Autore Topic: In America sul pesce etichettatura sul pericolo mercurio. E in Italia quando?  (Letto 10070 volte)

cristiana

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Post del 09/10/06

L'agenzia di sicurezza sanitaria USA, la Food and Drug Administration, ha nascosto alle donne in gravidanza i rischi per gli alti livelli di mercurio nel pesce, in particolare nel tonno.
È la denuncia di un'organizzazione ambientalista, l'Environmental Working Group. E ci sarebbero le prove.

Antefatto: a causa del persistente "allarme mercurio" la FDA (Food and Drug Administration), l'agenzia per il controllo dei cibi e dei farmaci, richiede che sulle confezioni di alcuni prodotti ittici venduti sul territorio americano sia riportata l'avvertenza: "Warning", il mercurio può essere nocivo per le donne in gravidanza e per i bambini.

Il fatto: Secondo l'organizzazione ambientalista americana EWG le diciture d'allarme sui prodotti di più largo consumo sono state omesse "su pressioni della grande industria". Un'accusa non nuova. Che però ora gli attivisti delll'EWG supportano con un voluminoso dossier proveniente dagli stessi uffici della FDA, giunto non si sa come in loro possesso. Lo hanno pubblicato proprio questo venerdì sul loro sito Internet.

Un rapporto ufficiale della National Academy of Sciences stima che 60.000 donne incinte in tutta America stanno mettendo i loro bambini "a rischio" di danni cerebrali e malformazioni a causa dell'alto livello di mercurio nei pesci impiegati per l'alimentazione. L'FDA ordinò di mettere un'etichetta d'avviso su alcuni prodotti ittici (pesce spada, sgombri...) "dimenticando" di segnalare, per esempio, il tonno: e, dunque, esponendo le donne al rischio potenziale di assumere quantità di mercurio che il rapporto della NAS giudica "pericolose".
L'Environmental Working Group (EWG), ha ottenuto 1.036 pagine di documenti interni della FDA, trascrizioni di riunioni ("focus groups") con consumatori per testare i "safety messages" durante i quali, pare, alcuni scienziati della FDA dicevano ai partecipanti che i messaggi dell'agenzia non erano sufficienti a tutelare effettivamente i feti dai possibili danni...

"Ciò che emerge dai documenti della FDA è un'agenzia in disarmo" afferma Laura Chapin, dell'EWG.

In uno dei focus groups un ricercatore della FDA avrebbe raccomandato a una donna in gravidanza di non mangiare più di una scatoletta di tonno a settimana. In un'altra riunione è stato detto: "le razioni che stiamo raccomandando non sono sufficienti per proteggere i feti".

Può essere che gli ufficiali della FDA abbiano ritenuto troppo complesso un messaggio di divieto solo per alcune specie di pesci e di moderazione per altre, decidendo così di semplificarlo.

Può anche essere invece che l'agenzia deputata alla tutela della salute pubblica abbia deliberatamente modificato le proprie valutazioni a causa delle pressioni della grande industria.

Segnaliamo qui che un'altra agenzia federale americana, l'EPA, l'agenzia per l'ambiente, non ha timori nel raccomandare che le donne incinte e i bambini consumino solo piccole quantità di pesce fresco, non più di una volta a settimana.

Fonte: lifegate.it
Cristiana

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