ABSTRACT in ordine alfabetico
Organizzazione mondiale della Sanità su mercurio e amalgama (documento W.H.O., 1991)
Indice per argomenti della bibliografia
ABSTRACT in ordine alfabetico
Abraham JE, Svare CW, Frank CW,
“L'effetto delle sostituzioni dell'amalgama dentale sui livelli di mercurio nel
sangue”, J. Dent Res 63(1): 71-73 (1984)
ABSTRACT
Sono stati misurati i livelli di
mercurio nel sangue e nell'area intraorale, prima e dopo aver masticato della
gomma, in 47 persone con otturazioni dentali di amalgama e in 14 persone senza.
Sono stati sottoposti ad entrambi i gruppi questionari per circoscrivere
eventuali
fonti esterne di esposizione al mercurio. Le differenze dei livelli
di mercurio nell'area intraorale prima e dopo aver masticato erano
statisticamente rilevanti nel gruppo con le amalgame, ma non nel gruppo senza
amalgame. L'analisi dei dati dei questionari indicava che
si era verificata nei
due gruppi un'esposizione esterna minima o nulla. Le concentrazioni di
mercurio nel sangue erano direttamente proporzionali con il numero e la
superficie delle sostituzioni delle amalgame ed erano significativamente più
basse nel gruppo senza amalgame dentali.
* Aposhian HV, Bruce DC, Alter W, Dart
RC, Hurlbut KM, Aposhian MM, “Il mercurio nelle urine dopo la somministrazione
di DMPS: correlazione con la quantità di amalgame nei denti”, FASEB Journal; 6
(7) p2472-2476 aprile 1992 (AL28).
ABSTRACT (Università di Arizona,
Dipartimento di biologia molecolare e cellulare, Tucson)
C'è una considerevole controversia
riguardo al fatto che le amalgame dentali possano avere degli effetti
sistematici sugli esseri umani a causa del loro rilascio di mercurio. La
maggior parte di queste amalgame contiene fino al 50% di mercurio metallico.
Per determinare l'effetto dannoso delle amalgame dentali sul corpo umano
abbiamo dato a dei volontari con e senza amalgame sale sodico dell'acido 2,3-
dimercaptopropane-1-sulfonic (DMPS), un agente chelante usato per molti anni
senza precauzioni in Unione Sovietica e nella Germania Occidentale. I diametri
delle amalgame di questi soggetti sono stati misurati per ottenere una scala.
La somministrazione di 300 mg di DMPS per via orale aumentava l'escrezione di
mercurio dalle urine del gruppo degli individui con amalgame da 0,70 a 17,2
microgrammi e quella del gruppo senza amalgame da 0,27 a 5,1 microgrammi
nell'arco di 9 ore. I due terzi di mercurio contenuto nelle urine degli
individui con amalgame risulta essere derivato dai vapori di mercurio
rilasciati dalle amalgame stesse. Le analisi della regressione lineare indicano una
correlazione altamente significativa tra il mercurio rilasciato nelle urine 2
ore dopo la somministrazione di DMPS e la scala delle misurazioni delle
amalgame. Il DMPS può essere usato per aumentare l'escrezione urinaria di mercurio e per
convalidare così questo metodo di misurazioni dei danni da esposizione di
mercurio, soprattutto in caso di micromercurismo.
Aposhian HV, “Mobilitazione di
mercurio e arsenico nell'uomo con DMPS sodico”, Environ Healt Perspect.,
106(S4): 1017-25, agosto 1998
ABSTRACT (Università di Arizona, Dpt.
Di biologia molecolare e cellulare, Tucson)
Il sodio 2,3-dimercapto-1-propane
sulfonato (DMPS, Dimaval) è un agente chelante idrosolubile che può essere
somministrato per via orale o sistemicamente ed è stato usato per curare l'intossicazione
da metalli fin dagli anni 60, nell'ex Unione Sovietica e dal 1978 in Germania.
Per determinare più approssimativamente i danni da Hg e da As sull'organismo
umano sono stati sviluppati test in cui si facevano
interagire DMPS e Hg e poi
DMPS e As. I test includono la raccolta di urine durante la notte,
somministrando 300 mg di DMPS e
raccogliendo la urine in un lasso di tempo da 0
a 6 ore dal momento della somministrazione, per poi determinare il mercurio
nelle urine prima e dopo la somministrazione di DMPS. Questi test di reazione,
applicati a studenti universitari volontari con e senza sostituzione delle
amalgame, indicano che i 2/3 dell'Hg contenuto nelle urine dopo la
somministrazione di DMPS erano originati dalle loro amalgame. Inoltre c'era una
correlazione direttamente proporzionale tra la quantità di amalgama (la misura
della superficie delle amalgame) e l'Hg presente nelle urine dopo il test di
reazione. Quando il test di reazione tra DMPS e Hg è stato usato per studiare
il personale dentistico esposto per lavoro al mercurio, l'escrezione di
mercurio nelle urine era 88, 49 e 35 volte maggiore dopo la somministrazione di
DMPS rispettivamente in 10 tecnici dentisti, 5 odontoiatri e 13 impiegati tra
il personale non qualificato. Il DMPS è stato anche usato per determinare i
danni nell'organismo di persone che avevano bevuto acqua contenente 600 mcg di
As/litro.
* Aronsson AM, Lind B, Nylander M,
Nordberg M, "Amalgama dentale e mercurio", Biol Metals 2:25-30 (1989)
(AE41)
ABSTRACT (Department of Environmental
Hygiene, Karolinska Institute, Stockholm, Sweden)
Sono state misurate le concentrazioni
di mercurio nell'aria intraorale e nelle urine. La concentrazione intraorale
basale di mercurio era compresa, per le 27 donne esaminate, tra 0.6 e 10.4
ug/m3 (valore medio 4.3 ug/m3). Questo corrisponde al rilascio di 0,02-0.38
ng/s (valore medio 0.16 ng/s). Nelle urine la concentrazione di mercurio andava
da 0.8 a 6.9 mcg/g di creatinina (valore medio 1.9 mcg/g di creatinina).
Entrambi i dati su vapori intraorali e urine si correlavano significativamente
con il numero totale di aree dentali con amalgame.
I valori di proteine nel
sangue indicavano l'assenza di danno renale. Le concentrazioni massime di vapori
di mercurio nell'aria intraorale per le 27 donne dopo aver masticato per 5
minuti andava da 2 a 60 ug Hg/m3 (valore medio 19 mcg Hg/m3). Questo
corrisponde a
0.07-2.20 ng Hg/s e ad un valore medio di 0.70 ng Hg/s.
* Arvidson B; Arvidsson J; Johansson
K, “Mercurio che si deposita nei neuroni dei gangli trigeminali dopo
l'immissione di amalgama nei denti dei topi”, Biometals; 7(3) p261-263, 1994
(BD24)
ABSTRACT
Un'otturazione di mercurio è stata
inserita nel primo molare superiore di 12 topi che sono stati uccisi dopo 9
mesi. Sezioni di tessuto da gangli trigeminali e dal tronco cerebrale sono
stati successivamente esaminati con una tecnica istochimica molto sensibile per
rilevare l'accumulo di mercurio. All'interno dei gangli trigeminali, sono stati
ritrovati depositi di mercurio nelle cellule nervose in 7 topi su 12, mentre
non è stato trovato mercurio nelle sezioni del tronco cerebrale. È stato
discusso il meccanismo responsabile dell'accumulo di mercurio nei gangli
trigeminali.
Barregard L, Sallsten G, Blohm,
Haglind P, "Cadmio, mercurio e piombo nella corteccia renale della
popolazione svedese", Environ Health Perspect, nov. 1999; 107(11):867-871
ABSTRACT
Cadmio, mercurio e concentrazioni di
piombo sono stati individuati nelle biopsie di cortecce renali congelate prese
da 36 donatori svedesi (18 uomini, 18 donne) con reni sani, dai 30 ai 71 anni
di età (in media 53 anni). E' stato possibile ottenere da 27 di questi donatori
informazioni sull'occupazione, uso di sigarette, presenza di amalgame dentali e
consumo di pesce. I campioni (in media 0,74 mg di peso
a secco) sono stati
analizzati usando una spettrometria di massa di plasma induttivamente
accoppiato, e i risultati sono stati convertiti nelle rispettive concentrazioni
di peso in condizioni di umidità. La media del Cd nei reni era di 17 mcg/g (
intervallo di confidenza del 95%, 14-23 mcg/g) con risultati simili sia negli
uomini che nelle donne. In 10 accaniti fumatori, la media del Cd nei reni era
di 24 mcg/g, e in 12 che non avevano mai fumato era di 17 mcg/g. La media di Hg
nei reni era di 0,29 mcg/g, con livelli più alti nelle donne (con la media di
0,54 mcg/g) rispetto agli uomini (in media 0,16 mcg/g). Individui con
amalgame dentali avevano un valore di Hg nei reni più alto (in media 0,47
mcg/g, n=20) rispetto a quelli senza amalgame (in media 0,15 mcg/g, n=6). Quasi metà dei
campioni avevano il Pb nel fegato al di sotto dei limiti percepibili. La media
di Pb nei reni è stata stimata 0,14 mcg/g. Questo è il primo studio sui metalli
pesanti sulla corteccia renale di soggetti in vita e sani, e i risultati sono
relativamente simili a quelli dei pochi studi precedenti sulle autopsie,
sottolineando che i risultati delle autopsie non sono seriamente in relazione
con la concentrazione di metalli nei reni della popolazione. Le concentrazioni
di Cd in quelli che non avevano mai fumato erano relativamente alte, indicando
una considerevole assunzione di Cd dalle abitudini alimentari svedesi.
L'effetto delle amalgame dentali sul Hg nei reni era come previsto, invece non
è chiara la ragione della differenza nei livelli di Pb tra uomini
e donne.
* Barregård L, Sällsten G, Järvholm B,
"Individui con elevata esposizione al mercurio delle proprie otturazioni
di amalgama", Occup Environ Med 52 (2) :124-128 (1995) (BB12)
ABSTRACT (Department of Occupational
Medicine, Sahlgrenska University Hospital, Goteborg, Sweden):
Sono descritti 3 casi clinici. Questi
sono confrontati con la distribuzione di escrezione urinaria di mercurio (Hg)
della popolazione
determinata in altri studi. Risultati: nei 3 casi esaminati
c'era una eliminazione di 23-60 mcg di Hg/giorno (25-54 mcg/g creatinina),
corrispondente ad un'assimilazione giornaliera di 100 mcg di Hg. I livelli di
Hg nel sangue era di 12-23 mcg/l, valore che è 5-10 volte superiore alla media
della popolazione svedese. Non furono identificate altre fonti di esposizione e
la rimozione delle otturazioni di amalgama portò alla normalizzazione delle
concentrazioni di Hg. La masticazione di gomma e il bruxismo erano
probabilmente le ragioni
per la maggiore esposizione a Hg. Conclusioni: sebbene
in media l'assorbimento di mercurio da otturazioni dentali di amalgama è basso,
ci sono notevoli differenze tra persone e persone; alcuni individui hanno un
elevato assorbimento di mercurio dalle proprie otturazioni di amalgama.
* Begerow J, Zander D, Freier I,
Dunemann L, "Espulsione a lungo termine del mercurio nelle urine dopo la
rimozione delle otturazioni di mercurio", Int Arch Occup Health 66:209-212
(1994) (AY49)
ABSTRACT (Medizinisches Institut fur
Umwelthygiene, Dusseldorf, Germany)
L'escrezione urinaria di mercurio è
stata determinata in 17 pazienti (età: 28-55) prima e dopo la rimozione di
tutte le otturazioni di amalgama (da 4 a 2). Prima della rimozione, l'escrezione
di mercurio nelle urine si correlava con il numero di otturazioni di amalgama.
Nella fase immediatamente post-rimozione (fino a sei giorni dopo la rimozione)
è stato osservato un aumento medio del 30%.
Entro 12 mesi l'escrezione di
mercurio si era ridotta di 5 volte, da 1.44 mcg/g (range: 0.57-4.38 mcg/g) a
0.36 mcg/g (range: 0.13-0.88 mcg/g). Dopo la fine dell'esposizione alle
amalgame dentali l'emivita urinaria è stata di 95 giorni. 12 mesi dopo la
rimozione di amalgama tutti i partecipanti mostrarono valori decisamente
diminuiti di mercurio urinario, valori che erano diventati simili a quelli di
individui che non avevano mai avuto otturazioni di amalgama. Questi risultati
mostrano che il rilascio di mercurio dalle amalgame dentali contribuisce
grandemente all'esposizione al mercurio in persone non esposte
professionalmente. L'esposizione da otturazioni di mercurio infatti è maggiore
dell'esposizione da altre fonti quali il cibo, l'aria e liquidi da bere.
Berglund F, "150 anni di amalgama
dentale. Rapporti di casi nell'arco di 150 anni sugli effetti sfavorevoli
dell'amalgama. Relazione sull'avvelenamento da mercurio", Bio-Probe, Inc.
Orlando, Florida 1995. (ISBN 0-9410011-14-3)
ABSTRACT
L'amalgama dentale
consiste in un miscuglio di mercurio metallico con una lega in polvere di
argento, stagno, rame e zinco. L'amalgama libera continuamente mercurio. Sono
stati analizzati rapporti su 245 pazienti con amalgame che sono stati
pubblicati su giornali scientifici nell'arco di 150 anni, dal 1844 al 1933. È
stata documentata l'esposizione su riparazioni dentali con amalgama e varie
leghe metalliche. Sono stati analizzati sintomi, test immunologici, trattamenti
dentali e conseguenze. Una tavola riassuntiva paragona i sintomi con quelli del
caso riportato da Kussmanl tra lavoratori di specchi del 1861. RISULTATI. Quasi
tutti i sintomi in pazienti con amalgama furono già denunciati nel XIX sec. E
la maggior parte concordano con quelli per avvelenamento cronico da mercurio.
Test epicutanei sulla pelle in pazienti con sintomi sulla pelle sono risultati
positivi al mercurio o, in alcuni casi, all'argento o al rame. La rimozione
dell'amalgama è stata
la misura comune che ha portato a un miglioramento o alla
cura. CONCLUSIONI.
Tre meccanismi patogeni prevalgono: 1) una tossicità da
mercurio legata alla dose; 2) l'immunologico (immunosoppressione, autoimmunità,
1-4 tipi di ipersensitività); 3) l'elettrogalvanico, tra gli altri per
leucoplachie e lichene orale. La guarigione dopo la rimozione dell'amalgama è
spesso incompleta. Questo avviene anche in caso di avvelenamento da mercurio
sul lavoro.
L'uso dell'amalgama per restauri dentali provoca un inaccettabile
rischio di malattia cronica e sofferenza.
Berglund F, Elinder G,
"Trombocitopenia in due bambini dopo l'inserimento di amalgame nei denti
da latte", Sammanfattningar, Svenska Läkarsällskapets, Riksstämma 27-29
nov 1991
“Una bambina di 9 anni in Oskarshamn
si ammalò dopo 2 mesi dall'inserimento di un'amalgama in un dente da latte, con
petecchie sulle gambe e gengive sanguinanti. I trombociti inizialmente
15x19(9)/l rapidamente scesero a 2,1x10(9)/l. La microspia del midollo osseo
mostrava megacariociti piccoli e immaturi. 60mg di prednisolone fu
somministrato per quattro giorni, poi 20mg al giorno e interrotto dopo
tre
settimane. I trombociti allora aumentarono nell'arco di tre mesi da 43 fino a
circa 200x10(9)/l. Durante questo tempo la bambina aveva perso i suoi denti da
latte con l'amalgama. La madre aveva 16 amalgame di varia grandezza e 4 capsule
d'oro. Soffriva di dolori alle articolazioni, stanchezza freddo e avevo
allattato la bambina per 7 mesi. A un bambino nato nel 1979 venne inserita
un'amalgama in
un dente da latte nel1982, a dicembre dell'83 si fece dei lividi
e i trombociti erano 23x10(9)/l. Chiaramente positivo il test di Coombs.
Inizialmente trattato con cortisone e Imurel. Dopo un paio di mesi solo Imurel
fino al 1991. Il dente cadde a gennaio '91 e fu analizzato.
Il ragazzo ora sta
bene. La madre ha amalgame in tutti i molari e premolari, con sapore metallico
dal 1986 circa. Ha allattato il figlio per
due mesi. Topi esposti a mercurio
gassoso accumulano mercurio anche nel midollo osseo. La storia dentale, sia
della madre che
del figlio, dovrebbe essere parte di una valutazione
dell'anamnesi.
Articolo correlato:
mercurio e trombocitopenìa
Fuortes LJ, Weismann DN, Peters C,
"Trombocitopenia autoimmune ed avvelenamento da mercurio
elementare", J Toxicol Clin Toxicol 33(5):449-455 (1995)
ABSTRACT
Tre casi di
grave tossicità al mercurio verificatisi all'interno di una famiglia. Due
casi di trombocitopenìa si sono verificati in questa famiglia e rappresentano
il secondo importante resoconto di un'associazione tra tossicità da mercurio
e trombocitopenìa. Tre dei bambini si sono presentati con una combinazione di
manifestazioni dermatologiche e neurologiche che richiamano l'acrodinia o
"malattia rosa". Ciascuno dei 4 bambini in questa famiglia era
stato curato con acido dimercaptosuccinico. Sono stati descritti i rischi
nell'usare l'aspirapolvere nei casi di perdite di mercurio e le appropriate
procedure di pulizia.
Berglund A, Molin M, "Livelli di
mercurio nel plasma e nelle urine dopo la rimozione di tutte le amalgame: gli
effetti dell'uso della diga di gomma", Dent Mater, sett. 1997;
13(5):297-304
ABSTRACT (Dpt. Dental Materials
Science, Umea University, Sweden)
Scopo del presente studio è stato di
determinare se la rimozione di tutti i restauri di amalgama può
significativamente influenzare i livelli di mercurio nel plasma e nelle urine e
se l'uso di diga di gomma può ridurre l'esposizione del paziente al mercurio
durante la rimozione dell'amalgama. Tutti i restauri di amalgama sono stati
rimossi da 18 soggetti durante un singolo trattamento in cui è stata usata la
diga di gomma, e da 10 soggetti in cui non è stata usata. Tutte le amalgame
sono state rimosse dallo stesso dentista usando un taglio velocissimo, acqua
refrigerante ed evacuazione ad alto volume. I livelli di mercurio nel plasma e
nelle urine sono stati entrambi analizzati prima e durante i successivi 20 mesi
dopo la rimozione delle amalgame. Allo scopo di determinare se la rimozione di
tutte le amalgame
può causare una larga esposizione sufficiente per una
crescita considerevole dei livelli di mercurio e di determinare se la rimozione
se la rimozione può portare ad una considerevole diminuzione dei livelli di
mercurio trovati durante il periodo fissato, è stato usato il t-test accoppiato
degli Studenti. Per ogni individuo i livelli di prima della rimozione sono
stati paragonati con entrambi i livelli trovati nel plasma e nelle urine, ed
anche con i livelli trovati dopo la rimozione. Per di più, allo scopo di
esaminare se l'uso di protezioni di gomma ha degli effetti sui livelli di mercurio
trovati dopo la rimozione, i cambiamenti dei livelli di mercurio trovati sono
stati confrontati tra i gruppi usando il
Wilcoxon-Mann-Whitney test. RISULTATI:
Dopo la rimozione di tutte le amalgame solo il gruppo senza protezioni con diga
di gomma ha mostrato una considerevole crescita nei livelli di mercurio trovati
nel plasma e urine. Ma, un anno dopo, i livelli di mercurio nel plasma
e nelle
urine sono scesi molto al di sotto dei livelli di prima della rimozione per
entrambi i gruppi. Quando i cambiamenti dei livelli
di mercurio trovati sono
stati confrontati tra i gruppi, il gruppo senza protezioni di gomma ha mostrato
una crescita molto più alta di
mercurio nel plasma rispetto al gruppo con la
protezione il giorno dopo la rimozione. Rispetto ai livelli di mercurio di
prima della rimozione nel plasma e nelle urine, i livelli trovati dopo la
rimozione di tutte le amalgame sono stati in media 52+/-23% (variazione 4-89%),
più bassi
nel plasma e 76+/-21% (variazione 20-94%) più bassi nelle urine. Lo studio ha mostrato
che l'amalgama dentale ha avuto un impatto statisticamente considerevole sui
livelli di mercurio trovati nel plasma e nelle urine nei pazienti esaminati, e
che l'uso di una protezione di gomma durante la rimozione di tutte le amalgame
ha prodotto un considerevole picco di mercurio nel plasma dopo la rimozione.
* Bjorkman L; Lind B, "Fattori
che influenzano il tasso di evaporazione di mercurio da amalgame dentali",
Scandinavian Journal of Dental Research; 100 (6) 354-360 1992 (BB18)
ABSTRACT (Department of Environmental
Hygiene, Karolinska Institutet, Stockholm, Sweden)
Questi fattori sono
stati studiati in 11 volontari. L'aria è stata tratta dalla cavità orale per un
minuto e continuamente analizzata con un rilevatore di mercurio. In 6 volontari
il tasso di evaporazione medio è stato 0,1mg Hg/s, variazione 0,09-1,3mg Hg/s.
