Autore Topic: GLI ADDITIVI ALIMENTARI  (Letto 20471 volte)

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GLI ADDITIVI ALIMENTARI
« il: Agosto 06, 2010, 09:06:07 »
Gli additivi alimentari seconda della loro funzione, sono suddivisi in categorie a cui è associato un codice, generalmente composto da una E seguita da 3 o 4 cifre. Il codice è valido in tutta Europa.
Qui di seguito trovate una breve descrizione delle categorie di additivi (coloranti, conservanti, edulcoranti…), della loro funzione, utilità o meno e i rispettivi codici.

 
COLORANTI
(da E100 a E 180)

Come indica il nome, vengono utilizzati per attribuire agli alimenti un aspetto più colorato.
La dicitura "coloranti naturali" non significa che provengono dagli ingredienti dell'alimento, ma vuol dire semplicemente che si trovano in natura. Autorizzati in molti alimenti, i coloranti naturali e artificiali permettono troppo spesso di trarre in inganno il consumatore sulla vera natura degli ingredienti utilizzati (per esempio, colorante giallo per suggerire la presenza di uova). Inoltre, certi coloranti provocano allergie in alcune persone.
Molti coloranti sono ingannevoli e inutili. Esempi: tartrazina, amaranto, caramello, curcumina, riboflavina, cocciniglia, rosso barbabietola.

CONSERVANTI
(da E 200 a E 297)

I Conservanti sono sostanze che prevengono la proliferazione di batteri, muffe e fermenti responsabili del deterioramento degli alimenti e sono utili in alcuni casi ben precisi. Per esempio, una piccola quantità di solfiti, decisamente minore rispetto ai livelli consentiti dalle legge in vigore, è accettabile nel vino, perché garantisce una stabilità migliore.
Ma, ancora una volta, i legislatori europei si distinguono per il loro permissivismo, autorizzando conservanti dove sono inutili o inefficaci, (aranciate, caramelle, chewing-gum, gamberetti ..) di fatto, non incoraggiano i produttori a essere particolarmente attenti in materia di igiene e di condizioni di conservazione.
In conclusione, si può dire che i conservanti sono solo a volte indispensabili. Alcuni possono provocare reazioni allergiche. Esempi: acido sorbico, acido benzoico, anidride solforosa, nisina.

ANTIOSSIDANTI E ACIDIFICANTI
(da E 300 a E 385)

Gli antiossidanti sono utilizzati per frenare il deterioramento degli alimenti causato dal contatto con l'ossigeno dell'aria. Il più utilizzato è l'acido ascorbico o vitamina C (E 300).
Gli acidificanti, invece, aumentano l'acidità degli alimenti per prolungare la conservazione o per ragioni di gusto (per esempio, caramelle acidule). La maggior parte degli antiossidanti e degli acidificanti è accettabile e persino utili in certi casi ma, ancora una volta, senza abusarne e se non esiste un'altra soluzione. Esempi di antiossidanti: acido ascorbico, acido citrico, acido tartarico. Esempi di acidificanti: acido adipico, acido succinico.

EMULSIONANTI E ADDENSATI
(da E 400 a E 585)

Questo gruppo comprende anche i gelificanti e gli stabilizzanti. Tutte queste sostanze sono utilizzate per dare consistenza a un prodotto o per mantenerla. Il loro utilizzo è, a volte, giustificato (addensanti per impedire la formazione di cristalli nel gelato, emulsionanti che permettono di sostituire in parte le materie grasse con acqua nelle margarine e nel burro a ridotto contenuto di grasso). Ma più spesso servono per mascherare l'assenza di ingredienti di base (uova nei gelati o maionese) o per vendere l'acqua al prezzo della carne (prosciutti cotti).

Negli alimenti detti light, gli emulsionanti e gli addensanti permettono di sostituire con l'acqua ingredienti calorici come i carboidrati (amidi e zuccheri) e i grassi. Alcuni addensanti sono riconosciuti come allergeni (per esempio, le farine di guar). Esempi di emulsionanti: sucrogliceridi, fosfati d'ammonio. Esempi di addensanti:agar-agar, gomma di guar.

