Autore Topic: Diossina nello yogurt, stop Danone scatta l'allarme Uè  (Letto 20061 volte)

cristiana

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Diossina nello yogurt, stop Danone scatta l'allarme Uè
« il: Agosto 05, 2010, 11:19:14 »
05-08-2010 - Questa mattina ho visto che lo yogurt che stavo mangiando conteneva in dosi non specificate E412 cioè il Guar Gum, additivo di cui si discute nel seguente articolo.
QUINDI NULLA E' CAMBIATO!!!
  >:( >:( >:(


Post del 08/09/07

Diossina nello yogurt.

La nuova crisi alimentare che si prepara ad agitare i sonni di consumatori e autorità europee, si è manifestata con un caso clamoroso che, purtroppo, è solo la punta di un iceberg dalle dimensioni molto più vaste. Il bubbone scoppia in una tranquilla giornata estiva, attraverso l'iniziativa di una filiale "periferica" della multinazionale Danone. È il 22 agosto e in Romania l'azienda interrompe bruscamente l'intera produzione di yogurt alla frutta.
La notizia fa il giro del mondo e a colpire sono le motivazioni di un provvedimento che ha pochi precedenti: sospetta contaminazione da diossina. A molti sembra un caso isolato, addirittura un provvedimento precauzionale, ma in realtà è uno dei primi atti di quella che abbiamo scoperto essere una vasta crisi alimentare. Da quello che II Salvagente ha ricostruito, infatti, emerge che la pericolosa sostanza - provatamente cancerogena - ha raggiunto un'enorme quantità di prodotti di vario tipo, per un tempo lunghissimo: almeno due anni.
Oltre allo yogurt, a partire dal 2006, potrebbero essere inquinati, anche in Italia, numerosi gelati industriali, dolciumi preconfezionati, vari prodotti surgelati, condimenti come il ketchup e la maionese, alcune carni, ma soprattutto, in quantità ancora più elevate, alimenti per diabetici, senza glutine e dimagranti.
Le diossine sono estremamente pericolose: oltre al cancro, provocano una lunga serie di danni, soprattutto al sistema riproduttivo. L'esposizione a questi agenti chimici, anche saltuaria e ridotta, va evitala nel modo più assoluto.
La crisi alimentare europea, quindi, assume dimensioni spaventose: una diffusa, massiccia, costante e prolungata esposizione a sostanze altamente tossiche. Il primo segnale A dare inizio al tam-tam di analisi e preoccupazioni è la Commissione europea, lo scorso 25 luglio, dopo la scoperta di una grande quantità di diossine, pentaclorofenolo e furano in un prodotto alimentare - probabilmente yogurt - in Germania, durante un controllo casuale.
La Commissione scopre che la contaminazione è dovuta a un additivo addensante, il guar gum o E412 (farina di guar), distribuito in esclusiva, in tutta Europa, da Unipektin, un'azienda svizzera.
Per ogni grammo di guar gum, ci sono 406 picogrammi di diossina il massimo consentito dalla Commissione europea, varia da 1 a 6 picogrammi, in relazione al tipo di prodotto. La Commissione adotta le procedure d'urgenza allarma tutti i paesi membri e ordina il ritiro di 117 partite di farina di guar, spedite in sette paesi europei: Francia, Austria, Inghilterra, Finlandia, Ungheria, Repubblica Ceca, Polonia Gli stock, però, sono già stati rivenduti in tutta Europa Senza dubbio, hanno raggiunto la Spagna e la Germania, che vengono coinvolte nell'operazione di ritiro. Passa un mese e la Danone rumena blocca anche le sue produzioni.
E in Italia? Le maggiori aziende italiane di gelati, prodotti dolciari, surgelati e condimenti, usano il guar.
Si trova dappertutto. Abbiamo chiesto informazioni dettagliate al ministero della Salute. Al momento in cui scriviamo, però, non abbiamo ricevuto risposta E le rassicurazioni di Danone Italia, che prende le distanze dalla sua gemella rumena, sembrano un po' affrettate: "La decisione presa in Romania è di tipo prudenziale. Escludiamo che il guar contaminato abbia raggiunto gli stabilimenti italiani. Sono mercati separati". Mercati separati?
La contaminazione appare davvero difficile da isolare. Unipektin, infatti, è l'unico importatore di guar in Europa, ed è lecito supporre che l'additivo inquinato, in un modo o nell'altro, abbia raggiunto anche il nostro paese. Oltretutto, la contaminazione non è limitata a 117 partite.
Unipektin, che importa il guar gum direttamente dall'India (l'8O per cento della produzione mondiale di guar è indiana), divulga comunicati inquietanti. Il 30 luglio, l'azienda sostiene che i prodotti contaminati sono "esemplari isolati, con un preciso numero di identificazione''. Ma il 3 agosto, non sa ancora quantificare il guar tossico. Il 7 agosto, il produttore indiano indicato come responsabile dell'incidente, India Glycols, pubblica un comunicato di "chiarimenti": "Riforniamo Unipektin da due anni. Le misure di sicurezza non prevedono accertamenti per le diossine. Unipektin non ha dichiarato quali sono i numeri di lotto contaminati. Non è escluso che la contaminazione sia avvenuta all'interno dei loro stabilimenti". Subito dopo, la grande azienda chimica indiana, che produce ogni anno 10 miliardi di tonnellate di pro- dotti a base di guar, entra in silenzio stampa e il sito inter- net viene oscurato. Nel frattempo, Unipektin interrompe la lavorazione del guar, blocca le importazioni da India Glycols e invia una commissione d'indagine in India Allo stesso tempo, campioni di tutti gli stock ricevuti da India Glycols a partire dal 2006 vengono fatti analizzate dal laboratorio Eurofin Analytik, ad Amburgo. Che il 10 agosto fornisce un responso. Terribile: anche per i prodotti importati in passato, "i test rivelano una presenza massiccia di pentaclorofenolo", la sostanza che veicola per le diossine.
Da allora, l'allarme assume dimensioni sempre più preoccupanti. Unipektin ordina numerose analisi: da un test all'altro, l'azienda si ritrova in un mare di diossina, senza riuscire a vederne la fine: "In base agli ultimi dati raccolti - si legge in un comunicato del 21 agosto - dobbiamo presumere che la contaminazione di guar gum non sia un incidente isolato. Fa parte di una contaminazione sistematica. I primi risultati rivelano che tutte le spedizioni da India Glycols a Unipektin presentano tracce di contaminazione, anche se con diversi gradi di concentrazione. Nessuna delle importazioni rispetta il limite massimo previsto dalla legge".