Dopo cinque minuti di masticazione di gomma il più alto tasso di evaporazione è
stato 2,7mg Hg/s. Masticare cera di paraffina ha provocato solo un piccolo
aumento del tasso di evaporazione. Il campionamento con diverse imboccature e a
bocca chiusa è stato messo a confronto con il campionamento a bocca aperta con
un sottile tubo di plastica. Si è scoperto che il secondo metodo potrebbe dare
origine a valori più bassi per alcuni volontari dovuti alla contemporanea
respirazione attraverso la bocca. Dopo aver inserito nella bocca particolari
coperture di plastica sui denti, l'evaporazione intraorale di mercurio è scesa
immediatamente dell'89-100% dei livelli precedenti.
Questa tecnica potrebbe
essere usata per scoprire l'evaporazione di mercurio dalle singole amalgame o
per ridurre la concentrazione di vapore di mercurio intraorale. Sciacquare la
bocca con acqua riscaldata per un minuto ha aumentato il basso tasso di
evaporazione di un fattore di 1.7 quando la temperatura dell'acqua è aumentata
da 35°C a 45°C.
** Björkman L, Sandborgh-Englund G,
Ekstrand J, "Mercurio nella saliva e nelle feci dopo la rimozione
dell'amalgama", Toxicol Appl Pharmacol 144 1997 156-162 (BR39)
ABSTRACT (Department
of Basic Oral Sciences, Karolinska Institutet, Stockholm, Sweden)
Le conseguenze
tossicologiche dell'esposizione al mercurio da amalgame dentali è una questione
di dibattito in molti paesi. Lo scopo di questo studio è stato di ottenere dati
sulle concentrazioni di Hg nella saliva e nelle feci prima e dopo la rimozione
di amalgame dentali.
Sono state determinate anche le concentrazioni di Hg nelle
urine, sangue e plasma. A dieci soggetti sono state rimosse tutte le amalgame
in una sola sessione dentale. Prima della rimozione, la concentrazione media di
Hg nelle feci era di dieci volte più alta che in campioni
di un gruppo di
riferimento di 10 individui senza amalgame (2.7 contro gli 0.23 micromol Hg/kg
di peso a secco, p<0,001).
Un aumento considerevole della concentrazione
di Hg nelle feci due giorni dopo la rimozione dell'amalgama (in media 280 mumol
Hg/kg di peso asciutto) fu seguito da una significativa diminuzione. 60
giorni dopo la rimozione la concentrazione media di Hg era ancora un po' più
alta che negli individui del gruppo di riferimento. Nel plasma, la
concentrazione media di Hg era di 4nmol/litro. Due giorni dopo la rimozione la
concentrazione media di Hg nel plasma è aumentata a 5nmol/litro e diminuita
successivamente a 1,3nmol/litro dal sessantesimo giorno. Nella saliva c'era una
diminuzione esponenziale nella concentrazione dell'Hg durante le prime due
settimane dopo
la rimozione dell'amalgama (t 1/2 = 1,8 giorni). Se ne conclude
che le otturazioni d'amalgame sono una fonte significativa di Hg nella
saliva e
nelle feci. I livelli di Hg in tutti i casi decrescono considerevolmente dopo
la rimozione dell'amalgama.
L'assorbimento di mercurio dell'amalgama nel tratto
GI in concomitanza con la rimozione dell'otturazione di amalgama sembra essere
basso.
** Blumer W, "Tossicità del
mercurio e otturazione dentale d'amalgama", Journal of Advancement in
Medicine, v.11, n.3, Fall 1998, p.219 (CB52)
Precedenti rapporti hanno rivelato che
il mercurio da otturazione dentale d'amalgama si deposita nei tessuti,
principalmente nel cervello,
nel fegato e nei reni. A basse dosi, per un lungo
periodo di tempo, il mercurio produce sintomi non-specifici nel sistema nervoso
centrale, che includono irritabilità, insonnia, ansia, emicrania, fatica,
depressione, tremore e vertigini. Ai pazienti affetti da sintomi cronici del
sistema nervoso furono somministrati 100mg/settimana di DMPS, combinati con
100mcg/giorno di selenio. Fu misurata la concentrazione di mercurio urinario,
che fu inizialmente alta ma decrebbe con il tempo e migliorò i sintomi nei
pazienti. I nostri risultati sono che l'avvelenamento da mercurio indotto
dall'amalgama è una causa frequente di sintomi del sistema nervoso centrale e
che questa causa può essere rivelata dal test di confronto del DMPS.
* Boyd ND, Benediktsson H, Vimy MJ,
Hooper DE, Lorscheider FL, "Il mercurio da otturazioni dentali d'argento
danneggia la funzione renale
di pecore", Am J Physiol 261 1991 R1010-1014
(AK30)
ABSTRACT
Nella popolazione vapori di Hg sono
rilasciati dalle otturazioni di amalgama d'argento che contengono il 50% in
peso di Hg.
Studi precedenti mostrano che quando 12 di queste otturazioni sono
impiantate in denti di pecora, i reni degli animali tendono a
concentrare Hg da
amalgama a livelli che variano da 5 a 10mcg Hg/g di tessuto renale 4-20
settimane dopo l'inserimento.
In questo studio le otturazioni occlusali (12, in
totale 5100mg) furono impiantate in ognuna delle sei pecore femmine adulte
sotto anestesia generale, usando procedure dentali standard. Otturazioni
dentali di vetroionomero (12) furono inserite in due pecore di controllo.
Diversi giorni prima dell'operazione dentale, 30 e 60 giorni dopo l'impianto
dell'otturazione, fu valutata la funzionalità renale in base al test
di
normalizzazione dell'inulina del plasma e in base agli elettroliti dell'urina e
del plasma, oltre che all'urea e le proteine.
Un tasso ordinario della
normalizzazione dell'inulina del sangue di 69.5+/-7.2 ml/min prima dell'impianto
dell'amalgama fu ridotto a 32.3+/-8.1 ml/min in 30 giorni e rimase basso a
27.9+/-8.7 ml/min dopo 60 giorni. La normalizzazione dell'inulina non cambiava
nei controlli.
Dopo l'inserimento dell'amalgama la concentrazione delle
albumine dell'urina diminuì da 93.0+/-20.5 a 30.1+7-25.3 mg/l e le
concentrazioni di Na+ dell'urina aumentò costantemente da 24.8+/-7.7 a
82.2+/-20.3 mmoli/L in 60 giorni. Le concentrazioni di K+, urea, gamma-glutamil
transpeptidasi, fosfatasi alcalina, e delle proteine totali nell'urina non
cambiò in modo significativo tra 0 e 60 giorni.
I livelli di Na+, K+, urea e
albumina del plasma rimasero inalterati tra 0 e 60 giorni dopo l'impianto
dell'amalgama. L'istologia renale
rimase normale negli animali trattati con
amalgame. Si è concluso che i livelli di Hg d'amalgama nel rene sono
sufficienti a ridurre significativamente il tasso della normalizzazione
dell'inulina per mezzo di meccanismi non definiti e che le configurazioni
dell'elettrolita nell'urina sono collegati all'indebolito riassorbimento
tubulare dei reni.
ABSTRACT
Boyer DB, "Vaporizzazione del
mercurio da amalgama dentale corrosa", Dent Mater 4:89-93 (1988)
ABSTRACT
Lo scopo di questo studio era di
determinare l'effetto in vitro della corrosione e dell'invecchiamento
sull'emissione di vapore di mercurio di amalgama dentale. Elettrodi d'amalgama
furono preparati a partire da leghe convenzionali e rame puro mescolati e
furono invecchiati per una settimana a 22°C o a 60°C per accelerare
l'invecchiamento. L'emissione di vapori di mercurio fu misurata con un
dispositivo di controllo del mercurio, LCD, dopo l'abrasione. I campioni furono
corrosi da una polarizzazione anodica con una soluzione di Ringer e l'emissione
di mercurio fu rimisurato. L'emissione di vapore di mercurio diminuì in modo
esponenziale dopo l'abrasione delle amalgame seguendo lo stesso tasso
dell'ossidazione dei metalli a bassa temperatura. Ci fu successivamente un
marcato aumento nelle quantità di mercurio emesso dai campioni corrosi quando
furono abrasi. L'invecchiamento accelerato delle amalgame a 60°C ebbe come
conseguenza una più grande resistenza alla corrosione e minore emissione di
mercurio dei campioni corrosi. L'amalgama convenzionale emise meno vapore di
mercurio rispetto all'amalgama di rame puro senza considerare se i campioni
erano corrosi sperimentalmente o non corrosi. Un campione di amalgama
convenzionale corrosa clinicamente, produsse una quantità di emissione più
grande di vapore di mercurio.
Brune D, "Corrosione di
amalgame", Scand J Dent Res, dic. 1981; 89(6):506-14
ABSTRACT
È stato misurato il rilascio di rame,
mercurio, argento, stagno o zinco delle amalgame convenzionali, a fase dispersa
e sferiche contenenti rame puro immerse in una soluzione di saliva artificiale
per un periodo fino a 30 giorni è stato misurato usando tecniche a tracciante
nucleare. Durante la corrosione iniziale, cioè entro poche ore, si trovò che
erano presenti quantità notevoli di mercurio nel materiale particolato nei tre
tipi di amalgami. Il rilascio di materiale particolato era marcato per quanto
riguarda il tipo di amalgama a fase dispersa. Dopo circa 30 giorni, si scoprì
che le corrosioni elettrochimiche erano il processo predominante nel rilascio
dei vari prodotti di corrosione.
Fu dimostrato che lo zinco era il maggior
prodotto di corrosione rilasciato nelle soluzioni di saliva artificiale da
parte sia delle amalgame convenzionali che da quelle a fase dispersa. A causa
dei bassi livelli radioattivi l'argento e lo stagno non potettero essere
analizzati quantitativamente. Tuttavia, i limiti superiori dell'argento e dello
stagno nelle soluzioni di saliva artificiale riferiti a periodi di esposizione
fino
a 30 giorni furono stimati a 0.1 microgrammi e a 25 microgrammi
rispettivamente. È stato valutato lo stato chimico dei vari prodotti di
corrosione. La deposizione di CuCl2 x3Cu (OH)2 sulle superfici delle amalgame
ad alto tenore di rame fu osservata conformemente all'analisi di diffrazione
dei raggi X.
* Brune D, "Esposizione a
mercurio e argento durante la rimozione di restauri in amalgama", Scand J
Dent Res 88 1980 460 (F6)
ABSTRACT
Le condizioni igieniche del mercurio
negli studi dentistici sono state precedentemente studiate dimostrando che un
trattamento e uno smaltimento adeguati del mercurio e dell'amalgama sono
necessari ad assicurare delle buone condizioni di lavoro. Tuttavia il valore
limite soglia per il vapore di mercurio può essere superato nei laboratori
dentistici durante la frantumazione dei modelli d'amalgama.
Nelle cliniche
dentistiche vi è un rischio potenziale di inalazione di vapore di mercurio e
polvere di amalgama durante la rimozione di
vecchie otturazioni d'amalgama. Il
presente studio contiene sia la misurazione del mercurio e dell'argento in
particelle raccolte nella posizione di respiro dei dentisti sia i livelli di
vapore di mercurio associati alla rimozione di vecchie otturazioni.
Bruno E, Ronchi F, Cavallè E,
"Valutazioni biologiche e cliniche sul rilascio di mercurio da otturazioni
di amalgama", Dental Cadmos, n.19, dicembre 1998, p.17
ABSTRACT:
Il rilascio di mercurio da parte delle
otturazioni in amalgama è oggi un fatto acquisito e ben documentato, così come
ne è dettagliatamente conosciuto il destino biologico all'interno
dell'organismo. Le conseguenze dell'intossicazione cronica che ne deriva sono
tuttora poco comprese e studiate e necessitano di essere approfondite
attraverso studi sperimentali ed epidemiologici affidati ai diversi settori
della medicina. Ulteriori dati sono necessari rapidamente circa la soggettività
genetica della risposta immune e allergica al mercurio, al fine di poter
identificare quei soggetti che, in modo maggiore degli altri, risentono
dell'impiego di amalgama quale materiale da otturazione.
Alla luce dei dati
scientifici oggi disponibili, occorrerebbe iniziare a considerare l'amalgama al
pari di un farmaco e quindi dotato, in quanto tale, di specifiche indicazioni,
di controindicazioni e, inevitabilmente, di effetti collaterali.
* Bumgardner JD, Johansson BI,
"Corrosione galvanica ed effetti citotossici dell'amalgama e delle leghe
di gallio accoppiate al titanio", Eur. J. Oral Sci. (1996), 104, 300-308
(BJ21)
ABSTRACT
Scopo di questo studio era di
esaminare e confrontare la corrosione galvanica di un'amalgama convenzionale,
quella di una di rame puro dispersa, quella di una sferica di rame puro
arricchita al palladio e di una lega di gallio accoppiata con titanio in
soluzione salina e in coltura cellulare, e di valutare gli effetti delle coppie
sulle cellule in coltura. Effetti citotossici significativi furono osservati
quando il tipo di amalgama di rame puro dispersa e la lega di gallio furono
accoppiate al titanio. Anche se le correnti di corrosione misurate per queste
coppie sono minori di quelle delle leghe d'oro accoppiate all'amalgama, questi
risultati ci suggeriscono che è il potenziale (generato) dai prodotti
rilasciati dalla corrosione galvanica a diventare citotossico. Questi dati
giustificano ulteriori indagini sugli effetti dell'accoppiamento di amalgama e
leghe di gallio con il titanio nell'ambiente orale.
** Caulk/Dentsply, produttore di
amalgama, Scheda di sicurezza dell'amalgama, 19 gennaio 1988 (Material
safety data sheet: Mercury) (AQ15)
"Inalazioni
croniche di vapori di mercurio prolungate nel tempo possono causare
mercurialismo che è caratterizzato da leggeri tremori ed eretismo. I tremori
possono coinvolgere le mani prima, ma possono anche arrivare ad interessare la
faccia, le braccia e le gambe. L'eretismo si manifesta con arrossamenti,
timidezza, depressione o sconforto, contrarietà alle critiche, irritabilità o
eccitabilità, mal di testa, ed in gravi casi possono verificarsi allucinazioni,
perdita di memoria, e deterioramento mentale. Concentrazioni di 0.03 mg/m3 hanno
portato a disturbi psichiatrici. Danni renali possono essere indicati da
proteinuria, albuminuria, enzimuria e anuria. Altri sintomi possono includere
salivazione, gengivite, stomatite, allentamento del dente, linee blu delle
gengive, diarrea, polmonite cronica e leggera anemia".
* Chien YC, Feldman C, Zohn HK, Weisel
CP, "Livelli di mercurio urinario prima e dopo restauri in amalgama",
The Science of the Total Environment, 188 (1996) 39-47
ABSTRACT
Il livello di mercurio urinario e i
tassi di escrezione furono misurati per determinare l'effetto dei restauri
dentali d'amalgama sul carico di mercurio del corpo. Non fu trovato alcun
consistente aumento nelle concentrazioni di mercurio urinario tra i soggetti
che avevano un singolo restauro, ma un trend in continua crescita
statisticamente significativo, che era del 33% al di sopra dei livelli di
fondo, fu scoperto tra i 9 e
i 12 giorni dopo il restauro, nel caso di quattro
restauri in un solo giorno. Le correnti scoperte suggerirono che anche se i restauri
d'amalgama possono causare un incremento nel carico di mercurio del corpo,
l'innalzamento al di sopra dei livelli di fondo è piccolo e
perciò il rischio
associato all'uso di questi materiali è considerato minimo dalla popolazione
generale.
Cooley R, "Vapori di mercurio
emessi durante la trapanazione di amalgame con turbina ad elevato numero di
giri", J. Indiana Dental Assoc., vol.57, n.2, marzo 1978, p28-31 (FF18)
ABSTRACT
Ci si è riferiti alla contaminazione
da mercurio come al pericolo silenzioso perché il problema non è stato
pienamente valutato dal
personale dentistico e l'assorbimento e l'accumulazione
di mercurio avvengono senza avvertimento e può continuare per lungo tempo se
non è eseguita regolarmente qualche forma di monitoraggio. Questo studio
dimostra che la rimozione di vecchi restauri d'amalgama con strumenti
ultraveloci ha la capacità di incrementare la contaminazione da mercurio di una
stanza di trattamento dentistica. Questo incremento del vapore di mercurio può
essere contenuto con l'uso di evacuazione centrale sotto vuoto o con l'uso di
spruzzo d'acqua in congiunzione con l'aspirazione centrale sotto vuoto.
Cooley RL, Stilley JS, Lubow RM,
"Vapori di mercurio prodotti durante la sterilizzazione di strumenti
contaminati dall'amalgama", The Journal of Prosthetic Dentistry, marzo
1985, v.53, n3, p304- 308 (AD81)
ABSTRACT
Scopo di questo studio è stato di
individuare e misurare il vapore di mercurio prodotto, sia dagli strumenti
contaminati da amalgama posti
in uno sterilizzatore chimico a vapore che usava
sia il calore che prodotti chimici, sia dalle particelle d'amalgama introdotte
accidentalmente nello sterilizzatore. Strumenti venuti da poco in contatto con
amalgama produrranno vapore di mercurio quando sono messi in rotazione
in un
Chemicalve. Si trovò che questi sterilizzatori continuavano ad emettere vapori
di mercurio dopo che gli strumenti contaminati furono rimossi. I livelli
residuali si avvicinarono e sorpassarono il TLV di 0.05mg Hg/m3.
Cooley RL, Barkmeier EW,
"Prevenzione della contaminazione di vapori di mercurio rilasciati
dall'amalgama", Quintessence Int. 5:71, 1979
"Il modo migliore possibile per
controllare il rilascio di vapori di mercurio da rimasugli di amalgama è la
conservazione infissatore per raggi X o in soluzione di HgX (Acton)"
"Studio della Coors A. Foundation
sull'amalgama", The International DAMS Newsletter, p17, vol VII, Issue
1&2, Primavera 1997
ABSTRACT
Parametri misurabili del corpo furono
seguiti prima e dopo la rimozione dell'amalgama. La selezione dei partecipanti
si basava su maschi e femmine aventi da 3 a 10 amalgame che sembravano
apparentemente sani. Furono rifiutati se avevano trattamenti canalari, corone
d'oro o di nichel, ponti mobili, apparecchi ortodontici, o ogni altro materiale
immunointerferente nelle loro bocche. L'amalgama rimossa mostrava:
1) una
riduzione nell'incremento compensativo dovuto alla contaminazione
dell'emoglobina all'interno dei globuli rossi;
2) un aumento o una diminuzione
della saturazione di ossigeno nei globuli rossi a seconda che le amalgame sono
installate o rimosse;
3) diminuzione nell'eliminazione urinaria di porfirine,
in alcuni casi addirittura fino al livello 0 (questo suggerisce un legame tra
inspiegabile affaticamento cronico, la porfiria e la presenza di amalgame);
4)
i globuli bianchi, nei casi in cui sono presenti in valori elevati, rispondono
prontamente alla rimozione delle amalgame, mentre nei casi
di valori bassi, i
globuli bianchi tardavano a tornare a valori ottimali;
5) la chinasi del
colesterolo e della creatina (entrambe le molecole monitorate in relazione a
certe condizioni del cuore) hanno una notevole risposta alla rimozione delle
amalgame.
* Cutright DE, Miller RA, Battistone
GC, Millikan LJ, "Livelli sistemici di mercurio causati dall'inalazione di
vapore durante la trapanazione di amalgama ad alta velocità", J Oral Med
28(4):100-104 (1973) (G35)
ABSTRACT
Questo esperimento ha mostrato i
seguenti fatti circa l'esposizione di ratti ad una polvere di amalgama prodotta
da un lavoro ad alta
velocità: 1. La polvere è quasi immediatamente assorbita
nel flusso sanguigno come mostrato da aumenti immediati rivelati misurando il
contenuto di mercurio nel sangue. 2. Il cuore riceve livelli estremamente alti
di mercurio nel giro di pochi minuti dopo l'esposizione, 81 volte più alto del
livello di controllo. 3. Il cervello ed il fegato raggiungono i loro massimi
livelli di mercurio 16 ore dopo l'esposizione. Entrambi questi livelli sono
approssimativamente 7 volte più alti del controllo. 4. Il cuore, il fegato, il
cervello ed il rene concentrano mercurio dal sangue. 5. I livelli di mercurio
dei polmoni e del cuore decrescono rapidamente fino a 32 ore e poi più
lentamente per tutta la durata dell'esperimento. 6. I livelli di mercurio del
cervello e del fegato decrescono rapidamente dal loro massimo tra le 16 e le 32
ore e poi lentamente nelle 72 ore di durata dell'esperimento. 7. Il livello di
mercurio del rene cresce lentamente per tutte la durata dell'esperimento e
contiene un livello molto alto di 22.9 microgrammi a 72 ore. 8. Nessuno dei
tessuti analizzati era ritornato a livelli di controllo entro la fine delle 72
ore. Gli autori allo stato attuale non possono stabilire quanto è assorbito da
un paziente al variare delle condizioni o asserire positivamente che questo
studio sui ratti comparabile agli umani. Tuttavia, gli autori vogliono porre in
rilievo i possibili pericoli dell'esposizione al mercurio, anche in minuscole
quantità, che potrebbe capitare nella pratica dentale.
