Una mela al giorno leva il medico di torno… Tutti conosciamo questo famoso detto popolare, ma forse non tutti conoscono il proseguo di questo detto e non tutti sanno perché la mela, questo comune frutto,
è l' icona indiscussa del benessere e del mangiar sano.
Ma cominciamo dal famoso detto, che appartiene a James A. Duke, un esperto di fitoterapia del Dipartimento dell’ Agricoltura degli Stati Uniti, nonchè poeta. Egli riassunse il grado di sicurezza della mela come segue:
“Una mela al giorno leva il medico di torno,
O almeno questo è quel che alcuni dicono.
Ma un uomo, si legge,
Mangiò una tazza piena di semi,
E quest’ uomo morì.
Di una dose eccessiva. Cianuro“.
Ed è proprio vero: i semi della mela contengono quantità molto elevate di cianuro, il potente veleno.
Ecco tutto quello che non sapete sulle mele…
Si stima che sia sufficiente mezza tazza di semi per provocare la morte di un adulto, e che bastino quantità molto inferiori per i bambini
e gli anziani. Ecco il motivo del mal di stomaco dei bambini piccoli dopo aver mangiato i torsoli delle mele. Ma tranquilli: visto il numero assai modesto dei semi presenti in un torsolo, il rischio di intossicazioni gravi è minimo. E’ però necessario educare i bambini a non ingerire i semi di mela.
UN FRUTTO SOTTOVALUTATO
La prima parte del proverbio si avvicina molto alla realtà: la mela fa bene tanto per la diarrea quanto per la stipsi, e può contribuire a prevenire le cardiopatie, il cancro e alcune forme di ictus, una delle maggiori cause di morte. Tuttavia, la mela è tanto comune che pochi erboristi la considerano un’ erba curativa.
MELE “FAMOSE”
La Bibbia non specifica quale fosse il frutto proibito del giardino dell’ Eden, ma fin dai tempi anctichi si è ritenuto che fosse la mela.
La leggenda narra che un pezzo di questo frutto fosse rimasto nella gola di Adamo, e da qui deriva il termine “pomo d’ Adamo”.
Il pomo della discordia fu invece il motivo da cui scaturì la guerra di Troia. Il coma di Biancaneve fu indotto da una mela avvelenata e,
ancora, Guglielmo Tell colpì una mela sul capo del suo giovane figlio. E come non citare l’ eccentrico pioniere americano Jhon Chapman, “Johnny Semedimela”, che si conquistò una fama leggendaria cucendo i semi di mela.
Ma veniamo alle indicazioni terapeutiche…
La moderna scienza medica ha scoperto che la mela ha un enorme valore terapeutico grazie alla pectina, la fibra solubile di cui è ricca la sua polpa.
TUTTE LE PROPRIETA’ DELLA MELA
LA MELA COME RIMEDIO NATURALE CONTRO DIARREA E STIPSI
Alcuni studi dimostrano che la pectina contribuisce ad alleviare la diarrea, in quanti i batteri intestinali la trasformano in un rivestimento lenitivo e protettivo per le pareti irritate dell’ intestino. Inoltre la pectina favorisce la formazione di massa fecale, e questo effetto è utile tanto per la diarrea quanto per la stipsi.
LA MELA PER LA PREVENZIONE DI COLESTEROLO ALTO, CARDIOPATIE E ICTUS
L’ alimentazione ricca di fibre contribuisce a ridurre il colesterolo nel sangue, un importante fattore di rischio nelle cardiopatie e in alcuni
tipi di ictus. In presenza di fibre, il colesterolo che assumiamo con gli alimenti rimane nel tratto intestinale fino a quando non viene
eliminato. La mela, ricca della fibra pectina, è quindi il frutto ideale dopo pasti a base di carne o di latticini.
LA MELA NELL’ ALIMENTAZIONE PER LA PREVENZIONE DEL TUMORE
La pectina lega alcuni composti cancerogeni presenti nel colon, accelerandone l’ eliminazione. Inoltrem grazie all’ azione antiossidante,
i flavonoidi contenuti nella mela aiutano a prevenire i danni cellulari prodotti dai radicali liberi.
