Autore Topic: 122 carcinomi della mammella trattati con MDB (Metodo Di Bella)  (Letto 17626 volte)

cristiana

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Neuroendocrinology Letters


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I risultati ottenuti dallo studio osservazionale retrospettivo riguardante 122 casi di "carcinoma mammario", 92 dei quali riguardanti pazienti giunti in cura allo studio medico della Fondazione - di cui abbiamo  valutato  caratteristiche istologiche, immunoistochimiche,  grado nucleare, differenziazione, esami ematochimici, efficacia terapeutica (valutando Remissione/Stabilità/Progressione,)  performance status, e sopravvivenza a 5 anni rapportata alla stadiazione - secondo l' American Joint Committee on Cancer Staging 7 th) - e di 30 cartelle cliniche che hanno ottenuto da tribunali l'erogazione gratuita del MDB per perizie giurate  di CTU che avevano certificato risultati  superiori, con MDB, rispetto alle terapie tradizionali, nelle stesse  patologie e stadi.

I nostri dati rappresentano significativi miglioramenti sia della sopravvivenza per ogni stadio, sia della risposta obiettiva e della qualità di vita, rispetto ai parametri riscontrabili in letteratura per gli stessi stadi, istotipi e gradi, trattati con chemio-radioterapia-anticorpi monoclonali.

Un dato significativo:

la "5 years Survival Rate" (sopravvivenza osservata a 5 anni dalla diagnosi) per tumori al IV stadio (metastatici), risulta del 50% con MDB rispetto al 19,9% diffuso dal National Cancer Institute attraverso il progetto SEER relativo al periodo 1999-2006.

Particolarmente rilevante
il dato nei casi clinici (9) allo Stadio I e II (stadio iniziale) che in precedenza non avevano subito alcun trattamento, né terapeutico, né chirurgico.

UNICAMENTE trattati con MDB (terapia di prima linea) il  100 % ha registrato una risposta positiva (remissione).

(nella letteratura scientifica non esistono casi di tumori solidi risolti unicamente con terapie farmacologiche ).

Oltre all'importanza del risultato in sè, unico nel suo genere, un'ulteriore valenza potrebbe essere acquisita dalla considerazione che tale trattamento, se adottato come terapia di prima linea nella prassi clinica, consentirebbe praticamente di "azzerare" i rischi di disseminazione neoplastica, potenzialmente insiti nella pratica chirurgica, ed evitare infine alle pazienti un'intervento di asportazione che viene vissuto, nella stragrande maggioranza dei casi, come una vera e propria amputazione.

Analogamente, il gruppo di pazienti (39) allo stadio iniziale che ha utilizzato il MDB come terapia adiuvante (quindi dopo l'intervento operatorio, e a scopo preventivo di recidive) ha registrato il 94% di remissioni (38 casi su 39). L'unico caso di progressione si è verificato in una paziente che, dopo due anni di cura, ha interrotto bruscamente, e di propria iniziativa, il trattamento terapeutico, vanificando i risultati fino a quel momento ottenuti ed esponendosi così alla ripresa della malattia.



I dati ottenuti rivelano risultati indiscutibilmente positivi e statisticamente superiori alle medie  documentate dai diversi archivi statistici nazionali e sovranazionali.

Anche considerando il fatto che gli indicatori e gli indici statistici, in quanto tali, sono affetti da una loro variabilità ed imprecisione ( tanto più quanto ristretto risulta il numero delle singole rilevazioni su cui sono basati), risultano comunque rilevanti gli scostamenti rispetto alle diverse medie statistiche "ufficiali" per tutti i parametri analizzati e, in maniera ancora più evidente e rilevante, per i risultati terapeutici ottenuti.


Giuseppe Di Bella

Cristiana

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