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Cristiana Di Stefano Forum  |  General Category  |  NOTIZIE E CURIOSITA' SU...  |  Farmacovigilanza (Moderatore: cristiana)  |  Discussione: Cautela nell'assunzione di antinfiammatori non steroidei (FANS) 0 utenti e 1 Utente non registrato stanno visualizzando questa discussione. « precedente successivo »
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Autore Discussione: Cautela nell'assunzione di antinfiammatori non steroidei (FANS)  (Letto 3137 volte)
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« inserita:: Luglio 10, 2008, 01:06:57 pm »

Rischio cardiovascolare del Celecoxib, un antinfiammatorio

Studi osservazionali e studi randomizzati hanno riportato un aumentato rischio cardiovascolare associato agli inibitori della ciclossigenasi 2 ( Cox-2 ).
Precedenti studi controllati con placebo e randomizzati, hanno presentato una limitata capacità di valutare la relazione del dosaggio di Celecoxib ( Celebrex ) e lo stato cardiovascolare pretrattamento, al rischio associato a Celecoxib.

Ricercatori del Cross Trial Safety Assesment Group, si sono posti l’obiettivo di valutare il rischio cardiovascolare associato con Celecoxib in 3 regimi di dosaggio, e di esaminare la relazione tra rischio cardiovascolare al basale ed effetto del Celecoxib sugli eventi cardiovascolari.

E’ stata compiuta un’analisi aggregata dei dati di 7950 pazienti in 6 studi clinici controllati con placebo, che hanno confrontato il Celecoxib con placebo per condizioni diverse rispetto all’artrite; il periodo di follow-up pianificato era di almeno 3 anni.

I pazienti hanno ricevuto Celecoxib in 3 regimi di dosaggio: 400 mg 1 volta die, 200mg 2 volte die, o 400 mg 2 volte die.

L’endpoint primario era rappresentato dalla combinazione di morte cardiovascolare, infarto miocardico, ictus, insufficienza cardiaca o evento tromboembolico.

L’hazard ratio per l’endpoint composito, combinando i 3 regimi di dosaggio, è stato pari a 1,6.

Il rischio che è aumentato con il regime di dosaggio ( P=0.0005 ), era più basso per la dose 400 mg 1 volta die ( HR=1.1 ), intermedio per la dose 200 mg 2 volte die ( HR=1.8 ) e più alto per la dose 400 mg 2 volte die ( HR=3.1 ).
I pazienti a più alto rischio al basale hanno dimostrato sproporzionalmente un maggiore rischio di eventi avversi correlati al Celecoxib ( P per interazione = 0.034 ).

Dallo studio è emersa l’evidenza di un rischio cardiovascolare differenziale, come una funzione del regime di dosaggio del Celecoxib e del rischio cardiovascolare basale. ( Xagena2008 )

Fonte: Solomon SD et al, Circulation 2008; Published online
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« Ultima modifica: Luglio 10, 2008, 06:45:32 pm da cristiana » Registrato

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« Risposta #1 inserita:: Luglio 10, 2008, 01:11:47 pm »

Cancellata la registrazione dell’antinfiammatorio Prexige

In Australia, il TGA ( Therapeutic Goods Administration ) ha cancellato la registrazione del farmaco per l’osteoartrosi Prexige ( Lumiracoxib ) a causa di gravi effetti indesiderati associati all’impiego del farmaco antinfiammatorio.

Lumiracoxib, commercializzato da Novartis Pharmaceuticals, è un inibitore selettivo COX-2.

Prexige è stato approvato in Australia nel luglio 2004, ma è diventato di ampio uso solo nel 2006 quando è stato inserito nel Pharmaceutical Benefits Scheme.

Il TGA ha ricevuto 8 segnalazioni di grave danno epatico con l’uso di Lumiracoxib, tra cui 2 pazienti morti e 2 pazienti che hanno richiesto trapianto di fegato.

La decisione di cancellare la registrazione di Prexige è stata presa con l’obiettivo di prevenire ulteriori casi di grave danno epatico.
Sembra che il rischio aumenti con la maggiore durata di assunzione.

In Australia, circa 60.000 persone stavano assumendo Prexige.

