01/02/2009
di Anna Benedetto
LUCCA – Utilizzare bocconi avvelenati è un reato perseguibile per legge, che deve essere denunciato alle autorità di polizia. Chiunque rinvenga materiale di questo tipo è tenuto a denunciarlo alle autorità ed alla Asl. Lo ribadisce una recente ordinanza del Ministero della Salute, che abbiamo pubblicato la scorsa settimana.
Ma come comportarsi in caso di avvelenamento di un animali?
“Il veterinario è il punto di riferimento essenziale – si legge sul sito del ministero della salute -. Qualora si verifichi un evento potenzialmente pericoloso come ingestione di veleni o sostanze tossiche (topicidi, pesticidi, fitofarmaci, lumachicidi o sostanze non note) oppure sovradosaggio o scambio accidentale di farmaci, ingestione di piante, funghi, ecc. da parte di animali domestici è necessario valutare subito il rischio di intossicazione, contattare un medico veterinario o recarsi presso il più vicino pronto soccorso veterinario”.
La raccolta delle seguenti informazioni è estremamente importante per poter rispondere alle domande del medico veterinario: identificare nel modo più preciso possibile la sostanza con la quale il nostro animale è venuto a contatto (nome commerciale del prodotto ed eventuali indicazioni di rischio in etichetta); osservare le caratteristiche macroscopiche del prodotto: odore, colore, aspetto (es. schiumosità); fornire indicazioni circa la quantità assunta in modo accidentale o intenzionale; comunicare la via di esposizione (inalazione, ingestione, contatto cutaneo ecc.); indicare il luogo (aperto o chiuso); comunicare il tempo trascorso dall'ingestione e tra l’ingestione e la comparsa di eventuali sintomi.
In caso di animale deceduto chiamare il veterinario per fare tutti gli accertamenti del caso oppure prelevare l’animale morto ed inviarlo, tramite un Veterinario, all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale che provvederà ad effettuare gli esami di laboratorio per accertare la causa del decesso e segnalare l’episodio al Servizio veterinario dell’ASL competente per territorio e agli Organi di Polizia.
In caso di ritrovamento di esche avvisare gli Organi di Polizia ed il Servizio veterinario della ASL competente per territorio oppure, in caso di impossibilità di un intervento immediato da parte delle Autorità competenti, prima di raccogliere qualunque materiale sospetto munirsi di guanti e mascherina. Il materiale raccolto, accuratamente custodito e trasportato in contenitori di plastica chiusi ermeticamente, deve essere inviato, tramite un Veterinario, all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale.
Come si presentano le esche? Carcasse di piccoli animali (quaglie, piccioni, polli) imbottiti di veleno, uova avvelenate, salsicciotti imbottiti di veleno, pezzi di prosciutto avvelenati, polpette di carne cruda, palline da tennis ripiene di veleno. Le esche possono contenere anche altre sostanze mortali come chiodi, spilli, vetro ecc.
Quali sono le zone a rischio? In ambiente urbano: parchi, giardini, spazi condominiali e zone dove vivono colonie feline, in ambiente extraurbano: aziende faunistiche, oasi naturali, parchi naturali, terreni agricoli coltivati e località di montagna dove si raccolgono tartufi.
Azioni legali. Utilizzare bocconi avvelenati è un reato. La denuncia contro i responsabili, sospetti tali o ignoti consente di migliorare il monitoraggio ed i controlli sul territorio per prevenire i rischi per le persone, gli animali e l’ambiente.
Fonte: loschermo.it