Contro i pollini usiamo il polline
La pollinosi allergica (rinite e asma bronchiale) si può curare con terapie naturali, riducendo al minimo l'uso di farmaci come cortisone, che ha un forte impatto farmacologico e che a lungo andare può anche creare assuefazione e tossicità.
E´ utile fare una cura preventiva desensibilizzante con il polline entomofilo, cioè quello estratto dagli insetti, che ha un´azione curativa sul polline anemofilo, cioè quello trasportato dal vento e responsabile di allergie.
Come mai?
L'ape, quando visita un fiore, raccoglie del polline che poi umidifica e impasta con la saliva e il nettare, ottenendo due pallottoline di forma sferica che deposita nel suo alveare. Il polline così ottenuto, chiamato entomofilo, presenta caratteristiche diverse rispetto al polline trasportato dal vento. Gli enzimi digestivi delle api precipitano infatti alcuni allergeni e rendono questo polline protettivo contro i pollini anemofili, stimolando il sistema immunitario intestinale. Affinché questa cura abbia effetto contro la pollinosi bisogna assumere 2 cucchiani di polline al mattino almeno un mese prima della stagione pollinica. Il polline va masticato a lungo. Si può trovare in erboristeria o farmacia.
Anche il limone è molto indicato per prevenire la pollinosi. E´ infatti molto ricco di vitamina C che ha una funzione antiallergica e stabilizzante dei mastociti. Oltre ad assumere quotidianamente due bicchieri di spremuta di limone, è anche utile inalarne il succo per rinforzare le prime vie respiratorie, liberandole dal catarro e dal muco. Spremete mezzo limone in una tazzina da caffè e fate inalazioni binarinali, cioè prima con una narice e poi con l´altra.
Primavera, tempo di disintossicazione
All´inizio della primavera è utile fare una cura per disintossicarsi da un´alimentazione ricca di grassi e calorie e da una vita eccessivamente sedentaria.
Consiglio succhi di carciofo e di tarassaco (acquistabili in erboristeria) che hanno un´azione depurativa.
Berne un terzo di bicchiere prima dei pasti, associandovi un´alimentazione sobria. Utile cominciare i pasti con un´insalata di tarassaco condita con olio extravergine d´oliva e limone.
Il tarassaco, conosciuto anche come dente di leone, è ritenuto il più completo tra le cicorie selvatiche: i suoi fiori e le sue foglie sono infatti ricchi di vitamine, calcio e ferro. Il tarassaco è per questo considerato un mineralizzante, un depurativo del sangue e un ricostituente generale.
In questa stagione potete trovare il tarassaco nei prati in campagna, ma anche nei parchi di città. Dopo esservi accertati che non siano stati utilizzati pesticidi, cogliete le foglie più tenere, lavatele ripetutamente e usatele in insalata.
Per far ritornare il vostro corpo in forma dopo il periodo invernale, vi consiglio anche di dedicarvi a un´attività fisica all´aria aperta. Per tanti mesi siamo stati rinchiusi in casa, adesso è la stagione per rinvigorire il nostro corpo. Vi illustro alcuni esercizi che potete fare in giardino, sul balcone o in un parco comunale:
TORSIONE LATERALE: lasciando le braccia molli come delle campane ci si volta all´indietro a destra e a sinistra, fissando sempre uno stesso punto. Serve per la mobilizzazione della colonna vertebrale.
CIRCONDUZIONI CON LE GAMBE: in posizione eretta sollevate una gamba e fatela roteare. Ogni tre circonduzioni date un calcio verso l´aria. Fate lo stesso con l´altra gamba.
Come vincere la spossatezza primaverile
In questa stagione ci sentiamo spesso stanchi. Non preoccupiamoci: non siamo malati. Il nostro corpo cerca semplicemente di recuperare tutte le energie dissipate nei mesi invernali più rigidi.
È bene assecondarlo, curando bene il riposo notturno. Utile in questo caso una tisana di camomilla lasciata in infusione un´ora.
Se proprio ci sentiamo spossati possiamo aiutare il nostro corpo a recuperare energie con un sciroppo a base di mela, pappa reale ed eleuterococco.
Prendete 100g. di succo di mela, aggiungetevi 10g. di pappa reale e 10g. di tintura madre di eleuteroccocco e mescolate bene. Assumete 2 cucchiai al mattino dello sciroppo così ottenuto (che potete anche far preparare al farmacista). Contro la spossatezza consiglio anche la pappa reale. Prendetene un misurino al mattino appena svegli in due cicli da 25 giorni.