Lumiracoxib, che appartiene alla stessa classe del Vioxx ( Rofecoxib ), trova indicazione nel sollievo sintomatico dell’osteoartrosi, sollievo dal dolore cronico acuto ( tra cui, dolore post-operatorio e dolore correlato a procedure dentali ), e sollievo da dolore dovuto alla dismenorrea primaria. ( Xagena2007 )

Fonte: TGA, 2007
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« Risposta #2 inserita:: Luglio 10, 2008, 01:14:53 pm »

Farmaci antinfiammatori: profilo di sicurezza

I farmaci antiinfiammatori non steroidei ( FANS ) e gli inibitori COX-2 ( coxib) possono causare tossicità gastrointestinale e tossicità cardiovascolare.

Gli studi clinici ed i dati epidemiologici hanno fornito importanti infomazioni sul livello di rischio con i singoli farmaci. Tuttavia, questi dati sono complessi e non esistono confronti rilevanti per molti FANS.

Evidenze maggiori si hanno per i coxib, il Naprossene, l’Ibuprofene, ed il Diclofenac.

Rischio trombotico
Nell’ottobre 2006, il CHM ( Commission on Human Medicines ) ha fornito le sue evidenze riguardo al rischio trombotico cardiovascolare:

A) Diclofenac ( Voltaren ) 150 mg/die ha un profilo di rischio trombotico simile a quello di Etoricoxib ( Arcoxia );

B) Naprossene ( Naprosyn ) 1000 mg/die ha un più basso rischio trombotico rispetto ad Etoricoxib, ed in generale i dati epidemiologici non hanno suggerito un aumentato rischio di infarto miocardico;

C) Per l’Ibuprofene ( Brufen ) al alte dosi ( es. 2400 mg/die ) ci può essere un piccolo rischio trombotico, ma a più basse dosi ( es. 1200 mg/die o inferiori ) i dati epidemiologici non hanno mostrato un aumentato rischio di infarto miocardico.

Meno evidenza è disponibile per altri FANS, che sembrano essere associati ad un piccolo rischio di eventi trombotici , soprattutto con lunga durata d’azione ed alti dosaggi.

Rischio gastrointestinale
Il CSM ( ora, Commission on Human Medicines ) ha compiuto una revisione sul rischio gastrointestinale dei FANS.
E’ stato osservato un alto rischio gastrointestinale con il Piroxicam ( Feldene ), Ketoprofene ( Oki ), e Ketorolac ( Tora-Dol ).

Tra i FANS tradizionali, l’Ibuprofene a basso dosaggio offre il rischio più basso.
I coxib sono associati a ridotto rischio gastrointestinale, rispetto alla maggior parte dei FANS a dosaggi equivalenti.
Tuttavia l’evidenza per una riduzione dei rischi gastrointestinali, clinicamente importanti, per Etoricoxib è debole.

Gli inibitori della pompa protonica riducono il rischio gastrointestinale associato ai FANS, e possono ridurre i rischi ad un livello simile a quello di un coxib usato da solo. ( Xagena2007 )

Fonte: MHRA - Drug Safety Update, 2007
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Farmaci antinfiammatori: Etoricoxib e Diclofenac sembrano presentare un’incidenza comparabile di eventi cardiovascolari trombotici

I risultati del Programma MEDAL ( Multinational Etoricoxib and Diclofenac Arthritis Long-term ) hanno mostrato che Etoricoxib ( Arcoxia ), un inibitore selettivo COX-2, presenta una percentuale di eventi cardiovascolari trombotici comparabile a quella di un farmaco antinfiammatorio non selettivo, Diclofenac ( Voltaren ).

Gli inibitori selettivi COX-2 sono stati sviluppati per ridurre l’incidenza di eventi avversi gastrointestinali dei farmaci antinfiammatori non steroidei ( FANS ) non selettivi, come Acido Acetilsalicilico, Ibuprofene e Naprossene.
Tuttavia, l’uso dei farmaci selettivi per COX-2 è risultato associato ad un’aumentata incidenza di eventi cardiaci ed il Vioxx ( Rofecoxib ) ed il Valdecoxib ( Bextra ) sono stati ritirati dal mercato.

Etoricoxib non è stato approvato negli Stati Uniti, ma è presente in 60 Paesi nel mondo.

