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Disegno di legge C. 1193
per la prevenzione delle malattie croniche degenerative
lasciate un commento sul sito del Parlamento:
http://parlamento.openpolis.it/atto/documento/id/3027

Per problemi consultare la guida: http://www.webalice.it/cristiana.distefano/guida_commento.pdf

Cristiana Di Stefano Forum  |  General Category  |  PREVENZIONE E RIMEDI NATURALI (Moderatore: cristiana)  |  Discussione: I RIMEDI DI AUTUNNO E INVERNO 0 utenti e 1 Utente non registrato stanno visualizzando questa discussione. « precedente successivo »
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Autore Discussione: I RIMEDI DI AUTUNNO E INVERNO  (Letto 360 volte)
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« inserita:: Settembre 05, 2008, 09:23:10 pm »

La ricotta sulla gola

Il mal di gola è spesso il primo segnale che ci avvisa dell´arrivo dei batteri patogeni.
È necessario debellarli prima che, passando per le vie respiratorie, prolifichino e causino cadute influenzali.
Il mal di gola è spesso il primo segnale che ci avvisa dell´arrivo dei batteri patogeni.
È necessario debellarli prima che, passando per le vie respiratorie, prolifichino e causino cadute influenzali.
Per questo mal di stagione sono molto utili i gargarismi che disinfettano il cavo orale.

Come preparare i risciaqui per gargarismi?
Si possono preparare con:
- succo di limone diluito in acqua (ripetuti due o tre volte al dì per cinque minuti)
- la tintura madre di propoli sempre diluita in acqua (10 gocce tre volte al dì per 10 giorni)
- con un succo di limone, un cucchiaino di propoli, mezzo di miele ed eventualmente dieci gocce di aceto di vino. Bisogna mescolare gli ingredienti in un bicchiere e aggiungere acqua tiepida fino all´orlo
Sulla gola arrossata si può applicare anche un impacco di ricotta che ha un´azione sfiammante, drenante e che aiuta ad attivare le difese locali.

Come preparare l´impacco con la ricotta?
Prendete la ricotta, mescolatela fino a renderla cremosa, avvolgetela in una garza e ponetela sulla gola a contatto con la pelle. Completate poi l´avvolgimento con una sciarpa di lana affinché il calore prolunghi l´efficacia dell´impacco che deve essere a piacere tiepido o caldo e deve lasciato sulla gola per 30 o 40 minuti.
Per sconfiggere il mal di gola è bene anche aiutare le difese immunitarie, assumendo 30 gocce tre volte al giorno di macerato glicerico di rosa canina e di ribes nero.
Contengono molta vitamina C che ha un´azione anti infettiva e anti infiammatoria.



Le piante contro il raffreddore

Per combattere il raffreddore è molto utile la tisana di foglie di timo ed eucalipto, foglie ricche di olii essenziali che hanno un'azione disinfettante, battericida e mucolitica.
Per combattere il raffreddore è molto utile la tisana di foglie di timo ed eucalipto, foglie ricche di olii essenziali che hanno un´azione disinfettante, battericida e mucolitica. Va bevuta quotidianamente tre volte al dì per una settimana o per dieci giorni.

Come preparare la tisana?
Bisogna portare ad ebollizione una tazza d´acqua e aggiungervi un cucchiaino di foglie di timo e uno di foglie di eucalipto. Poi si spegne la fiamma e si lascia quindici minuti in infusione. Dopo aver filtrato con un colino, si aggiunge qualche goccia di limone e si dolcifica con miele.
Con questa tisana si possono fare anche inalazioni. Una volta versata la tisana in un recipiente bisogna inalare profondamente per dieci minuti due volte al giorno.
Le foglie di timo e di eucalipto si possono facilmente trovare in erboristeria.
Un ottimo rimedio è anche il tea tree oil, l´essenza estratta dalle foglie della malaleuca alterifoglia, un albero originario dell´Australia. Bisogna spalmare due o tre gocce dell´olio davanti alla gola, alle narici e sul naso, massaggiando vigorosamente per trenta secondi. Il tea tree oil, che ha un´azione antisettica, è facilmente recuperabile in farmacia o in erboristeria.
In caso di raffreddore è inoltre consigliabile consumare molta vitamina C naturale per la sua funzione anti infettiva e anti infiammatoria. Ottimi i succhi di limone, di arancia e di pompelmo, preferibilmente di coltivazione biologica. La vitamina C è inoltre presente nei frutti (cinorroidi) della rosa canina, una specie di rosa selvatica diffusa in tutt´Europa. Dai frutti, che contengono un quantitativo anche 20 volte superiore di vitamina C rispetto agli agrumi tradizionali, si ottengono compresse e sciroppi.
Per sconfiggere il raffreddore è bene anche masticare qualche pezzetto di peperoncino o di mele verdi. Il peperoncino ha un´ottima azione mucolitica mentre l´acido malico delle mele ha un´azione disinfettante sia sul cavo orale sia nelle vie dell´apparato respiratorio.


