonabant 5 mg e 1 con placebo; gli altri 3 casi convulsivi hanno interessato pazienti di sesso maschile.
Negli studi in corso sono stati segnalati 8 casi di convulsione di cui 6 con Rimonabant 20 mg.
Attualmente Rimonabant 20 mg ( Acomplia ) è approvato in diversi Paesi.
Dal lancio al 30 novembre 2006 si stima che 78.610 pazienti siano stati trattati con il farmaco, principalmente in Germania ed in Gran Bretagna.
Nel periodo compreso tra il 19 giugno 2006 ed il 18 dicembre 2006 sono state riportate 918 segnalazioni spontanee, per 2362 reazioni avverse.
Reazioni avverse più frequentemente riportate sono state: gastrointestinali ( 209 confermate ), neurologiche ( 143 confermate ), psichiatriche ( 308 confermate ).
A ) Reazioni avverse gastrointestinali: nausea ( 47,4% ), diarrea ( 16,8% ), vomito ( 10,27% ).
B ) Reazioni avverse psichiatriche: ansia ( 10,7% ), umore depresso ( 10.7% ), depressione ( 10.3% ), insonnia ( 7.3% ).
C ) Reazioni avverse neurologiche: capogiri ( 27.6% ), cefalea ( 17.8% ), parestesia ( 5.7% ), tremore ( 5.1% ), sonnolenza ( 4.4% ), amnesia ( 4% ) e disturbo di attenzione ( 3.7% ).
L’FDA ha ricevuto la segnalazione post-marketing di 1 caso di neurite ottica in un paziente che aveva assunto Rimonabant 20 mg per circa 1 mese. L’esame alla risonanza magnetica per immagini ( MRI ) ha indicato che potrebbe trattarsi di sclerosi multipla.
E’ stato anche segnalato il caso di una donna di 42 anni con una storia di sclerosi multipla che è andata incontro ad esacerbazione dei sintomi mentre stava assumendo Rimonabant.
Dai dati di post-marketing sono emersi 2 addizionali casi di convulsioni associati con l’uso di Rimonabant 20 mg.
Inoltre sono stati segnalati 6 casi, confermati, di ideazione suicidaria.
All’11 maggio 2007 l’FDA ha ricevuto 11 casi di ideazione suicidaria associati all’uso di Rimonabant durante la commercializzazione del farmaco.
Altre segnalazioni di nota comprendono: 6 casi di comportamento psicotico ( tra cui 1 uomo che ha tentato di strangolare la propria figlia ) e 5 casi di aggressività ( tra cui 1 uomo che ha picchiato la propria moglie ). ( Xagena2007 )
Fonte: Sicurezza del farmaco antiobesità Rimonabant: analisi dell’FDA
Gli endocannabinoidi sono importanti modulatori nelle condizioni patologiche, come ansia, fobia, depressione, e disturbi da stress post-traumatico.
Pertanto è biologicamente plausibile il presentarsi di sintomi psichiatrici con l’uso degli antagonisti del recettore dei cannabinoidi o degli agonisti inversi.
Negli studi RIO ( dati pooled ), il 26% dei soggetti trattati con Rimonabant 20 mg contro il 14% dei soggetti che hanno ricevuto placebo, hanno presentato sintomi psichiatrici.
Specificatamente, il 9% dei pazienti trattati con Rimonabant 20 mg, contro il 5% dei soggetti trattati con placebo ha riportato sintomi di depressione ( umore depresso, depressione, sintomo depressivo o depressione maggiore ).
Il rischio relativo per gli eventi avversi psichiatrici del gruppo Rimonabant 20 mg versus il gruppo placebo variava da 1.5 a 2.5 nei 4 studi RIO.
Questi effetti avversi psichiatrici hanno indotto molti pazienti ad interrompere l’assunzione di Rimonabant e a richiedere trattamento concomitante, farmacologico e/o psicoterapeurico.
L’8.5% dei pazienti trattati con Rimonabant 20 mg ha richiesto una terapia a base di ansiolitici o ipnotici per un evento avverso psichiatrico, contro il 4.6% con Rimonabant 5 mg ed il 4.1% con placebo.
Il 4.8% dei pazienti che hanno ricevuto Rimonabant 20 mg, contro il 4% di quelli con Rimonabant 5 mg ed il 2.9% dei pazienti con placebo, ha richiesto la somministrazione di un farmaco antidepressivo.