Nel programma MEDAL, l’end point primario ( percentuale di eventi cardiovascolari trombotici ) è risultato essere 1.24 eventi per 100 pazienti-anno nel gruppo Etoricoxib e 1.30 eventi per 100 pazienti-anno nel gruppo Diclofenac.

Il programma MEDAL ha interessato 34.701 pazienti con osteoartrosi ed artrite reumatoide, di età uguale o superiore ai 50 anni.

I pazienti sono stati assegnati in modo casuale a ricevere 2 dosi giornaliere di Etoricoxib 60 e 90mg oppure 150mg/die di Diclofenac.

Il periodo di follow-up è stato in media di 18 mesi.

E’ stato osservato che la percentuale di eventi gastrointestinali complicati del tratto superiore, e gli eventi minaccianti la vita, comprendenti sanguinamento o ulcere che portano a perforazione o a ostruzione, era la stessa tra Etoricoxib e Diclofenac ( circa 1 paziente su 300 pazienti-anno ).
L’incidenza di ulcere non complicate è risultata minore con Etoricoxib.

Casi di insufficienza cardiaca congestizia si sono presentati raramente, ma sono risultati più numerosi nel gruppo trattato con Etoricoxib.
I più alti dosaggi di Etoricoxib erano associati ad una maggiore interruzione della terapia a causa di edema, mentre entrambi i dosaggi di Etoricoxib erano correlati ad più alta interruzione del trattamento per ipertensione.

I pazienti trattati con Diclofenac hanno presentato una maggiore interruzione della terapia a causa delle reazioni avverse a livello gastrointestinale ed epatiche.

Poiché i pazienti erano affetti da artrite debilitante è stato ritenuto non etico trattare i pazienti con placebo.
Questo studio, pertanto, non è in grado di fornire un valore del rischio assoluto di eventi cardiovascolari con Etoricoxib rispetto alla non assunzione di FANS.

Secondo Daniel Jones, presidente dell’American Heart Association, le conclusioni dello studio devono essere accolte con cautela. ( Xagena2006 )

Fonte: American Heart Association – Scientific Sessions, 2006
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« Ultima modifica: Luglio 10, 2008, 06:28:48 pm da cristiana » Registrato

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« Risposta #3 inserita:: Luglio 10, 2008, 01:18:49 pm »

L’EMEA raccomanda un uso ristretto per l’antinfiammatorio "Piroxicam"

L’EMEA ( European Medicines Agency ) ha raccomandato restrizione nell’uso dei medicinali contenenti Piroxicam a causa del rischio di effetti indesiderati gastrointestinali e gravi reazioni cutanee.

Il Comitato scientifico dell’Agenzia per i medicinali per uso umano ( Committee for Medicinal Products for Human Use – CHMP ), ha concluso che il Piroxicam non deve essere più usato per il trattamento delle condizioni dolorose ed infiammatorie di breve durata.

Il Piroxicam può ancora essere prescritto per il trattamento sintomatico delle osteoartriti, artrite reumatoide e spondilite anchilosante. Tuttavia, anche in queste condizioni il Piroxicam, non deve essere considerato come il farmaco anti-infiammatorio non stereoideo di prima scelta ( FANS ).

La terapia con Piroxicam deve essere sempre iniziata da un medico con esperienza nel trattamento dei pazienti con malattia reumatica infiammatoria o degenerativa. Il trattamento deve essere effettuato alla più bassa dose ( non più di 20 mg al giorno ) e per la più breve durata possibile.
In ogni caso, il trattamento deve essere rivisto dopo i primi 14 giorni di terapia.

In aggiunta, il CHMP ha raccomandato nuove controindicazioni ed ha rinforzato le avvertenze per Piroxicam, che con ulteriori dettagli, saranno forniti in un documento separato di domande e risposte.

Queste restrizioni non riguardano i medicinali per uso topico contenenti Piroxicam.

In seguito alla richiesta della Commissione Europea, nel mese di Settembre 2006 il CHMP ha iniziato una completa valutazione dei benefici e dei rischi del Piroxicam, perchè un riesame dei FANS non selettivi aveva mostrato che il Piroxicam poteva essere associato a un più alto rischio di effetti indesiderati gastrointestinali e di gravi reazioni cutanee rispetto agli altri FANS.