LA MELA PER GLICEMIA E DIABETE
La pectina contribuisce anche a ridurre la glicemia (consentrazione di glucosio nel sangue) nei soggetti diabetici.
LA MELA NELLA DIETA PER DEPURARE L’ ORGANISMO
Alcuni studo condotti in Europa indicano che la pectina è in grado di favorire l’ eliminazione dei metalli pesanti, dal grave effetto tossico,
come piombo e mercurio. La depurazione del corpo da questi veleni è un’ ulteriore ragione per adottare una mela al giorno, specialmente per chi vive in città ed è più soggetto all’ inquinamento.
Fonte: mondobenessereblog.com
Dissetanti ed energetici, ricchi di vitamine, zuccheri e potassio, sono una difesa naturale contro le malattie
da raffreddamento tipiche dell'inverno.
Hanno una buccia rugosa e resistente, di colore giallo oppure arancio, e la parte che si può gustare si trova nascosta sotto la scorza, suddivisa in spicchi ricchi di un gradevole succo
acidulo zuccherino.
Sono gli agrumi, i frutti invernali per eccellenza: arance, mandarini, limoni, cedri e pompelmi,
di cui gli esperti sottolineano le proprietà nutritive e l’azione contro le malattie da raffreddamento tipicamente invernali.
Vediamo quali sono i pregi di questo frutto con i dietisti di Humanitas Gavazzeni di Bergamo.
Quali sono le principali qualità degli agrumi?
“Gli agrumi, termine che indica tutti i frutti che provengono da piante della famiglia del ‘citrus’, contengono l’80-90% di acqua, piccole
quantità di zucchero, in prevalenza fruttosio, buone quantità di acidi organici, in particolare l’acido citrico, dosi discrete di sali minerali
come il calcio, il potassio e lo zinco, e la vitamina C in grande quantità. Tutte queste qualità mantengono la loro validità anche se vengono consumati sotto forma di spremute, facili da assorbire, dissetanti, ristoratrici e che, se bevute dopo un’attività fisica, reintegrano i sali minerali perduti fornendo energia fisica e mentale. Le calorie ingerite, infatti, sono uguali a quelle fornite dal frutto fresco (in media
35-50 per 100 ml di succo) e simile è l’apporto vitaminico e di sali minerali. Attenzione, però, è bene ricordarsi che la vitamina C è volatile, quindi, è meglio se la spremuta viene consumata appena preparata”.
Più in dettaglio, quali sono i pregi dell’arancia?
“L’arancia è l’agrume più diffuso d’inverno. La sua pianta, originaria della Cina, fu poi esportata in Africa e in seguito nelle regioni del
bacino del Mediterraneo.
A seconda della grandezza si distinguono arance da tavola (la buccia è grossa e facilmente asportabile) e da spremuta (la buccia è
sottile), mentre a seconda del colore della polpa si distinguono in arance bionde o sanguigne. Il succo delle arance è abbondante,
di sapore dolce-agro, gradevole, dissetante ed energetico per la presenza di vitamine, zuccheri e potassio. Le arance (che apportano
40 cal per 100 g) sono, inoltre, ricche di acido citrico, che è antiossidante, astringente e disinfettante; di vitamine C, PP o niacina, che mantiene le regolari funzioni metaboliche, cura la pellagra, è ipolipemizzante ed è un vasodilatatore; di vitamine del gruppo B, sali minerali
e oli essenziali. Il frutto fresco aiuta nelle fragilità capillari, è sedativo e antinfiammatorio e, se consumato regolarmente, aiuta a prevenire
le malattie da raffreddamento, mentre l’infuso di scorze di arancia favorisce la digestione. Non ha nessun fondamento scientifico,
invece, il detto che l’arancia è oro al mattino, argento a mezzogiorno e piombo alla sera”.
E per quanto riguarda mandarino, mandarancio e clementina?