Dallmann P, "Welche Gefahren
konnen durch quecksilber entstehen? Amalgam - eine endlose Geschichte",
PeDa-Eigenverisg, 1995
Un donna di 38 anni
dal 1972 di raffreddore da fieno e dal 1973 di allergie sulle mani. Nel 1983
sviluppò sul viso e sulle braccia una eruzione cutanea con prurito permanente
che non migliorò nonostante tutti i trattamenti dermatologici. Nel 1990 apparve
una allergia da
sole. Un anno dopo, l'eruzione cutanea con grave prurito si
allargò lentamente all'intero corpo. Furono diagnosticate allergie a diverse
sostanze. Nel 1992 l'amalgama fu rimossa e fu iniziata una terapia di
chelazione con DMPS. Il livello di mercurio nelle urine dopo DMPS passò, dopo
un anno, da 810 a 14 mcg/l. L'ampio eczema sfigurante sull'intero corpo
scomparì lentamente, anche dal volto. Rimase solo una leggera, quasi
impercettibile sensibilità cutanea. I sintomi allergici cessarono.
Danscher G, Hørsted-Bindeslev P,
Rungby J, "Tracce di mercurio in organi di primati con otturazioni di
amalgama", Exp Mol Pathol 52:291-299 (1990)
ABSTRACT
Allo scopo di trovare possibili
accumuli di mercurio, tre cercopitechi (scimmie) ricevettero otturazioni
d'amalgama, altri tre ricevettero
impianti dell'osso mascellare in amalgama, e
altre tre scimmie non trattate servirono come controllo. Un anno più tardi
tutti gli animali
furono sacrificati. Sezioni di tessuto di diversi organi
furono sottoposti ad amplificazione d'argento per autometallografia e
analizzati con microscopia luminosa ed elettronica. Fu trovato che le
otturazioni in amalgama (totale, 0.7-1.2g) causavano deposizione di mercurio
nei seguenti tessuti: gangli spinali, pituitario anteriore, midollo adrenale,
fegato, reni, polmoni, ghiandole linfatiche intestinali.
Nelle scimmie con gli
impianti mascellari in amalgame d'argento (totale, 0.1-0.3g) il mercurio fu
trovato negli stessi organi ad eccezione
del fegato, polmoni, e ghiandole
linfatiche e intestinali. Gli organi dei tre animali di controllo privi di
precipitati. Questi risultati sostengono fortemente ciò che è stato suggerito
precedentemente, che otturazioni dentali nei primati causano assorbimento di
mercurio rilasciato da otturazioni in amalgama attraverso i polmoni e il tratto
intestinale, e che a seconda dell'esposizione è distribuita a più organi ed
eventualmente sarà trovato nel sistema nervoso centrale.
Danscher G, Stoltenberg M, Juhl S,
"Come rilevare oro, argento e mercurio nel cervello umano e altri tessuti
tramite l'amplificazione autometallografica d'argento", Neuropathology
& Applied Neurobiology. 20(5):454-467, ott. 1994
ABSTRACT
Oro, argento,
mercurio e zinco si legano chimicamente agli ioni solfuro e seleniuro e creano
reticoli cristallini che possono essere rivelati in sezioni istologiche tramite
una tecnica di amplificazione dell'argento chiamata metallografia (AMG). La
tecnica ingrandisce specificatamente tali cristalli catalitici di grandezza
nanometrica. Per ogni metallo, è stato elaborato un protocollo dettagliato. Se
molte molecole di metalli di AMG diverse, sono presenti nello stesso tessuto, è
possibile distinguerle le une dalle altre. La tecnica AMG si basa sulla
capacità dei
piccoli reticoli cristallini delle molecole dei metalli e del
metallo sopra menzionati da dare origine all'amplificazione AMG dell'argento.
Gli elettroni rilasciati dall'aderenza delle molecole di idrochinone riducono
gli ioni argento che sono connessi integralmente col reticolo cristallino. In
questo modo particelle che consistono solo di alcuni atomi di, ad esempio oro,
o molecole di seleniuro di mercurio (Figura 1), possono essere
argento-amplificate fino a una grandezza che può essere rilevata al microscopio
elettronico, o anche oltre fino alle dimensioni che possono essere osservate al
microscopio ottico. Così la tecnica AMG offre la possibilità di visualizzare
oro, per esempio
nel sistema nervoso di pazienti reumatici che sono stati
trattati con aurotiomalato. Il mercurio può essere visualizzato similmente nei
tessuti di individui che sono stati esposti al mercurio per lo smescolamento
dalle otturazioni dentali in amalgama, per il mangiare pesce, o per
l'esposizione professionale, e l'argento nel sistema nervoso centrale (CNS) o
periferico (PMS) e in altri tessuti di individui esposti all'argento in una
forma o in un'altra. In futuro, la possibilità di descrivere lo zinco
vescicolare, una particolare raccolta di zinco endogeno che si trova nelle
terminazioni dei neuroni a zinco-arricchiti (neuroni ZEN), potrebbe dimostrarsi
prezioso per l'interpretazione patologica di malattie
come il morbo di
Alzheimer. Lo zinco vescicolare, presente in alcune delle vescicole sinoptiche
delle terminazioni dei neuroni ZEN, è dimostrato in modo più imponente in
strutture telencefaliche. Sta diventando sempre più certo che lo zinco
vescicolare è in relazione con l'attività simpatica influenzando o modulando le
sinapsi. I neuroni ZEN sono probabilmente una sottopopolazione di neuroni
glutaminergici. Perciò occorre urgentemente una tecnica per la descrizione
post-mortem dello zinco vescicolare nelle terminazioni dei neuroni ZEN in
cervelli umani.
Derand T, "Vapori di mercurio da
amalgama dentale, uno studio in vitro", Swed Dent J 1989; 13(5):169-75
ABSTRACT (Department of Dental
Materials and Technology, University of Lund, Malmo, Sweden)
Lo scopo di questa indagine era quello
di esaminare in vitro il tasso di vapore di mercurio da parti di tipi diversi
di amalgame dentali. Le superfici di amalgama di tre diversi stati furono
usate, levigate, ossidate e corrose. Furono esaminati anche l'influenza della
temperatura, dello spazzolamento e dell'acqua sui campioni. I risultati
mostrarono una grande differenza tra le amalgame levigate conservate all'aria e
le amalgame corrose da saliva artificiale. I singoli tipi di composizione
rilasciarono più mercurio di quelle tradizionali e di quelle disperse.
Una
temperatura più alta fece salire i tassi di vapori emessi mentre l'acqua li
fece abbassare. Quando le superfici delle amalgame furono spazzolate con una
pasta dentifricia, ci fu un incremento istantaneo di mercurio.
De Witt MF, "Amaurosi dell'occhio
destro alleviata da rimozione dell'otturazione dentale del corrispondente lato
e guarigione completa ottenuta con l'estrazione del dente", Am J. Med Sci
1868; 55:382-383
ABSTRACT
Uomo di 31 anni; cecità dell'occhio
destro 2 mesi dopo l'inserimento di una grande otturazione di mercurio (dente
14); dopo 12 anni il dente 14 venne estratto e la visione gradualmente ritornò;
dopo 1 mese le condizioni dell'occhio destro erano buone quasi come quelle del
sinistro.
Dorffer U, "Anorexia hydrargyra.
Kasuistik aus der Praxis", Monatssche Kinderheilkd 1989; 137:472
“Ragazza di 15 anni;
10 otturazioni di amalgama, 6-8 dalle scuole elementari. Nell'autunno del 1986
tutte le otturazioni di amalgama furono sostituite con nuove; all'inizio 1988:
affaticamento, insonnia, problemi di memoria, mal di testa. Vertigine. Perdita
di capelli. Artralgia.
Perdita di appetito, perdita di peso da 51 a 45 kg
(altezza 171 cm); a seguito della rimozione di tutte le otturazioni di amalgama
si riprese molto bene, all'inizio del 1989 tornò di nuovo a 51 kg di peso
corporeo”.
Drasch G, Schupp I, Hofl H, Reinke R,
Roider G, "Accumuli di mercurio nei tessuti umani di feti e neonati",
Eur J. Pediatrics, 153 (8):
607-610, agosto 1994 (AY24)
ABSTRACT (Institut fur Rechtsmedizin,
Munchen, Germany)
Sono state determinate le
concentrazioni di mercurio totale nel fegato (Hg-F), nella corteccia renale
(Hg-R) e nella corteccia cerebrale
(Hg-C) di 108 bambini (tra 1 giorno di vita
e 5 anni) nonché Hg-R e Hg-F di 46 feti. Per quel che era possibile è stata
registrata la storia dentale delle madri. I risultati sono stati confrontati
con le concentrazioni di mercurio nei tessuti di adulti della stessa area
geografica.
Hg-R (n=38) e Hg-F (n=40) dei feti, Hg-R (n=35) e Hg-C (n=35) dei
bambini (11-50 settimane di vita) si correlano significativamente con il numero
di otturazioni dentali di amalgama della madre. È stata discussa la rilevanza
tossicologica dell' Hg-R così inaspettatamente
elevato nei bambini delle madri
con il maggior numero di amalgame. Conclusioni: le future discussioni
sui pro e i contro dell'amalgama dentale non dovrebbero essere limitate agli
effetti delle otturazioni portate da adulti o bambini, ma dovrebbero anche
includere l'esposizione fetale. L'applicazione illimitata di otturazioni
dentali su donne prima o dopo l'età fertile dovrebbe essere riconsiderata.
Drasch G, Gath HJ, Heissler E, Schupp
I, Roider G, "Concentrazioni di argento in tessuti umani, correlazione con
le otturazioni di amalgama ed altri fattori", J. Trace Elements in
Medicine and Biology 9(2):82-87 (1995)
ABSTRACT (Institut fur Rechtsmedizin
der Ludwig-Maximilians-Universitat Munchen, Germany)
Campioni di tessuti umani da 173
persone decedute sono stati analizzati per la presenza di argento (Ag) con
GF-AAS (spettroscopia di Assorbimento Atomico con fornetto di grafite) ed i
risultati sono stati confrontati con il numero di otturazioni di amalgama e con
la concentrazione di mercurio (Hg) negli stessi tessuti che erano stati
analizzati in un precedente studio. È stato trovato che le concentrazioni medie
di Ag nel fegato e nel cervello di donne adulte sono approssimativamente il
doppio di quelle negli uomini.
Per escludere l'influenza di altri cofattori,
quali l'età, etc., l'influenza delle amalgame dentali e la correlazione con Ag
e Hg sono state
valutate solo in un sotto-gruppo di 93 maschi, età:11-50 anni.
In questo sotto-gruppo sono state trovate correlazioni statisticamente
significative tra il numero di denti con otturazioni di amalgama e le
concentrazioni di Ag nella corteccia cerebrale e nel fegato.
Non è stata
riscontrata tale correlazione per i reni. Le concentrazioni di Ag (mcg/kg di
tessuto) degli individui con un numero di amalgami
tra 0-2 e di quelli con più
di 9 amalgame sono stati confrontati: rispettivamente 1.59 e 5.41 nella materia
grigia del cervello, 1.42 e 4.25
nella materia grigia del cervello, 1.53 e 4.89
nel nucleo lentiforme, 1.95 e 5.02 nel cervelletto, 3.40 e 8.15 nel fegato e
0.42 e 0.44 nella corteccia renale. Questi risultati dimostrano che le
otturazioni di amalgama rilasciano anche Ag. Considerando la diversa
tossico-cinetica
di Ag e Hg si può concludere che Ag è un affidabile
"marker" e per confermare il fatto che le elevate concentrazioni di
Hg inorganico trovato nei tessuti in individui con otturazioni di amalgama
derivino principalmente da queste otturazioni e non da altre fonti possibili in
teoria.
Drasch G, Aigner S, Roider G, Staiger
F, Lipowsky G, "Mercurio nel colostro umano e nel primo latte del seno. La
sua dipendenza dall'amalgama dentale e da altri fattori", J Trace Elem Med
Biol, marzo 1998; 12(1):23-7
ABSTRACT (Institute of Forensic
Medicine, Munich, Germany)
La concentrazione di mercurio in 70
campioni di latte del seno (Hg-M) di 46 madri, raccolto entro i primi sette
giorni dopo il parto, fu determinata tramite spettrometria di assorbimento
atomico di vapore freddo. Per confronto furono investigati, nove campioni di
latte
artificiale (ricostruito con acqua priva di Hg). L'Hg-M nei campioni di
latte umano variava da <0.2 a 6.86 microgrammi/L (in media 0.37),
dal
campione di latte artificiale da 0.4 a 2.5 microgrammi/L (in media 0.76).
L'Hg-M nel campione di latte del seno è correlato direttamente con il numero di
denti materni con amalgama dentale. La media di Hg-M nelle madri prive di
amalgame era <0.2 microgrammi/L,
mentre il latte di madri con 1-4
otturazioni d'amalgama conteneva 0.57 microgrammi/L, nelle madri con 5-7
otturazioni conteneva 0.50 microgrammi/L e con più di 7 otturazioni, 2.11
microgrammi/L. L'Hg-M era negativamente correlato al giorno dopo il parto. La
frequenza di consumo di pesce tende ad influenzare positivamente l'Hg-M, mentre
l'età della madre non mostra nessuna correlazione significativa. Nei primi 2 o
3 giorni dopo il parto furono trovato alcuni campioni di colostro con Hg-M più
alto di quello del latte di formula. Più tardi, la concentrazione di Hg nel
latte del seno era uguale o anche più basso di quello nel latte artificiale. Il
carico più alto di Hg dei tessuti dei neonati di madri con amalgame dentali,
come riportato precedentemente, deve essere spiegato (1) da un trasferimento
prenatale di
Hg dalle otturazioni della madre attraverso la placenta fino al
feto, seguito da una redistribuzione di questo Hg nel corpo del neonato,
e (2)
un carico supplementare via latte del seno. Tuttavia, il paragone di Hg-M nel
latte materno e artificiale, il carico relativamente
moderato di Hg in entrambi
i tipi di latte, e gli evidenti molteplici vantaggi dell'allattamento al seno
parlano contro qualsiasi limitazione
di allattamento, anche per madri con un
gran numero di otturazioni d'amalgama.
Articoli correlati: il mercurio
materno e l'esposizione fetale
* Yang J, Wang Y, "Trasferimento
materno-fetale di mercurio metallico via placenta e via latte", Annals
of Clinical and Laboratory Science, v.27, n2, p.135-141 (BO24)
ABSTRACT
Per chiarire la situazione del
momento trans-placentale e dello screening nel latte di mercurio metallico
nell'essere umano, il contenuto di mercurio fu individuato nel sangue
materno, nel sangue del cordone ombelicale, nel latte e nei tessuti
placentali. In 18 donne partorienti, 9 erano state esposte professionalmente
al mercurio metallico mentre le altre 9 no. Il mercurio fu individuato
tramite spettrometria d'assorbimento atomico a freddo. I risultati mostrarono
che le concentrazioni di mercurio nel sangue del cordone ombelicale e dei
tessuti placentali erano più alte di quelle del sangue materno. Il rapporto
tra il mercurio inorganico e quello totale del latte era significativamente
più alto di quello del sangue materno. Quindi questo studio concluse che il
mercurio metallico può essere trasferito al feto via placenta e ad un neonato
via il latte materno.
* Koos BJ, Longo LD, "Tossicità
del mercurio nella donna incinta, nel feto e nei bambini appena nati",
Am. J. Obstret Gynecol. 126, 1976 p.390-408 (D7)
ABSTRACT
Questo
studio esamina i casi riportati di avvelenamento da mercurio in gravidanza e
dati basati su fonti di concentrazione, assorbimento materno e distribuzione.
Esso analizza le attuali conoscenze del trasferimento placentale di vari
composti del mercurio, dell'assorbimento e della distribuzione fetale,
identifica gli effetti tossici embriopatici e fetali del mercurio in generale
mettendo in evidenza allo stesso tempo la maggiore tossicità dei composti del
metilmercurio. Le indicazioni proposte per l'esposizione al vapore di mercurio
elementare sono di 0.010 mg/metro cubo. Infine sono necessari studi
supplementari per meglio valutare il rischio fetale da variazioni dei livelli
di mercurio nel sangue materno allo scopo di determinare più esattamente i
limiti di sicurezza dell'esposizione al mercurio per le donne in periodo di
gravidanza.
* Edlund C, Bjorkman L, Ekstrand J,
Sandborgh-Englund G, Nord CE, "Resistenza della normale microflora umana a
mercurio e antibatterici dopo l'esposizione al mercurio delle otturazioni di
amalgama", Clinical Infectious Diseases; 22 (6) p944-950. giugno 1996
(BJ11)
ABSTRACT (Department of Microbiology,
Karolinska Institute, Stockholm, Sweden)
Le concentrazioni di mercurio nella
saliva e nelle feci d e il modello di resistenza della microflora intestinale
furono studiati su 20 individui.
A 10 pazienti, con un punteggio medio delle
superfici di amalgama di 19 (ogni amalgama da 1 a 3 punti) vennero rimosse
tutte le otturazioni di amalgama in una seduta. 10 individui senza otturazioni
di amalgama servirono da gruppo di controllo. Furono raccolto campioni di
saliva e feci prima della rimozione e 2, 7, 14, e 650 giorni dopo. I livelli di mercurio
nella saliva e nelle feci erano in stretta relazione con il punteggio di
amalgama.
Non furono individuate differenze tra i due gruppi a proposito del modello di
resistenza della microflora orale. Nel gruppo con l'amalgama ci fu un aumento
nel numero relativo di microrganismi intestinali resistenti al mercurio, nei
giorni 7 e 1\4 (ampicillin, cefoxitin, erythromycin e clindamycin). Ciò non era
significativo per la statistica alla luce delle normali fluttuazioni del gruppo
di controllo. Fu osservata una significativa correlazione tra la prevalenza
di resistenza al mercurio e la resistenza antibatterica multipla ai ceppi
batterici intestinali.
Eggleston DW, Nylander M,
"Correlazione dell'amalgama dentale con il mercurio nei tessuti
cerebrali", J Prosthet Dent, dic. 1987; 58(6):704-7
ABSTRACT (Department of Restorative
Dentistry, University of Southern California, Los Angeles)
I risultati di questo
studio dimostrano una positiva correlazione tra il numero di superfici occluse
da amalgama dentale e livelli di mercurio nel cervello. Questa è una riprova
indiretta che suggerisce che il mercurio delle otturazioni dentali in amalgama
può contribuire alla concentrazione di mercurio nel cervello. I livelli tossici
di mercurio nei tessuti umani non sono stati sufficientemente studiati e la
quantità di mercurio nel tessuto cerebrale umano derivante da amalgama dentale
può essere clinicamente significativo, ma può anche non esserlo. Tuttavia,
l'esposizione dell'amalgama dentale dovrebbe essere tenuta in considerazione
nel controllare le fonti di accumuli di mercurio nel tessuto cerebrale umano.
* Eggleston DW, "Effetto
dell'amalgama dentale e leghe in nichel sui linfociti T: relazione
preliminare", The Journal of Prosthetic Dentistry, maggio 1984, v.51, n.5,
p617- 623 (P1)
ABSTRACT
L'amalgama dentale e le leghe in
nichel sono state considerate relativamente sicure sulla base della ricerca e
dell'osservazione clinica di
molti anni. Tuttavia, ogni materiale chimico o
dentistico inutilizzato deve essere soggetto alle nuove diagnostiche
immunologiche che
diventano disponibili. Diagnosticare i fattori eziologici di
una malattia autoimmune è ostacolato dalla risposta in ritardo del sistema
immunitario, l'insorgere graduale dei sintomi e la presenza di sintomi distanti
dall'ubicazione della sensibilizzazione. Molti resoconti di
reazione allergica
all'amalgama dentale descrivono una mancanza di manifestazione orale. Dati
preliminari da questi studi suggeriscono
che l'amalgama dentale e le leghe di
nichel possono incidere sulla quantità di linfociti T. I linfociti T umani
riescono a riconoscere antigeni specifici, diminuire l'efficienza, e regolare
il tipo e l'intensità di praticamente tutte le risposte immunitarie cellulari e
umorali.
La normale funzione immunitaria dipende da un'appropriata quantità,
qualità e proporzione di linfociti T-helper e sottoclassi di soppressori.
Un'ulteriore ricerca può determinare la frequenza e l'ampiezza della riduzione
dei linfociti T e l'alterazione tramite i materiali dentali.