Il vapore contro la sinusite

Il vapore è un mezzo utile e semplice per debellare oltre alla sinusite anche bronchiti, faringiti e raffreddori.
La sinusite è una infezione con una infiammazione di alcune piccole cellette pneumatiche che si trovano dietro il naso, dietro la fronte e dietro le mascelle. Quando il muco intasa queste cellette, provocando una sensazione di pesantezza e cefalea, bisogna intervenire con terapie drenanti.
Molto efficace è l'inalazione di vapore, che ha una funzione mucolitica, antisettica, antispastica e idratante. Vi sono vari modi per inalare il vapore:
- Il sistema dei suffumigi è semplice, ma non troppo forte. Bisogna mettere in un recipiente acqua bollente con erbe o oli essenziali (lavanda, eucalipto, elicriso) e inspirare profondamente
- L'areosol è utile, ma ha solo funzioni detergenti e idratanti
- Gli inalatori a getto di vapore termale sono il metodo più efficace per inalare vapore
Gli inalatori, reperibili in farmacia (è possibile anche noleggiarli), possono essere usati in casa per inalazioni caldo-umide con:
- acque termali (es. Tabiano, Sirmione, ecc.) ad azione mucolitica
- tisane di erbe o oli essenziali (lavanda, eucalipto, elicriso) ad azione antiallergica e disinfettante
- propoli ad azione antibatterica
- limone, camomilla e bicarbonato
Gli apparecchi sono dotati di un tubicino esterno che si può infilare in una bottiglia con le sostante che vi ho indicato. E´ meglio fare un ciclo di 12 inalazioni a cadenza quotidiana sempre con lo stesso principio. Ogni inalazione deve durare almeno dodici minuti.
Queste inalazioni sono utili non solo in caso di sinusiti, ma anche in caso di raffreddori, laringiti, faringiti, bronchiti e otiti.
Efficace contro la sinusite anche il tea tree oil, l´essenza estratta dalle foglie della malaleuca altenifoglia, un albero originario dell´Australia. L´olio, che ha un'azione antisettica, va spalmato sulle parti dolenti massaggiando vigorosamente per trenta secondi. Bisogna evitare di esporre gli occhi, le mucose più delicate. Particolare attenzione va prestata nei confronti dei bambini. Il tea tree oil è facilmente recuperabile in farmacia o in erboristeria.
Se la sinusite è cronica o è molto forte è consigliabile consultare un medico perché egrave; necessario intervenire con una terapia antibiotica o antisettica mirata (anche a base naturale).


Al sole con la calendula

La calendula ottima per le screpolature e per l´abbronzatura.
In questa stagione le mani, il viso e le labbra sono spesso screpolate.
Un rimedio naturale molto efficace è la calendula. Il fiore di calendula contiene infatti betacarotene e bioflavonoidi i quali hanno un´azione protettiva e antinfiammatoria.
La pomata di calendula va spalmata prima di andare a letto sulle parti dolenti, avendo poi l´accortezza di coprirle per tutta la notte con una garza. La sola applicazione per pochi minuti della pomata non ha infatti un´efficacia sufficiente.
Per chi abitualmente ha la pelle ruvida e secca, è consigliabile invece la crema di calendula (a componente più acquosa rispetto alla pomata). Va usata per massaggiare il corpo dopo il bagno o la doccia.
Ottimo, oltre alla pomata e alla crema, anche l'unguento di calendula, che è più ricco di grasso e quindi ha un´azione più stabile e prolungata nel tempo. Il suo uso quotidiano e prolungato può contribuire a ridurre vecchie cicatrici. E´ utile anche in caso di ulcerazioni e di vene varicose.
Poco conosciuta è un´altra proprietà dell´unguento di calendula: la sua azione abbronzante.
L´unguento favorisce infatti un graduale assorbimento dei raggi solari, prevenendo le scottature ed evitando che la pelle si desfogli. Va spalmato quotidianamente sul viso e sul labbro prima di esporsi al sole.

