(17/02/2005) Una sola goccia di sangue del polpastrello per verificare eventuali intolleranze verso 113 alimenti che possono essere la causa di svariati sintomi di malattie croniche comuni nel 45% della popolazione: intestino irritabile, cefalea, eczema, rinite, dermatite, asma e molte altre.Si tratta del cosiddetto
'York foodscan test' conosciuto come test York, dal nome della citta' inglese sede dell'Universita' che li ha studiati e validati. Della nuova tecnica si e' parlato al convegno ''Allergie alimentari IgG-mediate: dalla diagnostica di laboratorio alla terapia'' nell'ambito della prima ''Settimana della prevenzione'' di San Marino, dove sta per partire il primo studio del genere sulla popolazione della piccola Repubblica. L'iniziativa e' patrocinata dalla Clinica Day Hospital Sorriso di San Marino. Il test York, e' stato spiegato nel corso del convegno, e' in grado di stabilire una eventuale connessione tra sintomo e alimentazione.
Eliminando per almeno 3 mesi dalla dieta gli alimenti non tollerati, i sintomi tendono a scomparire in ben 7 casi su 10.Questi alcuni dei risultati di un recente studio, svolto appunto dall'Universita' di York su pazienti affetti da sindrome dell'intestino irritabile non trattata da piu' di 3 anni, pubblicati sulla rivista Gut (organo ufficiale della Societa' di Gastroenterologia Internazionale). Secondo lo studio spesso gli alimenti eliminati possono poi venir reintrodotti con gradualita' senza causare nuova intolleranza.
Durante il convegno e' stato anche sottolineato che le intolleranze alimentari o 'allergie ritardate IgG mediate' non sono da confondere con le piu' acute reazioni allergiche classiche (IgE), subitanee e molto piu' rare (1,5% dei casi), ma sono molto diffuse e riducono sensibilmente la qualita' di vita con conseguente aumento delle spese sanitarie.
''La gamma dei sintomi e' molto ampia - ha spiegato il dottor Romeo Busignani, direttore sanitario della Clinica Sorriso di San Marino - e puo' comprendere manifestazioni d'origine nervosa (affaticamento, ansieta', attacchi di panico e capogiri), metaboliche (aumento o perdita di peso), gastrointestinali come celiachia, afte, colite, costipazione, crampi e anche artrite e asma.
Tutti malesseri spesso trascurati a lungo e che nei casi di intolleranza alimentare potrebbero risolversi sospendendo dalla dieta gli eventuali cibi che ne sono causa.
Purtroppo questi sintomi sono spesso mascherati e, proprio nelle forme IgG mediate, si manifestano a distanza anche di molti giorni dall'ingestione dell'alimento non tollerato''.
Fonte:
molecularlab.it
Ansa
ALLERGIE ALIMENTARI: SCOPRILE IN UNA GOCCIA DI SANGUE
(da "CORRIERE SALUTE – Medicina" Giugno 2005) - Elena MelisUn nuovo test identifica particolari reazioni ai cibi. Si fa in casa, poi va spedito in laboratorio per i risultati. Può affiancare efficacemente le analisi disponibili. Però non costa poco
martedì 08 maggio 2007INTOLLERANZE ALIMENTARI: HIGEA, l’esame del sangue per individuarne le cause
HIGEA, il nuovo test del Centro Analisi Fleming individua l’intolleranza alimentare IgG mediata in modo veloce, sicuro e facilmente interpretabile.Rapido, preciso e non invasivo, Higea è il nuovo test dei laboratori di analisi A.Fleming in grado di individuare quali intolleranze alimentari infastidiscono la vita di numerose persone. Higea è un esame del sangue e si basa sull’analisi del dosaggio di Immunoglobuline di tipo G (IgG) e ha dunque la capacità di individuare l’alimento che ne scatena la reazione. Fino ad oggi le intolleranze alimentari venivano individuate con metodologie come il Citotest e l’Alcatest non legati all’individuazione degli anticorpi IgG. La loro precisione era limitata e spesso offriva possibilità di test molto costosi con difficoltà tecniche di esecuzione. Oggi Higea, invece, rappresenta il modo rapido, preciso e facilmente interpretabile, per individuare con maggior precisione gli alimenti da evitare o variare nella propria dieta alimentare.
Il testHigea è l’acronimo che sta per Human Immunoglobulis G-Testing Aliments e consiste in un unico prelievo del sangue (meglio se a digiuno perché si basa sull’analisi del siero). Individua la presenza e l’intensità nel sangue delle immunoglobuline di tipo G (IgG). Higea rappresenta non solo un importante aiuto nella diagnosi clinica differenziale ma anche un utile strumento di monitoraggio della terapia in corso o dei possibili effetti di un graduale reinserimento dell’alimento intollerato nella dieta del paziente.
Ad oggi sono a disposizione 3 tipologie di analisi specifiche per intolleranze alimentari immunomediate: Higea 5 alimenti, Higea 40 alimenti, Higea 93 alimenti.
Si consiglia il test agli adulti con disturbi cronici e dieta costante, ai bambini dai 2 ai 12 anni che mostrino sintomi di disturbi cronici o in caso di disturbi ad insorgenza recente (2 o 3 mesi) e di cui non sia chiara l’eventuale cronicità.