Enestrom S, Hultman P,
"L'amalgama incide sul sistema immunitario? Una questione
controversa", Int Arch Allergy Immunol 106:180-203 (1995)
ABSTRACT
Sebbene in uso da oltre 150 anni,
l'amalgama dentale è stata messa in dubbio più o meno vigorosamente come
materiale dentale di restauro a causa dei rischi per la salute. Gli esseri
umani sono esposti al mercurio e ad altri metalli dell'amalgama (Ag, Sn, Cu,
Zn) attraverso i vapori,
i prodotti di corrosione deglutiti con la saliva e
l'assorbimento diretto nel sangue dalla cavità orale. Le otturazioni di
amalgama sono la più importante fonte di esposizione al mercurio nella
popolazione generale. Reazioni locali e, in alcuni casi, reazioni di
ipersensibilità sistemica ai metalli negli esseri umani sono collegati a certi
genotipi MHC, e incidono solo su di un piccolo numero di individui esposti. È
molto difficile trovare questi individui in una popolazione mista, di individui
predisposti e resistenti, incluse persone con sospetti sintomi dovuti alle
otturazioni di amalgama, dove molti probabilmente soffrono di condizioni con un
background immunologico non rilevati, come la sensibilità multipla a sostanze
chimiche (sindrome MCS). Dovrebbero essere compiuti studi intensificati per
identificare questi genotipi MHC predisposti, avvantaggiandosi dei casi
riportati di persone esposte a più metalli pesanti con reazioni autoimmuni
sistemiche. Saranno necessari anche studi ulteriori per accertare se
l'esposizione combinata ai metalli nell'amalgama possono abbassare la soglia
delle reazioni immunologiche contrarie, dato che studi recenti hanno dimostrato
che i metalli in lega, soprattutto l'argento, possono indurre l'autoimmunità in
topi geneticamente predisposti.
Engel P, “Osservazioni sulla salute
prima e dopo la rimozione di amalgama”, Schweiz Monatschr Zuhbmed, vol 108:8,
1998
ABSTRACT
Sono riportati i risultati del
rimpiazzo di amalgama in 75 pazienti. I pazienti soffrivano di molti sintomi
diversi, come emicrania (36), mal di testa (32), problemi gastrointestinali
(27), tensione al collo (25), parestesia (19), vertigini (18), allergie (13),
disturbi visivi (13), dolori alla schiena (12), problemi psicologici (12),
dolori alle giunture (1), dolori a braccio/ spalla (10). L'amalgama fu
rimpiazzata da compositi. Durante la rimozione, fu utilizzato diga di gomma con
Oraseal e il sistema di pulizia. Di norma, venivano rimosse 2 otturazioni per
seduta, una volta la mese. Dopo la rimozione delle amalgame (1991-1996), il 68%
dei pazienti riportarono che la loro salute era molto migliorata, il 12% che
era migliorata, il 9% che era in qualche modo migliorata. Il 7% non avvertì
alcun miglioramento e le condizioni di un paziente peggiorarono (un paziente
affetto da SM).
Engin-Deniz B, Nell A, Perger M, Sperr
W, "La concentrazione di mercurio nella saliva di bambini di 10 anni in
correlazione con numero ed estensione di amalgame”, Zeitschrift fur
stomatologie, 89, 471-479, 1992
ABSTRACT
È stata esaminata la saliva di 32
bambini con amalgame dentali e di bambini senza (età=10 anni). Nella saliva dei
portatori di amalgama i valori di partenza dell'accumulo di mercurio erano fino
a 6 mcg/l (nei non portatori il valore massimo era di 0.08 mcg/l). Dopo una
fase di masticazione di 10 minuti si registrava nella saliva un aumento
dell'aggravio da Hg che superava più di 250 volte il valore di partenza. Nei
bambini senza amalgama, tutti i valori di mercurio, anche dopo la masticazione
di gomma, rimanevano al di sotto dello 0.1 mcg/l.
** Engqvist A, Colmsjö A, Skare I,
"Analisi del mercurio espulso nelle feci da individui con otturazioni di
amalgama", Arch Envir Hlth 53 1998 205-213 (CA12)
ABSTRACT (Department of Toxicology and
Chemistry, National Institute for Working Life, Solna, Sweden)
Sono stati stabiliti dei metodi per
l'analisi del mercurio totale, del mercurio ossidato e del mercurio legato a
gruppi sulfidrici, dei vapori di mercurio, del mercurio da particelle di
amalgama nei campioni di feci. La ricerca ha mostrato che l'80% del mercurio da
particelle di amalgama o del mercurio legato a gruppi sulfidrici era espulso,
ma dei vapori di mercurio solo il 40% veniva escreto. Le analisi del mercurio
escreto da 6 individui con un moderato carico di otturazioni di amalgama
mostrarono che la maggior parte del mercurio derivante dalle otturazioni
consisteva di mercurio ossidato, che era probabilmente legato a composti
sulfidrici. La proporzione di particelle di amalgama nei campioni di feci di
questi individui era bassa e non superava il 26% della somma totale di mercurio
espulso.
Enwonwu CO, "Potenziali pericoli
per la salute dell'uso di mercurio in odontoiatria: rassegna critica della
letteratura", Environ Res, febr 1987; 42(1):257-74
ABSTRACT
Questa relazione esamina le recenti
pubblicazioni sui pericoli per la salute associati all'uso di mercurio in
odontoiatria, con enfasi sul rilascio di vapori di mercurio da otturazioni
dentali di amalgama. Se da una parte ci sono riscontri solidi e consistenti che
indicano il rilascio di vapori di mercurio dalle otturazioni durante la
masticazione, lo spazzolamento dei denti, ed altre attività orali, non è stata raccolta
ancora una dimostrazione di una connessione causale relativamente a questa
specifica fonte di metalli pesanti con problemi importanti della salute umana.
Numerosi vuoti nelle nostre conoscenze del metabolismo dei vapori di mercurio
non ci consentono di predire con esattezza l'influenza per la salute di
esposizione cronica a questa fonte di mercurio, ed alcune fonti rilevanti di
ricerca sono state raccomandate.
Ferracane JL, Adey JD, Nakajima H,
Okabe T, "Vaporizzazione di mercurio da amalgame con varie composizioni di
lega", J Dent Res, luglio 1995, 74:7 1414-7
ABSTRACT
Il fatto che il mercurio è rilasciato
dalle otturazioni dentali di amalgama a seguito di abrasione crea una continua
controversia sull'uso di questo materiale. I ricercatori hanno mostrato che la
quantità e la velocità di rilascio del mercurio varia nei diversi tipi di
amalgama. Scopo di questo studio è stato determinare come la composizione della
lega influenza la vaporizzazione del mercurio da amalgame sperimentali con la
stessa misura sferica delle particelle e la stessa percentuale di mercurio.
Un'ipotesi da testare era che il rilascio di mercurio dipende dalla
concentrazione di stagno nella fase matrice Ag/Hg dell'amalgama. 7 leghe di
amalgama sferica (di cui 5 ad elevato contenuto di rame) furono create da un
produttore (Tokuriki Honten, Giappone). Le condizioni di triturazione furono
corrette così che tutte le amalgame preparate avessero la stessa percentuale
residua di Hg (47.3%). I cilindri di amalgama (del tipo ADA) furono invecchiati
per 14 giorni a 37°C, quindi leggermente abrasi su £600 silicon carbide (con
acqua), quindi essiccati ed inseriti in una provetta attraverso la quale era
soffiata aria ad un flusso di 750 mL/ min. La vaporizzazione del mercurio fu
monitorata con una analizzatore Jerome 411 (a foglio aureo) per 30 minuti. Il
rilascio totale di Hg fu determinato per integrazione. Abbiamo analizzato
campioni lucidati attraverso microscopia elettronica per determinare la
composizione, la frazione in volume della matrice Ag/Hg (fase gamma 1), e la
quantità di stagno nella fase gamma 1. I risultati mostrarono un netta
correlazione negativa (r2 = 0.941) tra il log di mercurio totale rilasciato e
la quantità di stagno nella fase gamma 1.
Fleischmann P, "Zur frage der
gefahrlichkeit kleinster quecksilbermengen", Dtsch Med Wochenschr 1928;
304-7
“caso 1: Uomo di 32 anni;
molto stanco e smemorato, mal di testa, problemi intestinali; migliorò nei 6
mesi seguenti la rimozione delle otturazioni di amalgama.
caso 2: Donna con numerose
otturazioni di amalgama, di cui una ricoperta con un cappuccio di zinco;
problemi di concentrazione, intenso dolore dietro la testa, vertigine, mancanza
di saliva, coliche, dolori reumatici nelle gambe; migliorò clinicamente a
seguito della rimozione delle otturazioni di amalgama, disse di sentirsi
rinata.
caso 3: Uomo di 51 anni,
amalgame di rame furono sostituite con amalgame di argento; difficoltà di
concentrazione, depressione, mal di testa, salivazione, eczema anale, legamenti
doloranti, congiuntivite; la rimozione delle otturazioni di amalgama d'argento
portò alla scomparsa dei sintomi e all'aumento delle capacità lavorative.
caso 4: Donna di 30 anni;
16 otturazioni di amalgama, di cui una di rame; difficoltà di concentrazione,
mal di testa, angina tonsillare; ci fu un notevole miglioramento a seguito
della rimozione delle otturazioni di amalgama.
caso 5: Uomo di 34 anni;
problemi di concentrazione, depressione. Palpitazioni, dispnea; si riprese in 9
mesi dopo la rimozione delle otturazioni di amalgama.
caso 6: Uomo di 52 anni; 15
otturazioni di amalgama, di cui 4 di amalgama di rame; stanchezza, insonnia,
problemi a concentrarsi, ansia, problemi gastrointestinali, sudorazione
eccessiva, infezioni della gola ricorrenti; 8 mesi dopo la rimozione delle
otturazioni di amalgama c'era stato un graduale ma netto miglioramento di tutti
i sintomi”.
Fredin B, "Studi sul rilascio di
mercurio dalle otturazioni dentali di amalgama", Swed J Biol Med, n.3,
1988 pp 8-15
ABSTRACT
Diversi aspetti del rilascio di Hg
dalle otturazioni dentali di amalgama sono stati esaminati sia in vivo che in
vitro. Goccioline di Hg (diametro 1-2 um) sulla superficie delle amalgame sono
state osservate con microscopia luminosa. I vapori di Hg sono stati misurati nell'aria
espirata 5 minuti prima e dopo la masticazione di gomma in 3 gruppi di
individui con un numero variabile di amalgame dentali (gruppo 1: avevano
sintomi simili all'esposizione cronica a basse dosi di Hg, N=22; gruppo 2: non
avevano sintomi evidenti e avevano aspetto sano, N=20; gruppo 3: non avevano
otturazioni di amalgama; N=10). I gruppi 1 e 2 mostravano entrambi un aumento
significativo di 3 volte dei valori di Hg dopo la masticazione, mentre il
livello di Hg nel gruppo di non portatori rimaneva invariato. Sciacquare la
bocca con acqua calda (55°C) nel gruppo 2 determinava un ulteriore aumento dei
livelli di vapori di mercurio (da 4 mcg/m3 a 45 mcg/m3). I campioni di saliva
(1 ml) dei 17 individui nel gruppo 2, raccolti prima e dopo la masticazione
mostravano un aumento significativo di 8 volte nei livelli di Hg dopo la
masticazione. In
un quarto gruppo fu studiato l'assorbimento di Hg da parte della mucosa orale,
gruppo 4 costituito da 10 individui. Un assorbimento notevolmente elevato fu
riscontrato dopo 3 minuti. Ne deduciamo che le amalgame dentali dovrebbero
essere considerate una lega instabile che costituisce una fonte di esposizione
a lungo termine di Hg e non è un materiale adatto dal punto di vista
tossicologico ad essere usato per otturazioni dentali.
Fredin B, "Distribuzione di
mercurio in diversi tessuti di maialini di Guinea dopo l'inserimento di
otturazioni dentali di amalgama", Sci Total Environ, 66:263-268, 1987
ABSTRACT
Su sei maialini di Guinea sono state
inserite otturazioni dentali di amalgama, cinque animali sono stati usati come
gruppo di controllo. Due degli animali da laboratorio sono stati sacrificati 1
giorno dopo, due il giorno 3, uno il giorno 5 ed uno il giorno 10. Il contenuto
di mercurio nel cervello, cuore, fegato, reni, sangue, urine e feci è stato
determinato con spettroscopia di assorbimento atomico. Il contenuto di mercurio
in tutti i tessuti degli animali trattati erano significativamente maggiori di
quelli degli animali di controllo. Il cuore assorbiva più mercurio, più
velocemente del tessuto del cervello. Al giorno 1, i livelli di mercurio nel
cuore erano in media 10 volte maggiori di quelli nel cervello; al giorno 3, i
livelli di mercurio erano da 3.5 a 10 volte maggiori dei livelli nel cervello;
al giorno 5, il livello di mercurio nel cuore era quasi il doppio di quello nel
cervello; e al giorno 10, la quantità di mercurio nel cuore era in media quasi
il 50% in più di quello nel cervello.
Friese KH, "Konnen Amalgamplomben
angeborene Innenohrschaden verursachen?", Therapeutikon 1994; 7 (11):
492-96
“caso 1: Una
donna di 30 anni con mal di testa simili a emicrania e stordimento era stata
trattata senza risultati per 10 anni da diversi dottori. Dopo la rimozione
dell'amalgama e terapia chelante con DMPS lo stordimento scomparve
completamente e l'emicrania fu rapidamente alleviata.
caso 2: In un paziente di
37 anni con tosse cronica e catarro nasale, fu effettuata la rimozione delle
otturazioni di amalgama e la terapia di chelazione. Il paziente guarì
definitivamente dalle infezioni.
caso 3: Una bambina di 6
anni con bronchite asmatica ed allergie multiple fu completamente liberata da
tali sintomi a seguito della rimozione di amalgame e terapia di chelazione”.
Friese KH, "Gift im mund -
Ratschlage fur die Praxis bei Amalgambelastung", Natura Med, 1992, 7 (4)
295-306
“caso 1: Una paziente di 33
anni con ricorrente infiammazione del canale uditivo aveva un carico di
mercurio di 401.5 mcg/ g di creatinina nel test con DMPS. L'infiammazione del
canale uditivo nella paziente peggiorò durante la sessione di rimozione delle
amalgame. Dopo due trattamenti con il chelante DMPS, il mercurio nelle urine
scese a 25.4 mcg/ g creatinina. Tutti i sintomi della donna scomparvero.
caso 2: Una donna di 22 anni
soffriva di alopecia, emicrania e raffreddori. Il test con DMPS mostrò un
carico di mercurio di 496 mcg/g creatinina. Durante la rimozione di amalgama ci
fu un peggioramento dell'alopecia. Il livello di mercurio scese a 42 mcg/g
creatinina dopo terapia con DMPS. L'alopecia, i raffreddori e l'emicrania
scomparvero. Non ci sono state ricadute finora”.
Galic N, Prpic-Mehicic G, Prester L,
Blanusa M, Krnic Z, Ferencic Z, "L'esposizione al mercurio d'amalgama
dentale nei topi", Biometals, sett. 1999; 12(3):227-31
ABSTRACT (Department of Dental
Pathology, School of Dentistry, Zagreb, Croatia)
Scopo di questo
studio è stato quello di misurare la distribuzione di mercurio, per un periodo
di 2 mesi, in tessuti di topi esposti ad amalgama. È stata anche valutata una
possibile interazione del mercurio con rame e zinco negli organi. I topi o
furono esposti al mercurio di 4 amalgame dentali o alimentati con una dieta
contenente amalgama polverizzata per un periodo di due mesi. Il mercurio venne
misurato in reni, fegato e cervello, il rame in reni e cervello, lo zinco in
reni. I risultati mostrarono concentrazioni significativamente più alte di
mercurio nei reni e nei cervelli di topi in entrambi i gruppi esposti, rispetto
a topi di controllo. Dopo ancora due mesi di esposizione al mercurio, la
concentrazione di mercurio nel cervello di topi con otturazioni in amalgama era
otto volte più alta che nel controllo e due volte più alta che nei topi esposti
alla dieta integrata con amalgama. La più alta concentrazione di mercurio nel
secondo gruppo fu trovata nei reni ed era cinque volte più alta che nel gruppo
di controllo. Non trovammo differenze significative tra i livelli di mercurio
nel fegato dei topi esposti e di quelli di controllo. L'esposizione a mercurio
proveniente da amalgame dentali non alterava le concentrazioni di rame e zinco
nei tessuti. Analisi istopatologiche di tessuti di topi non mostrarono nessun
cambiamento patologico. Questi risultati supportano il trasporto
naso-cervello, precedentemente proposto, per il mercurio rilasciato da
otturazioni dentali di amalgama.
Gasser F, "Neue
untersuchungesergebnisse uber amalgam", Die Quintessenz 1976; (12): 47- 53
“Donna di 28 anni;
gamba sinistra che si incurvava all'indietro, continuo mal di denti; sintomi
scomparsi dopo 1 mese dalla rimozione delle amalgame, senza ricadute dopo 1
anno”.
Gasser F, "Amalgam in Klinik un
Forschung", Schweizerische Monatsschrift fur Zahnheilkunde 1972; 8: 62-85
“caso 1: Uomo
di 29 anni; affaticamento, insonnia, nervosismo, emicrania ogni 3-4 settimane,
molto sensibile a gusti e odori; scomparsa di tutti i sintomi a seguito della
rimozione delle otturazioni di amalgama.
caso 2: Uomo con mal di
testa, vertigine, dolore al cuore ed ai ginocchi; guarito a seguito della
rimozione delle otturazioni di amalgama.
caso 3: Donna di 42 anni;
amalgama e oro, 20 mcA; vertigine, tensione dei muscoli della spalla, dolore
all'anca, sintomi scomparsi dopo 2 mesi dalla rimozione delle otturazioni di
amalgama.
caso 4: Donna con mal di
testa, intenso dolore nella mascella inferiore, raucedine, crampi al collo e
alle spalle, infezioni della gola; rapidamente migliorata dopo la rimozione
delle otturazioni di amalgama. Libera dai sintomi 2 anni dopo.
caso 5: Uomo con 15
otturazioni di amalgama, facilmente affaticato, lunghi tempi di reazione, gusto
acido in bocca; guarito dopo la rimozione delle otturazioni di amalgama”.
* Gay DD, Cox RD, Rheinhardt JW,
"La masticazione rilascia mercurio dalle otturazioni", Lancet, 5
maggio 1979, I: 985 (F4)
ABSTRACT
Abbiamo esaminato l'esposizione di
pazienti odontoiatrici al mercurio elementare proveniente dalle otturazioni
dentali. I livelli di mercurio pre-masticazione in bocca sono risultati essere
2.8 microgrammi per 1.0 m3 di aria. Questi risultati sono causati sia da
otturazioni di amalgama di una settimana che da otturazioni di amalgama di 2
anni. Dopo la masticazione di gomma fu osservato un notevole aumento di mercurio,
fino a 50 microgrammi di mercurio per 1.0 m3 di aria.
** Gebel T, Dunkelberg H,
"Influenza della masticazione di gomma e delle otturazioni di amalgama in
contatto dentale con altri metalli di diverso tipo metallico sul contenuto di
mercurio urinario", Zbl Hyg 199:69-75 (1996) (BS32)
ABSTRACT
Alcuni autori hanno già dimostrato che
il contatto di otturazioni di amalgama con otturazioni di metallo di diverso
tipo possono aumentare per elettrogalvanismo la corrosione di amalgama in
vitro, portando così ad un elevato rilascio di mercurio. Uno degli scopi di
questo studio è stato di valutare possibili influenze di questi contatti in
vivo sul contenuto urinario di mercurio in volontari umani. Né la vicinanza, né
il contatto tra metalli ebbe comunque alcuna influenza sui livelli di
escrezione urinaria di mercurio rispetto a quelli di un gruppo di riferimento
con un simile stato di amalgama. Inoltre è stata presa in considerazione
l'influenza della masticazione di gomma sui livelli urinari di mercurio. È
stato dimostrato che, a parità di numero e tipo di otturazioni in amalgama,
l'uso di gomma da masticare portava a concentrazioni medie di mercurio
significativamente più elevate (masticatori di gomme: 1.36 mcg Hg/24 ore -
non-masticatori 0.70 ug Hg/24 ore). Perciò, masticare gomme deve essere
considerato un importante parametro che influenza i livelli urinari di mercurio
di persone con otturazioni di amalgama.
** Gelbier S, Ingram J,
"Possibili effetti tossici sul feto del vapore di mercurio: rapporto di un
caso", Public Health (1989), 103, 35-40 (AX38)
Lo studio di Brown con dischi di
monitoraggio del mercurio passivo di 704 studi odontoiatrici in diverse parti
del Regno Unito dimostrò che durante un periodo di una settimana circa il 10%
di questi presentavano concentrazioni di vapori di mercurio che eccedevano il
TLV di 0.05mg/m3. Una donna medico dentista che lavorava in uno di questui
studi odontoiatrici, lavorò fino alla 35° settimana di gravidanza. Diede alla
luce, a 42 settimane, un bambino prematuro con un grave danno cerebrale. È
stata discussa la possibilità che lo sviluppo di questo bambino potesse essere
stato danneggiato dal mercurio e sono stati riesaminati gli scritti relativi
alla teratogenità del mercurio. Non è intenzione dell'autore arrivare a delle
specifiche conclusioni a seguito dell'analisi di un singolo caso. Quanto
scritto è presentato per riportare all'attenzione della professione
odontoiatrica un possibile caso di tossicità fetale e per riesaminare la
evidenze della potenziale tossicità dei vapori di mercurio verso il feto,
documentate da altri autori. L'attenzione è attirata sulla necessità di un
ulteriore ricerca degli effetti sulla salute e sulla gravidanza del vapore di
mercurio nelle chirurgie dentali. Il mercurio è un noto agente teratogeno. La
tossicità fetale dell'alchilmercurio è stata ben documentata, in modo
particolare riguardo l'epidemia Minomata. Un caso di danno cerebrale congenito
dopo l'esposizione ad esalazione di mercurio è stato riportato da Carmona nel
1982. Dati relativi agli animali mostrano che il mercurio elementare disciolto
nel sangue attraversa rapidamente la placenta. Recenti studi giapponesi hanno
registrato elevati accumuli di mercurio nella placenta di porcelline nane
incinte esposte a vapori di mercurio. L'osservazione dell'utero
nell'esposizione al mercurio indica che il feto umano è più sensibile
dell'umano adulto. Sebbene non siano conosciuti tutti gli effetti del mercurio
inorganico e dei vapori di mercurio sul sistema nervoso è risaputo che queste
sostanze possono impedire la normale crescita e sviluppo del feto e causare
successivi modelli di comportamento anormali negli esperimenti sugli animali.