Prodotti a base di Piroxicam in vendita in Italia:
Artroxicam, Brexin, Brexivel, Bruxicam, Cicladol, Dexicam, Errekam, Euroxi, Feldene, Feldene Fast, Feldene Sol, Flodol, Ipsoflog, Lampoflex, Polipirox, Reumagil, Roxene, Roxenil, Roxiden, Spirox, oltre alle versioni generiche del farmaco. ( Xagena2007 )

Fonte: AIFA, 2007
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« Risposta #4 inserita:: Luglio 10, 2008, 06:39:07 pm »

Farmaci antinfiammatori: quale scegliere

Il capostipite dei farmaci antinfiammatori non-steroidei ( FANS ) è l’Aspirina, sintetizzata alla fine del secolo XIX.
Per molto tempo l’Acido Acetilsalicilico, principio attivo dell’Aspirina, è stato impiegato come analgesico, antiflogistico ed antipiretico.

Nel corso degli ultimi decenni l’Aspirina ha dimostrato di possedere effetti benefici per le sue proprietà antiaggreganti piastriniche, nella prevenzione delle malattie cardiovascolari.
Inoltre, il suo uso si è ampliato come analgesico per patologie minori ( mal di testa ).

La disponibilità di farmaci antinfiammatori ha ridotto l’impiego dell’Aspirina come antiflogistico.

Alla fine degli anni 90 sono stati introdotti sul mercato i primi inibitori selettivi Cox-2.
Questi farmaci sono stati sviluppati con l’obiettivo di ridurre la tossicità gastrointestinale dei FANS.
Tuttavia già a partire dal 2000 ( pubblicazione dei dati dello studio VIGOR ) era apparso chiaro che l’inibitore Cox-2 Rofecoxib ( Vioxx ) fosse associato a rischio cardiovascolare, ed il farmaco è stato ritirato dal commercio nel 2004.

E’ attualmente in commercio in Europa un altro coxib, associato a rischio cardiovascolare, l’Etoricoxib ( Arcoxia ). Meno evidente è invece il rischio cardiovascolare per il Celecoxib ( Celebrex ); il rischio sembra presentarsi solo ad alti dosaggi.

I farmaci antinfiammatori con minor rischio cardiovascolare sono il Naprossene ( Naprosyn ) fino a 1000 mg/die e l’Ibuprofene ( Algofen ) fino a 1200 mg/die.

I farmaci antinfiammatori a più alto rischio cardiovascolare sono: Piroxicam ( Feldene ), Ketoprofene ( Oki ) e Ketorolac ( Toradol ). ( Xagena2008 )

Fonte: Medicines and Heathcare Product Regulatory Agency, 2008
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« Risposta #5 inserita:: Luglio 10, 2008, 06:48:31 pm »

Lombalgia: trattamento con antinfiammatori

Per lombalgia ( mal di schiena ) si intende il dolore che colpisce la regione sacrale e lombare. Si tratta di un disturbo molto comune.

Le possibili cause alla base della lombalgia sono: sforzo eccessivo, traumi, stress, oppure patologie cronico degenerative.

Le terapie per la lombalgie sono varie, la scelta va fatta pertanto in base all’intensità del disturbo e allo scopo terapeutico.

Nelle forme acute, è sconsigliato il riposo a letto per più di due giorni, perché potrebbe provocare un eccessivo rilasciamento del tono mucolare con ripercussioni sulla guarigione.

Il trattamento dei dolori acuti richiede necessariamente l’utilizzo di farmaci antinfiammatori non-steroidei ( FANS ).
L’Ibuprofene ( Algofen ) è efficace nel ridurre l’intensità dei dolori osteoarticolari e muscolari. La posologia per il trattamento è di 1-2 compresse 2-3 volte al giorno da assumere preferibilmente a stomaco pieno.

Un farmaco dotato di potente azione antinfiammatorio è il Diclofenac ( Voltaren ) per via intramuscolare, da usarsi solo secondo le indicazioni del medico.

Il trattamento della lombalgia cronica può giovarsi dalla riduzione del peso corporeo, dal miglioramento del tono e della forza muscolare, e della postura; utile il trattamento fisioterapico ( ginnastica posturale, ionoforesi, laserterapia, magnetoterapia, massoterapia, stretching, TENS ).