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« Risposta #1 inserita:: Settembre 05, 2008, 09:40:02 pm »

Febbricitanti? Pronto soccorso naturale

Tutto quello che dovete sapere per affrontare la febbre senza ricorrere a farmaci e antibiotici
Il Dott. Bianchi ci ha spiegato che la febbre (consultate la febbre) ha un importante ruolo difensivo, mentre noi erroneamente crediamo sia solo un nemico da debellare a tutti i costi con farmaci e antibiotici, spesso senza neanche aver verificato la diagnosi con un medico. Approfondiamo ora l'argomento chiedendo al dott. Bianchi come ci dobbiamo comportare nelle prime 48 ore di febbre, nell´attesa dell´arrivo del nostro medico curante.
È essenziale, quando si è in uno stato febbrile, bere molti liquidi. Vi consiglio frullati, minestre, succhi centrifugati, camomilla o acqua e limone. Sono re-idratanti e digeribili.
Ottime anche le tisane di tiglio e sambuco che per la loro azione sudorifera vengono chiamate aspirine vegetali.
Consultate la preparazione delle tisane.
Se c´è appetito va adottata una dieta mediterranea leggera a base di cibi semplici freschi e digeribili come frutta, minestre, riso o succhi.
Importante aumentare di 5-10 volte l'assunzione giornaliera di vitamina C. Potete coprire il fabbisogno con alimenti come i kiwi, le arance e i limoni. Vi consiglio le spremute o i succhi freschi di agrumi che andrebbero integrate con la rosa canina o l'acerola, i due alimenti più ricchi di vitamina C.
Consultate  Rosa canina: la ricca fonte di vitamina C.

In caso di stato febbrile nell´attesa dell´arrivo del vostro medico curante vi sono utili nelle prime 48 ore alcuni ausili:
la frizione fredda che apre i pori cutanei e aumenta la reazione della pelle favorendo la sudorazione e l´effervescenza della febbre. La reazione vasomotoriacutanea aiuta a proteggere il cervello da eccessive congestioni e da convulsioni febbrili. Ai primi rialzi febbrili va praticata fino a 6 volte al giorno con immediato riposo a letto ben coperti con un´eventuale boulle calda ai piedi. Consultate la frizione fredda
il cataplasma di fango o argilla che riduce la temperatura addominale, assorbe tossine e riduce le infiammazioni. Ha inoltre un´azione antisettica, detossicante e lievemente antipiretica. Consultate la scheda sul cataplasma
il clistere di pulizia: è un lavaggio interno da eseguire con 500cl di acqua o con una tisana diluita al 50 % di tiglio e camomilla a 37 gradi C (sentirla tiepida con le mani). Ha una funzione idratante (indicato in caso di stipsi o diarrea), riduce la temperatura dei visceri, attiva il sistema immunitario intestinale, favorisce il drenaggio epato-renale in un momento in cui il corpo ha bisogno di concentrare le forze contro i microbi. Abbassa velocemente e per alcune ore la temperatura corporea.
Questi consigli sono validi per tutti gli episodi febbrili, perché consentono all´organismo di riattivare rapidamente i meccanismi di difesa per il raggiungimento della guarigione, il superamento dell´infezione e l´irrobustimento del corpo. Sono di aiuto per affrontare, come ho già precisato, le prime 24-48 ore di febbre, nell´attesa della diagnosi di un dottore.


Tutto quello che c'è da sapere sulla febbre

Raffreddati? Febbricitanti? Per non perdere una giornata di lavoro, un´ora di sport, una cena con gli amici meglio affidarsi agli antibiotici che in una nottata ci rimetteranno in sesto. Non è forse così che siamo stati abituati a pensarla?
Il dottor Bianchi ci spiega invece che la febbre è un'arma preziosa.

Tutto quello che c'è da sapere sulla febbre.
Questo il titolo di un opuscolo internamente dedicato alla febbre realizzato dal Dottor Donzelli dell´U.S.S.L. 75/4 di Milano e rielaborato dal Dottor Roberto Bianchi al quale abbiamo chiesto di illustrarcelo in dettaglio.

Innanzitutto ci siamo posti come obiettivo quello di spiegare che cos´è la febbre e dove si misura.
La febbre è un aumento della temperatura corporea oltre i livelli abituali. Spesso viene considerato febbrile uno stato che non è necessariamente tale. Se si verifica una lieve alterazione della temperatura non dobbiamo quindi immediatamente ritenere che si tratti di febbre.

È infatti difficile essere certi che c'è la febbre per una temperatura all'ascella o all'inguine inferiore a 37,5 gradi C o per temperatura orale o rettale inferiore ai 37,8-38 gradi C, specie se la rilevazione avviene di pomeriggio o verso sera.