Koos e Longi raccomandano che donne in età da gravidanza non dovrebbero essere
esposte a vapori di mercurio in concentrazioni superiori a 0.01mg/m3. Nixon e
associati riferiscono che le dentiste hanno un tasso di aborto spontaneo più
elevato rispetto ad un gruppo di controllo di donne medico. In un documento
presentato in una Conferenza Internazionale sui rischi del mercurio nella
Pratica Dentistica (Gordon, 1981) e basato sui rapporti delle ostetriche, si
dice: “la frequenza degli aborti tardivi e dei parti prematuri nelle dentiste
che lavorano è inquietante e richiede una spiegazione”. Kunz suggerisce che la
precedente nascita di bambini morti mostrava una correlazione direttamente
proporzionale con i livelli di mercurio nel sangue sia nella madre che nel
figlio. Epidemie da avvelenamento di mercurio negli ultimi anni sono state
associate con danni cerebrali nei neonati nonostante la poca o nessuna evidenza
di tossicità nella madre. Macdonald suggerisce che poiché è più probabile che
il danno al feto si verifichi nel periodo che va dalle prime otto alle dieci
settimane, si dovrebbero concentrare gli sforzi nell'eliminazione di ogni
esposizione prima del concepimento.
Articoli correlati: Esposizione fetale
al mercurio
Soederstroem S, Fredriksson A,
Dencker L, Ebendal T, "Gli effetti del vapore di mercurio sui neuroni
colinergici nel cervello fetale: studi sull'espressione del fattore di
crescita nervoso e dei suoi recettori di affinità alta e bassa",
Ricerche sullo sviluppo mentale, 85(1): 96-108 (1995)
ABSTRACT
Gli effetti dei vapori di mercurio
sulla produzione del fattore di crescita nervosa durante lo sviluppo sono
stati esaminati.
Topi in gravidanza sono stati esposti a due differenti
concentrazioni di vapori di mercurio durante i giorni embrionali E6-E11(primo
periodo) o E13-E18 (periodo tardivo) in fase di gravidanza, aumentando la
concentrazione post-natale di mercurio nel cervello, da 1 ng/g di tessuto a 4
ng/g di tessuto (gruppo a bassa dose) o 11 ng/g (gruppo ad alta dose).
L'effetto di questa esposizione nella prole sono stati determinati
considerando la concentrazione di NGF nel 21° e 60° giorno dopo la nascita e
confrontando questi livelli a controlli fatti a parità di età con madri non
trattate. Sono stati anche rilevati cambiamenti nell'espressione dell'mRNA
che codifica NGF, nei recettori di affinità alta e bassa per l'NGF (p75 e p
140 trk, rispettivamente) e nella colina acetiltransferasi (ChAT). Quando i
ratti furono esposti ad alti livelli di vapori di mercurio nei primi stadi
dello sviluppo embrionale, ci fu un significativo (62%) aumento nei livelli a
P21 di NGF nell'ippocampo, accompagnato da una diminuzione del 50% di NGF nel
proencefalo basale. L'espressione dell'NGF mRNA è stata trovata inalterata
nel giro cerebrale dentato. L'espressione del p75 mRNA era significativamente
diminuita al 39% de livelli di controllo nell'area diagonale di Broca (DB) e
al 50% nel nucleo settale madiale (MS), mentre non erano distinguibili
alterazioni nel livello di trk mRNA nel proencefalo basale. La ChAT mRNA era
leggermente diminuita nel DB e nell'MS, e notevolmente nello striato. Questi
risultati suggeriscono che bassi livelli prenatali di esposizione a vapore di
mercurio possono alterare i livelli di NGF e i suoi recettori, indicando
danni neuronali e regolazioni trofiche distribuite durante la crescita.
Warfvinge K; Hun J; Logdberg B,
"Distribuzione del mercurio nelle aree corticali e nei sistemi di fibre
del cervello neonatale e adulto di madre dopo l'esposizione a vapore di
mercurio di scimmie scoiattolo incinte", Environ Res. 67(2):196-208,
nov. 1994
ABSTRACT
Scimmie incinte furono esposte 5
giorni a settimana a vapore di mercurio ad una concentrazione di 0.5 mg Hg/m3
di aria
per 7 ore al giorno, o di 1 mg Hg/m3 di aria per 4 o 7 ore al giorno.
L'assorbimento totale di mercurio calcolato variava tra 0.8 e 5.4 mg (variazione
dell'assorbimento giornaliero 0.04-0.07 mg). La concentrazione di mercurio
nel lobo occipitale cerebrale della prole variava tra 0.20 e 0.70
microgrammi/g di tessuto, e nelle madri tra 0.8 e 2.58 microgrammi/g di
tessuto.
La mappatura della distribuzione del mercurio negli strati
neocorticali dei cervelli materni mostrò che le cellule piramidali
contenevano più mercurio visibile degli altri neuroni. In aggiunta, la
mappatura rivelò che più in profondità erano situate le cellule piramidali
che contenevano più mercurio. Nei cervelli della prole, non fu trovata nessun
tipo di distribuzione laminare. Nell'area dell'ippocampo, di nuovo le cellule
piramidali contenevano più mercurio degli altri neuroni. Per contrasto, lo
strato granuloso della circomvoluzione cerebrale dentata era sempre priva di
mercurio visibile. Il claustro e il complesso amigdaloide contenevano sempre
mercurio. Nei sistemi fibrosi i cervelli della prole contenevano più mercurio
dei cervelli dell'adulto. Il mercurio fu trovato sia nelle cellule gliali e
nei neuroni sia nelle aree corticali e nei sistemi di fibrosi.
Yoshida M, Yamamura Y, Satoh H,
"Distribuzione di mercurio nella prole di maialini di Guinea dopo
esposizione in utero a vapori di mercurio durante gli ultimi stadi di gravidanza",
Arch Toxicol 58(4):225-228, 1986
La
distribuzione negli organi del mercurio dopo esposizione in utero è stata
esaminata in neonati di maialini di Guinea.
Le madri dei maialini di Guinea
sono state esposte durante la parte finale della gestazione a 0.2 -0.3 mg/m3
di vapore di mercurio, 2 ore al giorno fino al parto. Le concentrazioni di
mercurio nel cervello, polmoni, cuore, reni, sangue dei neonati erano minori
di quelle negli organi e nei tessuti materni. Invece, il fegato dei neonati
mostrava una concentrazione di mercurio doppia rispetto a quella nel fegato
della madre. Il rapporto tra la concentrazione di mercurio e gli eritrociti
nel sangue della prole è risultata alquanto diversa da quella delle madri,
cioè 0.2-0.4 per la prole e 1.3-3.0 per le madri.
Questi risultati
suggeriscono che il metabolismo dei vapori di mercurio è alquanto diverso nei
feti rispetto alle madri.
Ciò può essere dovuto a una circolazione sanguigna
diversa, poiché il vapore di mercurio che si trasferiva attraverso la barriera
placentare sembrerebbe ossidarsi rapidamente nella forma ionica nel fegato
fetale e accumularsi in tale organo. |
Gerhard I, Waldbrenner P, Thuro H,
Runnebaum B, "Diagnosi di accumulo di metalli pesanti attraverso test con
DMPS orale e test di masticazione", Klinisches Labor 38:404-411 (1992)
ABSTRACT
Nel corso di una conferenza su ormoni
e sterilità, furono effettuate analisi di metalli pesanti nelle urine su 490
donne prima e dopo l'assunzione orale di DMPS (Dimaval) insieme con il solito
esame diagnostico endocrinologico. Tutte le pazienti mostrarono un aumento di
escrezione di mercurio, piombo, cadmio, rame e arsenico due ore dopo
l'assunzione orale di DMPS. È stata effettuata anche una misurazione dei valori
di mercurio nelle saliva di portatori di amalgama e di gruppi di controllo
senza amalgama. Nelle persone con 11 otturazioni d'amalgama, il contenuto di
mercurio era in media di 101 mcg/L. Dopo un periodo di masticazione di 10
minuti tale valore aumentava (valore massimo rilevato: 800 mcg/L). L'aumento di
escrezione dei metalli post-DMPS prova che tali metalli sono accumulati
nell'organismo e che possono essere mobilizzati da DMPS. Le correlazioni tra
accumuli di metalli pesanti, disfunzioni ormonali ed aborti indicano la
rilevanza clinica del test con DMPS.
Le concentrazioni di mercurio, piombo,
rame, cadmio e arsenico nelle urine furono determinate tramite la spettroscopia
e assorbimento atomico (AAS), e corrette con riferimento alla normalizzazione
della creatinina. Furono determinate anche le concentrazioni urinarie di zinco
e selenio. Se era confermata un'esposizione al mercurio e se allo stesso tempo
i denti avevano otturazioni di amalgama, dopo un po' di tempo veniva eseguito
il test della masticazione di gomma. Nei campioni di saliva furono determinate
le concentrazioni di mercurio, argento, stagno e rame. In tutte le donne,
un'escrezione aumentata dei metalli pesanti potrebbe essere ottenuta con il
DMPS. In termini di quantità, le più alte concentrazioni stimate furono quelle
del mercurio e del rame; essendo quella del mercurio al più grande quantità
media. Oltre il 90% di tutte le concentrazioni basali del mercurio giacciono
sotto i 5 mcg/g di creatinina; che è sotto il limite soglia dell'esposizione al
mercurio. Dopo la somministrazione del DMPS, tuttavia, il 25% delle donne
espulse oltre 100 mcg/g di creatinina. Non ci fu nessun caso di gravidanza
spontanea con un'escrezione di mercurio di oltre 500 mcg/g di creatinina, ed
eccezionalmente delle buone ovulazioni poterono essere ottenute solo con le più
diversificate terapie ormonali. Quattro donne iperandrogene in particolare
mostrarono valori significativamente elevati di mercurio, che fecero anche
andare sottopeso le donne. A causa dei frequenti innalzamenti del mercurio
nelle urine dei pazienti, fu investigata una relazione con il rilascio di
mercurio delle otturazioni dentali d'amalgama. Nel test del chewing-gum, il
rilascio di mercurio nella saliva aumentò in modo significativo con l'aumentare
del numero di otturazioni d'amalgama. Concentrazioni molto alte di mercurio
furono trovate in donne con 10 o più otturazioni d'amalgama. La massima
escrezione di mercurio nelle urine aumentò quando il numero delle otturazioni
d'amalgama crebbe. Le concentrazioni salivari di mercurio crebbero con il
crescente numero di otturazioni d'amalgama sia prima che dopo aver masticato
gomma. L'escrezione urinaria di mercurio dopo la somministrazione di DMPS
aumentò in modo significativo con l'aumentare del numero di otturazioni in
amalgama. Le donne con l'escrezione di mercurio più alta nelle urine mostrarono
valori di mercurio nella saliva quasi 5 volte più alti dopo aver masticato
gomma. Per l'intera popolazione studiata, non potemmo fare a meno di dimostrare
che esposizioni a metallo pesante erano presenti in circa la metà dei pazienti
con sterilità e disordini ormonali. Solo in pochi casi poté essere provata una
precisa fonte tossica all'esterno del corpo. Un'esposizione professionale al
mercurio poté essere determinata in solo 5 donne (pratica dentale, manifattura
di termometri). Non furono usati unguenti o medicazioni contenenti mercurio. Il
consumo di pesce nei soggetti fu minimo e non poté essere messo in relazione
alle concentrazioni di mercurio. Sta diventando sempre più evidente che
l'esposizione corporea a metalli pesanti gioca un ruolo importante nei
disordini della fertilità. Come abbiamo dimostrato, l'esposizione individuale
può essere provata tramite somministrazione orale di DMPS nella forma di un
test immediato.
Gjerdet NR, Berge M, "Liberazione
di rame, zinco e cadmio da differenti amalgame", Acta Odontol Scand.,
agosto 1983; 41(4): 217-20ISSN: 0001-6357
ABSTRACT
È stato registrato il rilascio di
rame, zinco e cadmio da sei differenti amalgame in soluzione allo 0.9% di NaCl
durante un periodo di 4 settimane. I prodotti mostravano un comportamento di
corrosione molto differente. Un amalgama del tipo a dispersione rilasciò le più
piccole quantità di rame ma le più alte quantità di zinco. Un prodotto
contenente indio ebbe un alto tasso di dissoluzione del rame. Cadmio fu
liberato in larga misura da un'amalgama al rame. Il tasso di corrosione variò
molto per i differenti prodotti durante il tempo dell'esperimento. La
liberazione di rame e zinco fu inversamente correlata.
Godfrey M, Campbell NJ, "Conferma
della tossicità e della ritenzione di mercurio usando il sale sodico dell'acido
2,3- dimercapto-1-propane-sulfonico (DMPS)", Adv Med 7 1994 19 (BB47)
ABSTRACT
La ritenzione cronica di mercurio fu
confermata in pazienti con storie, sintomi e segni di tossicità cronica da
mercurio, utilizzando come stimolo il sale sodico dell'acido 2,3-
dimercapto-1-propane-sulfonico (DMPS) endovenoso. Ottanta pazienti sintomatici
con restauri d'amalgama di mercurio, dieci persone tra il personale dentistico,
e dieci pazienti diagnosticati come sofferenti di tossicità da amalgama, che
erano stati trattati con la rimozione delle amalgame, una terapia chelante e di
integrazione di minerali, furono comparati con dieci pazienti asintomatici di
controllo che non avevano mai avuto restauri d'amalgama. Il valore medio del
mercurio nell'urina, dopo le iniezioni di DMPS, fu estremamente significativo
nei pazienti sintomatici, aumentando da 5.4 microgrammi per litro (ug/L) a
314.3 ug/L (p<0.001). Esso fu estremamente significativo anche nel personale
dentistico, aumentando da 10.2 a 330.0 ug/L (p<0.001). Ci fu una importante
differenza nei pazienti trattati, in cui le concentrazioni di mercurio
post-DMPS fu minore che nei pazienti di controllo. Esse aumentarono da 1.4 a
10.7 ug/L (p<0.007) mentre, nei pazienti di controllo essa incrementò da 1.8
a 39.1 Ug/L. La concentrazione di mercurio post-DMPS diminuì in seguito alla
rimozione dell'amalgama ma rimase elevata nei soggetti che conservarono le loro
amalgame. La diminuzione dei sintomi e dei segni clinici da 1 a 4 anni dopo il
trattamento fu confermata per mezzo di una valutazione continuativa. A causa
della natura insidiosa della tossicità cronica di mercurio e delle variegate
manifestazioni cliniche, spesso non si arriva a formulare la diagnosi opportuna
in tali casi. Le tecniche diagnostiche standard sono imprecise, ci sono
significativi rischi con trattamenti non appropriati.
* Godfrey ME, "Malattia cronica
correlata all'amalgama dentale: rapporto di due casi", J Adv Med 3 1990
247 (AP16)
ABSTRACT
Sono presentati due studi del caso che
implicano una sintomatologia multipla. Si propone una relazione causale con
l'amalgama dentale, in vista della diminuzione dei sintomi a seguito della
rimozione della causa.
* Godfrey ME, "Candida, disbiosi
e amalgama", Journal of Advancemnt in Medicine, v.9, n.2, p115- 120,
Summer 1996 (BJ36)
“L'amalgama è stata confermata come le
più importante fonte di mercurio sia nel personale dentistico sia nella
popolazione comune. E' stato dimostrato che provoca una alterazione disbiotica
della flora intestinale e che i fagociti delle persone esposte al mercurio non
sono in grado di uccidere la candida. Questo fatto fa sorgere un problema per
quanto riguarda il buonsenso clinico dei trattamenti ripetitivi anti-candida
senza la rimozione delle amalgame dei pazienti. Una valutazione multicentrica
superiore coinvolgente 640 soggetti umani ha confermato che c'era una mutazione
del 70% nei batteri intestinali, che porta ad una resistenza agli antibiotici
successiva all'esposizione al mercurio proveniente dalle otturazioni
d'amalgama. C'è anche una possibilità per la candida e gli altri potenziali
microbi patogeni, di diventare resistenti al mercurio e di prosperare quando
gli organismi commensali vengono sostituiti da organismi resistenti agli
antibiotici.”
Goldwater LJ, "Tossicologia del
mercurio inorganico", Ann NY Acad Sci 65:498-506 (1957)
ABSTRACT
Gli effetti pericolosi dei vapori di
mercurio vengono discussi a lungo in un lavoro di Ulrich Ellenbog stampata in
Germania nel 1524, e una descrizione clinica dettagliata dell'avvelenamento
professionale da mercurio fu pubblicata da Jean Fernel in Francia nel 1557.
Nell'industria moderna, l'avvelenamento da mercurio è stato comunemente
associato alla lavorazione dei cappelli di feltro di pelliccia. Fino a quando
non fu trovato un sostituto soddisfacente, il nitrato di mercurio era
essenziale nel processo di feltratura. Si crede che l'espressione “matto come
un cappellaio” abbia avuto origine come risultato di una delle manifestazioni
tossiche dell'avvelenamento da mercurio. Il mercurio è unico tra i metalli
pesanti in quanto ha una notevole volatilità a temperatura ambiente. Il
mercurio spanso tende a dividersi in innumerevoli piccoli globuli. Questa
suddivisione aumenta l'area superficiale e di conseguenza aumenta il tasso di
evaporazione. La più importante via di assorbimento per tutti gli avvelenamenti
professionali è attraverso il tratto respiratorio. Il mercurio può anche
guadagnare l'accesso all'organismo vivente attraverso la pelle intatta, una
caratteristica che forma la base per il trattamento della sifilide con le
“applicazioni di mercurio”. L'ingresso attraverso il canale gastrointestinale è
di minore importanza nel mercurialismo professionale, ma ovviamente può essere
di minore importanza se un cibo o una bevanda sia contaminata accidentalmente
con qualche forma di mercurio. L'avvelenamento da mercurio può essere acuto,
subacuto o cronico. I sintomi dell'avvelenamento da mercurio organico possono
essere differenti da quelli prodotti dal mercurio inorganico. L'avvelenamento
cronico avviene in seguito all'esposizione ad eccessive concentrazioni di vapore
di mercurio, o polvere di sali di mercurio, per periodi di settimane, mesi o
anni. Le più frequenti ramificazioni sono gengiviti e stomatiti, tremori, e
cambio di personalità conosciuto come eretismo. Questa condizione è
caratterizzata da irritabilità, esplosioni di collera, ed eccitabilità, a volte
alternati a depressione. Ci sono numerosi altri segni e sintomi, che includono
salivazione, perdita di appetito, perdita di peso, debolezza, e disturbi delle
funzioni urinarie e gastrointestinali. I livelli di mercurio urinario possono
dare alcune indicazioni del grado di esposizione; essi sono di valore limitato
nella diagnosi di avvelenamento, dato che livelli alti possono essere trovati
in soggetti umani che sono sintomatici, e livelli bassi in quelli che mostrano
segni evidenti di mercurialismo. E' stato suggerito che, in alcuni casi,
l'incapacità di espellere il mercurio è un fattore nello sviluppo
dell'avvelenamento.
* Hahn LJ, Kloiber R, Vimy MJ,
Takahashi Y, Lorscheider FL, "Otturazioni dentali di argento: una fonte di
esposizione rivelate con autometallografia dell'intero corpo di una pecora e
analisi dei tessuti", FASEB J. 3:2641-6, dic. 1989 (AC42)
ABSTRACT
Le pecore sono state utilizzate in
questo studio per investigare il rilascio e la distribuzione del mercurio da
otturazioni dentali di amalgama perché esibisce meccanismi di masticazione
molare simile a quelli trovati negli umani. Dodici denti molari sono stati
riempiti con amalgama dentale contenente mercurio marcato radioattivamente e lasciato
nel dente per 29 giorni. Ogni otturazione conteneva approssimativamente 425
milligrammi di mercurio, circa il 50% della quantità dell'otturazione media in
adulto umano. Le otturazioni sono state scolpite in modo accentuatamente
concavo per prevenire eccessiva corrosione. L'uso di mercurio marcato
radioattivamente assicurava specificità; il mercurio trovato negli animali non
avrebbe potuto essere confuso con mercurio proveniente da qualsiasi altra
fonte. Misure post-masticazione sono state prese periodicamente. Queste misure
rispecchiavano molto le misure prese da portatori umani in lavori scientifici
precedentemente pubblicati. Il destino del mercurio dentale è stato determinato
per autometallografia dell'intero corpo e per misura dell'isotopo radioattivo
negli specifici tessuti. I risultati dello studio chiaramente dimostrano che
sostanziali quantità di Hg dall'amalgama appariranno in diversi tessuti
corporei, già 29 giorni dopo l'inserimento di otturazioni di amalgama nel
dente.