Gli antinfiammatori sono utili nel contrastare il dolore soprattutto nella fase acuta. Tuttavia l’uso prolungato di questi farmaci potrebbe essere associato ad effetti indesiderati, soprattutto a livello gastrico.
Per evitare la gastrolesività da FANS può risultare utile associare agli antinfiammatori un farmaco gastroprotettivo ( inibitori della pompa protonica, Misoprostolo ). ( Xagena2008 )


Fonte: Reuma2008 Farma2008
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« Risposta #6 inserita:: Luglio 10, 2008, 06:54:08 pm »

I farmaci antinfiammatori possono aumentare la mortalità fra i pazienti con infarto miocardico

Uno studio effettuato in Danimarca ha riscontrato un aumento della mortalità tra i pazienti con infarto miocardico che assumono gli inibitori selettivi COX-2 a qualsiasi dosaggio, o alti dosaggi dei FANS ( farmaci antinfiammatori non steroidei ) non selettivi.

Sono stati analizzati 58.432 pazienti danesi dimessi dall’ospedale dopo un primo infarto miocardico tra il 1995 ed il 2002.

L’analisi delle prescrizioni ha rivelato che il 17.5% dei pazienti aveva assunto almeno una volta Ibuprofene ( Brufen ), un FANS non selettivo, il 22.7% altri FANS, il 10.6% il FANS Diclofenac ( Voltaren ), il 5,2% l’inibitore selettivo COX-2 Rofecoxib ( Vioxx ), ed il 4.3% l’inibitore selettivo COX-2 Celecoxib ( Celebrex ).

Un totale di 9.771 pazienti è stato ricoverato di nuovo per un secondo infarto miocardico; 16.573 pazienti sono morti.

Il rischio di morte ( hazard ratio, HR ) è stato di 2.80 per il Rofecoxib 25mg/die, di 2.57 per il Celecoxib 200mg/die, di 1.50 per l’Ibuprofene 1600mg/die e di 2.40 per il Diclofenac 100mg/die. ( Xagena2006 )

Fonte: Circulation, 2006
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L’uso corrente dei farmaci antinfiammatori è associato ad un rischio di primo infarto miocardico

Uno studio, coordinato da Ricercatori dell’Turku University, in Finlandia, ha valutato il rischio di infarto miocardico associato all’impiego di vari farmaci antinfiammatori non-steroidei ( FANS ) nella popolazione generale.

Lo studio caso-controllo è stato compiuto analizzando i dati dell’Hospital Discharge Register.
Sono stati individuati 33.309 persone con un primo infarto miocardico.
Questi pazienti sono stati confrontati con 138.949 soggetti selezionati dal Population Registry ( gruppo controllo ).

L’odds ratio ( OR ) aggiustato per il rischio di primo infarto miocardico con l’uso corrente di farmaci antinfiammatori è risultato pari a 1.40.

Il rischio era simile per i FANS convenzionali ( 1.34 ), per quelli semi-selettivi [ Etodolac ( Lodine ), Nabumetone ( Artaxan ), Nimesulide ( Aulin ), Meloxicam ( Mobic ) ] ( 1.50 ), e per gli inibitori selettivi COX-2 [ Rofecoxib ( Vioxx ), Celecoxib ( Celebrex ), Valdicoxib ( Bextra ), Etoricoxib ( Arcoxia ) ] ( 1.31 ).

L’età dei pazienti che hanno fatto uso corrente dei farmaci antinfiammatori non ha modificato in modo consistente il rischio.

Nessun farmaco antinfiammatorio è risultato associato ad effetto protettivo nei riguardi dell’infarto miocardico.

Tutti i trattamenti della durata di 1-180 giorni dei farmaci antinfiammatori convenzionali e della durata di 31-90 giorni degli inibitori selettivi COX-2 sono risultati associati ad un alto rischio di infarto miocardico. ( Xagena2006 )

Helin-Salmivaara A et al, Eur Heart J 2006; 27: 1657-1663
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« Risposta #7 inserita:: Luglio 10, 2008, 06:57:24 pm »

I dubbi sui farmaci antinfiammatori
Farmaci antinfiammatori, what should physicians do ? A questa domanda cerca di rispondere David J Graham, un medico dell’FDA ( Food and Drug Administration ).

