Autore Topic: Mobili a rischio  (Letto 10601 volte)

cristiana

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Mobili a rischio
« il: Agosto 16, 2010, 11:58:13 »
Casa dolce casa? Non è sempre detto perché spesso tra le pareti domestiche si nascondono fonti d’inquinamento anche più dannose di quelle outdoor. E’ il caso della temibile formaldeide rilasciata da mobili e arredi vari.

Mai capitato entrando nella vostra abitazione o in ufficio di sentire un aspro odore che prende la gola e vi fa lacrimare gli occhi? Colpa della formaldeide, sostanza classificata come cancerogena dal Centro internazionale di ricerca sul cancro (Circ), che viene a nostra insaputa rilasciata dai mobili con cui è arredato l’appartamento.
A sollecitare l’attenzione di noi consumatori su questo insidioso nemico è l’ADUC (associazione per i diritti degli utenti e consumatori) che, in occasione della 27ma edizione internazionale del Salone del mobile, ha fatto il punto sulla sicurezza degli arredi da interno.

Il suo consiglio è di evitare l'acquisto di mobili con formaldeide cercando quelli con il marchio CQA-Formaldehyde E1 che contraddistingue le produzioni di pannelli a bassa emissione di formaldeide, rispondenti ai requisiti imposti dalle normative internazionali in materia.

Ma che cos’è la formaldeide e perché ce la ritroviamo nei mobili di casa?
La formaldeide, scoperta nel 1867 da un chimico tedesco, è un gas incolore volatile e solubile in acqua dal forte e pungente odore ampiamente utilizzata nella produzione di resine a loro volta usate nella produzione di pannelli. A causa di fenomeni chimici, chiamati di idrolisi, la formaldeide viene liberata dalla resina di cui è composto il pannello e rilasciata nell’aria nel corso degli anni con conseguenze dannose per la nostra salute. I primi ad accorgersi della sua pericolosità (l’esposizione alla formaldeide può provocare dermatiti da contatto, asma oltre a disturbi psicologici e neurologici come la perdita della memoria a breve termine) furono i tedeschi che negli anni Ottanta emanarono una direttiva con la quale classificavano i pannelli in tre categorie (E1, E2, E3) a seconda dell’emissione di formaldeide. Una classificazione che è stata poi adottata dall’Unione Europea con la cosiddetta normativa EN 120. In Italia in DM del 1997 (Norme per gli arredi d’ufficio) stabilisce che il rilascio di formaldeide nei mobili non sia superiore al 3,5% mg/m2h.

Ma come misurarla?

Il sito dell’APAT (Agenzia per la Protezione dell’Ambiente e per i servizi Tecnici) ci spiega che “fino a poco tempo fa era necessario effettuare un adeguato campionamento dell’aria interna attraverso apposite pompe e relativi filtri che venivano in seguito analizzati in laboratorio mediante gascromatografia o spettrometria di massa. Oggi è disponibile un sistema estremamente semplice in grado di misurare in due ore la concentrazione di formaldeide presente nell’ambiente. Il Bio-check F, infatti, permette di fare in modo pratico e veloce la misurazione direttamente a casa propria, nell’ufficio o nella scuola".

E se si scopre o si sospetta di avere mobili che rilasciano formaldeide, il consiglio è di migliorare la ventilazione (mantenendo un’umidità pari al 40%-60%) e utilizzare piante (come la dracena, l’aloe, il clorofito, il crisantemo, la gerbera, il giglio, la peperomia, la sansevieria o il ficus) che per loro natura sono in grado di metabolizzare sostanze chimiche pericolose presenti nell’aria delle stanze. Ma anziché correre ai ripari per i prossimi acquisti verificate che i mobili sia certificati!


Amalia Ottolini
26/7/2005


Fonte: buonpernoi.it
Cristiana

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