* Hahn LJ, Kloiber R, Leininger RW,
Vimy MJ, Lorscheider FL, "Autometallografia della distribuzione del
mercurio rilasciato dalle otturazioni dentali nei tessuti di scimmia",
FASEB J., nov. 1990; 4(14):3256-60 (AC42b)
ABSTRACT (Department of Radiology,
University of Calgary, Faculty of Medicine, Canada)
Il destino del mercurio (Hg)
rilasciato dalle otturazioni dentali di amalgama nell'aria della bocca umana è
incerto. Uno studio precedente su pecore ha rivelato le vie di assorbimento e
distribuzione del Hg da amalgama nei tessuti corporei. La presente indagine
dimostra che la distribuzione corporea di Hg da amalgama in una scimmia la cui
dentizione, cibo e regime alimentare e modalità di masticazione sono molto
vicini a quelli degli esseri umani. Quando le otturazioni di amalgama, che
normalmente contengono il 50% di Hg sono create con 203Hg marcato
radioattivamente, e inserite nei denti delle scimmie. L'isotopo inizia ad
apparire in elevate concentrazioni nei diversi organi e tessuti entro 4
settimane. L'autometallografia dell'intero organismo della scimmia ha rivelato
che i livelli più elevati di Hg erano localizzati nei reni, tratto
gastrointestinale e mandibola. L'attuale convincimento di parte della
professione odontoiatria che le amalgame d'argento siano un materiale per
otturazioni dentali stabile non è supportata da questi riscontri.
articoli correlati: studi di
distribuzione di mercurio inalato
Khayat A, Dencker L,
"Distribuzione negli organi del mercurio metallico inalato in topi e
scimmie" Acta Pharmacol et Toxicol, 55:145-152, 1984
ABSTRACT:
Topi e scimmie sono stati esposti all'inalazione di vapori di mercurio 203,
marcato radioattivamente.
La distribuzione negli organi e nei tessuti è stata
determinata attraverso autometallografia dell'intero corpo, microautoradiografia
e conteggio scintillografico. La distribuzione del vapore di mercurio si
conformava ampiamente a precedenti determinazioni su topi. Elevati accumuli
di mercurio sono stati trovati nei polmoni, cuore e cervello.
Altri siti di
notevole accumulo sono stati riscontrati nelle ghiandole endocrine quali la
corteccia adrenale, la tiroide, la retina, corpora lutea delle ovaie e
specifiche aree del fegato. Dopo solo un'ora di esposizione al vapore di
mercurio, i livelli di mercurio nel cuore erano 3-4 volte maggiori rispetto a
quelli trovati nel cervello. Conclusioni: dopo esposizione a vapori di
mercurio, i polmoni, il cuore ed il cervello sono gli organi target nella
maggior parte delle specie, anche negli umani. Considerando le ricerche pubblicate
su un gran numero di elementi chimici e composti, il vapore di mercurio è il
primo ad esibire una modalità di distribuzione caratterizzata da una rapida
diffusione dai capillari sanguigni nelle cellule, dove è immediatamente
intrappolato per ossidazione. |
Hakansson B, Yontchev E, Vannerberg
N-G, Hedegard B, "Un esame dello stato di corrosione della superficie di
costruzioni e otturazioni dentali. I. Un'indagine di laboratorio sul
comportamento della corrosione di leghe dentali in saliva naturale e in soluzioni
saline", J Oral Rehabil 13:235-246 (1986)
ABSTRACT
Sono state compiute misurazioni
elettrochimiche su leghe d'amalgama e d'oro in saliva naturale e in soluzioni
saline. I risultati mostrano forti effetti inibitori di alcuni componenti nella
saliva naturale sul comportamento di corrosione della superficie di amalgame.
Per quanto riguarda le leghe d'oro, l'ossigeno di riduzione catodico era
notevolmente più basso nella saliva naturale che nelle soluzioni saline. Per
quanto riguarda le combinazioni galvaniche dell'oro e delle amalgame nella
saliva naturale, ci si possono aspettare correnti sostanzialmente più basse di
quelle calcolate tramite i dati termodinamici.
Haikel Y, Gasser P, Salek P, Voegel
JC, "Esposizione al vapore di mercurio durante l'inserimento, la
rimozione, e la lucidatura di restauri d'amalgama", J Biomed Mater Res,
nov. 1990; 24(11):1551-8
ABSTRACT (INSERM U157, Universite
Louis Pasteur, Faculté de Chirurgie Dentaire, Strasbourg, France)
Il livello dei vapori di mercurio
nella cavità orale fu determinato analizzando 242 campioni di aria intraorale
prima e dopo la rimozione, l'inserimento e la lucidatura dell'amalgama dentale.
Le analisi furono effettuate usando spettrometria ad assorbimento atomico in
vapori freddi con il limite di rivelazione di 6 microgrammi/m3. Un punteggio da
1 a 3 fu assegnato ad ogni restauro per correggere le differenze di grandezza
dell'amalgama. Il presente studio mostrò che il vapore fu rilasciato durante
ogni procedura: rimozione, inserimento e lucidatura dell'amalgama. I livelli
medi erano tra 85 e 326 microgrammi/m3. Tuttavia, in bocche senza ancora
nessuna otturazione d'amalgama, non erano stati individuati vapori di mercurio
nella cavità orale. Questa indagine ha anche dimostrato una significativa
correlazione diretta tra concentrazioni di vapore di Hg nell'aria intraorale e
la grandezza dei restauri d'amalgama durante ogni procedura: rimozione,
inserimento e lucidatura. Un'analisi statistica non mostrò nessuna differenza
significativa nei livelli di vapori di mercurio nella cavità orale sia che si
usasse un refrigerante d'acqua durante la levigatura dell'amalgama sia che non
si usasse.
Hall G, Winkvist L, "Protezione e
rimozione di metalli riuscite bene con il V-Tox", Heavy Metal Bull, vol 3,
issue 1, p6-8, aprile 1996
ABSTRACT
A pazienti con una riconosciuta
sensibilità ai vari metalli usati in odontoiatria, in questo caso mercurio e
palladio, furono rimossi i restauri metallici, nello stesso momento in cui
ricevettero infusioni di ascorbato di sodio iperosmolare. Nella maggior parte
dei pazienti la rimozione dei metalli si risolse in una rapida riduzione dei
loro vari sintomi.
* Hanson M, Pleva J, "Il problema
dell'amalgama dentale: una rassegna", Experientia 47 1991 9-22 (AG81)
ABSTRACT
Usando un approccio interdisciplinare
vengono esaminati la posizione corrente riguardo alla controversia
sull'amalgama dentale e il potenziale impatto del mercurio da amalgama sulla
salute umana. Sono inclusi aspetti della scienza dei materiali, della
corrosione, dell'esposizione a mercurio, della tossicologia, della neurologia e
dell'immunologia. Sono presentati nuovi dati sull'esposizione in vivo da
mercurio da otturazioni di amalgama corrose. L'esposizione può raggiungere
valori considerevolmente superiori alla soglia dei limiti dei valori noti.
Inoltre sono presentate le misurazioni dell'assorbimento di mercurio dall'aria
intraorale. Si enfatizza la vitale importanza di evitare l'accoppiamento
galvanico oro-amalgama. È stata inclusa la sintomatologia di un paziente
disabile che è stato ricoverato dopo la rimozione di un'amalgama. Si conclude
che la discussione sul problema dell'amalgama dentale ha sofferto dell'assenza
di un approccio interdisciplinare. Sarebbe saggio imparare dalla lezione di
acrodinia e considerare il mercurio da amalgama tra gli altri possibili fattori
nelle malattie neurologiche di eziologia incerta.
Hellwig E, Stachniss V, Duschner H,
Klimek J, Herzogenrath B, "Rilascio del mercurio di otturazioni d'amalgama
d'argento in vitro", Dtsch Zahnarztl Z, gen. 1990; 45(1):17-9
ABSTRACT (Med. Zentrums fur Zahn-,
Mund und Kieferheilkunde der Philipps-Universitat Marburg)
Il rilascio in vitro di mercurio da
otturazioni d'amalgama d'argento fu analizzato tramite ICP (spettroscopia ad
emissione atomica di plasma accoppiato induttivamente). Entro 14 giorni 63.2
microgrammi di Hg e 41.5 microgrammi di Hg rispettivamente, furono rilasciati
da otturazioni d'amalgama finite e non finite (n=5). Le quantità di mercurio
trovate in questo studio furono molte volte più alte se confrontate ai
risultati derivanti da altri studi in vitro.
Herrmann M, Schweinsberg F,
"Biomonitoraggio per la valutazione di un carico di mercurio derivante da
otturazioni d'amalgama. Determinazione del mercurio nell'urina prima e dopo
delle dosi orali di acido 2,3-dimercapto-1-propanosolfonico (DMPS) e nei
capelli", Zentralbl Hyg Umweltmed 194(3):271-291 (1993)
ABSTRACT
La correlazione statisticamente rilevante
tra le concentrazioni urinarie di mercurio di 67 volontari maschi con un'età da
16 a 72 anni (media: 1.20 microgrammi/l, variazione 0.1-5.0; 1.57
microgrammi/24 h, variazione 0.1-7.8) e il loro indice di otturazione
d'amalgama (r= 0.653; p<or= 0.0001) indica che le otturazioni d'amalgama
caricano l'organismo di mercurio. La somministrazione orale di 300 mg di DMPS
(Dimaval) fece aumentare l'eliminazione del mercurio nelle urine di un fattore
di 9.2. Per la valutazione tossicologica dell'escrezione di mercurio nell'urina
proponiamo di impiegare 1/20 del livello del BAT per il mercurio inorganico
(200 microgrammi/l). Questo approccio è frequentemente usato nella regolazione
dei livelli di MIK basati sui livelli di MAK. Ci riferiamo allo standard risultante
come al livello BUT (Biologischer Umweltstofftoleranzwert). Il livello BUT per
il mercurio inorganico nelle urine è perciò di 10 microgrammi/l. La media
determinata nel gruppo sotto indagine fu circa 10 volte più bassa del valore
soglia proposto. Quindi le presenti scoperte non suggeriscono un rischio per la
salute dovuto a mercurio nei volontari qui esaminati. Le analisi dei capelli
degli stessi volontari non erano in correlazione con il carico di mercurio
inorganico proveniente da otturazioni d'amalgama. Tuttavia, fu trovata una
debole correlazione tra i livelli di mercurio dei capelli e il consumo di
pesce. Poiché il pesce è principalmente una fonte di mercurio organico, le
analisi dei capelli possono essere utili per il monitoraggio biologico di questa
forma di mercurio.
Holland RI, "Rilascio di vapori
di mercurio provenienti da amalgama durante la corrosione in vitro", Dent
Mater., marzo 1993; 9(2):99-103
ABSTRACT (NIOM, Scandinavian Institute
of Dental Materials, Haslum, Norway)
Il rilascio di vapore di mercurio fu
determinato da undici differenti amalgame esposte a corrosione indotta
esternamente tramite contatto galvanico con una lega dentale d'oro,
l'elettrolita era una soluzione di saliva artificiale a 37 gradi C. Il tasso di
corrosione delle amalgame poteva essere diviso in due gruppi corrispondenti al
raggruppamento in materiali convenzionali e di rame puro. Il tasso di rilascio
di mercurio dimunuì durante il periodo di 24 h del test per tutte le amalgame
eccetto uno contenente indio. Non ci fu, nei diversi raggruppamenti, una
differenza significativa nel rilascio totale di mercurio tra amalgame
convenzionali e quelle in rame puro. La stessa cosa riguardò i singoli
prodotti, eccetto quello contenente indio, il quale rilasciò significativamente
più vapori di mercurio dei due prodotti con il rilascio più basso.
Horsted-bindslev P, Danscher GH,
Hansen JC, "Assorbimento dentinale e polpale di mercurio da otturazioni
d'amalgama rivestite e non rivestite in maialini", Eur. J. Oral Sci 1997,
105: 338-343 (BX17)
ABSTRACT
Lo scopo della presente indagine era
di esaminare la dentina e la polpa in denti restaurati in amalgama in maialini
considerando la presenza di mercurio, e di valutare se il rivestimento delle
cavità restaurate con cemento vetroionomero modificato in resina aveva qualche
effetto sulla penetrazione del mercurio. Cavità di classe I e V furono scavate
in 49 denti posteriori e canini di quattro piccoli maiali. 35 cavità furono
restaurate con amalgama e 14 con materiale composito. 26 delle cavità con
amalgame furono rivestite con un cemento ionomero di vetro modificato a resina.
Dopo periodi di osservazione di 17-28 mesi, i maialini furono uccisi e le
mascelle furono sezionate. Dopo la decalcificazione, i denti furono trattati per
essere esaminati al microscopio ottico o elettronico. Il mercurio fu
visualizzato tramite autometallografia. Il mercurio fu rilevato in tutti i denti con
amalgama, mentre i denti con i compositi erano privi di mercurio. Il mercurio
poteva essere tracciato nei processi degli odontoblasti, nel corpo degli
odontoblasti, e in rare occasioni nel tessuto nervoso della polpa delle
otturazioni d'amalgama rivestite o non rivestite. Lo studio presente perciò
dimostra il trasporto di mercurio attraverso i tubuli dentinali fino alla
polpa, e che il rivestimento delle cavità con un cemento vetroionomero
modificato in resina non previene la penetrazione di mercurio.
Huggins HA, Levy TE, "Cambiamenti
delle proteine nel fluido cerebrospinale in casi di sclerosi multipla dopo
rimozione da amalgama dentale", Alternative Medicine Review, vol. 3, N.4,
pp295-300, agosto 1998
ABSTRACT (Center for Progressive
Medicine, Puerto Vallarta, Mexico)
Una correlazione tra sclerosi multipla
(SM) e otturazioni dentali di amalgama è stata suggerita da alcuni autori, ma
non è stata ancora provata. Questo studio documenta cambiamenti biochimici
oggettivi a seguito della rimozione di queste otturazioni insieme ad altri
materiali dentali, utilizzando un nuovo modello multidisciplinare di terapia. I
drammatici cambiamenti nel photolabeling (marcatura fotografica) delle proteine
del fluido cerebrospinale (FCS) a seguito di questi interventi dentistici
suggerisce che il photolabeling di FCS può servire quale un oggettivo biomarker
per monitorare casi di SM. La netta transizione che avviene dopo la rimozione
dovrebbe incoraggiare a fare più ricerca per meglio definire questa possibile
correlazione tra mercurio dentale e SM. Conclusioni: Questo studio preliminare
dimostra che il presente protocollo di rimozione di amalgame dentali insieme
con altri aspetti del nostro protocollo di trattamento clinico ha portato ad un
rapido e consistente cambiamento delle caratteristiche photolabeling delle
proteine FCS nei pazienti SM. Comunque, non può essere raggiunta una
conclusione diretta e incontestabile riguardo l'eziologia della sclerosi
multipla solamente in base a questi risultati. È stato documentato che il
mercurio si accumula proprio in quelle aree del sistema nervoso dalle quali si
originano i più drammatici sintomi clinici di sclerosi multipla. In
particolare, nei neuroni motori si accumula più Hg che non nei neuroni sensori,
ed i neuroni motori predominano sui motori sensori nei sintomi di SM. Sebbene
c'è bisogno di fare più ricerca in questo campo, questi risultati suggeriscono
che l'esposizione al mercurio dentale da amalgame, nonché da qualsiasi altra
fonte di esposizione cronica a basse dosi di mercurio, debba essere presa in
considerazione quale possibile fattore nella eziologia della SM in questi
pazienti.
** Hultman P; Lindh U; Horstedbindslev
P, "Attivazione del sistema immunitario e dei depositi del complesso
immunitario sistemico in topi Brown Norway con restauri dentali
d'amalgama", Journal of Dental Research; 77 (6) p1415-1425, giugno 1998
(CA19)
ABSTRACT
I restauri dentali in amalgama sono
una significativa fonte di esposizione al mercurio nella popolazione umana, ma
la loro potenzialità nel causare effetti nell'organismo è assai discussa.
Abbiamo esaminato gli effetti sul sistema immunitario praticando a topi Brown
Norway (BN) geneticamente sensibili al mercurio e a topi Lewis (LE) resistenti
al mercurio restauri d'amalgama d'argento in 4 molari della mascella superiore,
causando un carico al corpo simile a quello descritto nei portatori umani di
amalgama. I topi BN con restauri d'amalgama, confrontati con i topi di
controllo a cui erano stati praticati restauri compositi di resina svilupparono
una rapida attivazione del sistema immunitario con un aumento massimo di 12
volte della concentrazione IgE del plasma dopo 3 settimane. I topi LE che
avevano ricevuto restauri d'amalgama non mostrarono aumenti significativi
dell'IgE del plasma. Dopo 12 settimane i topi BN con restauri d'amalgama
mostrarono in modo significativo titoli accresciuti dei depositi del complesso
immunitario nei glomeruli renali e nelle pareti dei vasi sanguigni degli organi
interni. Questi topi mostrarono anche un significativo aumento da 6 a 130 volte
nella concentrazione di mercurio nel tessuto nell'ordine di concentrazione rene
> milza > lobo cerebro occipitale > cervelletto > fegato > timo
e la concentrazione d'argento nel tessuto era aumentata da 3 a 11 volte.
I topi BN in cui era stata impiantata
l'amalgama mostrarono un significativo aumento nella concentrazione di rame nei
reni e nella milza e nella concentrazione di selenio nei reni. Le conclusioni
sono che le otturazioni dentali di amalgama rilasciano sostanziali quantità dei
loro elementi, che si accumulano negli organi e che, nei topi sensibili
geneticamente, danno origine all'attivazione del sistema immunitario e dei
depositi IC sistemici.
* Hultman P, Johansson U, Turley SJ,
Lindh U, Enestrom S, Pollard KM, "Effetti immunologici avversi e
autoimmunità indotti da amalgama e leghe dentali nei topi", FASEB Journal;
8 (14) p1183-1190, nov. 1994 (AZ43)
ABSTRACT
Le otturazioni d'amalgama sono la più
importante fonte di esposizione al mercurio nella popolazione comune, ma la
loro potenzialità nel causare conseguenze sulla salute dell'organismo è molto
dibattuta. In questo studio le aberrazioni immunitarie indotte nei topi
geneticamente sensibili al mercurio nati dall'unione di animali consanguinei
sono state usate per provare se l'amalgama dentale possa interferire con il
sistema immunitario e causare autoimmunità. Ai topi femmina SJL/N furono
fissati nella cavità peritoneale 8- 100 mg di amalgama d'argento o lega
d'argento per 10 settimane o 6 mesi. Iperimmunoglobulinemia cronica,
autoanticorpi delle IgG del siero che bersagliavano la fibrillarina della
proteina del nucleolo e i depositi del complesso immunitario sistemico si
svilupparono in maniera tempo- e dose- dipendenti dopo l'impianto di amalgama o
lega. Gli splenociti dei topi impiantati con amalgama o lega mostrarono
un'aumentata espressione di molecole di classe II. La capacità funzionale delle
cellule spleniche T e B fu simulata in maniera dose-dipendente: 10 settimane di
dose bassa e sei mesi di dose alta di impianto d'amalgama aumentarono fortemente
la proliferazione di cellule T e B mitogeno-indotte, mentre 10 settimane di
impianto a dose alta fece diminuire la proliferazione. Non solo il mercurio ma
anche l'argento si accumulò nella milza e nei reni dopo l'impianto d'amalgama.
In conclusione, l'impianto d'amalgama dentale in ambiente fisiologico corporeo
causa stimolazioni croniche del sistema immunitario con induzione di
autoimmunità dell'organismo in topi geneticamente sensibili. Anche l'impianto
di lega d'argento non contenente mercurio indusse autoimmunità, suggerendo che
altri elementi, specialmente l'argento, hanno la potenzialità di indurre
autoimmunità in vertebrati geneticamente suscettibili. L'accumulo di metalli
pesanti, da amalgama dentale o altre fonti, può abbassare la soglia di un
singolo metallo e provocare aberrazioni immunologiche. Ne deduciamo che, in
appropriate condizioni di suscettibilità genetica e adeguato carico corporeo,
l'esposizione a metalli pesanti causata da amalgama dentale può contribuire ad
aberrazioni immunologiche, che potrebbero condurre ad evidente autoimmunità.