Per i pazienti con artrite o altre malattie che richiedono sollievo al dolore, in modo cronico, il Naprossene ( Naprosyn ) sembra essere il farmaco antinfiammatorio non steroideo ( FANS ) più sicuro sotto l’aspetto cardiovascolare.

Per i pazienti ad alto rischio di complicanze del tratto gastrointestinale associate all’uso dei FANS, può essere impiegato il Naprossene associato ad un inibitore della pompa protonica, forse più sicuro del Celecoxib ( Celebrex ) a basso dosaggio.

Graham pone anche il problema dell’utilità dell’uso degli inibitori selettivi COX-2: questi farmaci hanno un costo più alto rispetto agli altri FANS, presentano un più alto rischio cardiovascolare e non offrono benefici di protezione gastrointestinale rispetto al Naprossene associato ad un inibitore della pompa protonica.

Un altro argomento aperto è rappresentato dall’Acido Acetilsalicilico ( Aspirina ).
L’Aspirina potrebbe ridurre o abolire il rischio di infarto miocardico associato ai FANS COX-2 selettivi ?
Nel caso in cui l’Acido Acetilsalicilico in aggiunta agli inibitori COX-2 risultasse cardioprotettivo, in che modo ridurre il rischio di complicanze gastrointestinali ?
Graham sottolinea che l’uso concomitante di un inibitore COX-2 ed Aspirina andrebbe a contraddire la teoria alla base dell’impiego degli inibitori selettivi COX-2.

Il rischio cardiovascolare prodotto dal Rofecoxib ( Vioxx ) è ormai accertato.
Recentemente, tuttavia, Merck & Co ha mostrato l’interesse a promuovere l’approvazione alla commercializzazione negli Stati Uniti di un farmaco simile al Rofecoxib, Etoricoxib ( Arcoxia ).

Un’analisi di 3 studi randomizzati, i cui dati sono stati raccolti nello studio MEDAL ( Multinational Etoricoxib and Diclofenac Arthritis Long-Term Program ) ha mostrato che il rischio di eventi trombotici con Etoricoxib non era differente rispetto al Diclofenac ( Voltaren ) ( rischio relativo, RR = 1.05 ).

Secondo Graham , Merck & Co ha impiegato per lo studio MEDAL un disegno di non inferiorità che ha poco potere nell’individuare differenze tra i farmaci riguardo alla sicurezza.
Inoltre, Etoricoxib è stato confrontato con Diclofenac, un antinfiammatorio che, è noto, aumenta il rischio di infarto miocardico.

Gli stratagemmi utilizzati da Merck & Co nello studio MEDAL possono alterare i risultati.

Per Graham il Naprossene e non il Diclofenac avrebbe dovuto rappresentare il farmaco di riferimento nello studio MEDAL. ( Xagena2006 )

Fonte: The Journal of American Medical Association, 2006
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« Risposta #8 inserita:: Luglio 10, 2008, 08:06:02 pm »

Dolori muscolari e trattamento con farmaci antinfiammatori

I dolori muscolari, detti mialgie, sono dolori molto comuni che possono coinvolgere più di un muscolo.

Il dolore muscolare può essere associato a tensione, a stress o, molto frequentemente, ad uno sforzo fisico eccessivo. In questo caso il dolore inizia durante o subito dopo l’attività.

Il dolore muscolare può essere anche un segno di un’infezione generale, come ad esempio l’influenza, oppure può essere correlato a patologie ben più gravi come il lupus eritematoso sistemico.

Una causa molto comune di dolore muscolare è rappresentata dalla fibromialgia, in cui il dolore si associata a rigidità.

Alcuni farmaci, primi tra tutti gli Ace inibitori e le statine, possono causare dolore muscolare.

Il dolore muscolare può essere alleviato con il riposo e la concomitante assunzione di farmaci antinfiammatori non-steroidei ( FANS ).
Tra i FANS, l’Ibuprofene ( Algofen ) è particolarmente indicato per il trattamento dei dolori muscolari ed è inoltre associato a minori effetti a carico dello stomaco, rispetto ad altri FANS.

