26 novembre 2007
Food Tech è un impianto che utilizza una tecnologia molto innovativa, e consente di rimuovere un contaminante tossico, l'acrilammide, che si forma in alcune categorie di alimenti in seguito ai normali processi di cottura. Il progetto è stato sviluppato dall'Università di Udine in collaborazione con Stalam, azienda leader nei processi di cottura industriale degli alimenti, e promette di risolvere un problema di tossicità alimentare da tempo al vaglio delle autorità sanitarie europee.
di Fabrizio Palasciano
L’impianto, modulare ed altamente versatile, è progettato per essere posizionato a valle di qualsiasi processo di cottura industriale, e consente di ottenere alimenti identici, per caratteristiche sensoriali e nutrizionali, al prodotto tradizionale, ma epurati dalla sostanza tossica.
Nell’Aprile del 2002 alcuni ricercatori svedesi osservarono la presenza in molti alimenti di un contaminante denominato acrilammide.
E’ da allora che si diffonde la consapevolezza da parte delle autorità, delle industrie alimentari, dei consumatori, che molti alimenti contengono elevate quantità di questa sostanza. Gli studi scientifici condotti su cavie da laboratorio hanno evidenziato come l’esposizione all’ acrilammide induca modificazioni genetiche, cancro, e ad alte dosi, danni neurologici e riduzione della fertilità. L’ Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha classificato l’acrilammide come “sostanza tossica e potenzialmente carcinogenica per l’uomo”.
L’impianto “Food Tech”, è stato sviluppato e realizzato grazie alla collaborazione dei ricercatori dell’ Università di Udine con Stalam, azienda leader nel mondo della produzione di impianti di riscaldamento, cottura e sterilizzazione a radiofrequenze per l’industria alimentare.
Il progetto “Food Tech” consente per la prima volta di ottenere degli alimenti privi della sostanza tossica, soddisfando i requisiti richiesti dalle multinazionali, dalle grosse catene distributive, ma soprattutto dal limite di legge in fase di formulazione a livello comunitario.
La tutela brevettuale di questo tipo di tecnologia, permette a “Food Tech” di presentarsi in pole-position su un mercato di riferimento di notevoli dimensioni in quanto costituito da tutte le industrie che producono alimenti a base amidacea.
Fonte: italianinnovation.it