02/12/09VANCOUVER (Reuters) - In vita non siete stati abbastanza rispettosi dell'ambiente? Arriva un modo per esserlo almeno da morti.
Che la tendenza a rendere ecologico il luogo dell'eterno riposo stesse prendendo piede, lo dimostravano già l'introduzione di bare di cartone riciclato e la scelta di alcuni di non utilizzare sostanze chimiche che penetrano nel suolo.
Ora anche la cremazione, scelta da un terzo degli americani e da più di metà dei canadesi, è arrivata alla sua svolta "verde".
Con una cremazione standard finiscono nell'aria circa 400 chilogrammi di anidride carbonica, gas serra considerato responsabile del surriscaldamento globale, oltre ad agenti inquinanti come diossine e
mercurio, se il defunto aveva otturazioni d'argento. Viene inoltre consumato, tra elettricità e gas naturale, un quantitativo di energia pari a quello necessario per fare 800 chilometri in auto.
Ecco allora l'idrolisi alcalina, un processo chimico a base di acqua che gli ideatori definiscono "bio-cremazione" e sostengono impieghi un decimo del gas naturale e un terzo dell'elettricità necessari per una cremazione standard.
Con essa, le emissioni di C02 vengono tagliate di quasi il 90%, e non vi sono fughe di mercurio, perché le otturazioni e altri oggetti di metallo vengono recuperati intatti.
"Il pubblico a cui ci rivogliamo è composto dalle persone che... comprano macchine ibride anziché normali", spiega Paul Rahill, presidente della divisione cremazioni di Matthews International.
La società di pompe funebri, con sede a Pittsburgh, Pennsylvania, ha in progetto il lancio commerciale della idrolisi alcalina a gennaio, in una funeral home di St Petersburg, in Florida.
Fonte:
http://it.reuters.com/article/entertainmentNews/idITMIE5B105N20091202