Può risultare utile l’applicazione topica di preparati a base di Capsaicina, un principio attivo che riduce la sensibilità delle terminazioni nervose delle fibre dolorifiche. La Capsaicina, associata a Canfora, essenza di Eucalipto ed essenza di Trementina, è presente in Capsolin pomata.

I dolori muscolari da sforzo rispondono bene anche al massaggio. ( Xagena2008 )

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« Risposta #9 inserita:: Luglio 10, 2008, 09:58:01 pm »

Mobic, un farmaco antinfiammatorio double-face

Alla fine degli anni ’90, sull’onda del successo degli inibitori selettivi COX-2 ( Vioxx, Celecoxib ), il marketing della società farmaceutica tedesca Boehringer Ingelheim ritenne opportuno promuovere il Meloxicam come inibitore selettivo COX-2, in modo da presentarlo più sicuro a livello gastrointestinale rispetto agli altri FANS.

In realtà, il Meloxicam appartiene alla famiglia degli oxicam come il vecchio Piroxicam ( Feldene ), con azioni su entrambe le forme dell’enzima cicloossigenasi, COX-1 e COX-2.

Uno studio di meta-analisi e revisione sistemica della letteratura, seguendo il profilo di sicurezza gastrointestinale, compiuto dai Ricercatori del National Naval Center di Bethesda ( USA ), ha concluso che i minori effetti indesiderati a livello gastrointestinale del Meloxicam, comunicati dalla Boehringer Ingelheim, potrebbero essere dovuti al basso dosaggio del Meloxicam utilizzato nella maggior parte degli studi clinici e dall’impiego del sistema di codifica degli effetti avversi.

Nel 1998, la newsletter Current Problems in Pharmacovigilance, pubblicata dal Medicines Control Agency inglese e dal Committee on Safety of Medicine, aveva riportato che in meno di 2 anni dalla commercializzazione in Gran Bretagna erano giunte 1.339 reazioni avverse riguardanti Mobic. Di queste il 41% ( 549 ) erano reazioni avverse gastrointestinali, e 99 segnalazioni riguardavano perforazioni, ulcere o sanguinamenti.
Dopo assunzione di Meloxicam 5 persone sono decedute.

Sempre nel 1998 il Drug and Therapeutics Bulletin aveva dichiarato: "non ci sono convincenti evidenze che il rischio dei più gravi effetti indesiderati gastrointestinali ( ulcerazione peptica, perforazione, sanguinamento ) sia minore con il Meloxicam rispetto ai farmaci antinfiammatori non selettivi."

Nel 2004, sulla rivista Rheumatology è stato pubblicato un confronto tra Rofecoxib e Meloxicam sull’incidenza di eventi gastrointestinali.
Gli Autori hanno utilizzato i dati del PEM ( Prescription-Event Monitoring ).
Lo studio ha riportato una riduzione relativa del 29% nell’incidenza di eventi gastrointestinali sintomatici ( acidità/ulcere peptiche ) per il Rofecoxib rispetto al Meloxicam. L’incidenza di eventi gastrointestinali complicati ( perforazioni/sanguinamenti ) è invece risultata simile tra i due gruppi di trattamento.

Dopo il ritiro dal mercato del Vioxx, avvenuto il 30 settembre 2004 da parte di Merck & Co a causa dei gravi effetti cardiovascolari, Boehringer Ingelheim ha aggiornato l’informazione prendendo le distanze dal Vioxx e dal Celebrex.

Per contro, l’FDA considera il Meloxicam come un antinfiammatorio non steroideo non selettivo. ( Xagena 2006 )

Fonte: 1) Public Citizen, 2005; 2) Schoenfeld P, Am J Med 1999; 107: 48S-54S; 3) Current Problems in Pharmacovigilance 1998: 24: 11-14; 4) Drug and Therapeutics Bulletin 1998; 24: 62-64; 5) Layton D et al, Rheumatology 2003; 42: 622-631; 6) Boehringer Ingelheim, 2004; 7) FDA, 2006

Rischio di eventi cardiovascolari più alto con Meloxicam rispetto al Celecoxib e al Rofecoxib

Ricercatori del National Yang-Ming University di Taipei a Taiwan hanno valutato il rischio di infarto miocardico acuto, angina, ictus e TIA ( attacco ischemico transitorio ) tra i soggetti che hanno fatto uso nel lungo periodo di Rofecoxib ( Vioxx ) e Celecoxib ( Celebrex ) rispetto ai dati di coloro che hanno utilizzato Meloxicam ( Mobic ).

