Autore Topic: Amianto e Silice fonte di cancerogenesi. Le attività di Arpa  (Letto 10371 volte)

cristiana

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Post del 11/09/06

Ricevo da luca questo materiale e lo inserisco nei documenti del forum a disposizione di chiunque.
Grazie Luca
 


Prevenzione della cancerogenesi di origine ambientale.
Il contributo di Arpa


Perché uno speciale sulla cancerogenesi

di Giancarlo Naldi*

ArpaRivista è impegnata fin dalla sua origine nello sforzo di pubblicare i risultati
di studi e richerhe, nonché le opinioni e il dibattito che si sviluppa sui temi della
prevenzione ambientale e dei rischi per la salute da fattori di origine ambientale.
Il nostro sforzo è soprattutto teso a raggiungere quel difficile punto d’equilibrio
in cui si trova un approccio semplice a temi difficilissimi, un linguaggio accessibile
e divulgativo senza troppo togliere al rigore scientifico.
Per la conferenza “Framing the future in light of the past: living in a chemical
world ” organizzata dal Collegium Ramazzini abbiamo voluto pubblicare questo
speciale sul tema della cancerogenesi di origine ambientale.
Vogliamo evidenziare ai nostri lettori che siamo consapevoli dell’intreccio ben
più complicato tra i tipi di inquinamento e i meccanismi della cancerogensesi.
Per testimoniare comunque l’impegno di Arpa in questa area di lavoro, abbiamo
scelto solo alcuni dei principali settori di attività.
Ci scusiamo con i lettori e anche con i colleghi che non vedranno qui evidenziato
il loro lavoro, ci saranno altri momenti per sviluppare questo argomento.
In tal senso siamo ben lieti di ricevere osservazioni, critiche e proposte.


La prevenzione nel DNA di Arpa Emilia-Romagna

di Edolo Minarelli*

Nell’inserire il termine “prevenzione” nella denominazione della propria
Agenzia Ambientale, la Regione Emilia-Romagna ha voluto sottolineare sin dall’inizio
il suo impegno a favorire tutte quelle iniziative, programmi e politiche
atte a prevenire i danni all’ambiente e alla salute dell’uomo. I contaminanti
ambientali contribuiscono all’insorgenza di numerose patologie cronico-degenerative,
ma la correlazione inquinamento-tumore non rappresenta solo un
paradigma scientifico, perché l’impatto emotivo che genera nella popolazione
spinge a profondere ogni energia affinché il rischio possa essere minimizzato.
Arpa-ER si è dotata di strutture e competenze per meglio indagare e comprendere
gli effetti dell’inquinamento ambientale sulla salute dell’uomo, per espandere
il raggio delle proprie conoscenze e per meglio condividere le proprie
esperienze. Se da un lato ci sono laboratori deputati alla identificazione e quantificazione
dei contaminanti, spesso con tecnologie avanzate e apparecchiature
sensibilissime, dall’altro ci sono strutture concentrate su aspetti specifici della
contaminazione ambientale (amianto, traffico urbano, radiazioni, fitofarmaci,
microinquinanti organici). Arpa-ER ha anche strutture che affiancano all’attività
analitica una più intensa attività di ricerca, quali la Struttura tematica di
Epidemiologia Ambientale, l’eccellenza di Mutagenesi Ambientale e l’Eccellenza
di Cancerogenesi Ambientale che, in stretta collaborazione con le aree analitiche,
coprono tutti gli aspetti legati allo studio e alla comprensione delle cause,
dei meccanismi e degli effetti che possono determinare un rischio per la salute
umana. Non va poi dimenticato che Arpa-ER ha anche il compito del controllo
della qualità e sicurezza alimentare, un ulteriore strumento da utilizzare per la
tutela della salute umana soprattutto in funzione del ruolo fondamentale che
l’alimentaze svolge nell’indurre o prevenire le patologie cronico-degenerative.
* Direttore Generale Arpa Emilia-Romagna

