01/02/07Roma, 31 gen . (Adnkronos Salute) - Servono per curare ma sono anche i principali responsabili delle intossicazioni nel nostro Paese. I farmaci rappresentano, infatti, il 34% delle 67.000 richieste di consulenza ricevute ogni anno nei centri antiveleno.
E i bambini sono particolarmente a rischio: fra tutti i tipi di intossicazione, non solo legate ai medicinali, il 44% dei casi riguarda proprio i piccoli sotto i 5 anni, secondo dati pubblicati sul Bollettino epidemiologico nazionale dell' Istituto superiore di sanità.
Dunque, il caso della
bimba di cinque anni di Benevento morta probabilmente per shock anafilattico da antibiotico è un evento raro che però non sorprende gli esperti. ''I farmaci - spiega all'ADNKRONOS SALUTE, Giovanni Biggio, presidente della Società italiana di farmacologia (Sif) - sono strumenti formidabili per la nostra salute, ma vanno utilizzati con cura perché possono essere anche molto pericolosi.
Che ci siano effetti collaterali anche gravi non sorprende. Importante, però, è prevenire potenziando la formazione degli operatori e la farmacovigilanza che deve tenere conto anche dell'età dei pazienti.
Oggi la segnalazione degli effetti avversi, purtroppo, è generica, e non prevede una raccolta dati per fasce d'età. Sarebbe invece necessaria una particolare attenzione per i bambini e gli anziani''. Un progetto per il quale la Sif si sta già attrezzando sul suo sito Internet (
http://www.sifweb.org/index.php), su cui è attivo un sistema per la segnalazione di effetti avversi che ha raccolto circa unmilione di segnalazioni in un anno, tutti dati messi a disposizione delle istituzioni.
Per quanto riguarda invece le intossicazioni, dai dati raccolti al Centro antiveleni di Milano - centro di riferimento nazionale a cui arriva circa il 60% delle richieste di consulenza tossicologica inoltrate a tutti i centri, presso cui è attivo un sistema informatizzato di rilevazione dei casi e che collabora con l'Iss - nel 2004 su 19.539 richieste di consulenza legate ai farmaci, risulta accidentale circa la metà dei casi (49%). E, tra questi, il 69% riguarda proprio i bambini di età inferiore a 5 anni, mentre le intossicazioni legate a errori terapeutici sono risultate pari al 14%. Sotto accusa, per quanto riguarda i medicinali, soprattutto analgesici e anti-infiammatori (13%) ma anche: sedativi, ipnotici, antipsicotici e antidepressivi (10%); antistaminici (8%); ormoni (7%); antibiotici (6%); prodotti per la profilassi della carie dentaria (fluoro) (3%); antisettici (3%) e perfino i disinfettanti, classificati come prodotti parafarmaceutici, associati al 6% dei casi di intossicazione accidentale.
In generale gli effetti collaterali dei farmaci - come improvvisi sanguinamenti, macchie, rossori o altri danni cutanei, ipotensione o ipoglicemia che sono i piu' comuni - spingono circa 400 italiani al giorno al ricovero in ospedale, come ha recentemente ricordato Silvio Garattini, direttore dell'Istituto Mario Negri di Milano. ''Tanti sono, secondo dati del ministero della Salute, i ricoveri legati all'uso dei medicinali nel nostro Paese. Problemi, pero', che il semplice buon uso dei farmaci non puo' evitare'', ha detto l'esperto. Il problema, sottolinea il farmacologo, e' che i farmaci da ''strumento di salute'' stanno diventando ''beni di consumo''.
Basta guardare i numeri. In Italia, ha ricordato Garattini, ogni giorno il Servizio sanitario nazionale spende in farmaci circa 32 milioni di euro e gli italiani ne tirano fuori direttamente altri 17 milioni. E, sempre ogni giorno, circa 30mila informatori farmaceutici visitano dagli 8 ai 10 medici ciascuno. Per non parlare dei mass-media, cui quasi ogni giorno viene annunciata qualche nuova scoperta: giornali e tv creano una grande attesa fra malati e familiari, ''la quale purtroppo - ha detto Garattini - si traduce spesso in una delusione''.