Addentriamoci più nell´argomento. Ci può spiegare a che cosa serve la febbre?
La febbre non è una malattia, ma un meccanismo di reazione alla malattia, generalmente legata a cause virali o batteriche. La febbre come reazione alle infezioni è un meccanismo elaborato e mantenuto in uomini e animali nel corso di milioni di anni di evoluzione in virtù del suo straordinario valore difensivo che favorisce la guarigione.

Come fa a favorire la guarigione?
L'elevazione della nostra temperatura corporea blocca la moltiplicazione dei microbi. La maggior parte dei virus viene uccisa a 40 gradi C. La febbre inoltre innesca o favorisce altri potenti meccanismi che portano alla guarigione. Bisogna dunque rispettare e valorizzare il ruolo difensivo naturale della febbre.

Ma la febbre comporta anche degli svantaggi.
La febbre in sé rappresenta un pericolo per la maggior parte degli individui adulti solo oltre i 41 gradi C. Per quanto riguarda i bambini, tra i sei mesi e i sei anni solo in 4 casi su 100 una febbre di entità moderata (circa 39 gradi C) può costituire un rischio di convulsioni. Si tratta quasi sempre di forme benigne che si risolvono da sole senza conseguenze, ma tendono a ripetersi nella metà circa dei casi.
In 96 bambini su 100 non è necessario né opportuno intervenire subito con farmaci antipiretici durante la febbre, e ciò vale anche per tutti i bambini sopra i 6 anni.

Come mai?
Abbiamo spiegato questa delicata questione nel capitoletto intitolato "i farmaci contro la febbre: raramente utili, spesso controproducenti".

Ce lo vuole riassumere?
La febbre è una reazione molto utile in caso di malattie infettive e non è bene prendere farmaci per scacciarla dato che quando c´è è perché serve, e quando non serve più se ne va via da sola.
Anche secondo la scienza ufficiale si può accettare di prendere farmaci a piccole dosi solo dopo aver adottato tutte le misure igieniche e solo quando supera i 39 gradi C sulla pelle con l´obiettivo di riportarla ai 39 gradi C e non di farla sparire. Unica eccezione è rappresentata dal bimbo di età inferiore ai 7 anni che abbia già sofferto di convulsioni febbrili.

Negli altri casi (che sono la stragrande maggioranza) l´uso di tali farmaci non è opportuno finché non sia stata effettuata un´adeguata diagnosi perché :
-comportano effetti collaterali frequenti e a volte seri
-non abbreviano, ma anzi talvolta allungano il decorso della malattia

un loro uso indiscriminato e ripetuto può anche fortemente indebolire il fisico e in particolare il sistema immunitario, favorendo paradossalmente il ripetersi di nuovi episodi infettivi.

Quale posizione avete assunto nei confronti degli antibiotici?
Gli antibiotici possono servire solo contro i batteri. E la maggior parte delle malattie è causata non da batteri, ma da virus, contro cui gli antibiotici sono inefficaci e anzi addirittura controproducenti. Spesso non ci si accorge che sono inefficaci perché l´abitudine a prenderli è tanto diffusa che, anche quando la malattia guarisce da sola per effetto delle difese naturali, pensiamo siano stati gli antibiotici a farla terminare. Oltre ad essere inefficaci gli antibiotici hanno inoltre costi elevati in termini di tossicità e di allergie. Tali farmaci creano anche problemi ecologici, massacrando indiscriminatamente anche batteri utili, che costituiscono la prima linea di difesa dalla infezioni nell´apparato digerente, respiratorio e genitale. Il loro uso e abuso ha, non dimentichiamo, provocato il dilagare di nuovi problemi infettivi, come le infezioni da germi opportunisti e la continua temibile comparsa di ceppi di batteri resistenti agli antibiotici comunemente usati.
È quindi sempre bene evitare qualsiasi pressione sul medico di base o sul pediatra per farsi prescrivere una cura antibiotica.

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« Risposta #2 inserita:: Settembre 05, 2008, 10:09:04 pm »

La preparazione delle tisane: La tisana, fonte di benessere

Le tisane sono il preparato fondamentale in ambito fitoterapico. Vanno preparate con piante medicinali fresche o essiccate (non conservate oltre i 18 mesi) per avere il massimo dei principi attivi quali olii essenziali, tannini, mucillagini, glucosidi, alcaoidi, amari, vitamine, sali minerali e oligoelementi.