Metodologia del testIl test è basato su un metodo immunoenzimatico (metodica ELISA) che consente l’identificazione e il dosaggio di anticorpi IgG (comprese le sottoclassi) diretti contro un pannello di antigeni alimentari. Grazie alla presenza di più calibratori, ottiene un risultato semi-quantitativo di anticorpi eventualmente presenti nel sangue del paziente: più alta è la presenza dell’anticorpo più probabile è l’intolleranza verso l’alimento.
Gli aspetti innovativiLa precisione del test è uno degli aspetti più innovativi: Higea è in grado di indicare quali cibi siano da evitare ottenendo una diagnosi clinica differenziale. Basa i parametri di misurazione degli anticorpi IgG su standard internazionali rendendolo più attendibile e confrontabile ad altri test.
Ad Higea si abbina la consulenza del nutrizionista. Conoscere gli alimenti a cui il paziente è intollerante permette di impostare una dieta ad hoc, regolando il suo metabolismo non semplicemente in base all’eliminazione delle sostanze responsabili, ma impostando una dieta varia in modo da impedire l’insorgere di nuove intolleranze. Questo tipo di terapia fondata sulla rotazione alimentare indebolisce o annulla i numerosi effetti nocivi delle intolleranze. Ad esempio: è importante far comprendere al paziente che sarebbe errato consumare giornalmente prodotti alternativi a base di soia come alternativa ai latticini, perché tale soluzione potrebbe indurre lo sviluppo di una nuova intolleranza, questa volta alla soia.
Intolleranze alimentari: insorgenza e dinamica Le intolleranze alimentari possono essere causate da diversi fattori, quali ad esempio l’alterazione dei cibi nei processi industriali, l’uso eccessivo di medicinali, alcool, la presenza di stress emotivi e fisici, particolari fattori ambientali, l’abitudine ad una dieta non equilibrata. Possono insorgere nel momento in cui si inserisce nella dieta un alimento nuovo o quando lo si assume troppo frequentemente. Esse quindi, sono molto più comuni di quanto si pensa e si sviluppano nel tempo.
A differenza di quanto avviene per le allergie, l’intolleranza è caratterizzata da una ipersensibilità tardiva. Contrariamente alle allergie infatti, la cui reazione organica è dirompente, intensa, locale e si esaurisce in breve tempo, per le intolleranze essa avviene gradualmente, con una sintomatologia legata alla quantità di alimento assunto e al fenomeno di accumulo di sostanze ritenute tossiche per l’organismo. Si generano disturbi cronici come neurodermatiti, emicranie, obesità o eccessiva magrezza, disturbi gastro-intestinali o cardiovascolari, reumatismi, varie patologie croniche e depressione.
Esistono due tipi di intolleranze alimentari: immunomediate e non immunomediate.
Nelle intolleranze immunomediate gli alimenti reagiscono coi recettori dei mastociti che legano le IgG, rilasciando istamina e tiramina, i responsabili delle classiche reazioni come orticaria, disturbi gastrici, diarrea ecc. Le intolleranze non immunomediate hanno invece carattere enzimatico (interessando il metabolismo di determinati alimenti quali aminoacidi, zuccheri e proteine), farmacologico (che dipende dalle sostanze farmacologicamente attive contenute negli alimenti) o indefinito (principalmente dipendenti da additivi le cui dinamiche immunologiche sono in fase di studio).
In un soggetto sano gli alimenti vengono tollerati grazie alla membrana mucosa intestinale e alla flora batterica che fanno fluire e assorbire i contenuti nutrizionali nell’organismo trattenendo le molecole nocive. Quando la membrana intestinale è danneggiata, o la flora batterica alterata, aumenta la permeabilità ad alcuni alimenti che passano direttamente all’organismo che attiva i propri processi di difesa con l’attivazione di anticorpi IgG.
L’importanza di individuare attraverso un test specifico i cibi a cui si è intolleranti risiede nel fatto che il consumo ripetuto di queste sostanze, stimolando enzimi aggressivi che finiscono con l’attaccare i tessuti, scatena le patologie croniche elencate in precedenza.
L’insorgere di disturbi cronici deriva, in alcuni casi, dall’eccessiva quantità di Tnt-Alfa, un mediatore che viene liberato nel corso delle reazioni immunitarie e che si lega ai recettori dell’insulina della cellula, fino a comprometterne la naturale regolazione.
Il Centro di analisi A.Fleming, del gruppo Générale de Santé, offre servizio di laboratorio di analisi e service di laboratorio tra i più qualificati in Italia con un ampia gamma di test diagnostici e analisi cliniche disponibili a strutture sanitarie quali laboratori, Istituti di Cura Privati e Ospedali Pubblici. Con il marchio FlemingLabs fornisce nelle provincia di Brescia servizi di analisi in 3 laboratori, 22 punti prelievo e 1 poliambulatorio multifunzionale; in 600 località italiane vengono garantite analisi FlemingLabs a 800 clienti al giorno grazie a 10 sedi logistiche Fleming decentrate e 70 automezzi. Fonte:
Cybermed.it