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Cristiana Di Stefano Forum  |  General Category  |  NOTIZIE E CURIOSITA' SU...  |  Alimentazione, cibi contaminati da sostanze, controlli, ecc. (Moderatore: cristiana)  |  Discussione: Gabbiani avvelenati sulla costa: "Il rischio è anche per l'uomo" 0 utenti e 1 Utente non registrato stanno visualizzando questa discussione. « precedente successivo »
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Autore Discussione: Gabbiani avvelenati sulla costa: "Il rischio è anche per l'uomo"  (Letto 188 volte)
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« inserita:: Giugno 23, 2008, 11:51:45 pm »

Pubblicato il 23/06/2008

Oltre dieci uccelli moribondi segnalati in pochi giorni a Termoli e dintorni, e trasferiti nell’ospedale per animali della Lipu a Casacalenda. Hanno mangiato pesce o rifiuti contaminati da metalli pesanti e fosfati. Significa che le discariche del Basso Molise, il fiume Biferno o lo stesso mare sono inquinati. “Il rischio – avvertono dalla Lega Protezione animali – è anche per l’uomo. Le sostanze tossiche, prima di arrivare ai gabbiani, contaminano la catena alimentare”.

Per ridursi in quel modo, stremati e con difficoltà respiratorie, devono aver mangiato sostanze velenose. Più di dieci gabbiani reali in fin di vita sono stati segnalati dai cittadini residenti a Termoli e nelle zone limitrofe all’Oasi Lipu di Casacalenda, dove si trova l’unico ospedale per animali del Molise. Alcuni uccelli sono stati portati presso la struttura, gestita dai volontari, con segni evidenti e inequivocabili di avvelenamento: pupille dilatate, difficoltà respiratorie, feci di colore verde. Sintomi che gli ambientalisti e i veterinari del centro conoscono fin troppo bene, per averli visti spesso negli ultimi anni, quando – a cominciare dal 2002 – a intervalli regolari i gabbiani reali sono stati coinvolti da inquietanti e mai chiariti episodi di intossicazione. Sintomi che rilevano, come una chiara cartina di tornasole, lo stato di salute dell’ambiente, che a quanto pare è messo piuttosto male. 
 
Non è solo un problema dei volatili, è una questione che dovrebbe interessare tutti, cittadini e Istituzioni in primis, visto che il gabbiano reale, (Larus argentatus in gergo tecnico) si nutre di pesce o del cibo facile trovato in discarica. Significa una sola cosa: o le discariche del Basso Molise sono inquinate, oppure lo stesso fiume Biferno – e di conseguenza anche il mare - è interessato da un fenomeno di inquinamento da metalli pesanti e organofosfati. Il rischio, dunque, è anche per l’uomo.
 
La Lega per la Protezione Uccelli ha invitato a non sottovalutare la cosa, visto che i gabbiani reali moribondi segnalati sono stati oltre 12 solo nelle ultime settimane, e che i loro avvistamenti arrivano tutti da Termoli e aree vicine.
«Gli uccelli sono indicatori dello stato dell'ambiente e quello che accade dovrebbe preoccupare – dicono dalla Lipu - I gabbiani, intossicati da sostanze a base di piombo e fosfati, si nutrono abitualmente presso le discariche vicino alla costa molisana, e comunque sono stati notati e raccolti lì. Significa che c’è un fenomeno da inquinamento, anche importante. Speriamo che L’Asl e l’Arpam, preposte ai controlli, facciano esami e prelievi per capire di cosa si tratta».
 
L’alternativa infatti è improponibile a causa dei costi: attaccare un radiocellulare ai gabbiani, seguire i loro spostamenti e individuare con precisione il punto contaminato, laddove l’uccello comincia a non potersi più reggere sulle zampe e va in coma. «Purtroppo è un’operazione che costa diecimila euro circa, quindi è impensabile» dicono ancora i responsabili della lega Molisana di Protezione animali.
 
Diverse volte, negli ultimi anni, nel centro Lipu di Casacalenda sono arrivati gabbiani reali in condizioni tali da morire in pochi giorni nonostante le intensive cure veterinarie.
I gabbiani arrivavano, come questa volta,  dal litorale di Termoli e sempre con sintomi riconducibili ad ingestione di cibo contenente sostanze tossiche.
Potrebbe trattarsi di pesticidi agricoli (forse scaduti) gettati nei canali che sfociano in mare. Sostanze tossiche che, per arrivare ai gabbiani, hanno sicuramente contaminato la catena alimentare.

Fonte: primonumero.it
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