Le tisane vanno assunte giornalmente e con regolarità perché:
- essendo costituite dal 98% di acqua, favoriscono la reidratazione indispensabile per la circolazione sanguigna e per una efficace depurazione renale
- sono ricche di vitamine (gruppo B, C, folati) e sali minerali (soprattutto potassio, magnesio e oligoelementi) con le note funzioni protettive e regolatrici
- contengono dei veri e propri medicinali, quali ad esempio le essenze antisettiche, balsamiche, aromatizzanti, molto preziose per la difesa immunitaria, per la diuresi, per l´attività digestiva e epatoprotettice.

Ogni pianta con cui viene preparata la tisana ha poi indicazioni specifiche:
- la malva è un delicato lassativo
- la menta è rinfrescante
- il tiglio è sudorifero
- la gramigna è diuretica
- il tarassaco è un disintossicante epatico
- il salice è un antiinfiammatorio
- il rosmarino è un tonificante

Vi consiglio due formulati:
1. tisana rilassante per il corpo e tonificante per la mente: fiori di tiglio, fiori di biancospino, poche foglie di menta
2. tisana digestiva e blandamente lassativa: fiori di malva, fiori di camomilla, semi di finocchio, radice di altea

Come si preparano le tisane?
La procedura è semplice. Si possono miscelare diversi tipi di piante con azione sinergica insieme a piante correttive del sapore. Si sminuzzano le erbe o i fiori, o si triturano le radici e le cortecce. La quantità di solito è di 3 grammi per ogni 100 ml di acqua (1/2 cucchiaino da minestra per tazza d´acqua).
- Se si fa tisana in infuso basta versare l´acqua bollente sul preparato precedentemente triturato, lasciandola in infusione da 5 (fiori delicati) ai 10-15 minuti (foglie e fiori più resistenti) in un recipiente provvisto di coperchio.
Trascorso il tempo necessario si filtra il preparato. I principi attivi liberati dall´infusione sono spesso volatili, per cui è necessario bere l´infuso al più presto o tenerlo chiuso da un coperchio.

La tisana a infuso è generalmente usata per foglie e fiori, utile soprattutto per estrarre gli olii essenziali.
- Se si fa la tisana in decotto bisogna versare il preparato precedentemente triturato in acqua fredda, facendolo poi bollire a fuoco lento per 10-20 minuti in un recipiente con coperchio. Trascorso il tempo necessario si filtra il preparato. Questa preparazione va attuata con radici, legni, semi, cortecce e foglie coriacee per le quali l´infusione non è sufficiente ad estrarre i principi attivi (soprattutto tannini, amari e mucillagini).


Rosa canina: la ricca fonte di vitamina C

Avreste mai pensato di curarvi con una rosa? Una specie in particolare, quella canina, è davvero ottima per lenire i nostri acciacchi invernali.
Il merito è tutto del dio Bacco. Se possiamo ammirare la soavità e la bellezza della rosa e attingere alle sue innumerevoli proprietà è lui che dobbiamo ringraziare. La leggenda narra infatti che il dio del vino, invaghitosi di una ninfa, tentò di conquistarla, ma lei fuggì finché non inciampò in un cespuglio. Cespuglio che per riconoscenza Bacco trasformò in rosa, facendogli spuntare splendidi fiori di un delicato color rosato, il colore delle guance della sua ninfa.
Lasciando però la mitologia per la scienza veniamo a sapere che la rosa è nata in realtà più di quaranta milioni di anni fa. A quel tempo datano infatti i reperti fossili di questo fiore ritrovati nel Colorado e nell´Oregon. Un fiore resistente, non c´è che dire, che ha passato indenne secoli e secoli, differenziandosi in varie specie.
Tra le tante oggi conosciute anche la rosa canina. Rosa canina? Che c´entra, vi chiederete, il cane con la rosa? Ancora una volta è la leggenda a venirci in aiuto. Si narra che in tempi antichi la radice di questa pianta venisse utilizzata contro la rabbia trasmessa dai morsi dei cani. Per questo nel 1700 Linneo, il naturalista svedese fondatore della moderna sistematica botanica e zoologica, attribuì a questa rosa l´appellativo 'canina'.
In realtà però le attuali conoscenze farmacologiche hanno escluso che la rosa canina abbia qualche effetto sulla malattia trasmessa dei cani. Ben altre sono invece le sue proprietà che ne fanno un fitoterapico utilissimo nella stagione invernale. A illustrarcelo in dettaglio, il dott. Bianchi. A lui la parola.
La rosa canina, la cui altezza può raggiungere anche i 3 metri, è un arbusto della famiglia delle rosacee. Cresce in climi temperati e freddi e nel nostro paese è diffusa soprattutto sugli Appennini e sulle Alpi lungo le siepi, nei boschi e in luoghi cespugliosi..
 