Epidemiologia ambientale Metodi di studio e applicazioni
L’epidemiologia ambientale è un importante strumento di studio
nella protezione della salute, per la sua capacità di valutare
i fattori di rischio ambientale come causa di malattia.
di Paolo Lauriola*
Introduzione
L’epidemiologia ambientale si focalizza sui fattori di rischio ambientale come
determinanti. Questi fattori possono essere variamente classificati a seconda
delle loro caratteristiche, ad es. come fattori di rischio: biologici, chimici, fisici,
psico-sociali o correlati alla sicurezza.
La Struttura Tematica di Epidemiologia Ambientale partecipa attivamente al
processo di gestione/traduzione del database ICSC (International Chemical
Safety Cards), con lo scopo di renderlo uno strumento fruibile da coloro che
cercano informazioni controllate e convalidate sulle sostanze chimiche.
L’utilizzo di questo strumento può aiutare gli operatori interessati da una
“emergenza sanitaria/ambientale”, in quanto le schede ICSC raccolgono informazioni
sul rischio per la salute e l’ambiente.
ALCUNI STUDI CONDOTTI DA Arpa:
Studio sul tumore al polmone nel distretto ceramico modenese
Dai dati di mortalità degli anni 1987-1996 emergeva nel comune di Fiorano
Modenese un eccesso per il tumore del polmone. Al fine di individuare i fattori
di rischio coinvolti è stato condotto uno studio caso-controllo. L'esposizione
all'inquinamento atmosferico da polveri è risultata significativamente associata
ad un aumento del tumore del polmone. I risultati dello studio hanno stimolato
l'Amministrazione Comunale di Fiorano a intraprendere azioni per il controllo
delle emissioni inquinanti in atmosfera. Il lavoro svolto si può definire
come esempio di "buona" integrazione tra conoscenza epidemiologica del territorio
ed interventi preventivi da parte delle Amministrazioni locali.
* Direttore Struttura tematica Epidemiologia Ambientale.



Studio sul tumore al polmone nel Comune di Ravenna
Il progetto, avviato nel 2001 in seguito alla convenzione tra Provincia di
Ravenna, Arpa e Azienda USL, ha preso spunto da osservazioni di carattere
socioeconomico, demografico, ambientale, industriale e sanitario dell’area nella
quale si era rilevato un elevato tasso d’incidenza di cancro del polmone.
Obiettivo del progetto è valutare gli effetti dell’esposizione all’inquinamento
atmosferico dovuto alle tre fonti presenti (polo industriale, porto commerciale,
traffico veicolare), sulla popolazione, in relazione alla collocazione spaziale
(georeferenziazione).
E’ stato effettuato uno studio caso-controllo retrospettivo basato su un campione
della popolazione del Comprensorio di Ravenna, in cui i casi ed i controlli
sono soggetti di sesso femminile deceduti negli anni 1990-1999.
Lo studio ha messo in luce un eccesso di rischio significativo in relazione ad
indicatori surrogati dell’esposizione alle polveri.
Studio sull'inquinamento da benzene a Modena
E’ stata condotta una analisi di impatto sanitario dell’esposizione
al benzene della popolazione residente nell’area
urbana. Primo passo della procedura di impact assessment
è stato la stima della media annua di concentrazione di benzene
outdoor, integrando i dati delle centraline fisse e dei
campionamenti effettuati in 73 siti della città con diverse
caratteristiche. Utilizzando dati di letteratura si è poi ricavata
la media di esposizione della popolazione nell’anno
2000 e il suo andamento storico (1980-2000) ottenuto
modulandola sull’andamento delle emissioni da traffico veicolare.
Obiettivo finale la stima dei nuovi casi di leucemia attribuibili
annualmente al benzene. L’analisi è stata condotta utilizzando
due diversi approcci: uno basato sul concetto di
esposizione life-time media ed uno basato sull’esposizione
pesata diversamente in funzione della distanza temporale. I
risultati hanno permesso di identificare l’ordine di grandezza
degli eventi sanitari attribuibili al benzene ed hanno evidenziato
la criticità della scelta del metodo di stima dei casi
attesi.