* Ingalls TH, "Epidemiologia,
eziologia, e prevenzione della sclerosi multipla. Ipotesi e realtà”, Am J
Forensic Med Pathol, marzo 1983; 4(1):55-61
ABSTRACT
La lenta, profonda infiltrazione di mercurio
ionico dal canale della radice oppure otturazioni d'amalgama di Classe V
inserite molti anni prima, ricorrenti carie e corrosione attorno i bordi delle
otturazioni, e l'effetto ossidante della purulenta potrebbero condurre alla
sclerosi multipla (SM) nella mezza età. Studi epidemiologici della SM rivelano
uniformemente una incidenza maggiore di tale malattia neurologica al nord,
perché deduttivamente potrebbero esserci meno carie e quindi meno otturazioni
fatte a sud. Dati clinici ed epidemiologici suggeriscono anche che un secondo
metallo pesante, il piombo, potrebbe funzionare quasi scambievolmente con il
mercurio. Forse, casi di SM unilaterale derivano da otturazioni in amalgama di
mercurio in denti ipsolaterali, mentre la malattia generalizzata potrebbe
risultare dall'ingestione o inalazione di mercurio volatile o gas di scarico di
additivi al piombo della benzina. La sfida della medicina legale e preventiva è
di identificare, monitorare e risolvere le questioni inerenti i rischi dei
metalli pesanti nascosti in una società ad alta tecnologia, in special modo
quelli riguardanti piombo e mercurio. Si dovrebbero effettuare ulteriori studi
clinico-epidemiologici e di scienza di base riguardo le analisi di metalli
pesanti nel sangue, tessuti del sistema nervoso centrale, etc.
Ingalls TH, "Raggruppamento
endemico della sclerosi multipla nel tempo e nello spazio, 1983- 1984. conferma
di un'ipotesi”, Am J Forensic Med Pathol., marzo 1986; 7(1): 3-8
ABSTRACT
In diverse occasioni negli ultimi 50
anni sono stati osservati casi di aumentata incidenza di sclerosi multipla
relativamente alla ripartizione spazio-temporale. Sono qui riesaminati gruppi
selezionati in relazione a fonti sospette di avvelenamento da metalli pesanti
(mercurio, piombo), come sfondo per le analisi dello scoppio del 1983/85 di
30-40 casi di sclerosi multipla a Key West in Florida. È presentata la prova
che il raggruppamento tempo-spazio era il risultato di un inquinamento
ambientale proveniente da una vicina discarica di detriti rocciosi. Il
probabile meccanismo viene discusso.
Ionescu G, "Leghe dentali:
analisi elettrochimiche e biologiche: rassegna”, Forsch Komplementärmed 1996,
3:72-77
ABSTRACT
Si possono considerare molteplici
fattori riguardo i potenziali rischi per la salute delle differenti leghe
dentali e amalgame. Corrosione, trasformazione di fase e abrasione delle leghe
impiantate come anche temperatura, valore del pH, placca microbica o
composizione di saliva e cibo sono di solito responsabili del rilascio dei
singoli componenti delle leghe dentali in sito. I processi che conducono ad
effetti secondari locali o distali da metallo pesante nel corpo possono essere
evitati con una corrosione appropriata, con prove di mobilitazione e
biocompatibilità che includono pelle, sensibilizzazione linfatica e/o indagini
citotossiche in vista della scelta appropriata del materiale.
** Isacsson G, Barregard L, Selden A,
Bodin L, "L'impatto del bruxismo notturno sul carico di mercurio
proveniente da amalgame dentali”, Eur J Oral Sci, giugno 1997; 105(3):251-7
(BT9)
ABSTRACT (Orofacial Pain Clinic,
Orebro County Council, Sweden) goran.isacsson@pain.se.astra.com
Il mercurio (Hg) rilasciato dalle
otturazioni dentali in amalgama aumenta mediante stimolazione meccanica. Lo
scopo di questo studio era di indagare il possibile impatto del bruxismo
notturno sull'esposizione al mercurio causata dalle amalgame dentali e di
valutare l'effetto dell'uso di un'otturazione. 88 pazienti donne provenienti da
una clinica del dolore orofacciale con una dentizione mascellare e mandibolare
completa, una normale occlusione verticale frontale con guida a cuspide, e
almeno quattro otturazioni occlusive in amalgama in contatto con gli
antagonisti in posizione intercuspidale, furono esaminate con il Bruxcore
(dispositivo per il monitoraggio del bruxismo) per misurare il livello di
bruxismo notturno. Basandosi sul grado di abrasione registrato, i soggetti
furono divisi in un gruppo definito come bruxisti (n= 29), in un altro gruppo
definito come non-bruxisti (n=32), che servivano come controlli. L'esposizione
al mercurio fu accertata dalla concentrazione di mercurio nel plasma e nelle
urine, corretta per il contenuto di creatinina. In un modello regressivo con il
bruxismo come unica variabile esplicativa, non fu trovato nessun effetto
significativo del bruxismo, ma quando il numero delle otturazioni d'amalgama,
l'uso di chewing-gum e altre variabili di base furono tenute in conto, ci fu un
impatto limitato del bruxismo sul mercurio nel plasma. L'uso notturno di un
apparecchio occlusivo non cambiò comunque in modo significativo i livelli di
Hg. Questo
studio indica che il logorio meccanico delle amalgame dovuto al bruxismo
notturno può aumentare il carico di mercurio, ma l'importanza di questo effetto
sembra essere minore di quello derivante dall'uso di chewing-gum.
* Johansson BI, Bergman B,
"Corrosione di amalgama e titanio in contatto", J Dent Res 74:554
IADR Abstract 1232 (1995)
ABSTRACT
È stata studiata la corrosione di
amalgama convenzionale e di amalgama ricca in rame combinata a titanio fuso e
torniato. Inoltre, è stato indagato l'effetto della levigazione con o senza
irrigazione d'acqua dei campioni di titanio e dell'aggiunta di ioni fluoruri
alla soluzione elettrolitica salina. Sono stati usati metodi elettrochimici
standard per registrare i potenziali e le cariche trasferite tra l'amalgama e
il titanio con cui era a contatto. L'amalgama ricca di rame, a contatto con
titanio, si corrodeva meno della amalgama tradizionale. Non sono state rilevate
differenze tra titanio fuso o torniato. La procedura di levigazione ha
influenzato il comportamento elettrochimico del titanio. L'aumentare la
concentrazione di fluoruro da 0 a 0.05 mol/L nella soluzione salina aumentava
l'attività di corrosione del titanio in contatto con amalgama ricca di rame e
la corrosione dell'amalgama in contatto con titanio. L'aggiunta di ioni
fluoruri alla soluzione salina aumentava la corrosione del titanio o
dell'amalgama quando era posta in contatto. Le procedure di levigazione del
titanio influenzavano la sua attività elettrochimica.
** Johansson BI, Lagerlof F,
"Correnti integrate tra amalgama e lega aurea in soluzioni saline e saliva
naturale con diverse concentrazioni di cloruro", Scand. J. Dent Res. (1992),
100: 240-3
ABSTRACT
L'effetto di diverse concentrazioni di
cloruro di sodio sulle correnti integrate (trasferimento di carica) tra
amalgama dentale e lega aurea è stato studiato in una cella bimetallica
contenente saliva o soluzione salina. Le correnti integrate erano influenzate
solo in modo marginale dall'aumento delle concentrazioni di cloruro
relativamente all'amalgama ricca in rame, sia nella saliva che nella soluzione
salina. Le correnti integrate, nell'esperimento che coinvolgeva l'amalgama
convenzionale erano molte volte superiori di quelle di amalgama ricca di rame.
Nelle soluzioni saline un massimo di trasferimento di carica fu trovato a 0.2 M
di cloruro. Nella saliva un aumento del trasferimento di carica fu trovato con
l'aumentare del contenuto di cloruro.
** Johansson E, Liliefors T,
"Metalli pesanti negli apici delle radici di denti con otturazioni di
amalgama", Department of Radiation Sciences, Division of Physical Biology,
Box 535, 751 21 Uppsala, Sweden (AL2)
ABSTRACT
I metalli pesanti possono essere
trasportati al dente umano da numerose fonti quali cibo, farmaci o amalgama
dentale. Osservazioni precedenti degli autori sul mercurio in eritrociti e
granulociti neutrofili hanno indicato il suo possibile rilascio dall'amalgama,
ma con la tecnica usata (m-PIXE) non era stato possibile stabilire se la fonte
del mercurio fosse l'amalgama o il cibo. In questo studio sono stati usati
strumenti analitici sensibili quali ICP-MS con capacità multi-elementare. Negli apici delle
radici di denti otturati con amalgama furono rilevate concentrazioni di Hg fino
a 41.5 mcg /g. La
concentrazione di Hg risulta inferiore a 1 mcg/g negli apici delle radici di
denti non otturati. I risultati indicano che metalli sono rilasciati
dall'amalgama, ma al momento informazioni relative alle implicazioni cliniche
di ciò non può essere dedotta. Può essere importante essere consapevoli che non
solo Hg ma anche Ag e Cd possono essere rilasciati ed i loro effetti dannosi
possono dar luogo ad ulteriore tossicità e sintomi imprevisti.
Jokstad A, Thoiassen Y, Bye E,
Clenchaas J, Aaseth, "Amalgama dentale e mercurio", J. Pharmacology
& Toxicology, 70 (4) 308-313 1992
ABSTRACT
Le concentrazioni di mercurio nel
sangue (HgB) e nelle urine (HgU) e nell'aria espirata (HgA) sono state misurate
in 147 individui di una popolazione urbana norvegese usando spettroscopia di
assorbimento atomico. Lo studio intendeva valutare l'esposizione al mercurio
delle otturazioni dentali, correlando i dati alla presenza di mercurio. I
valori medi sono stati: HgB 24.8 nmol/l, HgU 17.5 nmol/l e HgA 0.8 mu g/m3. HgU
si correlava bene con HgA, e sia HgU che HgA si correlavano con il numero
di otturazioni di amalgama e le superfici delle amalgame.
Kidd RF, "Risultati della
rimozione di amalgama dentale e disintossicazione con DMPS e terapia
neurale", Altern Ther Health Med, luglio 2000; 6(4):49-55
ABSTRACT
Sono stati esaminati 60 pazienti
consecutivi che erano stati sottoposti a sostituzione delle otturazioni dentali
di amalgama e ad un protocollo di supporto nutrizionale e disintossicazione da
metalli pesanti usando DMPS e terapia neurale. Le ragioni per sottoporsi alla
terapia risultarono essere numerose, dal desiderio del paziente di evitare
potenziali problemi di salute nel futuro, al tentativo di trattare gravi
malattie in corso. Sebbene prima del trattamento furono effettuate diagnosi
mediche quando possibile, sono state considerate in questa trattazione solo le
valutazioni dei pazienti sui loro sintomi più fastidiosi e la loro valutazione
della risposta ottenuta dal trattamento. I disturbi più comuni erano problemi
di memoria e/ o concentrazione; dolori muscolari o ai legamenti; ansia e
insonnia; disturbi allo stomaco, intestino o cistifellea; depressione; ipersensibilità
al cibo o chimiche; insensibilità e pizzichio; problemi agli occhi: questi i
sintomi in ordine decrescente di frequenza. I sintomi più fastidiosi erano mal
di testa e di schiena, affaticamento, e problemi di memoria e di
concentrazione. Mal di testa e di schiena risposero di più al trattamento, ma
tutti i sintomi comunque mostrarono un miglioramento in media. Il 78% riportò
di essere soddisfatti o molto soddisfatti con i risultati del trattamento, il
9.5% riportò di essere insoddisfatti.
Kindl A, Zinecker S, “Amalgama: vapori
di mercurio fino al cervello”, der Kassenarzt 4, 23, 1992
"I livelli di
mercurio nella saliva di portatori di amalgama erano tra i 52 - 138 mcg/l. Dopo
la masticazione, la concentrazione di mercurio nella saliva aumenta in media a
240 mcg/l".
Kingman A, Albertini T, Brown LJ,
"Concentrazioni di mercurio nelle urine e sangue correlato con esposizione
ad amalgama in un campione di popolazione militare USA", J Dent Res 1998
Mar; 77(3):461-71
ABSTRACT (Oral Health Promotion,
National Institute of Dental Research, Bethesda, USA)
Minuscole quantità di vapori di
mercurio sono rilasciate dall'amalgama dentale. Poiché è noto che i vapori di
mercurio sono associati a reazioni avverse per la salute di persone esposte
professionalmente, vengono sollevati dubbi relativi ai margini di sicurezza per
esposizioni a vapori di mercurio nella popolazione. Il campione indagato era
una popolazione militare adulta di 1127 uomini sani. La loro età media era di
52.8 anni, e la loro età variava da 40 a 78 anni. Le concentrazioni urinarie
medie di mercurio organico e inorganico erano di 3.09 e 2.88 microg/L. Le
concentrazioni medie di mercurio totale e inorganico nel sangue erano di 2.55
microg/L e 0.54 microg/L. Notevoli correlazioni furono rilevate tra
l'esposizione ad amalgama e le concentrazioni di mercurio totale (r = 0.34, p
< 0.001) e inorganico (r = 0.34, p < 0.001). Correlazioni ancora più
forti furono trovate per i valori di mercurio espressa in funzione della
creatinina (r = 0.43, p < 0.001).
Klock B, Blomgren J, Ripa U, Andrup B,
"Effekt av amalgamavlägsnande på patienter som misstänker att de lider
eller har lidit av amalgamförgiftning", Tandläkartidn 81(23):1297-1302
(1989)
ABSTRACT
Under nära tio år har begreppet
"oral galvanism" debaterats i Sverige. Diskussionen har på senare tid
koncentrerats till amalgamets kvicksilveravgivande och huruvida det kan vara
hälsovådligt för speciellt känsliga individer. I föreliggande studie har 248
patienter, som undersökts eller behandlats av hänvisningstandläkare,
tillfrågats om hälsoläget 6-36 månader efter undersökningstillfället. De har
också fått redogöra för vilken behandling de fått för sina problem. Resultaten
visar att den vanligaste vårdformen är totalt amalagamavlägsnande. Effekten av
denna terapi var förbluffande god oavsett symtombild. Författarna spekulerar
över om det rör sig om hävd verklig kvicksilverförgiftning eller om en
placeboeffekt. Docent Björn Klock är hänvisningstandläkare, Johan Blomgren är
sjukhustandläkare, tandläkare Ulf Ripa är klinikchef, Bengt Andrup är
övertandläkare i protetik ochklinikchef, samtliga vid folktandvården i
Bohuslandstinget.
Knappwost A, Gura E, Fuhrmann D,
Enginalev A, “Rilascio di vapori di mercurio da amalgama nella cavità orale”,
Zahnarztl Welt/Reform 1985, 94: 131-138
ABSTRACT
Una otturazione di amalgama di 1 anno
con superficie di 0.5 cm2 rilasciava 3.3 microgrammi di mercurio per 1.0 m3
aria, cioè una quantità di 40 microgrammi di mercurio in un volume giornaliero
di 12 m3. Ciò corrisponde ad una perdita giornaliera di 80 microgrammi di
mercurio per 1.0 cm2 di superficie di amalgama dentale. Fu riscontrato che il
rilascio di mercurio è 10 volte superiore quando l'amalgama è in contatto con
oro.
Kohdera P, Osaka University,
"Verbali" dell' International Congress of Allergology and Clinical
Immunology, EAACI, Stockholm, June 1994 & Heavy Metal Bulletin, vol.1,
issue 2, October 1994
ABSTRACT
Il test LST degli antigeni specifici è
stato effettuato su pazienti con eczema atopico, usando cellule T del sangue
periferico. L'87% mostrò una reazione LST positiva a Hg, l'87% al Ni, il 38% a
Au e il 40% al Pd. Abbiamo rimosso i metalli odontoiatrici positivi all'LST
dalla cavità orale dei pazienti. Il miglioramento dei sintomi fu ottenuto nell'
82% (160/196) dei pazienti entro 1- 10 mesi.
Kozono Y, Moore BK, Philips RW, Swartz
ML, "Dissoluzione di amalgama in soluzione salina", J Biomed
Materials Res 16:767-774 (1982)
ABSTRACT
Questo esperimento è stato ideato per
indagare la corrosione in vitro di alcune amalgame dentali moderne in soluzione
salina per un periodo di 6 mesi misurando l'evolversi dei prodotti di
corrosione solubili. In base al cambiamento della conduttività elettrica della
soluzione, la velocità di dissoluzione sembrò diminuire gradualmente nei primi
tre o quattro mesi. Quindi fu osservato un rapido aumento, che indicava un
riattivato processo di corrosione. Più ampie dissoluzioni di rame e mercurio
furono osservate in questi stadi avanzati, specialmente per le leghe ricche di
rame. Zinco e indio, se presenti, erano preferenzialmente rilasciati agli stadi
iniziali. Argento e stagno non sono stati rilevati. Esistono prove che la
corrosione di stagno porta a depositi insolubili di prodotti di corrosione.
* Kraub P, Maier KH, Roller HD, Weiss
HD, Deyhle M, "Epidemiologia del contenuto di mercurio nella saliva",
Heavy Metal Bull, vol.3, n.1, aprile '96, University of Tubingen, Institut fur
Organische Chemie, 1994 (LO3)
ABSTRACT (Studio
Univ. Tubingen, parte I):
20.000 individui sono stati registrati
in uno studio epidemiologico per determinare la concentrazione del mercurio
totale nella saliva. Una relazione statistica è stata trovata tra la concentrazione
di mercurio nella saliva pre-masticazione, tra la saliva dopo la masticazione
ed il numero di otturazioni di amalgama. Il numero medio di otturazioni di
amalgama era 9 e la concentrazione media di mercurio 11.6 mcg/l nella saliva
pre-masticazione e 29.3 mcg/l nella saliva dopo la masticazione, che è
considerevolmente maggiore di quella riportata nelle precedenti pubblicazioni.
L'estrapolazione dell'assunzione di mercurio totale per settimana ha mostrato
che il valore settimanalmente tollerabile suggerito dall'OMS è superato in
almeno il 30% degli individui.
* Kraub P, Deyhle M, Maier KH, Roller
HD, "Tubingen study, part II", Heavy Metal Bull, vol.3, issue 1,
April 1996 (LO4)
ABSTRACT (Studio Univ. Tubingen, parte
II):
È stata esaminata la correlazione tra
i livelli di mercurio nella saliva e uno specifico spettro di sintomi. Sono
stati considerati solo sintomi che sono caratteristici dell'esposizione cronica
sub-acuta da mercurio. È stata trovata una significativa correlazione tra la
concentrazione misurata di mercurio ed i seguenti sintomi : 1. relativi alla
cavità orale: gengiva sanguinante, gusto metallico, lingua che brucia. 2.
relativi al sistema nervoso centrale: problemi di concentrazione, problemi di
memoria, disturbi del sonno, mancanza di iniziativa, nervosismo.
* Langworth S, Elinder C, Akesson A,
"Esposizione a mercurio da otturazioni dentali: 1- Concentrazioni di
mercurio nel sangue e urine", Swed Dent J., 12, 69-70 (1988) (CD11)
ABSTRACT
Recenti studi mostrano che vapori di mercurio
sono rilasciati da otturazioni dentali di amalgama, specialmente durante la
masticazione. Inoltre le concentrazioni post-morte del mercurio nel cervello e
reni umani sono state correlate al numero di otturazioni di amalgama. Comunque,
ci risulta che ci siano solo pochi studi sulla possibile relazione tra il
numero di otturazioni dentali di amalgama e le concentrazioni di mercurio in
indicatori biologici facilmente accessibili dell'esposizione al mercurio quali
sangue e urine. Abbiamo esaminato 76 lavoratori industriali non esposti e 89
lavoratori da fabbrica di cloroalcali, esposti al mercurio inorganico. Il
numero di superfici di amalgama per ciascuna persona fu registrato da un
dentista. I campioni di sangue e di urine sono stati analizzati relativamente
al mercurio usando uno spettrofotometro di assorbimento atomico. La
concentrazione media di mercurio nel sangue e urine era da 4 a 10 volte
superiore nel gruppo esposto professionalmente rispetto al gruppo di controllo.
Nel gruppo di controllo c'era una relazione significativa tra la concentrazione
urinaria di mercurio ed il numero di estensioni di amalgama. Questa
significativa relazione supporta i precedenti risultati ed indica che una parte
del mercurio rilasciato dall'amalgama dentale è successivamente assorbita.
* Langworth S, Strömberg R, "Un
caso di elevata esposizione al mercurio da amalgama dentale", European
Journal of Oral Sciences, giugno 1996; 104(3):320-321 (BJ23)
ABSTRACT
Questa relazione descrive una paziente
che soffriva di numerosi disturbi, da lei stessa attribuiti alle otturazioni in
amalgama. L'analisi del mercurio nel plasma e nelle urine mostrava
concentrazioni inaspettatamente elevate, 63 e 223 nmol/l, rispettivamente. A
seguito della rimozione delle otturazioni in amalgama, l'escrezione urinaria
del mercurio si normalizzò gradualmente, ed i suoi sintomi diminuirono. La
guarigione durò a lungo termine, cosa che sarebbe stata improbabile se fosse
stato un effetto placebo.