La suicidalità del Rimonabant è stata calcolata, utilizzando il metodo elaborato dai Ricercatori della Columbia University.
Sono stati riscontrati: 4 casi di tentativo di suicidio con Rimonabant 20 mg e 7 casi con il placebo; 39 ideazioni suicidarie con Rimonabant 20 mg; 6 con Rimonabant 5 mg e 13 con il placebo. Quando la ricerca è stata limitata ai 7 studi di obesità, l’odds ratio ( OR ) per l’incidenza di suicidalità con Rimonabant 20 mg versus placebo è risultata pari a 1.8.
Poiché molti pazienti hanno interrotto lo studio precocemente a causa di insorgenza di effetti indesiderati ( depressione, ansia, alterazione dell’umore con sintomi depressivi ) e per la lunga, emivita del Rimonabant ( in media 16 giorni ), i risultati dell’analisi sulla suicidalità sono incompleti per la mancanza di follow-up sistematici riguardo ai pazienti che hanno abbandonato gli studi clinici.
Secondo Sanofi-Aventis, negli studi in corso al 18 dicembre 2006 sono stati rilevati 17 casi di suicidalità, di cui 11 con Rimonabant 20 mg e 6 con placebo.
Nel gruppo Rimonabant 20 mg si sono verificati: 1 caso di suicidio completato, 1 caso di ideazione autolesiva, 8 casi di ideazioni suicidarie, ed 1 caso di depressione suicidaria; nel gruppo placebo si sono verificati 2 tentativi di suicidio, e 5 ideazioni suicidarie.
L’FDA ( Food and Drug Administration ) ha ricevuto 2 segnalazioni aggiuntive: 1 ideazione omicidiaria in un soggetto trattato con Rimonabant 20 mg, ed un tentativo di suicidio in un altro soggetto che stava assumendo Rimonabant 20 mg.
Sanofi-Aventis ha successivamente comunicato all’FDA che nello studio CRESCENDO c’erano stati 2 tentativi di suicidio in 2 soggetti in trattamento con Rimonabant 20 mg.
Nello studio RAPSODI si è verificato un atto suicidario in una donna di 37 anni che era stata assegnata a Rimonabant 20 mg, mentre nello studio CRESCENDO una donna di 64 anni ha sofferto di ideazione suicidaria.
Nel database degli studi clinici compiuti con Rimonabant sono riportati i due casi di suicidio completato: 1 paziente nello studio RIO North America mentre stava assumendo Rimonabant 5 mg ed 1 paziente nello studio STRADIVARIUS trattato con Rimonabant 20 mg.
La densità del recettore CB1 è particolarmente alta a livello del cervelletto, corteccia, ippocampo, ipotalamo e dei gangli basali, aree del cervello deputate alla memoria, alla funzione motoria e ai comportamenti correlati alla ricompensa.
I recettori CB1 sono anche presenti sui nervi periferici dove svolgono un ruolo neuroprotettivo.
I sintomi neurologici, si sono presentati con maggiore frequenza tra i pazienti trattati con Rimonabant 20 mg rispetto ai pazienti trattati con placebo: 27.4% e 24.4%, rispettivamente.
Tra i pazienti che hanno assunto Rimonabant 20 mg i sintomi neurologici più comunemente riportati sono stati: cefalea ( 10% ), capogiri ( 8.6% ) e parestesia/ipoestesia/disestesia ( 3.3% ). Nel gruppo placebo i sintomi neurologici sono stati: cefalea ( 12.7% ), capogiri ( 5.6% ), parestesia/ipoestesia/disestesia ( 2.1% ).
Capogiri e vertigini si sono presentati con maggiore frequenza nel gruppo Rimonabant 20 mg che nel placebo: 9.6% versus 6.1%, rispettivamente.
Le alterazioni motorie si sono presentate con una maggiore frequenza nel gruppo Rimonabant 20 mg che nel gruppo placebo: 1.7% e 0.12% rispettivamente.
Maggiore incidenza di disturbi cognitivi si è avuto nel gruppo Rimonabant 20 mg, rispetto al placebo: 3.5% versus 2% rispettivamente.
Gli eventi avversi neurologici, secondo l’FDA potrebbero aver contribuito agli incidenti accorsi ad un certo numero di pazienti durante gli studi RIO nel gruppo Rimonabant 20 mg ( 6.9% ) e nel gruppo placebo ( 3.8% ), tra cui contusioni, commozione cerebrale, cadute, incidenti stradali.