La cancerogenesi ambientale Le attività in Arpa Emilia-Romagna
Alcune note sulla disciplina e i progetti di Arpa Emilia-Romagna,
lo scenario e il caso specifico degli interferenti endocrini.
di Annamaria Colacci*

La cancerogenesi è il processo multifasico attraverso cui in un organismo animale
insorge e progredisce un tumore. L’obiettivo primario della cancerogenesi
ambientale è la prevenzione del tumore da esposizione ad agenti fisici, chimici o
virali presenti naturalmente nelle matrici ambientali o introdotti
nell’ambiente dall’uomo.
Sono compiti della cancerogenesi ambientale l’identificazione
e la classificazione dei cancerogeni, l’individuazione delle
interazioni con le componenti cellulari, la comprensione dei
meccanismi di azione e la valutazione del rischio correlato
all’esposizione. In una accezione più ampia e più moderna il
concetto di cancerogenesi ambientale si espande fino a
includere tutti quegli aspetti della tossicologia che mirano
a valutare la globalità degli effetti correlati all’esposizione
e il grado di pericolosità di un agente, una sostanza, o un
processo.
Per questo motivo l’eccellenza di cancerogenesi ambientale
comprende anche due specializzazioni di tossicologia
sperimentale e di tossicogenomica. La specializzazione
di tossicologia sperimentale è focalizzata sulla messa
a punto, implementazione e utilizzo di batterie di test basati su modelli sperimentali
in vitro per lo screening di possibili cancerogeni e miscele complesse,
predittivi del rischio per l’uomo (in particolare test di trasformazione, chemiotassi,
test di invasività in Matrigel, test di proliferazione e clonogenicità, modelli
di organo).

La specializzazione di tossicogenomica mira alla valutazione delle interazioni
gene-ambiente mediante l’applicazione di tecniche di indagine innovative
(microarray) e allo studio degli aspetti meccanicistici dei contaminanti ambientali
ad attività iniziante e promovente.
Queste competenze consentono all’eccellenza di porsi come punto di riferimento
per tutte le problematiche correlate allo screening dei cancerogeni, per la
identificazione e la valutazione del potenziale oncogeno di miscele complesse
presenti nelle matrici ambientali, per la valutazione di rischi per la salute correlati
all’esposizione, incluso la valutazione dei rischi negli alimenti, per l’individuazione
di marcatori di esposizione e rischio da utilizzare nel monitoraggio
delle popolazioni esposte.
L’eccellenza di cancerogenesi ambientale ben si colloca, dunque, in un contesto
regionale come riferimento per la valutazione del rischio dei processi e prodotti
presenti nella Regione (inceneritori, discariche, siti contaminati etc.) e a supporto
dell’attività di controllo sulla salubrità degli alimenti operata sia da Arpa
che dalle AUSL.
La nuova tecnologia dei microarray e l’esperienza maturata in questo campo
negli ultimi tre anni hanno consentito di porre le basi per un traguardo più
ambizioso, da raggiungere in collaborazione con l’AUSL di Bologna, per la costituzione
di un gruppo riferimento nel campo della tossicogenomica e della nutrigenomica.
L’eccellenza cancerogenesi ambientale svolge attività di ricerca nell’ambito di
numerosi progetti finanziati dal CNR, MIUR e Ministero della Salute su temi di
salute ambientale e prevenzione dei tumori, in particolare sugli effetti delle
radiazioni ionizzanti, con lo scopo di identificare marcatori precoci di esposizione
e di rischio, e sulla identificazione dei contaminanti degli alimenti, con un
progetto che prevede la messa a punto di metodi innovativi per l’identificazione
rapida e precisa di inquinanti in diverse matrici alimentari.
Un discorso a parte merita l’impegno nella valutazione del rischio da interferenti
endocrini (www.edenetwork.it), composti di origine naturale o antropica,
largamente presenti in tutte le matrici ambientali (acqua, suolo, sedimenti,
aria). Gli interferenti endocrini sono responsabili di disfunzioni dell’apparato
riproduttivo di tutte le specie animali e sono probabilmente coinvolti nell’incremento
di incidenza di patologie tumorali ormono-dipendenti.

Fonte: www.arpa.emr.it/arparivista
Cristiana

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