cristiana
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« inserita:: Settembre 02, 2008, 08:25:50 pm » |
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Le tenie sono vermi piatti (platelminti) del genere dei Cestodi. Sono nastriformi, con due parti anatomiche distinguibili: la testa, o scolice, e il corpo.
Lo scolice aderisce alla mucosa intestinale grazie a tante piccole ventose, mentre il corpo è costituito da numerosi segmenti, le proglottidi, da cui nascono, per rottura di un poro uterino, le uova.
Le tenie non hanno apparato digerente e assumono il nutrimento dalla loro superficie esterna; la loro larghezza è variabile da 1 ai 10 mm e si assottigliano verso la testa, che ha la grandezza di una capocchia di spillo.
Le specie che infestano l'uomo sono principalmente due: la Taenia saginata (dei bovini) e la Taenia solium (dei suini).
Teniasi saginata La forma adulta può raggiungere la lunghezza di 10-12 metri e può vivere nell'intestino umano anche per 25 anni. L'ingestione da parte dell'uomo di carni poco cotte o crude determina la malattia, che può presentarsi anche a distanza di circa 2 mesi.
Teniasi solium Meno diffusa, può raggiungere una lunghezza di circa 8 metri e alberga nell'intestino umano (nel digiuno) anche per decenni. Il contagio avviene, per via oro-fecale, con meccanismi analoghi alla tenia saginata, ma nell'uomo avviene anche per passaggio delle larve dall'intestino allo stomaco e viceversa.
Come avviene il contagio Il contagio avviene mediante l'ingestione di carni, crude o poco cotte, di maiale (Taeniaa solium), di bovino (Taenia saginata) e di pesce, nelle quali sono presenti le larve. Una volta nell'intestino le larve danno origine a un verme adulto, che si attacca alla parete intestinale e cresce fino a raggiungere alcuni metri di lunghezza (la grandezza dipende dal tipo di tenia).
Sintomi La tenìasi può restare silente e asintomatica per lungo tempo, per poi manifestarsi con diarrea, stipsi, crampi addominali, nausea, vomito e dimagrimento.
Diagnosi e terapia La diagnosi si esegue con la ricerca delle uova del parassita nelle feci, mentre la terapia si basa sull’espulsione del parassita attraverso l'impiego di un antielmintico seguito da un purgante salino.
Fonte: paginemediche.it
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