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Cristiana Di Stefano Forum  |  General Category  |  4 CHIACCHIERE FRA NOI  |  Qui si discute di qualsiasi argomento, anche personale (Moderatore: cristiana)  |  Discussione: esame del liquor 0 utenti e 1 Utente non registrato stanno visualizzando questa discussione. « precedente successivo »
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Autore Discussione: esame del liquor  (Letto 232 volte)
renareto
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« inserita:: Dicembre 04, 2008, 01:04:34 pm »

Ciao,
mi stavo chiedendo unna cosa:
visto che oramaI SONO DUE TRE mesi che assumo quotidianamente ALA, se dovessi fare l'esame del liquor dovrei trovare delle sorprese? tipo l'assenza di bande oligoclonali? oppure non centra nulla?


ciao

Renato
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« Risposta #1 inserita:: Dicembre 04, 2008, 01:24:32 pm »

Questa è una domanda che dovresti porre ad un neurologo che ha fatto ricerca sull'Acido Alfa Lipoico, come per esempio il dott. Uccelli.
Prova a telefonare all'AISM e chiedi di parlare con un ricercatore che ha contribuito alle varie scoperte sull'Ala che portano beneficio ai malati di SM.

 ;)
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« Risposta #2 inserita:: Dicembre 04, 2008, 04:41:27 pm »

ma scusa ho visto che l'AISM ha chiuso la fase sperimentale delle ALA considerandolo una cosa non nociva e basta. ma la loro speritmentazione prevedeva l'assunzione di un quantitativo nettamente inferiore a quello che assumiamo noi. Quindi non troverei nessuno (penso) pronto a dirmi cio che vorrei sentirmi dire: ovvero che le mie bande oligoclonali sono prive di fasce
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« Risposta #3 inserita:: Dicembre 04, 2008, 04:53:26 pm »

Certo che l'assunzione di 200 mg di Ala al giorno, non sono sufficienti neanche come integratore per uno sportivo  ;D Sai bene come fungono certe cose in Italia...
I ricercatori del Canada e di San Francisco hanno specificato che per la SM l'ideale è da 800 mg ad un max di 1200.
Prova a chiedere del dott. Uccelli, magari sa risponderti. Ti riporto l'articolo dal sito Aism:


"Uno studio, finanziato dalla Fondazione Italiana Sclerosi Multipla, evidenzia l’importante ruolo svolto dall’acido α-lipoico nell’ambito del modello animale della Sclerosi Multipla. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Journal of Neuroimmunology (vol. 148, pag. 146-153, Marzo 2004).
Nel 2002 lo stesso gruppo di ricercatori, appartenenti al laboratorio di biologia molecolare e del modulo di biologia neoplastica dell’Istituto nazionale per la ricerca sul Cancro di Genova e al dipartimento di Scienze neurologiche dell’Università di Genova erano risultati tra i finalisti del premio Focus, attribuito a idee semplici e innovative realizzate tutte a partire durante il 2002. I ricercatori avevano già evidenziato che l’acido α-lipoico, una sostanza prodotta dall’organismo umano, oltre ad avere elevate capacità antiossidanti, è dotato anche di un effetto sulle reazioni di tipo autoimmune.

La sclerosi multipla è una malattia infiammatoria del sistema nervoso centrale caratterizzata dall’attacco autoimmune rivolto verso antigeni mielinici per cui non è ancora stata trovata una terapia risolutiva. La maggior parte di ciò che si conosce su questa malattia deriva dallo studio dell’encefalite sperimentale autoimmune, un modello animale di demielinizzazione che mima ciò che accade nell’uomo. In pratica gli animali vengono sensibilizzati verso alcune proteine della mielina inducendo sintomi simili a quelli della sclerosi multipla e su di essi vengono quindi testate le terapie sperimentali per verificarne l’efficacia. In questo modello i meccanismi che danneggiano la mielina, oltre all’attacco diretto da parte di linfociti ed anticorpi, comprendono anche la produzione in loco di radicali liberi dell’ossigeno e dell’azoto da parte delle cellule coinvolte nell’infiammazione ed il conseguente stress ossidativo. Per questo motivo si è pensato di utilizzare un noto antiossidante, l’acido lipoico, nella prevenzione e nel trattamento di tale malattia.

L’acido lipoico è una sostanza normalmente presente nelle cellule del nostro organismo che possiede elevate capacità antiossidanti, è rapidamente assorbito se assunto per bocca e supera la barriera ematoencefalica, membrana che protegge il cervello ed il midollo spinale. Si è già dimostrato utile come neuroprotettore in modelli sperimentali di ictus, traumi cerebrali e diabete ed è attualmente in uso nel trattamento della neuropatia diabetica.

Presso il Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Genova è stato testato l’utilizzo dell’acido lipoico nel trattamento dell’encefalite autoimmune sperimentale, modello di laboratorio della sclerosi multipla. I risultati di questo studio indicano che l’acido lipoico è efficace sia se somministrato prima (come prevenzione) che dopo (come terapia) l’esordio dei sintomi della malattia. "Tale effetto - afferma il Dott. Antonio Uccelli, ricercatore FISM e neurologo presso il Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Genova - sarebbe ottenuto sia inibendo la capacità di invasione del sistema nervoso centrale da parte di cellule effettrici del danno quali linfociti e macrofagi, sia modulandone l’attività immunologica attraverso un azione soppressoria su alcune citochine".

In conclusione, questo studio ha dimostrato che l’acido lipoico, oltre alle sue note capacità antiossidanti e neuroprotettive, possiede anche un’attività immunosoppressiva che può interferire efficacemente con i meccanismi immunologici di questa malattia. Tali risultati, che confermano un’analoga ricerca condotta da un gruppo americano, potrebbero suggerire l’utilizzo di questo farmaco nel trattamento di pazienti con sclerosi multipla nell’ambito di un’adeguata sperimentazione clinica. "

8 Giugno 2004
E' stato condotto un piccolo studio controllato con placebo sulla sicurezza dell’acido alfa lipoico, un antiossidante. I responsabili sono il dr. Vijayshree Yadav, il dr. Dennis Bourdette ed altri dell’Università dell’Oregon. Trenta volontari con SM recidivante o progressiva hanno ricevuto una o due dosi di acido lipoico o di placebo per 2 settimane. Questo studio non valutava i benefici clinici, ma il farmaco è risultato ben tollerato. Dalle analisi del sangue dei partecipanti è emerso che alcuni di quelli che avevano assunto l’acido lipoico mostravano inferiori livelli ematici di un enzima, metalloproteasi–9, che si pensa faciliti il passaggio dei linfociti T dal sangue al cervello ed al midollo spinale. I linfociti T sono coinvolti nella patogenesi della malattia. I ricercatori suggeriscono che dovrebbero essere intrapresi altri studi sull’acido lipoico."

Fonte: aism.it

Chi ha riportato l'articolo ha commesso un errore... chissà se qualcuno glielo ha fatto mai notare. L'acido alfa lipoico NON E' UN FARMACO!

« Ultima modifica: Dicembre 04, 2008, 05:12:04 pm da cristiana » Registrato

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