Nello studio RIO Diabetes e SERENADE, il rischio relativo generale riguardo all’incidenza di un evento avverso neurologico per Rimonabant 20 mg versus placebo è risultato pari a 3.1.
Esperimenti su animali hanno indicato che l’antagonismo CB1 può esacerbare le malattie demielinizzanti infiammatorie.
Fino al 18 dicembre 2006 sono stati segnalati 5 casi di sclerosi multipla confermata ( n=3 ) o sospetto di malattia demielinizzante ( n=2 ).
Di questi, 1 paziente era in trattamento con placebo, 2 con Rimonabant 5 mg e 2 con Rimonabant 20 mg.
I due pazienti in trattamento con Rimonabant 20 mg, sospettati di essere affetti da sclerosi multipla, avevano preso parte, entrambi, a studi clinici per la cessazione dell’abitudine al fumo di sigaretta; gli altri 3 pazienti erano stati arruolati in studi clinici riguardanti l’obesità.
I cannabinoidi possiedono attività anticonvulsivante ed il sistema degli endocannabinoidi sembra essere coinvolto nella regolazione della durata e della frequenza delle convulsioni.
In studi preclinici, quasi il 6% dei ratti e dei topi, ed il 20% delle scimmie ha sviluppato convulsioni durante trattamento di lungo periodo con dosaggi di Rimonabant 0.5-2 volte maggiori rispetto alla dose di 20 mg.
Quasi l’1.5% dei topi di controllo ha sviluppato convulsioni, mentre non c’è stato nessun caso di convulsione tra le scimmie del gruppo controllo.
Negli studi clinici che stavano valutando il Rimonabant sono stati segnalati 19 casi di convulsione. Tre casi sono stati esclusi dalle analisi. Dei rimanenti 16 casi, 11 sono stati ritenuti come probabili o possibili: 6 casi nei gruppi Rimonabant 20 mg, 2 casi nei gruppi Rimonabant 5 mg, e 3 casi nel gruppo placebo.
L’analisi degli 11 casi di convulsione, definiti come probabili/possibili, ha permesso l’identificazione delle seguenti caratteristiche:
A ) L’età media di un soggetto in cui si sono manifestate le convulsioni era di 38.3 anni per i soggetti trattati con placebo, 46 anni per i soggetti che avevano ricevuto Rimonabant 5 mg e 42.5 anni per i soggetti trattati con Rimonabant 20 mg. Per gli studi riguardanti l’obesità, l’età media era rispettivamente di 45 anni, 46 anni, e 43.4 anni.
B ) Il tempo medio all’evento era di 84.7 giorni ( range: 10-191 ) per i pazienti con placebo, 123 giorni ( 63-183 ) per i pazienti con Rimonabant 5 mg, e 135.2 giorni ( 27-416 ) per i pazienti trattati con Rimonabant 20 mg.
Per gli studi riguardanti solamente l’obesità, il tempo medio all’evento era di 53, 123 e 156.8 rispettivamente.
C ) Tutti i casi di convulsione negli studi sull’obesità, si sono presentati nelle donne, 5 con Rimonabant 20 mg, 2 con Rimonabant 5 mg e 1 con placebo; gli altri 3 casi convulsivi hanno interessato pazienti di sesso maschile.
Negli studi in corso sono stati segnalati 8 casi di convulsione di cui 6 con Rimonabant 20 mg.
Attualmente Rimonabant 20 mg ( Acomplia ) è approvato in diversi Paesi.
Dal lancio al 30 novembre 2006 si stima che 78.610 pazienti siano stati trattati con il farmaco, principalmente in Germania ed in Gran Bretagna.
Nel periodo compreso tra il 19 giugno 2006 ed il 18 dicembre 2006 sono state riportate 918 segnalazioni spontanee, per 2362 reazioni avverse.
Reazioni avverse più frequentemente riportate sono state: gastrointestinali ( 209 confermate ), neurologiche ( 143 confermate ), psichiatriche ( 308 confermate ).
A ) Reazioni avverse gastrointestinali: nausea ( 47,4% ), diarrea ( 16,8% ), vomito ( 10,27% ).
B ) Reazioni avverse psichiatriche: ansia ( 10,7% ), umore depresso ( 10.7% ), depressione ( 10.3% ), insonnia ( 7.3% ).