ESALTATORI DI SAPIDITA'
(da E 620 a E 640)

Questi additivi, i più noti dei quali sono i glutammati, servono a intensificare o a modificare il gusto degli alimenti: per questo motivo sono, secondo noi, inutili e ingannevoli in quanto potrebbero mascherare carenze di gusto e quindi una qualità scadente degli alimenti. Il gluttammato monosodico è stato recentemente rivalutato, quando molti studi hanno escluso la sua responsabilità nel provocare disturbi quali la cosiddetta "sindrome da ristorante cinese". In effetti, per questo additivo, la dose giornaliera accettabile è senza limite, il che porterebbe a pensare che non abbia alcun effetto nocivo sulla salute umana. Inoltre, da studi recenti, sembra improbabile che il gluttammato possa essere responsabile dell'insorgenza di malattie quali il morbo di Alzheimer e di Parkinson. Nonostante questo, in realtà, è ancora considerato un additivo sospetto, in quanto mancano riscontri che possano affermare che sia del tutto sicuro dal punto di vista sanitario. Non dimentichiamo che il gluttammato si può ritrovare in una quantità vastissima di prodotti alimentari e questa assunzione elevata giornaliera può provocare intolleranze anche in chi non è comunemente sensibile a questo additivo. Esempio: glutammato,inosinato,guanilato.

AGENTI DI RIVESTIMENTO (AGENTI LEVIGANTI O LUCIDANTI)
(da E 900 a E 948)

Queste sostanze, applicate alla superficie di un alimento, conferiscono un aspetto brillante o liscio e possono anche costituire un rivestimento protettivo. Tuttavia, in alcuni casi, hanno solamente una funzione estetica: aspetto brillante dei chicchi di caffè, mele…..Questi additivi sono generalmente considerati accettabili dal punto di vista tossicologico. Esempio: cera d'api.

EDULCORANTI ARTIFICIALI
(da E 950 a E 967, E 420, E 421)

Sostituiscono gli zuccheri in alcuni prodotti light come le bibite, i nettari, la gomma da masticare, alcuni dolci, la birra, gli yogurt……Sono accettabili in alcune circostanze (per esempio, per le persone che non possono consumare zuccheri), ma il rischio, soprattutto per i bambini, è che si raggiunga molto rapidamente la dose giornaliera autorizzata per i ciclamati e la saccarina. Esempi: ciclamati, sorbitolo, xilitolo, aspartame, saccarina, maltitolo.

AMIDI MODIFICATI
(da E 999 a E 1518 altre categorie di additivi tra cui gli amidi modificati)

Questi additivi sono ottenuti per mezzo di uno o più trattamenti chimici degli amidi alimentari, derivati, per esempio, dalla fecola di patate. Con un trattamento fisico, per esempio, questi amidi vengono modificati affinchè possano avere la funzione desiderata: amalgamare gli ingredienti, legarli….Non si tratta di sostanze OGM (organismi geneticamente modificati) e sono considerate accettabili dal punto di vista sanitario. Esempio:forfato di diamido, amido acetilato.


LA LEGISLAZIONE IN MATERIA DI ADDITIVI ALIMENTARI
L'utilizzo di additivi è regolato dalla legge (Dm n. 209 del 27.2.96 e successive modifiche), che stabilisce i criteri generali di utilizzo ed enumera gli additivi autorizzati. Anche se considerati innocui, gli additivi non dovrebbero essere utilizzati se non nei casi in cui veramente indispensabili.

LISTA DEGLI ADDITIVI AUTORIZZATI
Sono ammessi solo gli additivi inseriti nella lista stabilita dall'Unione europea, e, quando è il caso, unicamente per gli alimenti indicati e nelle dosi massime fissate. Gli additivi sono suddivisi in famiglie e in funzione del ruolo che hanno, a ognuno è attribuito un codice, in vigore in tutti i paesi dell'Unione, generalmente composto dalla lettera E (per Europa) seguita da 3 o 4 cifre.