“Il mandarino, originario della Cina, porta il nome che gli europei hanno dato agli alti funzionari cinesi ai tempi del Celeste Impero
(e significa consigliere saggio ed equilibrato) e ‘mandarina’ era la lingua nobile degli aristocratici dell’antica Cina. Il mandarino, inteso
come frutto, forse si è meritato questo nome per le sue proprietà calmanti. Infatti, contiene bromo, un sedativo del sistema nervoso
centrale, che, quindi, è utile la sera per conciliare il sonno. Il mandarino, inoltre, ha un buon apporto di zuccheri (ben 72 calorie
per 100 gr) e questa caratteristica lo rende un frutto di cui non abusare. E’ ricco anche di fibre, di vitamina C, di calcio e di potassio.
La sua buccia contiene una sostanza antiossidante, il limonane, e un olio essenziale utilizzato per produrre sciroppi e profumi.
Molto apprezzato, soprattutto dai bambini, invece, è il mandarancio, in particolare quello chiamato ‘clementina’, perché è privo di semi
e molto dolce. Si tratta di una varietà creata ad hoc alla fine del secolo scorso dal frate Clemente (e da qui il nome clementina)
fondendo le migliori qualità di arancia dolce e mandarino”.
E il limone?
“Il frutto del limone proviene da una pianta che fiorisce in continuazione e per questo può portare contemporaneamente fiori e frutti acerbi
e maturi (la produzione, quindi, si ha in tutti i periodi dell’anno e rallenta solo nei mesi più freddi). Il limone, originario dell’Estremo
Oriente, è un agrume con bassissimo apporto calorico (11 cal per 100 g), ma ricco di olio essenziale, acido citrico, acido malico,
vitamina C, gruppo B e A, sali minerali (specialmente potassio) ed oligoelementi e la sua scorza contiene ghiandole oleifere.
Le foglie del limone hanno caratteristiche molto importanti, sono ricche di idrocarburi terpenici e di alcune essenze aromatiche che conferiscono al limone la proprietà di calmante e antispastico. Per questo è consigliato a chi soffre di nervosismo, insonnia, palpitazioni,
mal di testa o asma. Il limone, inoltre, è un agrume in grado di riequilibrare il metabolismo, ha proprietà antisettiche e astringenti.
Se, quindi, a digiuno si beve succo di limone regolarmente, questo aiuta a depurare l’organismo ed è consigliato anche contro nausee, inappetenza, bronchiti. Infine, questo agrume ha proprietà alcalinizzanti e depurative, e fa bene a chi segue una dieta ricca di carne e,
quindi, di proteine perché sembra che il succo di limone sia un solvente dei calcoli renali grazie ai citrati e, soprattutto, al citrato di
potassio che ne impedisce la formazione e ne facilita lo scioglimento”.
Pompelmo e cedro?
“Il pompelmo è un frutto ottenuto negli Stati Uniti da un incrocio tra arancia e pummelo (un agrume con molti semi prodotto in Brasile).
E’ ricco di fibre e di vitamine A, B e C, la buccia contiene oli essenziali che hanno azione antidepressiva e agiscono sulla circolazione sanguigna. Queste sostanze hanno, inoltre, azione antisettica generale. Molto importanti sono le proprietà dei semi di pompelmo,
scoperte nel 1980 in Florida da un immunologo che si accorse che i semi di pompelmo nel suo fertilizzante vegetale non si
decomponevano. Questo gli fece notare che nei semi di pompelmo era presente una sostanza che sembrava essere più efficace e meno nociva di ogni altro antibiotico conosciuto. Diversi studi confermarono questa ipotesi e attualmente, secondo gli erboristi, l’estratto di semi
di pompelmo è considerato un vero antibiotico naturale che non indebolisce il sistema immunitario, non danneggia la flora batterica e non ha effetti collaterali.
Il cedro, a sua volta, è originario dell’Asia, giunse in Europa grazie agli arabi e già Plinio il Vecchio lo citava nelle sue opere mentre
Ludovico Ariosto nell’Orlando Furioso ne descrive fiori, frutti e la maestosità della pianta. Ha un gusto dolce-acidulo, contiene poco
succo (apporta 32 per 100 g), è ricco di sali minerali e di vitamina C. E’ utilizzato soprattutto come bevanda dissetante e svolge
un’azione disinfettante e depurativa sull’organismo”.
A cura di Lucrezia Zaccaria
Fonte: blognotizie.info
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