C ) Reazioni avverse neurologiche: capogiri ( 27.6% ), cefalea ( 17.8% ), parestesia ( 5.7% ), tremore ( 5.1% ), sonnolenza ( 4.4% ), amnesia ( 4% ) e disturbo di attenzione ( 3.7% ).
L’FDA ha ricevuto la segnalazione post-marketing di 1 caso di neurite ottica in un paziente che aveva assunto Rimonabant 20 mg per circa 1 mese. L’esame alla risonanza magnetica per immagini ( MRI ) ha indicato che potrebbe trattarsi di sclerosi multipla.
E’ stato anche segnalato il caso di una donna di 42 anni con una storia di sclerosi multipla che è andata incontro ad esacerbazione dei sintomi mentre stava assumendo Rimonabant.
Dai dati di post-marketing sono emersi 2 addizionali casi di convulsioni associati con l’uso di Rimonabant 20 mg.
Inoltre sono stati segnalati 6 casi, confermati, di ideazione suicidaria.
All’11 maggio 2007 l’FDA ha ricevuto 11 casi di ideazione suicidaria associati all’uso di Rimonabant durante la commercializzazione del farmaco.
Altre segnalazioni di nota comprendono: 6 casi di comportamento psicotico ( tra cui 1 uomo che ha tentato di strangolare la propria figlia ) e 5 casi di aggressività ( tra cui 1 uomo che ha picchiato la propria moglie ). (
Xagena2007
)
Fonti:
xagena.it
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Re: Farmaci anti-obesità che creano gravi reazioni avverse
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Risposta #2 inserita::
Ottobre 27, 2008, 02:32:59 am »
Disturbi psichiatrici, in particolare depressione, dopo l’inizio del trattamento con Acomplia
Sanofi-Aventis, in accordo con l’European Medicines Agency ( EMEA ), ha informato riguardo ad importanti revisioni delle informazioni prescrittive e di sicurezza riportate dal Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto di Acomplia ( Rimonabant ) 20 mg compresse rivestite con film.
Acomplia trova indicazione nella terapia aggiuntiva alla dieta ed all’esercizio fisico per il trattamento di pazienti obesi ( indice di massa corporea, BMI maggiore o uguale a 30 kg/m 2 ), o in sovrappeso ( BMI maggiore di 27 kg/m 2 ) in presenza di fattore, o fattori, di rischio, quali diabete mellito di tipo 2 o dislipidemia.
Quando Acomplia è stato autorizzato nel 2006 gli stampati del prodotto riportavano informazioni sul rischio di depressione. Successivamente, nel luglio 2007, e stata inserita nel Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto e nel Foglio Illustrativo sia una controindicazione riguardante la depressione maggiore e/o un trattamento antidepressivo in corso, che un’avvertenza riguardante i disturbi depressivi.
Nel contesto del monitoraggio della sicurezza di Acomplia, e stata condotta un’analisi sulle segnalazioni spontanee di tipo psichiatrico, quali i disturbi depressivi, compresi gli eventi correlabili al rischio suicidiario e l’aggressivita, che ha comportato l’aggiunta delle seguenti raccomandazioni al Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto.
Nuove raccomandazioni
Le reazioni depressive possono verificarsi nei pazienti senza evidenti fattori di rischio, a parte la stessa obesità. Nell’esperienza successiva alla commercializzazione, oltre la metà dei pazienti che hanno sviluppato tali reazioni sembrano averle avute entro 1 mese dall’inizio del trattamento, e circa l’80% entro 3 mesi.
I pazienti trattati con Acomplia devono essere seguiti attivamente per segni e sintomi di disturbi psichiatrici, in particolare depressione dopo l’inizio del trattamento.
In caso di diagnosi di depressione in corso di terapia con Acomplia, il trattamento con deve essere interrotto. Il paziente deve essere seguito e trattato adeguatamente. (
Xagena2008
)
Fonte:
AIFA, 2008
Endo2008 Farma2008 Psyche2008
xapedia.it
Frequenti effetti psichiatrici con Rimonabant
Diversi gruppi di Ricercatori hanno cercato di valutare l’efficacia del Rimonabant ( Acomplia ), un farmaco anti-obesità, sulla progressione dell’aterosclerosi, visto il suo effetto positivo sui lipidi plasmatici, prestando particolare attenzione agli eventuali eventi avversi.
