Autore Topic: Il dentifricio che fa male  (Letto 35020 volte)

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Il dentifricio che fa male
« il: Agosto 16, 2010, 11:55:25 »
I dentifrici, nostri preziosi alleati per l’igiene orale, possono in realtà tramutarsi in insidiosi nemici della nostra salute: tutto dipende dalla loro composizione, come rivela un’inchiesta de “Il Salvagente”.

Gli antichi per rendere i loro denti bianchi e scintillanti usavano strofinarli con una foglia di salvia.
Un rimedio tutt’altro che inefficace vista l’azione antisettica del suo olio essenziale come ci ha spiegato il dottor Roberto Bianchi (vedi la rubrica Bocca salva con la salvia). Infatti in commercio ci sono vari dentifrici che contengono proprio estratti di questa pianta medicinale. Purtroppo però molte aziende cosmetiche farciscono invece le loro paste dentifrice con componenti nient’affatto naturali e addirittura dannosi per la nostra salute. Lo rivela un’indagine del settimanale il Salvagente (n°39, 2004) che ha testato 12 dentifrici tra i più diffusi in commercio trovando tracce di triclosan e di formaldeide.

Il triclosan è un antibatterico dalla struttura chimica simile alla diossina utilizzato come conservante.
Lo troviamo anche in detersivi e detergenti, ma il Ministro della Sanità svedese sconsiglia ai cittadini prodotti che lo contengano in quanto, stando a recenti studi dell’Università di Stoccolma, questa sostanza può accumularsi dei tessuti degli organismi viventi (ne sono state trovate tracce nei pesci e nel latte materno) causando un’alterazione della funzionalità epatica e polmonare, paralisi, sterilità e alternazione immunitaria.

Dello stesso parere l’Epa, l’agenzia per la protezione ambientale degli Stati Uniti che l’ha inserito nell’elenco dei pesticidi. L’Unione Europea, invece, non l’ha ancora messo al bando. “Anzi il Ssc (Scientific steering committe) della Commissione Europea ha stabilito”, come spiega a Il Salvagente Gianfranco Di Natale dell’Unipro (Associazione italiana delle industrie cosmetiche), “che il triclosan è un utile ed efficace biocida, utilizzato con sicurezza da più di 35 anni in molti prodotti, inclusi quelli per l’igiene orale”.

Nell’attesa che la comunità scientifica emetta un unanime responso su questo conservante a noi consumatori, per prudenza, non resta che orientarci su dentifrici triclosan free. Da escludere quindi Iodosan, Pasta del Capitano, Colgate Total e Mentadent T che ne recano invece traccia.

I restanti dentifrici tutti promossi? No: su 12 solo 4 hanno passato il test. Oltre al triclosan causa di bocciatura è anche la presenza di liberatori di formaldeide (sostanza classificata come cancerogena dal Centro internazionale di ricerca sul cancro e classificata come cancerogena, mutogena e tossica dall’Ue) e di additivi come i parabeni che si comportano come gli estrogeni e proprio per questo ritenuti cancerogeni da una parte della comunità scientifica.

Si sono meritati un medio-buono: Az Kids, Neo Emoform antiplacca e Mentadent kids. Ottimo è stato assegnato solo al dentifricio della Weleda il cui prezzo, però, è di 3-4 volte superiore alla media (1,5-2euro).


Amalia Ottolini
25/8/2005


Fonte: buonpernoi.it
Cristiana

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Re:Il dentifricio che fa male
« Risposta #1 il: Agosto 16, 2010, 12:31:09 »
Denti brillanti? Attenzione

In commercio ci sono molti prodotti che promettono di sbiancare i denti. Ma meglio usarli con cautela: contengono spesso alti livelli di sostanze pericolose perché l’Italia continua a ignorare le direttive Ue che ne limitano l’uso.

Dai dentifrici alle paste per finire con le strisce: sono molti i prodotti in commercio che promettono di togliere quelle opacità dai denti che “rattristano” il nostro sorriso.

Però quando li acquistiamo al supermercato o in farmacia facciamo attenzione al livello di perossido di idrogeno che contengono, altrimenti, credendo di sbiancare i denti, finiamo invece per danneggiarli irreparabilmente.

Come mai? Il punto è che l’Italia non ha ancora recepito la direttiva Europea per prodotti cosmetici (76/768/EEC), secondo la quale la concentrazione di perossido di idrogeno nei prodotti per la cura orale non può superare lo 0,1%.
Nel nostro Paese, a differenza di quello che accade nel resto d’Europa, possono essere venduti liberamente al pubblico prodotti sbiancanti con concentrazioni di perossido superiori allo 0,1%, prodotti che invece sarebbero da utilizzare sotto la supervisione di uno specialista.

E la ragione è presto detta. L'eccesso o l’uso cronico di sbiancanti ad alte dosi di perossido può provocare ipersensibilità, danneggiare lo smalto, indurre carie, gengiviti e, nei soggetti predisposti, sviluppare fenomeni di sensibilizzazione.

“L'uso indiscriminato di sostanze sbiancanti, che si somma all'utilizzo di dentifrici dall'effetto abrasivo "meccanico", di gomme da masticare, mette a rischio lo smalto, lo consuma irreparabilmente” ha spiegato Roberto Callioni, presidente Andi (Associazione Nazionale Medici Dentisti Italiani), a Salute (supplemento di Repubblica 22/06/06) che ha condotto un’indagine sul contenuto di perossido di idrogeno nei prodotti sbiancanti più utilizzati.

Su sette prodotti testati solo due non contengono il perossido di idrogeno: Aquafresh e Blanx the white Show. Negli altri, invece, è ben presente, ma, eccezion fatta per il gel sbiancante di Crystaldent, non è nemmeno indicata in etichetta in quale percentuale. Insomma se volete sbiancare i vostri denti, state alla larga da quei prodotti che non danno garanzie e cioè da AZ whitestrips, Oral B Rembrant- whitening pen, Curasept-gel sbiancante, Iodosan Simple gel sbiancante.

Fonte: Salute (supplemento la Repubblica) del 22 giugno 2006
Alessandra Mariotti
7/9/2006
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