Botanica
Camminando in collina e in montagna la rosa canina è facilmente distinguibile. Il suo fusto verdastro e i suoi rami (eretti nella parte inferiore e ricadenti in quella superiore) sono ricoperti di aculei. Le foglie impari-pennate a 5-7 foglioline sono ovali, dentellate e allungate.
In primavera quando fiorisce l´individuerete senza problemi. Basta prestare attenzione ai suoi fiori: sono a 5 petali e di un bel rosa vivace. Di color intenso (rosso scarlatto) anche i suoi frutti, o meglio i suoi falsi frutti chiamati cinorrodonti. All´interno sono ricchi di semi e di peluria mentre all´esterno presentano una sottile scorza. Sono proprio loro, i falsi frutti della rosa canina a rappresentare la parte erboristicamente più interessante di questa pianta, perché ricchi di vari principi attivi.

Principi attivi
Una volta giunti a maturazione, i cinorrodonti vengono raccolti e utilizzati nella stagione invernale vista la loro altissima concentrazione di vitamina C. Ne possiedono più di qualsiasi altro frutto. Se l´arancia contiene mediamente 50 mg per etto di acido ascorbico (vitamina C) la rosa canina ne possiede addirittura 2250 mg.
È dunque la sorgente naturale più ricca di vitamina C. Ma sono anche altri i principi attivi che si trovano nei suoi frutti: tannini, pectine, carotenoidi e soprattutto bioflavonoidi, pigmenti naturali dall´importante azione antiossidante.

Proprietà medicinali
Contenendo un elevato quantitativo di acido ascorbico, la rosa canina (o meglio i suoi falsi frutti) è indicata per combattere le infezioni alle vie respiratore (orecchie, naso e gola) in quanto rafforza le difese dell´organismo. Svolge quindi un´azione immunostimolante nel prevenire influenze e raffreddori, in particolare nei bambini.
Ha inoltre un´azione antinfiammatoria e antiallergica. Secondo studi condotti dal premio Nobel Linus Pauling e da ricercatori statunitensi, la rosa canina assunta in forti dosi preverrebbe anche la crescita cancerogena.
I cinorrodonti hanno inoltre proprietà astringenti (grazie alla presenza di tannini sono efficaci nella cura delle diarree) e diuretiche (stimolano l´eliminazione delle tossine tramite l´urina).

Modo d'utilizzo
Se nella stagione autunnale volete darvi alla raccolta di cinorrodonti ricordate di raccoglierli quando sono ben maturi e non dimenticate di privarli dei semi e dei peluzzi. Potete poi utilizzarli in decotti, efficaci in caso di diarree e di problemi diuretici. I decotti così come le tisane sono inoltre molto indicati come cura preventiva e curativa contro l´influenza. Vi consiglio di assumere 1 tazza di tisana 3 volte al dì.
I frutti della rosa canina sono ottimi anche per preparare conserve e marmellate, molto indicate per i bambini: facendosene una scorpacciata a merenda si rinforzeranno le difese immunitarie. Al posto della marmellata che trovate anche nei negozi di prodotti naturali, potete dar loro anche lo sciroppo di rosa canina: 2/3 cucchiai per 40 giorni.


Frizione fredda, la ginnastica circolatoria

La frizione fredda è una terapia idroterapica naturale. Risale a molti secoli fa quando era comunemente utilizzata come pratica di auto lavaggio in quanto non necessita di acqua corrente. E´ stata poi nobilitata da vari autori tra cui Lazaeta e Kneipp e oggi viene considerata ottima per mantenere una buona igiene vascolare.

Come mai?
La frizione fredda agisce sugli sfinteri vascolari precapillari, riattivandoli e mantenendoli vivi e dinamici. Passando infatti il panno freddo sul corpo (come si vede dal disegno) si crea una vasodilatazione cutanea con il conseguente arrossamento della parte che viene frizionata. In questo modo si sollecita il circolo sanguigno delle vene, dei capillari e delle arteriose.

La frizione fredda ha anche altre importanti funzioni:
- crea uno stimolo meccanico che attiva tutti i ricettori periferici del sistema nervoso
- permette la scoperchiatura dei pori cutanei consentendo una pulizia più profonda del semplice lavaggio.

Quando è indicata la frizione fredda?
Ve la consiglio nei momenti in cui vi sentite stressati o spossati. Al mattino agisce come tonificante e alla sera come rilassante.

Come si pratica la frizione fredda?
Bisogna piegare il panno, bagnarlo in acqua fredda e strizzarlo leggermente. Il panno va poi passato su tutto il corpo in modo veloce ed energico. A ogni movimento rivoltate il panno e risciacquatelo almeno una volta per mantenerlo sempre freddo.

