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« inserita:: Giugno 18, 2008, 07:01:36 pm » |
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Revisione della letteratura internazionale ed attuali conoscenze tossicologiche Anno di pubblicazione: 2000 - da un articolo scritto dal © Dott. Giorgio Ugoccioni
1826, Stati Uniti: il Dottor Taveau utilizza già gli amalgami per le otturazioni dentali.
1840: alcuni casi d'intossicazione da vapori di mercurio portano alla proibizione dell'utilizzo di queste sostanze.
1855: ne viene nuovamente autorizzato l'uso.
1926, Berlino: il Dottor Stock pubblica un vero e proprio studio sulla materia nel quale vengono resi noti i pericoli d'intossicazione da vapori di mercurio causati da amalgame.
Più recentemente, l'Unione Sovietica accerta che numerose intossicazioni croniche sono causate dalle amalgame e di conseguenza ne proibisce l'uso.
Maggio 1997: in seguito ai risultati di una perizia svolta dall'Università di Kiel per conto del tribunale di Francoforte, una grossa ditta produttrice di amalgama e tre suoi importanti collaboratori corrispondono la somma di 1,5 milioni di Marchi per evitare l'avvio di un procedimento penale nei loro confronti per lesioni personali, impegnandosi, nel contempo, a non commercializzare più questo prodotto in Germania ed a finanziare la ricerca per mettere a punto materiali alternativi per restauri dentali (N.B. L'amalgama di questa ditta è tuttora tra le più vendute in Italia).
Può bastare? Abbiamo bisogno di altri elementi per capire che l'amalgama ci avvelena? Benissimo, eccoli qua.
REAZIONI CHIMICHE DELLE AMALGAMELe amalgame sono quelle otturazioni grigie che vengono chiamate comunemente "piombi". Sono composte per il 53% circa di mercurio e per il rimanente 47%, in percentuali variabili, di argento, stagno, zinco e rame. C'è anche del piombo in piccole quantità.
Il mercurio e lo stagno, reagendo tra loro e con le diverse sostanze presenti in bocca (acidi, basi, ioni, ecc.), si trasformano in composti estremamente tossici che vanno a depositarsi in vari organi del corpo quali: tratto gastro-intestinale, tiroide, testicoli, prostata, fegato, pancreas, reni, capelli e soprattutto nel cervello.
In quest'ultimo, dove sono state riscontrate le concentrazioni più alte, il mercurio viene rinvenuto soprattutto nella sostanza grigia, nel cervelletto e nell'ipofisi. Queste informazioni sono state ricavate da studi autoptici su uomini ed animali. Dimostra inoltre una notevole affinità per i gruppi sulfidrici dell'emoglobina, cui si lega diminuendone la capacità di trasporto dell'ossigeno.
Nelle amalgame avvengono molte reazioni chimiche, dovute alla presenza di oltre una dozzina di composti. Il rame si unisce a ossigeno, mercurio, cloro, rame e combinazioni di tutti gli altri metalli presenti.
E il mercurio? Il mercurio metallico inorganico viene trasformato in metilmercurio organico, cento volte più tossico, dallo Streptococcus Mutans, normalmente presente nelle nostre bocche nonché responsabile in gran parte dell'insorgere della carie. Il metilmercurio, insieme all'etilmercurio, può causare danni permanenti al tessuto nervoso. Entrambi vengono comunemente usati come fungici per lo stoccaggio di granaglia nei silos e nei magazzini di cereali, e come maturandi rapidi delle banane.
IL MERCURIO NON E' PRESENTE IN MODO STABILE NELLE AMALGAMESe il mercurio rimanesse strettamente legato agli altri composti dell'amalgama, un'otturazione vecchia di 5-10 anni dovrebbe contenere ancora il 50% di mercurio.
Così non è. Indagini recenti mostrano che dette otturazioni contengono percentuali variabili tra il 25% ed il 35% di mercurio. Sembra dunque che esso sia capace di fuoriuscire da una otturazione, come in effetti è stato dimostrato tramite l'uso di misuratori di vapori di mercurio nell'aria.
Nei suoi studi Jaro Pleva, svedese, dimostrò nel 1983 che, se un'amalgama contiene in media 750 mg di mercurio e ci sono una media di otto amalgame per paziente, in cinque anni si liberano 2.640 mg di mercurio. Che fine fa? Viene eliminato solo in parte, il resto s'infiltra nei nostri tessuti.
Il quantitativo sopra citato corrisponde ad una media giornaliera di 1.446 microgrammi al dì, contro i 43 microgrammi ammessi dall'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) come esposizione massima giornaliera!
Ma non finisce qui: la situazione peggiora enormemente con le cosiddette "amalgame non gamma 2", che contengono elevate quantità di rame (30%) e sono oggi di gran lunga le più usate nel mondo.
Il un articolo apparso sullo Scandinavian Journal of dental Research i ricercatori svedesi hanno dimostrato che le amalgamo non gamma 2 sono così reattive dal punto di vista chimico, che cedono mercurio 50 volte più velocemente rispetto alle amalgame convenzionali (3-6% di rame). Questo forse spiega i maggiori effetti tossici ad esse associati, come riportato in molti studi, con maggiore incidenza di disturbi neurologici.
Fonte: fenice.info
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