Ottimo, soprattutto per i soggetti magri, è anche il polline: assumerne 3 cucchiaini al giorno in cicli di 25 giorni. Si tratta di cure polivitaminiche e rimineralizzanti. Nel polline e nella pappa reale si trovano inoltre vari stimolatori di crescita.
Cellulite addio
Ormai è tempo di lasciare negli armadi i vestiti pesanti. Il tepore primaverile ci inviata a spogliarci, ed ecco che i piccoli inestetismi, mascherati nell´inverno da ampi maglioni, balzano all´occhio.
La cellulite è senza dubbio ciò che più preoccupa le donne in vista dell´estate.
Come combatterla? La cellulite è dovuta a un ristagno linfatico connettivale e per sconfiggerla non basta semplicemente applicare fanghi. Questi certamente aiutano, ma hanno un´efficacia modesta se non li uniamo ad altre pratiche.
E´ innanzitutto necessario prendere un buon fitoterapico. Vi sono vari drenanti naturali:
la gramigna. Questa pianta, da sempre conosciuta per le sue caratteristiche di infestante e per questo erroneamente disprezzata, è in realtà la pianta depurativa per eccellenza: in campagna tutti gli animali che hanno fatto indigestione la cercano per depurarsi. È fortemente diuretica. Si può assumere o la tintuna madre di gramigna (10 gocce tre volte al giorno sciolta in un bicchiere d´acqua) o la tisana concentrata di gramigna (3 tazze al dì).
il succo di betulla (una fiala o due cucchiaini tre volte al dì).
la tisana di spirea ulmaria. I fiori della spirea ulmaria sono molto ricchi di acido salicilico che ha un effetto uricosurico, cioè facilita l´eliminazione dell´acido urico dal sangue (3 tazze al dì).
E´ inoltre indispensabile combattere la cellulite anche a tavola con un'alimentazione molto ricca di potassio e povera di sodio in quanto il sodio ha un'azione di ritenzione idrica. Da evitare allora i cibi salati e conservati. Da prediligere invece i cibi freschi che, secondo recenti studi, hanno un centesimo del dosaggio di sodio rispetto ai cibi in scatola. Vi consiglio di mangiare molti ortaggi, frutta e cereali di tipo integrale in quanto questi alimenti sono ricchi di sostanze utili (fibre, minerali, oligoelementi e vitamine del gruppo B) per sconfiggere la cellulite.
Primavera tempo di tarassaco
Il tarassaco è una pianta con una radice a fittone, molto amara, con foglie roncinate (seghettate) e con fiori gialli che poi si trasformano in pappi setolosi soffiati in primavera dai bambini.
Spesso vi sarà capitato in questa stagione di vederlo in parchi o in giardini, ma forse non avete mai pensato di mangiarlo. Eppure il tarassaco, chiamato anche dente di leone o cicorietta selvatica ha ottime proprietà.
Ha un´azione:
- amarotonica, quindi digestiva
- detossicante epatica e drenante renale
- colagoga e coleretica
- ipocolesterolemizzante
- ilipidemizzante
E´ quindi molto indicato per chi soffre di cattive digestioni, di intossicazioni epatiche, di colesterolo e trigliceridi elevati nel sangue.
Come si può assumere?
Sotto forma di tintura madre (10-20 gocce al giorno), di succhi (molto amari, ma salutari), ma consiglio di consumare questa pianta soprattutto in insalata. Le foglie e i fiori vanno tagliati fini fini e aggiunti agli altri ortaggi.
Ottima una cura disintossicante primaverile con l´insalata a base di tarassaco per almeno 20 giorni. Per chi invece soffre delle patologie che ho illustrato è bene che consumi questa pianta per un periodo più lungo di qualche mese.
Reperire il tarassaco non è certo un problema per chi abita in campagna. Ma per chi vive in città? Il tarassaco può essere piantato in giardino o in un vaso. Una volta tagliato, ricresce e le sue foglie sono disponibili da febbraio a novembre. Utilizzare foglioline tenere e fresche, assieme a pomodori, foglie di menta o basilico, limone e carote tagliate a julienne.
Orecchio: che male!
Primavera e autunno sono “stagioni no” per le orecchie, soprattutto per quelle dei bambini: colpi d’aria e sbalzi di temperatura, uniti a raffreddamenti, possono causare fastidiosi dolori d’orecchio che il dottor Bianchi ci spiega come curare, ricorrendo pensate un po’, anche alle cipolle.