Insomma, il guar alla diossina circola per il mercato europeo, e in una miriade di prodotti alimentari, ormai da due anni.

In commercio, fra l'altro, si trovano prodotti a base di guar il grado di contaminazione sarebbe altissimo. Le conseguenze, devastanti. Un esempio? Fra gli effetti collaterali della diossina, c'è un aumento del rischio di diabete. Il guar gum è fra gli ingredienti principali di numerosi alimenti per diabetici.


Fonte: europass.parma.it
comedonchisciotte.org
« Ultima modifica: Agosto 05, 2010, 12:03:06 da cristiana »
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Re:Diossina nello yogurt, stop Danone scatta l'allarme Uè
« Risposta #1 il: Agosto 05, 2010, 12:21:36 »
Venerdì 07 Settembre 2007

Farina di guar: è allarme diossina?


Il caso prende il via lo scorso 22 agosto in Romania in seguito ad un sequestro di yogurt alla frutta Danone - sospettato di contaminazione da diossina - disposto in via precauzionale dall'Autorità nazionale per la sicurezza veterinaria e alimentare di quel paese.
Sotto accusa un additivo addensante: la farina di guar. Potrebbe però trattarsi – come spiega il settimanale ‘Il
Salvagente’ in un’inchiesta esclusiva – solo della punta di un iceberg. Una nuova crisi alimentare si prepara ad agitare i sonni dei consumatori e delle autorità europee. Un’inchiesta - pubblicata la scorsa settimana da ‘Il Salvagente’ - ha infatti lanciato un allarme che rischia di far impallidire vicende come la mucca pazza, il colorante Sudan o il benzene nelle bibite.