I pazienti inclusi nello studio avevano assunto Celecoxib, Rofecoxib e Meloxicam per almeno 180 giorni.
Sono stati analizzati i dati del database del National Health Insurance per il periodo 2001-2003.

Nei pazienti senza una storia di evento cardiovascolare nell’anno precedente l’inizio del trattamento con un farmaco antinfiammatorio, la percentuale totale di infarto miocardico acuto, angina, ictus, e TIA è stata 1.1%, 0.6%, 2.0% e 0.6%, rispettivamente.

Nei soggetti, invece, con eventi cardiovascolari nell’anno che precedeva il trattamento, la percentuale totale di infarto miocardico acuto, angina, ictus e TIA è stata 5%, 4.8%, 6.6% e 5.8%, rispettivamente.

Rispetto agli utilizzatori di Meloxicam, quelli trattati con Celecoxib presentavano un rischio più basso di infarto miocardico acuto ( hazard ratio, HR = 0.78 ) e di ictus ( HR = 0.81 ).

I pazienti trattati con Rofecoxib non erano a più alto rischio di eventi cardiovascolari rispetto a quelli che avevano assunto Meloxicam.

Indipendentemente dal trattamento, l’aver sofferto di un evento cardiovascolare nell’anno precedente al trattamento, era elemento importante per lo sviluppo dello stesso evento cardiovascolare durante il periodo di prescrizione: l’HR di infarto miocardico è stato 3.02, di angina 5.82, di ictus 2.44 e di TIA 7.16.

I dati dello studio hanno indicato che i pazienti che hanno assunto Celecoxib hanno presentato un più basso rischio di eventi cardiovascolari rispetto a coloro che hanno assunto Meloxicam.

Il più significativo determinante di rischio cardiovascolare era la storia di malattia cardiovascolare nell’anno che precedeva il trattamento con farmaci antinfiammatori. ( Xagena2006 )

Fonte: Drug Saf, 2006
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« Risposta #10 inserita:: Luglio 12, 2008, 06:48:17 pm »

Rischio di infarto miocardico associato agli inibitori selettivi COX-2

Ricercatori dell’University of Manchester in Gran Bretagna hanno compiuto una revisione ed una meta-analisi con l’obiettivo di valutare il rischio di infarto miocardico associato all’uso degli inibitori selettivi della cicloossigenasi-2 ( COX-2 ), noti anche come coxib.

La meta-analisi è stata effettuata su 55 studi clinici ed ha interessato 99.087 pazienti.

L’odds ratio pooled ( dati di tutti gli studi ) per il rischio di infarto miocardio per i coxib rispetto al placebo è stato pari a 1.46.

E’ stato osservato che Celecoxib ( Celebrex ), Rofecoxib ( Vioxx ), Etoricoxib ( Arcoxia ), Valdecoxib ( Bextra ), e Lumiracoxib ( Prexige ) erano associati ad un più alto rischio di infarto miocardico rispetto al placebo.

L’odds ratio pooled per i coxib, rispetto ad altri FANS ( farmaci antinfiammatori non-steroidei ), è stato pari a 1.45.
Rofecoxib è risultato associato ad un più alto rischio di infarto miocardico rispetto al Naprossene ( Synflex ) ( OR = 5.39 ), mentre il Valdecoxib presentava un più basso rischio rispetto al Diclofenac ( Voltaren ) ( OR= 0.14 ).

Non sono state riscontrate significative differenze nel rischio di infarto miocardico dai confronti head-to-head tra i coxib.

I dati dello studio hanno mostrato che gli inibitori selettivi COX-2 sono associati ad un maggior rischio di infarto miocardico quando confrontati con il placebo e gli antinfiammatori non-selettivi. ( Xagena2007 )

Chen LC, Ashcroft DM, Pharmacoepidemiol Drug Saf, 2007; 16: 762-772
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