CRITERI BEFFATI
Ma nella pratica, il legislatore è il primo a beffare i criteri generali.
Esempi:
- Nessuna ragione tecnica giustifica l'utilizzo dei coloranti;
- Molti additivi, come i coloranti, spesso gli addensanti e gli esaltatori di sapidità, sono utilizzati allo scopo di camuffare la quantità o la qualità reale degli ingredienti;
- La legge autorizza più additivi del necessario, se è vero che, come provano i nostri test, alcuni di essi non sono amai utilizzati. A questo proposito, l'Unione europea ha, molto spesso, un ruolo negativo. In effetti, le direttive europee in materia sono quasi sempre più tolleranti delle disposizioni legali della maggior parte dei diversi Stati Membri.

DAVVERO INNOCUI?
Visto che i dossier tossicologici, che servono come base per l'autorizzazione degli additivi, sono, a volte, superati o insufficienti e non tengono conto dell'evoluzione delle tecniche di fabbricazione e di conservazione, la lista degli additivi autorizzati contiene ancora sostanze sospette o inutili oppure ammette dosi troppo elevate. Inoltre, alcuni studi preliminari sulla tossicità sollevano alcune problematiche:

- I test di tossicità vengono compiuti sugli animali, che però non reagiscono necessariamente allo stesso modo dell'uomo alle sostanze testate. Inoltre le reazioni individuali sono molto più variabili nell'uomo che negli animali di laboratorio;
- Nessun animale di laboratorio vive quanto un uomo (75 anni di media). E' quindi impossibile studiare in laboratorio gli effetti a lungo termine;
- Alcuni effetti sono difficili da riscontrare sugli animali di laboratorio (per esempio mal di testa, stato depressivo);
- Le dosi quotidiane autorizzate non tengono conto di possibili ipersensibilità personali;
- Gli studi di tossicità non si occupano affatto degli effetti combinati di diversi additivi assorbiti simultaneamente.

Tutto questo conferma il nostro punto di vista: gli additivi dovrebbero essere autorizzati unicamente quando sono indispensabili e il loro utilizzo, teoricamente limitati, dovrebbe essere controllato più rigorosamente.

SOLO SE INDISPENSABILI
Abbiano sempre sostenuto la politica del minor rischio, ma non significa che siamo, per principio, contrari all'utilizzo degli additivi nell'alimentazione. Crediamo, però, che questo debba essere soggetto a precise condizioni:
- Gli additivi non possono comportare rischi per la salute del consumatore: Le autorizzazioni devono considerare che alcuni additivi presentano frequenti rischi di reazioni allergiche e devono inoltre essere oggetto di aggiornamenti regolari in funzione delle nuove conoscenze;
- Gli additivi devono essere tecnicamente indispensabili e possono essere autorizzati solamente se non esistono altre soluzioni ragionevoli;
- Non possono servire a ingannare il consumatore sulla qualità degli ingredienti. I coloranti, per esempio, dovrebbero essere proibiti se utilizzati unicamente per correggere l'aspetto esteriore difettoso. Per alcuni conservanti (es: nitrati/nitriti, anidride solforosa, acido sorbico) i livelli consentiti dalla legge sono troppo elevati: il problema non risiede solo nei rischi sulla salute derivanti da consumi eccessivi, ma il punto fondamentale è che potrebbero mascherare una qualità igienica scadente. Bisogna tenere presente che i conservanti sono impiegati per mantenere entro un certo livello la presenza di microrganismi, non per ridurre il loro numero: ecco perché è fondamentale utilizzare materie prime di qualità e seguire le più scrupolose norme igieniche in tutte le fasi di produzione;
- L'utilizzo in uno stesso prodotto di tanti additivi dello stesso tipo (per esempio, due coloranti o due conservanti) dovrebbe essere vietato;
- La presenza di additivi dovrebbe essere chiaramente indicata nella lista degli ingredienti, la quale dovrebbe essere obbligatoria per tutti i prodotti, senza eccezione.

La maggior parte di queste condizioni figura nella legge sotto forma di criteri generali, ma le prescrizioni dettagliate non le rispettano. Altro problema, quello dell'etichettatura.
Alcuni prodotti, come il vino per esempio, non sono tenuti a indicare la presenza di additivi (conservanti), e questo è inammissibile, perché il consumatore dovrebbe sempre essere informato, se non altro per tenere conto delle sue eventuali allergie.