Cominciate con le braccia: dal dorso della mano fino alla spalla e ritorno e poi dal palmo della mano fino all´ascella. Prima la mano destra e poi quella sinistra.
Passate poi al collo (parte anteriore) e al petto (movimenti verticali da destra a sinistra).
Fate poi movimenti ampi circolari in senso orario sul ventre.
Le gambe vanno strofinate all´esterno (dalla caviglia all´anca) e all´interno (dalla caviglia all´inguine).
Passate poi al collo (parte posteriore), al dorso (movimenti verticali da destra a sinistra).
Poi ritornate nuovamente alla gambe che passerete questa volta posteriormente dalla caviglia al gluteo.
Finite la frizione passando il panno sotto la pianta del piede destro e poi sinistro.
Dopo la frizione si torna a letto per una mezz´ora circa o ci si veste rapidamente e si fa movimento per sviluppare la reazione di calore.


Gelo sfidato, viso salvato

Mani screpolate? Viso arrossato? Ecco come proteggere la nostra pelle nella stagione invernale.

In estate è dal sole che dobbiamo proteggerla. Nella stagione invernale invece i nemici della nostra pelle sono freddo, umidità e vento.
Per sfidarli sfoderiamo spesso dagli armadi guanti di pile, sciarpe di pura lana vergine, fasce paraorecchie... C´è anche chi, più audace, ricorre all´arma del passamontagna, rischiando però di passare per un assalitore di banche. Decisamente meglio lasciare certe attrezzature alle gite in montagna!
In alternativa potete proteggere il vostro viso con le cure che ci illustrerà qui di seguito il dott. Bianchi.
La pelle in inverno tende spesso a screpolarsi e a seccarsi. Sono soprattutto le mani e il volto, le parti più esposte, a pagare le maggiori conseguenze delle rigide temperature. Il freddo, provocando una vasocostrizione, riduce infatti la circolazione periferica che deve invece essere ripristinata. Ottimi a questo scopo l'unguento o la pomata di calendula per loro azione ammorbidente, emolliente e anti infiammatoria. Sono da spalmare due o tre volte al giorno sul viso e sulle mani.
Consiglio l'utilizzo dell'unguento anche agli sciatori poiché favorisce un graduale assorbimento dei raggi solari, prevenendo le scottature ed evitando che la pelle si desfogli.
Tenete conto che questo unguento dà una protezione solare media (livello 3-4) e quindi nei soggetti di carnagione chiara deve essere utilizzato spesso e in gran quantità.
Per riattivare la circolazione delle mani e lenire la loro secchezza, è molto indicato anche l´amaro di erbe svedesi Maria Treben, un composto di varie piante medicinali (tra cui Aloe, Mirra, Zafferano, Cassia, radici di rabarbaro, Curcuma) messo a punto da un celebre medico svedese, il dr. Samst. Tra le varie proprietà curative attribuite a tale composto, il dr. Samst citava proprio il loro potere lenitivo in caso di un principio di congelamento delle estremità. L'amaro è da applicare direttamente sulle mani (15 gocce), che vanno poi sfregate vigorosamente.
E se proprio unguenti, pomate e erbe svedesi non bastano, fate dei maniluvi, cioè dei bagni alle mani. Immergetele per una decina di minuti fino ai polsi in un recipiente in cui verserete una tisana tiepida preparata con fiori e foglie di calendula.
A questi trattamenti è bene associare l'assunzione di tisane calde a base tiglio e biancospino che facilitano la sudorazione e la circolazione periferica.
Vi consiglio anche di nutrire la pelle con le vitamine del gruppo A e B contenute in grandi quantità nel lievito di birra. Assumetene 2 compresse per 3 volte al dì in cicli di 20 giorni al mese. Associatevi inoltre del succo di carota; mezzo bicchiere prima dei pasti a giorni alterni.


Fregare e spazzolare: i segreti per piedi caldi

In questa stagione il freddo si fa sentire e spesso fa soffrire i nostri piedi.
Ecco alcuni rimedi contro i piedi freddi.


I piedi freddi sono un problema legato alla circolazione periferica: il sangue non affluisce bene alle estremità. Per curare questo spiacevole inconveniente invernale è quindi necessario riattivare la circolazione e in particolare gli sfinteri precapillari.

