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Cristiana Di Stefano Forum  |  General Category  |  NOTIZIE E CURIOSITA' SU...  |  Diagnostica (Moderatore: cristiana)  |  Discussione: L’importanza chiave dei minerali per la prevenzione delle malattie 0 utenti e 1 Utente non registrato stanno visualizzando questa discussione. « precedente successivo »
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Autore Discussione: L’importanza chiave dei minerali per la prevenzione delle malattie  (Letto 130 volte)
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« inserita:: Agosto 26, 2009, 12:37:57 am »

di S. Sari 04/08/09

Il dottor Ivo Bianchi si è dedicato a livello universitario allo studio del metabolismo del calcio e del fosforo, pubblicando vari lavori scientifici. Dal 1981 si occupa esclusivamente di Medicina Naturale. Medico naturopata fra i più apprezzati in Italia, docente esperto e conosciuto dai lettori di Libero per i suoi articoli sulla medicina naturale, è autore di numerose pubblicazioni tese a divulgare i principi in cui crede con grande entusiasmo.
Ha approfondito con particolare attenzione l’uso degli elementi minerali in Omeopatia e ha tenuto numerose conferenze sull’argomento.

«Vorrei sottolineare l’importanza chiave dei minerali per la corretta fisiologia dell’organismo e per la prevenzione delle patologie. Vi sono sottili equilibri minerali che vanno rispettati e corretti con molta accuratezza. L’impostazione di una dieta e di una terapia integrativa necessita della conoscenza dei livelli organici di più minerali possibili».
 
Da alcuni anni valuta la situazione metabolica del paziente anche con l’ausilio del dosaggio dei minerali nel capello ed ha elaborato in collaborazione con vari laboratori stranieri una personale interpretazione dei dati che può essere essenziale per un inquadramento clinico globale del paziente.
Su questo argomento ha scritto un libro: “Il Mineralogramma - Gli elementi minerali e le vitamine nella pratica terapeutica” (Giuseppe Maria Ricchiuto Editore).


Una dieta squilibrata induce a carenze minerali?
«Ovviamente sì. Mangiamo meno cibo ma le necessità organiche di oligoelementi sono le stesse. Mangiamo calorie vuote derivate da cibi industriali, depauperati della maggior parte dei loro elementi minerali. Le moderne tecniche agricole hanno depauperato il suolo per certi elementi, e certi fertilizzanti hanno chelato minerali essenziali rendendoli non più disponibili per le piante. La dieta odierna è artificialmente stracarica di sodio e fosforo, la qual cosa interferisce sull’assorbimento globale dei minerali. Molte persone oggi faticano fisicamente molto meno che in passato, mangiano meno per non ingrassare e quindi assumono meno oligoelementi».

Come possono essere valutati gli elementi minerali nel nostro corpo?
«Prima di entrare nel merito è bene precisare che esistono vari metodi di rilievo: gli elementi minerali potranno essere valutati nel sangue, nelle urine, nei tessuti organici. La valutazione del sangue è molto utile, tuttavia fornisce il dato della situazione minerale di quel momento, quindi soggetta a repentine variazioni per fattori dietetici o altro. La valutazione dei minerali nelle urine è pure utile, indica il livello di escrezione dei vari elementi eventualmente in surplus. La valutazione del tessuto, in particolare si è studiato il capello, è estremamente utile e pratica, dà un’idea complessiva del metabolismo minerale di fondo e sta guadagnando sempre più consensi in ambito scientifico, anche se il dosaggio sul sangue è ancora preferito».

Quali sono i vantaggi del dosaggio sul capello?
«Il materiale è biologicamente stabile, facilmente stoccabile, non deteriorabile e facile da spedire per l’analisi. È facile ottenere il campione in modo non traumatico né invasivo. Riflette una situazione metabolica stabile e correlata al metabolismo minerale corporeo».

L’interpretazione dei risultati è facile?
«In effetti il problema, nel caso del Mineralogramma sul capello, non è tanto l’analisi, quanto l’interpretazione dei risultati e la scelta terapeutica. Bisogna diffidare dalle comuni interpretazioni date da un sistema computerizzato che analizza i dati bruti e confeziona risposte quasi sempre sovrapponibili. L’interpretazione dei dati deve essere fatta da un medico che conosca la situazione clinica del paziente, le caratteristiche chimiche e il comportamento in fisiologia e patologia dei vari minerali. Si deve anche tener conto dell’equilibrio, delle sinergie e degli antagonismi dei vari minerali, in condizioni normali e patologiche. Con tutta probabilità è stata questa difficoltà di interpretazione, con la conseguente errata prescrizione terapeutica, che non ha permesso una diffusione maggiore di questo validissimo test diagnostico».

È possibile rilevare con il Mineralogramma il livello di metalli tossici dell’organismo?
«Assolutamente sì. In un mondo inquinato come quello in cui viviamo, questo può assumere una importanza cruciale per il paziente. Una volta rilevata la presenza di uno o più metalli tossici accumulati si può procedere terapeuticamente».

Come?
«Su più livelli. Attraverso chelazione con infusioni di un aminoacido sintetico, l’EDTA, dei metalli tossici, che vengono poi veicolati all’esterno con le urine. Con la somministrazione di minerali o vitamine antagonizzanti i metalli tossici presenti. Oppure con la somministrazione di minerali affini a quelli tossici, ma fisiologici, la cui carenza ha spesso reso possibile l’accumulo del minerale tossico stesso. È il caso dell’accumulo di cadmio che spesso è una conseguenza della carenza di zinco o di quello di alluminio che è spesso correlato ad uno squilibrio del metabolismo fosfo-calcico».

Quali sono i principali metalli tossici ricercati per la loro frequenza e pericolosità?
«Piombo, cadmio, mercurio, alluminio e arsenico. Per ognuno di essi esiste una strategia terapeutica. Spesso patologie complesse hanno alla base accumuli di queste sostanze a vari livelli organici e la terapia di questi stati intossicatori è fondamentale».

Fonte: libero-news.it
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