CHE COSA POTETE FARE?
- Leggete le etichette e scegliete sistematicamente i prodotti che contengono meno additivi, cioè meno E. Farete, in questo modo, capire ai produttori che scegliete, prima di tutto, prodotti di qualità e che non presentano rischi per la salute.
- Evitate i prodotti con un colore troppo appariscente, che rivela chiaramente la presenza di coloranti.
- Imparate ad apprezzare gli alimenti semplici e possibilmente non pronti, poiché la maggior parte di questi contiene molti additivi, tra cui glutammati e conservanti. Consumando molti prodotti pronti assumerete sicuramente dosi massicce di additivi. Inoltre, alcuni conservanti, tra cui soprattutto l'acido sorbico, sono consentiti in un numero decisamente troppo elevato di prodotti alimentari: ne deriva che i livelli d'assunzione tollerati giornalmente, solo per quel conservante, sono facilmente superabili anche con una dieta varia.
- Non fidatevi di liste di additivi fantasiose (come quelle, per esempio, falsamente attribuite all'ospedale francese di Villejuif), diffuse da persone che credono di fare una cosa giusta: spesso non hanno alcuna base scientifica e sono ingannevoli.

Fonte : greensite.it
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Re:GLI ADDITIVI ALIMENTARI
« Risposta #1 il: Agosto 06, 2010, 09:09:22 »
09-08-08  di GIULIANA LOMAZZI
Insidie alimentari

Uno studio pubblicato su “Lancet” attribuisce la sindrome da iperattività infantile all’uso di coloranti artificiali nei cibi. Ma tra le cause potrebbe esserci anche l’inquinamento/ Tranquillità chimica
 
Il problema della sindrome da iperattività infantile, attribuita di volta in volta alle cause più disparate, è di nuovo balzato agli onori della cronaca. Questa volta le accuse ricadono sull’uso eccessivo di coloranti negli alimenti. A puntare il dito contro gli additivi artificiali è una ricerca pubblicata sulla rivista scientifica Lancet. Secondo lo studio, la sindrome da deficit di attenzione e iperattività infantile (nota con l’acronimo Adhd) sarebbe da imputare proprio ai coloranti. L’esperimento condotto da un gruppo di ricercatori dell’università di Southampton ha rivelato che il loro consumo abituale è associato a un aumento dell’iperattività nei bambini di 3 e 8-9 anni. Ma c’è chi pensa che fermarsi alla correlazione con la presenza di sostanze chimiche nei cibi possa essere riduttivo.

Come Luciano Pecchiai, primario patologo dell’ospedale dei bambini “Vittore Buzzi” e direttore del centro di Eubiotica umana di Milano. «Non si tratta soltanto di una questione alimentare» spiega il professore, che fra le cause dell’Adhd inserisce anche l’abitudine di guardare per troppe ore al giorno la tv. I bambini si abituano a un linguaggio fatto di immagini e per loro le lezioni diventano difficili perché faticano a prestare attenzione alle parole. Ma non è tutto.

«Indubbiamente tutti i prodotti chimici, dal campo agronomico agli additivi del sistema alimentare – aggiunge Pecchiai – influiscono sulla crisi eccito-motoria e sull’incapacità di saper fissare l’attenzione nell’apprendimento. Ma su queste problematiche influiscono anche l’inquinamento ambientale e soprattutto quello da elettrosmog». Sul banco degli imputati salgono così anche lo smog e le polveri sottili, accompagnati da fili dell’alta tensione, onde dei cellulari, microonde, computer e tutto quanto è in grado di generare campi elettromagnetici. Forme di inquinamento che, secondo il professore, sono anche capaci di abbassare le difese immunitarie.

Che fare dunque per rimediare almeno in parte alle minacce che gravano sui nostri bambini? Pecchiai, antesignano dell’alimentazione e della medicina naturali (già negli anni Sessanta raccomandava l’uso di pane integrale e prodotti biologici), non ha dubbi sul valore da attribuire alla dieta: alimenti freschi, vivi e crudi, prima di tutto. Servirebbe poi un ambiente più sano, cosa non certo facile da ottenere. Il professore consiglia di contrastare i campi elettromagnetici artificiali dotandosi di un anionizzatore.