Molto utili sono le fregagioni e le spazzolature.
Le fregagioni sono svolte con un panno o con un asciugamano che, dopo essere stato inumidito, viene sfregato vigorosamente. Possono essere fatte fredde per creare una reazione di vasodilatazione o calde se i piedi sono proprio gelati (poi successivamente fredde). La fregagione deve essere fatta partendo dalle estremità dei piedi verso il centro della gamba fino al ginocchio. Bisogna continuare finché sulla parte interessata non si crea un arrossamento.
La spazzolatura si effettua invece con spazzole di crine naturale. Il principio è lo stesso: riattivare la circolazione periferica. A differenza della fregagione la spazzolatura ha un´azione più rapida: i piedi e la gamba diventano rossi dopo solo pochi secondi. Spazzole per questo trattamento si trovano in negozi di prodotti naturali.
Per avere sempre piedi caldi è bene inoltre indossare calze di lana che mantengono le estremità a una buona temperatura e scarpe in pelle morbida con suola in cuoio che riparano il piede, ma lo lasciano traspirare bene e non intralciano la corretta circolazione del sangue.


Contusioni sugli sci? Ottimi arnica e iperico

Qualche caduta di troppo sulle piste? Il dottor Roberto Bianchi ci illustra come applicare arnica e iperico sulle parti dolenti dopo una giornata di sci.
Calzati gli sci (carving possibilmente!) e stretti al punto giusto gli scarponi siete pronti a lanciarvi nella mischia. Inutile dire che per non rimetterci braccia, gambe, ginocchia e spalle dovete sciare con prudenza, calibrando velocità e mantenendo una traiettoria ben definita. Sterzate e controsterzate vi possono costare caro: per attutire i colpi non possiamo certo contare su una carrozzeria! Qualche ruzzolone però, specie se siete alle prime armi, è d´obbligo. E se la caduta vi lascia postumi un po´ dolorosi, basta affidarsi all´arnica e all´iperico, seguendo i consigli del dottor Roberto Bianchi.
Una brutta caduta sugli sci va presa con la dovuta attenzione. È innanzitutto necessario sottoporsi a una visita medica. Se questa ha escluso fratture e lussazioni, potete curare distorsioni o contusioni con l'arnica o con l'iperico.
L'arnica appartiene alla famiglia delle Composite. È un´erba perenne fornita di rizoma, che cresce sulle Alpi e sugli Appennini. Raggiunge un´altezza di circa 30 cm. Fiorisce tra maggio e luglio con fiori di un colore giallo-arancione.
Per le sue proprietà antisettiche cicatrizzanti e riparative è sempre stata usata come antitraumatico naturale.
È infatti indicata in caso di contusioni e di ecchimosi, in quanto facilita il riassorbimento del sangue che fluisce dai vasi sanguigni lesi al tessuto interstiziale.
Potete utilizzare l´arnica come coadiuvante per distorsioni, per traumi da sci o per dolori muscolari dopo lunghe passeggiate in montagna:
-sottoforma di tintura madre, frizionando la parte dolente
-sottoforma di composto omepatico: arnica 5CH tre granuli due volte al dì
Anche l´iperico, in particolare l´oleolito di iperico, è utilissimo in caso di traumi e contratture da freddo, grazie alla sua azione antinfiammatoria, antinevralgica e ricostruttrice tessutale.
Mettete qualche goccia di oleolito di iperico sulla parte dolente e massaggiate. Ricordate di non esporre mai al sole la pelle trattata con l´oleolito di iperico perché contiene sostanze con effetti fotosensibilizzanti. L´oleolito va quindi applicato sulle parti contuse solo dopo aver preso il sole, verso sera, altrimenti è facile l?insorgenza di dermatiti o reazioni di fotosensibilizzazione.
L'oleolito di iperico, che non va confuso con l´olio essenziale di iperico, è un macerato oleoso: i fiori dell´iperico sono stati sciolti nell´olio extravergine di oliva. Può essere acquistato in farmacia e nelle migliori erboristerie o preparato in casa. Basta raccogliere in giugno e in luglio i fiori freschissimi di iperico e macerarli subito nell´olio extravergine di oliva: 2 etti di fiori in un litro d´olio. Il contenuto va versato in una bottiglia, saturandola bene e lasciandola esposta al sole per 40 giorni, agitando bene la bottiglia ogni 2-3 giorni. L´olio assumerà un colore rossastro e diventerà appunto oleolito di iperico.
L'iperico, pianta erbacea dai fiori gialli che cresce spontaneamente in Europa e in Asia occidentale, ha anche altre importanti proprietà fitoterapiche.

a cura del Dott. Bianchi e di Alessandra Mariotti

Fonte: buonpernoi.it
« Ultima modifica: Settembre 06, 2008, 08:17:29 pm da cristiana » Registrato

Cristiana

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