Negano che sia stato mai pronunciato il no agli antinfiammatori, vogliono far dimenticare il protocollo criminale “Tachipirina e vigile attesa” che tanti morti ha causato. Ci sono i testi, pubblici, di Oms e Lancet. Non potete negare, noi non dimentichiamo.18 Marzo 2020No ibuprofene, tachipirina ok. Ecco i farmaci da non prendereL'allarme viene lanciato dall'Organizzazione mondiale della sanità. Chi sospetta un contagio da Coronavirus non deve assumere ibuprofene, uno dei più diffusi antinfiammatoridi Emanuela FontanaL'allarme viene lanciato dall'Organizzazione mondiale della sanità. Chi sospetta un contagio da Coronavirus non deve assumere ibuprofene, uno dei più diffusi antinfiammatori. Dietro questa raccomandazione ufficiale, espressa dal portavoce dell'Oms Christian Lindmeier, ci sarebbero una serie di osservazioni avviate in più Stati sugli effetti degli antinfiammatori in pazienti affetti da Covid-19 nella fase inziale della malattia. Per ora l'Oms avverte di non ashttp://www.cristianadistefano.it/forum/Smileys/default/lipsrsealed.gifsumere ibuprofene senza aver prima consultato un medico. Dal quartier generale di Ginevra, Lindmeier ha chiarito: «Raccomandiamo il paracetamolo, non l'ibuprofene per l'automedicazione». Non esistono studi che possano collegare l'assunzione di anti-infiammatori con un aumento dei tassi di mortalità da Coronavirus, ma gli scienziati stanno lavorando per far luce sul ruolo di alcuni farmaci nella fase iniziale dell'infezione, un momento a detta degli esperti molto delicato, perché è il periodo in cui il corpo si «arma» per affrontare il virus.
Un avvertimento ulteriore arriva dalla Francia, da cui sarebbero partite le prime avvisaglie. La raccomandazione ha carattere di assoluta ufficialità. Sul suo profilo Twitter, Il ministro della Salute, Olivier Veran, ha scritto che «l'assunzione di farmaci anti-infiammatori (ibuprofene, cortisone...) potrebbe essere un fattore aggravante dell'infezione. Se avete la febbre», ha avvisato il titolare della sanità del governo di Parigi, «prendete il paracetamolo. Se state già assumendo farmaci antinfiammatori o in caso di dubbio, chiedete consiglio al medico». Alla stessa conclusione è arrivata di recente la rivista scientifica Lancet, spingendosi a scrivere che «alcuni farmaci, incluso l'ibuprofene, possano rappresentare un rischio per i pazienti con Covid-19 che soffrono anche di ipertensione o diabete». Un avviso che nella giungla delle fake news sta acquistando sempre più consistenza. In Italia a una conclusione simile era arrivato nelle scorse ore un messaggio che girava via Whatsapp e attribuito a un medico di un ospedale milanese, messaggio poi smentito dall'ospedale e dal diretto interessato. Ma l'Oms ha ritenuto opportuno dare comunque una linea. Il senso della raccomandazione è soprattutto quello di attenersi alle prescrizioni del proprio medico curante. I medici di famiglia raccomandano per chi sospetta di essere infettato, o per chi vive il coronavirus da casa, paracetamolo come antipiretico per il controllo della temperatura, insieme a un'attenta auto-osservazione dei cambiamenti del proprio corpo: tosse, respiro corto. Il rischio fai-da-te deve assolutamente essere scongiurato. Intanto la corsa al vaccino, dopo gli annunci dagli Stati Uniti della prima sperimentazione su uomo (la prima una donna di 43 anni), prosegue con un'accelerazione europea. La presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha detto in un messaggio via social di sperare «che potremo avere un vaccino sul mercato forse prima dell'autunno. Ieri ho parlato con il management di una società di ricerca innovativa di Tubinga. Lavorano su una tecnologia promettente per sviluppare un vaccino. L'Ue fornisce loro fino a 80 mln di euro. Questo potrebbe salvare vite in Europa e anche nel resto del mondo». Per quanto riguarda una delle ricerche più avanzate su un vaccino italiano, quello della Takis, azienda di Castel Romano, la sperimentazione sull'uomo «potrebbe partire in autunno». Intanto l'Aifa, l'agenzia del farmaco, ha annunciato una novità importante: partirà finalmente «giovedì prossimo» su 330 pazienti affetti da Covid-19 «un ampio studio di fase 2 per valutare efficacia e sicurezza» del farmaco anti-artrite reumatoide Tocilizumab, un antinfiammatorio già somministrato con buoni risultati in alcuni ospedali italiani.