Tutto ha inizio lo scorso 22 agosto, quando la Danone Romania blocca improvvisamente la propria produzione di yogurt alla frutta, per sospetta contaminazione da diossina di uno degli ingredienti utilizzatti: la farina di guar appunto. Un caso isolato? “In realtà - scrive il Salvagente - si tratta di uno dei primi atti di quella che abbiamo scoperto essere una vasta crisi alimentare”.

In effetti, ricostruendo le tappe della vicenda, una cosa appare subito chiara: la sostanza incriminata – la farina di guar, un additivo addensante noto anche come guar gum o E 412 - potrebbe aver raggiunto un’enorme quantità di prodotti di vario tipo, per un tempo lunghissimo, almeno due anni. Facendo alcuni passi indietro, infatti, il Salvagente scopre che già dal 25
luglio la Commissione Europea aveva bloccato 117 partite di farina di guar provenienti da un’azienda indiana, dopo il ritrovamento di una grande quantità di diossine, pentaclorofenolo e furano in un prodotto alimentare - probabilmente yogurt – in Germania.

Malgrado l’allarme - lanciato attraverso il sistema di allerta comunitario RASFF (Rapid Alert System for Food and Feed) - le partite di guar gum avevano comunque raggiunto i mercati europei e così erano scattati ulteriori controlli, con conseguente ritiro di prodotti sospetti in Spagna e Germania. Fino ad arrivare al sequestro cautelativo decretato dalla Danone in Romania.

Nel momento in cui scriviamo, i controlli effettuati dalla Danone rumena – così come ci ha confermato Massimo Gargiulo, della Burson Marsteller e responsabile relazioni esterne di Danone Italia – hanno mostrato esiti negativi: “Per quanto riguarda i nostri prodotti non esiste alcun pericolo perché quelle partite di guar gum non sono arrivate in Italia. In ogni caso anche
Danone Romania, che è l’unica ad aver utilizzato preparati di frutta nei quali c’era la presenza dell’additivo oggetto dell’allerta, è tranquilla: le analisi compiute hanno mostrato valori al di sotto dei limiti di legge. Oltretutto, per quanto riguarda lo yogurt, il guar gum è presente solo in alcuni gusti, con una concentrazione dello 0,2% del preparato di frutta che, a sua volta, è pari al 15% del prodotto yogurt. In altre parole, il livello di concentrazione del guar gum come materia prima è irrilevante: anche di fronte ad un’eventuale presenza di diossina, che peraltro non è stata rinvenuta, si tratterebbe di valori infinitesimali”.

Il problema però resta. Così come ha ricostruito l’inchiesta del Salvagente, la farina di guar è distribuita in esclusiva in tutta Europa da un’azienda svizzera: la Unipektin. Non solo. Oltre che nello yogurt, l’addensante è presente in numerose altre tipologie di prodotti: carne, gelati, dolciumi e salse. Ma soprattutto viene largamente utilizzato nella produzione di alimenti dietetici destinati a persone diabetiche o celiache.

Si tenga presente che la diossina – o meglio le diossine, perché esistono anche i ploliclorobifenili, tutte sostanze che recano con sé numerosi atomi di cloro esavalente – sono sostanze chimiche estremamente pericolose per la salute, in quanto agenti cancerogeni riconosciuti. Hanno la tendenza ad accumularsi nei tessuti viventi e, di conseguenza, anche un'esposizione prolungata a livelli minimi può recare danni molto seri alla salute. (per maggiori informazioni www.ilsalvagente.it - Linda Grilli)

Fonte
Cristiana

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