fonte:
http://www3.lastampa.it/cronache/sezioni/articolo/lstp/405140/L'architetto Giuseppe Marletta
è ricoverato da un anno esatto
per le complicazioni dovute
all'estrazione di una radice
CATANIA
Da un anno Giuseppe Marletta, architetto 42enne di Catania, è in coma, in stato vegetativo, dopo un banale intervento chirurgico ad un dente. La moglie, Irene Sampognaro, è disposta a portare suo marito all'estero per praticargli l'eutanasia e con una protesta di fronte all'ospedale catanese Garibaldi, dove l'uomo si sottopose all'operazione, ha denunciato "l'abbandono subito da parte dello Stato", colpevole di essersi sottratto "alla cura e all'assistenza" del marito. E' diventato un caso nazionale quello della disperazione della signora Sampognaro, con la segreteria tecnica dell'assessore regionale per la Salute della Sicilia, Massimo Russo, che ha fatto sapere di "essersi già attivata affinché sia fatta luce su questa vicenda, e siano quindi accertate al più presto le eventuali responsabilità".
A chiedere immediatamente spiegazioni sull'accaduto è stato anche Leoluca Orlando, presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sugli errori in campo sanitario e i disavanzi sanitari regionali, più volte in polemica in passato con l'assessore Russo: "Oltre alla solidarietà che esprimiamo alla donna per quanto accaduto, e per quanto si trovi ora ad affrontare - ha scritto Orlando in una nota - la Commissione d'inchiesta, senza pregiudizio per le indagini in corso e relativamente agli aspetti di propria competenza, intende acquisire ogni dato utile a conoscere quanto accaduto". Orlando ha chiesto dunque una relazione dettagliata all'assessorato per la Salute, e al direttore generale della Asp di Catania Giuseppe Calaciura. Giuseppe Marletta era stato ricoverato al Garibaldi per la rimozione di due punti metallici applicati dopo l'estrazione della radice di un dente: un intervento banale, che però ha avuto un esito drammatico. L'uomo infatti entrò in coma pochi minuti dopo la fine dell'operazione, per non svegliarsi più dalla condizione vegetativa in cui era piombato. Rispondendo alla signora Sampognaro, intanto, stamattina la direzione generale dell'azienda ospedaliera catanese ha inviato una nota con cui ha espresso "comprensione" e "solidarietà per il dramma provato dalla famiglia" dell'architetto, spiegando come sia "doveroso affidarsi al lavoro delle autorità competenti, certi che in breve tempo possa essere fatta piena luce" su questo caso. Nel frattempo sono state avviate due inchieste, una interna all'ospedale Garibaldi, l'altra della Procura di Catania.
Irene Sampognaro, che teme che la vicenda di suo marito possa trasformarsi in un nuovo 'caso Englaro', chiede giustizia, affermando di essere disposta a desistere dal proposito di portare all'estero il marito solo quando dalle istituzioni arriverà un'assunzione di responsabilità, e una condanna nei confronti dei "medici assassini" ancora al loro posto. Secondo Adriano Pessina, direttore del Centro di ateneo di bioetica della Cattolica, "il fatto che sia necessario ricorrere a drammatici appelli pubblici per ottenere ascolto, giustizia e assistenza qualificata è indice di un progressivo deteriorarsi del tessuto etico del nostro paese e del lacerarsi delle funzioni stesse delle istituzioni. È fondamentale dare ascolto alla disperazione e alla richiesta di aiuto della signora, che lamenta l`ipocrisia di uno Stato che si dichiara a favore della vita ma di fatto abbandona le famiglie e i cittadini".