L’apparecchio, da utilizzare nella zona notte della casa, emette ioni negativi che contrastano l’attività nociva di quelli positivi prodotti dai campi elettromagnetici. Così le difese immunitarie possono risultare rafforzate e l’organismo è in grado di reagire meglio alle minacce dell’ambiente circostante.
Anche se sull’Adhd non è stata detta ancora l’ultima parola, è evidente che non è possibile cercare un unico responsabile. È perciò importante porre attenzione a tutte le potenziali minacce provenienti dall’ambiente esterno e dalla dieta, ma certamente non è auspicabile ricorrere agli psicofarmaci. (10 gennaio 2008)
 
Fonte


Post del 13/08/06

ADDITIVI ALIMENTARI:
MISCHIATI POTREBBERO ESSERE TOSSICI PER I BAMBINI

Tavolette di cioccolata, snack e succhi di frutta possono contenere additivi alimentari che abbinati con altri danno effetti neurotossici.
E’ questo in estrema sintesi l’allarme lanciato da Aiab, l’Associazione Italiana Agricoltura Biologica, che nella sua newsletter settimanale Bioagricoltura Notizie, rende noto uno studio britannico della Soil Association e Organix, che hanno svolto un lavoro triennale insieme all'Università di Liverpool sugli effetti combinati di quattro additivi alimentari comuni, dimostrando un conseguente effetto neurotossico degli stessi.

Gli additivi in questione, largamente impiegati in prodotti alimentari, soprattutto quelli destinati ai bambini, sono: E 133 blu brillante, E 621 glutammato monosodico, E 104 giallo di chinolina, E 951 aspartame.

La combinazione di questi additivi alimentari sortisce un effetto sinergico di neurotossicità largamente più potente di ciascuno dei prodotti preso singolarmente. L'effetto sulle cellule neuronali è risultato di 4 volte superiore nel caso del blu brillante in combinazione con il glutammato monosodico, e fino a 5 volte superiore quando il colorante giallo viene combinato con l'aspartame. Lo studio indica che gli effetti sulle cellule neuronali sono di rallentare la loro crescita e di interferire con il corretto funzionamento dei segnali trasmessi.

Lo studio è stato condotto su due modelli in vitro di cellule derivanti da neuroblastomi di topo per studiarne la crescita neuronale. Nel primo modello di studio le cellule sono state sottoposte a un singolo additivo o a una miscela che producesse lo stesso effetto inibitorio per provare o smentire l’ipotesi di interazione sinergica fra le sostanze. Nel secondo modello, le cellule sono state inoculate con miscele di additivi in concentrazioni diverse per valutarne gli effetti. É stata, inoltre, condotta un’analisi su alcuni prodotti alimentari per verificare la presenza degli additivi nei cibi da consumo.

I risultati emersi dallo studio indicano che le quattro sostanze, testate a coppie, hanno espresso effetti sinergici marcati nella riduzione della crescita neuronale, vale a dire che l’effetto inibitorio della somministrazione combinata delle sostanze è maggiore della somma degli effetti di ogni sostanza somministrata singolarmente. In particolare, la coppia formata dal colorante giallo di chinolina e dall’aspartame ha sortito la sinergia maggiore, ma anche gli altri additivi testati hanno mostrato un comportamento sinergico significativo. Nei cibi esaminati sono sempre stati trovati più di un additivo alimentare. In molti dolci per bambini sono stati trovati il blu brillante e il giallo di chinolina, mentre negli snack a base di mais sono stati riscontrati sia l’aspartame che l’acido glutammico.

“Questo nuovo studio dimostra ancora una volta”, commenta Andrea Ferrante, presidente di Aiab, “come sia importante la ricerca per verificare la sanità dei cibi che mangiamo. Ancora sono poco noti, infatti gli effetti della maggior parte degli additivi alimentari così come bisognerebbe verificare la pericolosità dell’effetto congiunto di questi con residui di pesticidi riscontrabili nei cibi, ad esempio, possibilmente misurandone gli effetti nel lungo periodo”
Lo studio completo è consultabile sul sito www.aiab.it L’Ufficio stampa Aiab 333.2164430

Fonte: CFA Monferrato
Cristiana

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