Per "nanopatologie" s'intendono le malattie provocate da micro- e nanoparticelle inorganiche che sono riuscite, per inalazione od ingestione, ad insinuarsi nell’organismo e si sono stabilite in un organo o in un tessuto.
Le particelle sono liberate naturalmente in atmosfera dai vulcani attivi, dagl’incendi, dall’erosione delle rocce, dalla sabbia sollevata dal vento, ecc. In genere, le particelle di queste provenienze sono piuttosto grossolane. Spesso più sottili e normalmente assai più numerose, sono le particelle originate dalle attività umane, soprattutto quelle che prevedono l’impiego di processi ad alta temperatura. Tra questi processi, il funzionamento dei motori a scoppio, dei cementifici, delle fonderie e degl’inceneritori.
I concetti fondamentali da ricordare sono:
1. Qualsiasi sorgente ad alta temperatura provoca la formazione di particolato.
2. Più elevata è la temperatura, minore è la dimensione delle particelle prodotte.
3. Più la particella è piccola, più questa è capace di penetrare nei tessuti.
4. Non esistono meccanismi biologici od artificiali conosciuti capaci di eliminare il particolato una volta che questo sia stato sequestrato da un organo o un tessuto.
Documenti:"La guerra in casa" di Antonietta M. Gatti
"La guerra invisibile" di Antonietta M. Gatti
"Le due guerre" di Antonietta M. Gatti
"O i rifiuti o noi" di Stefano Montanari, pubblicato su Villaggio Globale, Anno X, Numero 37, Marzo 2007-03-14 pagg. 31-36
"Nanopatologie: cause ambientali e possibilità di indagine", pubblicato su Ambiente Risorse Salute, n110 settembre/ottobre 2006
Che cosa sono le nanopatologieFonte:
nanodiagnostics.it