(Red-Ram/Adnkronos Salute)
Fonte:
ADN Kronos - Mer 31 Gen
Le controindicazioni “letali” della ricetta del farmacista Roma - Un farmaco può uccidere. È la peggiore delle controindicazioni ma quelle scritte sui foglietti illustrativi non sono un’iperbole, anche se il più delle volte non vengono lette, con estrema superficialità. Il caso della bambina di cinque anni che a Benevento è morta probabilmente per shock anafilattico da antibiotico, è un evento raro ma non impossibile. I farmaci, secondo i dati pubblicati sul Bollettino epidemiologico nazionale dell’Istituto superiore di sanità, sono i principali responsabili delle intossicazioni in Italia e rappresentano il 34% delle 67mila richieste di consulenza ricevute ogni anno nei centri antiveleno. Sono a rischio soprattutto i bambini, soprattutto i piccoli sotto i 5 anni. «I farmaci – spiega Giovanni Biggio, presidente della Società italiana di farmacologia – sono strumenti formidabili per la nostra salute, ma vanno utilizzati con cura perché possono essere anche molto pericolosi. Che ci siano effetti collaterali anche gravi non sorprende. Importante, però, è prevenire potenziando la formazione degli operatori e la farmacovigilanza che deve tenere conto anche dell’età dei pazienti. Oggi la segnalazione degli effetti avversi, purtroppo, è generica, e non prevede una raccolta dati per fasce d’età. Sarebbe invece necessaria una particolare attenzione per i bambini e gli anziani». E sul suo sito la Sif (
www.farmacologiasif.unito.it) ha raccolto circa un milione di segnalazioni in un anno tutte relative agli effetti collaterali.
Quanto alle intossicazioni, secondo i dati del Centro antiveleni di Milano, punto di riferimento a livello nazionale, nel 2004 su 19.539 richieste di consulenza legate ai farmaci, circa la metà dei casi risulta accidentale, mentre per il 14% si tratta di errori terapeutici. Al primo posto nella black list dei medicinali ci sono gli analgesici e gli anti-infiammatori, con un 13% di casi, e a seguire ci sono sedativi, ipnotici, antipsicotici e antidepressivi (10%), ma figurano persino i prodotti per la profilassi della carie dentaria e i disinfettanti. Tra gli effetti collaterali più frequenti ci sono sanguinamenti, macchie e rossori o altri danni cutanei, ipotensione o ipoglicemia. Fiscono per dover ricorrere alle cure mediche, così, circa 400 italiani al giorno, secondo le stime dell’Istituto Mario Negri di Milano.
Il problema, secondo il direttore Silvio Garattini, è che i farmaci si stanno trasformando in «beni di consumo». Del resto come dargli torto se tanti giovani, soprattutto le donne, hanno in borsa medicinali per ogni tipo di evenienza e al primo mal di testa ingoiano una pillola. È la televisione a creare tante aspettative, spesso disattese. Anche un recente studio che arriva direttamente dall’America dice che gli spot sui farmaci trasmessi dalla tv commerciale “gonfiano” i consumi, facendo leva sulla sensibilità dei telespettatori e sulle loro emozioni, fino a spingere i cittadini a chiedere farmaci di cui non hanno davvero bisogno. L’indagine ha preso in esame ben 31 prodotti sponsorizzati, ma le aziende si difendono assicurando che quelli erano spot “datati” ed ora il marketing farmaceutico è più responsabile. Il largo consumo di medicinali è anche all’origine dell’aumento di allergie da farmaci nei paesi industrializzati. I più “pericolosi” sono gli antibiotici, i mucolitici per via inalatoria, persino l’insulina e alcuni anestetici. Per fortuna, questo tipo di allergie tende a risparmiare i bambini e a colpire la fascia di età compresa tra i 15 e i 40 anni. La forma allergica, di norma, si manifesta non alla prima ma alla seconda assunzione del farmaco e può arrivare ad essere letale, quando si parla ancora una volta di shock anafilattico. Insomma, viste le premesse, o meglio le conseguenze, è meglio andarci piano con i farmaci. Eppure gli italiani spengono ogni giorno in farmacia circa 17 milioni di euro, cui vanno ad aggiungersi i circa 32 milioni del Servizio sanitario nazionale. E dire che le “nonne” sapevano risparmiare sui farmaci e forse facevano davvero bene a non esagerare.
Mariangela MarianiFonte:
ilmeridiano.info