Autore Topic: Tysabri:leucoencefalopatia multifocale progressiva e... morti...tanti morti...  (Letto 22876 volte)

cristiana

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FDA Patient Safety News

Sclerosi multipla recidivante, Tysabri può causare leucoencefalopatia multifocale progressiva

L’FDA ( Food and Drug Administration ) ha concesso il ritorno sul mercato del farmaco Natalizumab ( Tysabri ), un anticorpo monoclonale per la sclerosi multipla in forma recidivante.

Tysabri era stato approvato dall’FDA nel novembre 2004, ma era stato ritirato nel febbraio 2005 dopo che 3 pazienti nel corso di studi clinici avevano sviluppato leucoencefalopatia multifocale progressiva, una grave infezione virale che colpisce il cervello.

Tysabri è ora indicato in monoterapia nel trattamento dei pazienti con forme recidivanti di sclerosi multipla che non rispondono ad altre terapie o non le tollerano.

Tysabri è distribuito negli Stati Uniti in associazione al programma TOUCH.
Il programma TOUCH è un Risk Minimization Action Plan.

La leucoencefalopatia multifocale progressiva è un’infezione virale che si presenta di norma nei soggetti con sistema immunitario indebolito.
Non è possibile predire lo sviluppo della leucoencefalopatia multifocale progressiva e non esistono cure.

Tysabri può anche causare gravi reazioni allergiche che si presentano generalmente entro 2 ore dall’infusione.
Inoltre i soggetti che assumono Tysabri possono andare incontro a gravi infezioni.

Fonte: FDA, 2006
Xagena 2006
« Ultima modifica: Settembre 03, 2011, 12:34:13 da cristiana »
Cristiana

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Reazioni allergiche ritardate con Natalizumab associate a formazione precoce di anticorpi neutralizzanti

Natalizumab ( Tysabri ) rappresenta una nuova opzione terapeutica per la sclerosi multipla remittente-recidivante.
Come per altre terapie a base di anticorpi, sono state osservate reazioni di ipersensibilità con Natalizumab.

Nello studio AFFIRM ( Natalizumab Safety and Efficacy in Relapsing-Remitting Multiple Sclerosis ), le reazioni di ipersensibilità associate all’infusione si sono sviluppate nel 4% dei pazienti, generalmente entro 2 ore dopo aver iniziato il trattamento.

Ricercatori della Ludwig Maximilian University di Monaco di Baviera in Germania, hanno descritto il caso di una reazione allergica sistemica di tipo III ritardata, simile alla malattia da siero, dopo trattamento con Natalizumab.

Un uomo di 23 anni con sclerosi multipla remittente-recidivante ha sviluppato febbre, artralgia, eritema orticarioide e gonfiore degli arti inferiori, diversi giorni dopo la seconda infusione di Natalizumab.

Cinque settimane dopo aver iniziato la terapia con l’anticorpo monoclonale, il paziente è risultato positivo per gli anticorpi anti-Natalizumab, ed ha presentato persistenti titoli anticorpali 8-12 settimane più tardi.

La sintomatologia si è risolta dopo un breve ciclo di glucocorticosteroidi per os.

I medici ed i pazienti dovrebbero essere informati sulla possibile insorgenza di reazioni allergiche ritardate con il Natalizumab.( Xagena2007 )

Fonte: farmacovigilanza.net
Krumbholz M et al, Arch Neurol 2007; 64: 1331-1333
Farma2007 Neuro2007
« Ultima modifica: Settembre 03, 2011, 12:36:12 da cristiana »
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www.aifa.gov.it
Nota Informativa Importante su TYSABRI (natalizumab)

Nuove informazioni di sicurezza su Tysabri (natalizumab) e aggiornamento delle caratteristiche del prodotto

Nello specifico:
Dalla farmacovigilanza post-marketing sono pervenute segnalazioni di grave danno epatico in pazienti riceventi TYSABRI.
I segni di danno epatico, comprendenti elevati livelli sierici di enzimi epatici e di bilirubina totale, si sono manifestati già sei giorni dopo la prima dose, ma sono stati segnalati anche più tardi nel corso del trattamento.
In un piccolo numero di casi, un’alterazione della funzionalità epatica risoltasi con la sospensione della terapia si è poi ripresentata dopo la riassunzione delle dosi di TYSABRI.
I pazienti in terapia con TYSABRI devono essere adeguatamente monitorati per rilevare segni di alterazione della funzionalità epatica e devono essere istruiti affinché si rivolgano al medico in caso di segni o sintomi che suggeriscono un danno epatico.
Il trattamento deve essere sospeso nei casi di danno epatico rilevante.
( Aifa - 22/05/2008) 

http://www.agenziafarmaco.it/allegati/bif1_08_news.pdf

Tysabri e danno epatico

Che cos’è Tysabri.
Tysabri contiene il principio attivo natalizumab.
È impiegato per infusione endovenosa una volta ogni quattro settimane nel trattamento di pazienti affetti da sclerosi multipla recidivante-remittente, quando il trattamento con beta-interferone non si è mostrato adeguato, oppure quando la malattia è
grave e ad evoluzione rapida. Tysabri® è stato autorizzato dalla Commissione Europea nel giugno 2006.

Il problema di sicurezza.
Ci sono stati 29 casi di danno epatico verificatisi in pazienti in trattamento con Tysabri®; di questi, circa i due terzi sono stati classificati come gravi. Il termine “danno epatico” viene utilizzato per
descrivere ogni effetto indesiderato che potrebbe essere un segno di malfunzionamento del fegato, ad esempio, l’innalzamento dei livelli degli enzimi epatici, l’ingiallimento della pelle, o epatite.

Quali azioni ha intrapreso l’EMEA.
Il Comitato per i prodotti medicinali ad uso umano (CHMP - Committee for Medicinal Products for Human Use) e il Pharmacovigilance Working
Party hanno osservato che i casi di danno epatico, alcune volte, si erano verificati in pazienti che avevano ricevuto una sola dose di Tysabri®, e che alcuni pazienti, i cui sintomi epatici regredivano con l’interruzione del trattamento, ripresentavano gli stessi effetti avversi una volta che il farmaco veniva ri-somministrato. Il CHMP ritiene che i
documenti contenenti le informazioni del medicinale debbano essere aggiornati e debbano includere i seguenti aspetti: il rischio di danno
epatico, la necessità di monitoraggio della funzionalità epatica nei pazienti in trattamento e l’informativa che i pazienti devono consultare il proprio medico qualora compaiano primi sintomi di malfunzionamento del fegato.

Cosa devono fare i medici e i pazienti.
I medici specialisti che prescrivono Tysabri® devono essere a conoscenza del rischio di danno epatico e devono interrompere il trattamento se ritengono che il danno epatico sia significativo.
Devono, inoltre, accertarsi che tutti i pazienti a cui hanno prescritto il farmaco vengano monitorati in maniera opportuna per quanto
riguarda la funzionalità epatica.
I pazienti che stanno usando Tysabri® e che ritengono di potere avere qualche problema al fegato (da esempio, ingiallimento della pelle o anomala colorazione scura delle urine) devono parlarne con il proprio medico.
(Marzo 2008)
« Ultima modifica: Settembre 03, 2011, 12:36:50 da cristiana »
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« Ultima modifica: Settembre 03, 2011, 12:37:19 da cristiana »
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