Lo studio ha confrontato il trattamento con Rimonabant ( 20 mg/die ) rispetto a placebo. In tutto sono stati arruolati 839 soggetti obesi e con sindrome metabolica.
Nei soggetti trattati con Rimonabant la progressione della lesione ateromatosa non è risultata significativamente diversa da quella del gruppo placebo ( p=0,22 ). Il farmaco, come atteso, ha ridotto il peso corporeo ( 4,3 kg rispetto a 0,5 kg nel gruppo placebo, p<0,001 ) e ha migliorato il quadro lipidico con aumento del colesterolo HDL e riduzione dei lipidi ( p<0,001 ).
Riguardo agli effetti avversi, il Rimonabant è risultato associato frequentemente a disturbi psichiatrici minori ( 43,4% vs 28,4% nel gruppo placebo, p<0,001 ), con aumento dello stato d’ansia e di depressione.
Non è stato riscontrato invece un incremento dei disturbi psichiatrici gravi.
Nel 33,6% dei pazienti trattati sono comparsi inoltre disturbi gastrointestinali, soprattutto nausea, rispetto al 17,8% dei soggetti che avevano ricevuto il placebo ( p<0,001 ).
Nel caso del Rimonabant sembrano accumularsi i dati relativi alla sua associazione con la comparsa di disturbi psichiatrici in molti pazienti. Se a ciò si associa la sua mancata azione di rallentamento sulla progressione dell’aterosclerosi, rimane solo l’effetto sulla perdita di peso ed occorre valutare se il rapporto rischio-beneficio del farmaco sia ancora favorevole.
Nissen S, Nicholls S, et al. Effect of rimonabant on progression of atherosclerosis in patients with abdominal obesity and coronary artery disease. The STRADIVARIUS randomized controlled trial. JAMA 2008;1547-1560
Fonti:
Tratto da Reazioni – AIFA, 2008
Xagena2008
Farma2008 Endo2008 Psyche2008
xapedia.it
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Re: Farmaci per dimagrire che creano gravi reazioni avverse
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Risposta #3 inserita::
Ottobre 31, 2008, 12:40:44 pm »
Farmaci per dimagrire: disturbi psichiatrici con Acomplia
Sanofi-Aventis, in accordo con l’European Medicines Agency ( EMEA ), ha informato riguardo ad importanti revisioni delle informazioni prescrittive e di sicurezza riportate dal Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto di
Acomplia
(
Rimonabant
) 20 mg compresse rivestite con film.
Acomplia trova indicazione nella terapia aggiuntiva alla dieta ed all’esercizio fisico per il trattamento di pazienti obesi ( indice di massa corporea, BMI maggiore o uguale a 30 kg/m 2 ), o in sovrappeso ( BMI maggiore di 27 kg/m 2 ) in presenza di fattore, o fattori, di rischio, quali diabete mellito di tipo 2 o dislipidemia.
Quando Acomplia è stato autorizzato nel 2006 gli stampati del prodotto riportavano informazioni sul rischio di depressione. Successivamente, nel luglio 2007, e stata inserita nel Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto e nel Foglio Illustrativo sia una controindicazione riguardante la depressione maggiore e/o un trattamento antidepressivo in corso, che un’avvertenza riguardante i disturbi depressivi.
Nel contesto del monitoraggio della sicurezza di Acomplia, e stata condotta un’analisi sulle segnalazioni spontanee di tipo psichiatrico, quali i disturbi depressivi, compresi gli eventi correlabili al rischio suicidiario e l’aggressivita, che ha comportato l’aggiunta delle seguenti raccomandazioni al Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto.
Nuove raccomandazioni
Le reazioni depressive possono verificarsi nei pazienti senza evidenti fattori di rischio, a parte la stessa obesità. Nell’esperienza successiva alla commercializzazione, oltre la metà dei pazienti che hanno sviluppato tali reazioni sembrano averle avute entro 1 mese dall’inizio del trattamento, e circa l’80% entro 3 mesi.
I pazienti trattati con Acomplia devono essere seguiti attivamente per segni e sintomi di disturbi psichiatrici, in particolare depressione dopo l’inizio del trattamento.
In caso di diagnosi di depressione in corso di terapia con Acomplia, il trattamento con deve essere interrotto. Il paziente deve essere seguito e trattato adeguatamente.
( Xagena_2008 )
Fonte:
AIFA, 2008
Farmacovigilanza.net
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