Quando l’aereo decolla, si sa, le orecchie tendono a “tapparsi”, ma basta deglutire un poco e il nostro udito torna normale… non c’è bisogno di allarmarsi, stiamo solo salendo in quota. Che fare invece se all’improvviso cominciamo a sentire tutto ovattato intorno a noi? All’inizio può quasi essere piacevole, i rumori sembrano provenire da un mondo lontano, a noi parallelo: la musica ad alto volume dei vicini scomparsa come per incanto, la nostra sveglia ha un trillo insolitamente delicato… Ma quando cominciamo ad avvertire un intenso dolore alle orecchie, lo stupore lascia presto il posto a una viva preoccupazione: “Non starò diventando sordo?” Tranquilli: probabilmente si tratta di un semplice dolore al timpano, che comunque non va affatto sottovalutato. Con l’aiuto del dottor Roberto Bianchi impariamo a riconoscerlo e a curarlo.
Il comune mal d’orecchio va declinato in due patologie che hanno cause, caratteristiche e pericolosità differenti: c’è l’otite esterna e c’è quella media.
La prima è una infiammazione del condotto uditivo esterno causata generalmente da batteri, dal freddo o dall’accumulo di cerume. I disturbi ad essa associata sono generalmente di lieve entità: diminuzione dell’udito, prurito, dolore se si formano foruncoli, sensibilità della parte. Per combatterla non serve generalmente una cura antibiotica (anche se è consigliabile l’assunzione di 10 gocce di propoli due volte al dì): basta una terapia locale con olio di levistico (due gocce due volte al dì per una settimana da mettere nella cavità auricolare).
Più grave e complessa da curare è invece l’otite media, cioè l’infiammazione interna dell’orecchio che si manifesta con l’otalgia (mal d’orecchio), la febbre e la rinite. La pericolosità di questa patologia è legata al fatto che:
- riguarda un organo ricco di meandri
- siamo vicinissimi alle meningi e l’insorgenza di complicazioni può portare a meningiti o a mastoiditi
Si consiglia pertanto sempre un consulto dal proprio medico curante.
L’orecchio medio è collegato alla nasofaringe dalle tube uditive (chiamate di Eustachio): da queste, quando è in atto un raffreddore, un mal di gola o una sinusite, batteri o virus possono penetrare nell’orecchio provocando pus, muco e altre secrezioni che, premendo sul timpano, provocano un dolore acuto. Per fermare l’infezione bisogna innanzitutto intervenire con una terapia antibiotica mirata: l’antibiogramma ci consente di capire quale germe è implicato.
È inoltre necessario permettere il drenaggio delle secrezioni perché se il fluido rimane bloccato nell’orecchio l’otite può divenire cronica o permanente.
Come fare?
La medicina popolare insegna un rimedio semplice ed efficace a base di cipolle: non sono da mangiare, ma da tritare, riscaldare ed appoggiare avvolte in una garza sull’orecchio. Il solfuro di allide in esse presente (quello per intenderci che ci fa lacrimare gli occhi ogni volta che le peliamo), ha un’importante azione mucolitica e drenante, facilita cioè l’eliminazione delle secrezioni presenti nell’orecchio. A livello locale va inoltre utilizzato l’olio di levistico: due gocce due volte al dì nella cavità auricolare.
Un ulteriore aiuto alla liberazione dell’orecchio medio e della tuba uditiva viene da una corretta igiene nasale: soprattutto i bambini vanno aiutati a soffiarsi bene il naso, intervenendo quando necessario, anche con spray a base di nebulizzazione salina che hanno un’azione solvente sul catarro.
Proprio i bambini sono più soggetti rispetto agli adulti a questa patologia: colpa delle adenoidi la cui infezione può portare a congestione e otiti. In questo caso la cura locale per le orecchie va associata a una terapia mirata per l’ipertrofia dell’adenoide: si tende sempre più spesso a non intervenire chirurgicamente.
Prodotti omeopatici danno buoni risultati, soprattutto se uniti a un’alimentazione mediterranea. Studi hanno per esempio dimostrato che in bambini vegetariani tonsilliti e adenoiditi acute sono rarissime perché il drenaggio renale e intestinale legato a un’alimentazione povera di sodio, ricca di scorie e di fermenti lattici naturali previene l’ipertrofia tonsillare.
a cura del Dott. Bianchi e di Alessandra Mariotti
Fonte: buonpernoi.it