** Liang L, Brooks RJ, "Reazioni
al mercurio nella bocca umana con amalgama dentale", Water, Air and Soil
Pollution, 80: 103-107, 1995
ABSTRACT
Le otturazioni in amalgama nella
cavità orale sono soggette ad un complesso ambiente chimico/ biologico: aria,
ossidanti, riducenti, acidità, alcalinità, reazioni a enzimi e batteri
avvengono nelle quali Hg è rilasciato dall'amalgama. Le domande chiave relative
alla valutazione del rischio di Hg da amalgama sono quali specie sono formate
da Hg0 nella cavità orale e in che quantità. Sono stati analizzati i campioni
di saliva da individui con otturazioni di amalgama e soggetti di controllo
senza amalgama. Hg2+ e MeHg furono trovati in tutti i campioni sistemici, sia
da pazienti con amalgama che controlli, mentre Hg0 fu trovato solo in campioni
da soggetti con amalgama. Nel gruppo con amalgama le concentrazioni di Hg2+
trovate prima la pulizia della bocca erano da 10 a 40 volte più elevate di
quelle trovate dopo la pulizia, cosa che suggerisce che ha luogo la reazione di
ossidazione di Hg0 a Hg2+. Per MeHg, un andamento simile ma meno pronunciato fu
riscontrato, cosa che supporta l'ipotesi della metilazione nella bocca.
* Lichtenberg H, "Eliminazione
dei sintomi con la rimozione dell'amalgama dentale da pazienti avvelenati dal
mercurio, studio con controllo", J Orthomol Med 8 1993, 145-148 (AS66)
ABSTRACT
120 pazienti che soffrivano di
numerosi sintomi che sono classicamente associati con l'intossicazione cronica
da mercurio fecero rimuovere tutte le loro otturazioni in amalgama
sostituendole con plastica. Tutti i pazienti completarono un questionario
relativamente alla progressione dei sintomi un anno dopo il completamento della
rimozione di amalgama. I risultati suggeriscono una correlazione tra numerosi
disturbi alla salute e le otturazioni di mercurio in amalgama. La rimozione
delle otturazioni in amalgama portava ad un significativo miglioramento di
questi sintomi. Questi stessi sintomi, che sono migliorati o eliminati nei
pazienti che rimuovono l'amalgama, sono presenti ma non diagnosticati nella
popolazione.
* Lichtenberg H, "Vapore di
mercurio nella cavità orale in relazione al numero di estensioni di amalgama ed
i classici sintomi di intossicazione cronica da mercurio", J Orthomol Med
(1996), v11, n.2, 87-94 (BJ46)
ABSTRACT
Questo studio mostra che individui con
otturazioni dentali di amalgama che mostrano sintomi tipici dell'avvelenamento
cronico al mercurio, tutti hanno concentrazioni di vapori di mercurio nella
loro cavità orale molto più elevate dei livelli accettabili ed in media più
elevati dei massimi livelli permessi in ambiente di lavoro. I risultati
indicano che quei pazienti con solo otturazioni in amalgama, con elevate
concentrazioni di vapori di mercurio nella cavità orale e che hanno anche
numerose estensioni di amalgama, mostrano in media più sintomi di quelli con
concentrazioni di vapori di mercurio minori e con minor numero di estensioni di
amalgama. I risultati indicano che la presenza dei sintomi non è solamente
dipendente dalla entità della dose di mercurio.
Lichtenberg H, "Sintomi prima e
dopo la corretta rimozione di amalgama in relazione alla reazione della
globulina del sangue ai metalli", Journal of Orthomolecular Medicine Vol
11 No.4. pp. 195-203 1996
ABSTRACT
I risultati di questo studio indicano
che la corretta rimozione di amalgama e, in alcuni casi la rimozione di tutti
gli altri metalli, e la sostituzione con compositi biocompatibili, può
eliminare o ridurre l'80% dei sintomi classici di avvelenamento cronico da
mercurio. Questi risultati mostrano inoltre che l'entità della reazione
individuale della globulina del sangue a numerosi metalli usati in
odontoiatria, specialmente i cinque metalli presenti nell'amalgama, ha
importanti implicazioni per la guarigione.
** Liebert CA; Wireman J; Smith T;
Summers AO, "L'impatto del mercurio rilasciato dalle otturazioni dentali
di amalgama sulle resistenze agli antibiotici nelle flore batteriche e orali di
primati", Met Ions Biol Syst 1997; 34:441-60 (CD47)
ABSTRACT
Nostri recenti studi
di laboratorio hanno mostrato che l'inserimento di otturazioni di amalgama in
scimmie porta alla rapida proliferazione di batteri intestinali e orali
resistenti a mercurio e antibiotici. Recentemente abbiamo stabilito che la base
molecolare di questo fenomeno nei batteri gram-negativi è una vicinanza a
livello di geni della locazione della resistenza a Hg e di quella agli
antibiotici nei plasmidi e negli elementi commutabili. Ora che sono disponibili
studi che mostrano grandi quantità di mercurio derivate da amalgama nelle feci,
il fatto che batteri mercurio resistenti vengano rilevati nella flora
intestinale umana non è un fatto più sorprendente degli avvelenamenti nelle
miniere di mercurio. La possibilità che l'aumento in resistenza batterica
provocata da amalgama possa verificarsi negli esseri umani è suggerita da dati
epidemiologici che mostrano una forte correlazione tra resistenza a Hg e
resistenza multipla ad antibiotici nella flora fecale umana, persino in coloro
che non hanno recentemente usato antibiotici. Tale arricchimento di resistenza
antibiotica nella normale flora in risposta a pressione selettiva del mercurio
rilasciato dall'amalgama dentale costituisce una novità ed un fattore di
rischio precedentemente ignoto in vista del diffuso utilizzo delle otturazioni
dentali di amalgama.
Lindqvist B, Mörnstad H, "Effetti
della rimozione di otturazioni di amalgama da pazienti con malattie relative al
sistema immunitario", Medical Science Research, maggio 1996; 24(5):355-356
(BH34)
ABSTRACT
53 pazienti con disturbi che essi attribuivano
alle otturazioni di amalgama e con test patologici che indicavano anomalie del
sistema immunitario, sono stati seguiti per un periodo di 1- 3 anni dopo la
rimozione di tutte, o di parte, o di nessuna, delle loro otturazioni di
amalgama. Nel gruppo di 34 individui che ebbero tutte le loro otturazioni di
amalgama rimosse, ci fu una significativa diminuzione dei livelli di anticorpi,
ma solo due ebbero questi valori completamente sani dopo 1-3 anni. Un
significativo miglioramento nei sintomi soggettivi avvenne in 20 (il 59%) dei
casi. Nel gruppo di pazienti che avevano ancora le otturazioni di amalgama, non
ci furono significativi cambiamenti dei livelli di anticorpi. Sembra perciò che
il rilascio di mercurio dalle otturazioni di amalgama possa iniziare o
supportare un disturbo immunologico in atto. Comunque, questo gruppo di studio
era alquanto eterogeneo, ed aveva ricevuto vari trattamenti farmacologici.
Ulteriori studi sono quindi necessari per confermare o refutare, i risultati.
Lindvall A, Lindh U, Danersund A,
"Profilo dei metalli per 25 pazienti con malattie a lungo termine".
presentato a: Eurotox 93 Congress & Lindh, U. Nucl Instr and Meth B30:404.
(1988) & Hallgren, R; Feltelius, N; Lindh, U.J. Rheumatol. 15:308 (1988)
ABSTRACT
Scopo di questo studio è stato di
valutare se la rimozione di amalgama dentale con supporto medico migliora lo
stato di salute di pazienti con malattia a lungo termine. Nello studio sono
stati inclusi 25 pazienti con tutti i tipi di diagnosi ricevute dai loro dottori.
Metodi: fu usata microscopia nucleare per analizzare cellule del sangue isolate
3 settimane dopo che la terapia con vitamine si era conclusa. Risultati e
discussione: l'anamnesi rivelò che 16 su 25 avevano avuto allergie da contatto
da metalli e/ o intolleranza a cosmetici. I criteri per diagnosticare sindrome
di stanchezza cronica erano riscontrati in 12 su 25. Notevoli deviazioni dai
nomali valori sono state notate per il magnesio, calcio e zinco, con elevate
concentrazioni di calcio e deficienze di zinco. Il magnesio negli eritrociti
era spesso ridotto, in contrasto con il magnesio nei granulociti che era spesso
elevato. Inoltre, il manganese nei granulociti era sempre elevato. In entrambi
i tipi di cellule c'erano cospicue concentrazioni di stronzio, un elemento mai
trovato nel gruppo di controllo. Abbiamo inoltre esaminato il mercurio
cellulare. Livelli che superavano il limite di rilevazione (0.5 mcg/g a secco)
furono trovati in 14 pazienti su 25, nel 5-16% degli eritrociti esaminati. Per
il gruppo di granulociti studiati, 20 pazienti su 25 mostrarono livelli di
mercurio rilevabili nel 10-30% delle cellule. Conclusioni: tutti i pazienti
hanno un profilo elementare che suggerisce che il carico di metalli pesanti può
influenzare il loro stato di salute. I profili elementari nel gruppo di
pazienti mostra somiglianze con quelli nelle patologie infiammatorie del
tessuto connettivo.
* Lorscheider FL, Vimy MJ,
"Esposizione a mercurio da otturazioni dentali di amalgama", The
Lancet, 337 1991 1103 (AJ1)
ABSTRACT
Non è l'eliminazione di Hg elementare
dal corpo che spiega la sua breve emivita nel sangue, ma l'assorbimento del
mercurio elementare dal sangue ad altri tessuti. Questo è confermato dai nostri
risultati su animali che i livelli di mercurio nel sangue rimane bassi, alla
stesso tempo o livelli di Hg dei tessuti diventano molto elevati. Questo
suggerisce che Hg nel sangue è un indice diagnostico inadeguato per
l'esposizione cronica a basse dosi di vapori di mercurio da amalgame dentali.
* Lorscheider FL, Vimy MJ, Summers AO,
Zwiers H, "La controversia delle amalgame dentali di mercurio: mercurio
inorganico e CNS; connessione genetica del mercurio e resistenza antibiotica
nei batteri intestinali", Toxicology, 31 marzo 1995; 97(1-3):19-22 (BD54)
ABSTRACT (Department of Medical
Physiology, Faculty of Medicine, University of Calgary, Alberta, Canada)
È stato dimostrato che l'esposizione a
vapori di mercurio (Hg) da amalgame dentali ecceda la somma delle esposizioni
da tutte le altre fonti di esposizione. Perciò sono stati recentemente
esaminati gli effetti dell'esposizione di Hg inorganico sulla funzione
cellulare nel cervello e nei batteri intestinali. Nei topi abbiamo dimostrato
che la ADP-ribosilazione della tubulina e della proteina actinica del cervello
è marcatamente inibita, e che Hg ionico può alterare una reazione neurochimica
coinvolta con il mantenere la struttura della membrana neuronale. Nelle scimmie
noi mostriamo che Hg, specificatamente quello da amalgama, arricchirà la flora
intestinale con specie batteriche Hg- resistenti che a loro volta divengono
anche resistenti agli antibiotici.
* Lorscheider FL, Vimy MJ, Summers AO,
"Esposizione a mercurio da otturazioni dentali di amalgama: nuovi
riscontri mettono in discussione un tradizionale paradigma odontoiatrico",
FASEB J., apr. 1995; 9(7):504-8 (BE1)
ABSTRACT (Department of Medical
Physiology, Faculty of Medicine, University of Calgary, Canada)
Per più di 160 anni l'odontoiatria ha
usato le otturazioni dentali di amalgama che contengono circa il 50% di
mercurio, come il materiale di scelta per otturazioni dentali di amalgama.
Durante l'ultima decade la ricerca medica ha dimostrato che questo Hg è
continuamente rilasciato come vapore nell'aria nella bocca; quindi è inalato,
assorbito nei tessuti corporei, ossidato a Hg ionico e finalmente legato in
modo covalente alle proteine cellulari. Esperimenti con animali ed esseri umani
dimostrano che l'assorbimento, la distribuzione nei tessuti, e l'escrezione di
Hg da amalgama è significativa, e che l'amalgama dentale è la maggiore fonte di
accumulo di Hg per gli esseri umani. Recenti studi sugli effetti patofisiologici
del Hg da amalgama ha focalizzato sul sistema immunitario sul sistema renale,
sui batteri orali e intestinali, sistema riproduttivo e sistema nervoso
centrale. I risultati degli studi non supportano la nozione di innocuità
dell'amalgama.
Lussi A, "Rilascio di mercurio
dall'amalgama nella saliva: uno studio in-vitro", Schweiz Monatsschr
Zahnmed, 103(6): 722-726, 1993
ABSTRACT (Klinik fur Zahnerhaltung,
Praventiv- und Kinderzahnmedizin, Universitat Bern)
Scopo di questo studio è stato di
indagare il rilascio di mercurio nel fluido salivare e di verificare se questo
rilascio è correlato con velocità di flusso, capacità tampone o pH del fluido
salivare. Il fluido salivare è stato raccolto da 18 persone (11 con otturazioni
di amalgama, 7 senza) e le superfici delle otturazioni sono state misurate. Il
mercurio perso nella saliva non stimolata era di 11.6 ng/min per i portatori di
amalgama e 2.1 ng/min per coloro senza.
Lussi A, Schoenberg V, "Rilascio
di mercurio da diverse amalgame in vitro", Schweiz Monatsschr Zahnmed
1991; 101(11):1405-8
ABSTRACT (Klinik fur Zahnerhaltung,
Praventiv- und Kinderzahnmedizin, Universitat Bern)
È stato valutato il rilascio da 8
diverse amalgame di mercurio in acqua, nella fase iniziale e dopo 2 anni. La
metodologia di misura è stata adattata in modo da garantire il minimo di
perdite di mercurio per evaporazione e assorbimento. La perdita di mercurio
nelle prime 24 ore andava da 17.4 microgrammi/ cm2 a 34.5 microgrammi/ cm2.
** Lutz E, Lind B, Herin P, Krakau I,
Bui TH, Vahter M, "Concentrazioni di mercurio, cadmio e piombo nel
cervello e nei reni di feti e neonati", J. Trace elem. Med. Biol., 10(2):
61-67, giugno 1996 (BX53)
ABSTRACT (Institute
of Environmental Medicine, Karolinska Institutet, Stockholm, Sweden)
Sono state analizzate le
concentrazioni di mercurio (Hg), cadmio (Cd) e piombo (Pb) nel cervello e reni
durante lo sviluppo fetale (aborti nel secondo trimestre di gestazione, n=20) e
post-natale (neonati deceduti prima di raggiungere i 3 mesi di età, n=15). Sono
state raccolte informazioni su possibili fonti di esposizione delle madri dei
feti, ma non dei neonati. La concentrazione media di Hg trovata nel cervello è
stata di 4 microgrammi/ kg (range= 2-23) sia nei feti che nei neonati. Le
concentrazioni di Hg nei reni erano significativamente più elevate che nel
cervello, in media 6 microgrammi/kg (5-34) nei feti e 10 microgrammi/kg (7-37)
nei neonati. È
stata riscontrata una tendenza ad una maggiore concentrazione di Hg nei reni
fetali con l'aumentare del numero di amalgame delle madri. I valori di Cd non hanno
mai superato 1 mcg/kg, nel cervello e 2 mcg/kg nei reni. I valori di piombo
sono risultati minori di 10 mcg/kg.
Lygre GB, Gronningsaeter AG, Gjerdet
NR, "Mercurio ed otturazioni dentali di amalgama", Tidsskr Nor
Laegeforen, 30 aprile 1998; 118(11):1698-701
ABSTRACT (Det odontologiske fakultet,
Bergen University)
Durante il 1993-95, 169 pazienti in
tutto (112 donne, 57 uomini) con un ampio range di disturbi correlati con
passate o presenti otturazioni di amalgama sono stati visitati dal "Dental
Biomaterials Adverse Reaction Unit" in Norvegia. La maggior parte dei
pazienti avevano otturazioni di amalgama; 19 avevano rimosso tutte le
otturazioni e 14 non avevano ancora completato tale procedura. Dolori a muscoli
e legamenti, mal di testa, vertigini ed estrema stanchezza fisica erano i
sintomi più comuni. Patologia intra-orale fu riscontrata nel 48%. C'era una
correlazione tra la presenza di amalgama ("punteggio di amalgama") e
mercurio urinario. I pazienti senza otturazioni in amalgama avevano valori
significativamente minori (in media 1.6 microgrammi di mercurio/ g creatinina)
di quelli senza otturazioni di amalgama (in media, con l'amalgama: 3.5
microgrammi/ g; con parziale rimozione di amalgama: 2.7 microgrammi/ g).
* Malmstrom C, "Mercurio derivato
da amalgama nelle feci", Journal of Trace Elements in Experimental
Medicine, 5, abstract 122, 1992 (AP1)
ABSTRACT
L'inserzione della prima, esigua
otturazione di amalgama in una 11enne è stata seguita da analisi delle feci.
L'espulsione di mercurio nelle feci aumentò da 23 mcg/kg a 3.200 mcg/kg al
terzo giorno dopo il trattamento ed è rimasta per un mese su valori maggiorati,
ossia superiori a 100 mcg/kg.
Malt UF, Nerdrum P, Oppedal B,
Gundersen R, Holte M, "Problemi fisici e mentali attribuiti alle
otturazioni dentali di amalgama: uno studio descrittivo di pazienti
autocandidatosi rispetto a 272 controlli", Psychosomatic Medicine, 59,
32-41, 1997
ABSTRACT
Le sintomatologie fisiche e mentali di
99 pazienti che lamentavano multipli problemi somatici e mentali attribuiti da
loro alle otturazioni dentali di amalgama sono stati confrontati con quelli di
pazienti con note patologie croniche. Un elevato carico di sintomi si
riscontrava nel gruppo di pazienti che attribuivano i loro problemi somatici e
mentali all'amalgama dentale. Le otturazioni metalliche dei pazienti nel gruppo
amalgama furono sostituite e i pazienti furono seguiti per 2 anni dopo tale
rimozione. La maggior parte dei pazienti nel gruppo amalgama migliorarono la
loro condizione a seguito della rimozione.
Marek M, "Dissoluzione di
mercurio da amalgama dentale a diversi valori di pH", J Dent Res, giugno
1997; 76(6):1308-15
ABSTRACT (School of Materials Science
and Engineering, Georgia Institute of Technology, Atlanta, USA)
È stato mostrato che la dissoluzione
di mercurio da amalgama dentale viene rallentata dalla formazione di un film di
ossido di stagno sulla superficie della fase gamma-1 ricca di mercurio (Marek,
1990b). Poiché gli ossidi di stagno si dissolvono a bassi valori di pH
(Deltombe et al., 1974), condizioni acide nella cavità orale possono causare un
aumento nel rilascio di mercurio. Scopo di questo studio è stato di determinare
l'effetto dell'acidità nell'intervallo di pH tra 1 e 8 sulla velocità di
dissoluzione di mercurio in saliva sintetica da fasi gamma-1 con o senza stagno
e da due amalgame dentali commerciali. L'ipotesi valutata è stata che il pH
influenzi la dissoluzione di mercurio solo quando un film protettivo di ossido
si dissolve in un ambiente acido. Dopo l'esposizione dei campioni per 2 o 24
ore in bottiglie di vetro sigillate, le soluzioni sono state analizzate con
spettrofotometria di assorbimento atomico per mercurio e argento. I risultati
hanno dimostrato una dissoluzione di mercurio non dipendente dal pH nel range
di pH tra 3 e 8, e una dissoluzione molto più veloce a pH 1. Per ognuno dei
valori di pH veniva dissolto più mercurio dalla fase senza stagno che dalla
fase con stagno. I risultati erano influenzati dalla durata di esposizione. La
non dipendenza dal pH in un ampio range di valori di pH è stata attribuita ai
meccanismi atomici di dissoluzione del mercurio. La bassa velocità di
dissoluzione del mercurio da campioni contenenti stagno è stata spiegata dalla
formazione di una barriera di film di ossido di stagno, che si dissolveva solo
ai pH più bassi. Si ritiene che la dissoluzione dell'argento a bassi valori di
pH abbia accelerato la dissoluzione del mercurio dalla fase gamma-1 senza
stagno.
Marek M, "Il rilascio di mercurio
da amalgama dentale: il meccanismo e sua valutazione in vitro", J Dent
Res, maggio 1990; 69(5):1167-74
ABSTRACT (School of Materials
Engineering, Georgia Institute of Technology, Atlanta)
Sono state studiate in vitro la
dissoluzione di mercurio dalla fase Ag-Hg dell'amalgama dentale in acqua
distillata e saliva sintetica, e l'evaporazione del mercurio dalle soluzioni.
Gli obiettivi principali dello studio erano di valutare i fattori che
influenzano i risultati dei test di rilascio di mercurio, e di considerare i
possibili meccanismi del rilascio in vivo. I campioni furono esposti ai liquidi
in bottiglie aperte e chiuse, e furono determinati i cambiamenti di
concentrazione di mercurio usando spettrofotometria di assorbimento atomico a
freddo. I dati riportati in grafico "Concentrazione vs. tempo"
mostrarono che la velocità di dissoluzione diminuiva con il tempo. I test che
coinvolgevano sequenze di esposizioni brevi e lunghe con cambi della soluzione
mostrarono in media una dissoluzione a breve termine più elevata nella nuova
soluzione rispetto alla soluzione vecchia. Le differenze furono attribuite ad
un effetto asfissiante della concentrazione del mercurio elementare sulla
dissoluzione. Si ritiene che il mercurio è dissolto principalmente nella forma
elementare e che un continuo aumento di concentrazione era reso possibile dalla
ossidazione nella soluzione. In celle aperte, parte del mercurio fu perso per
evaporazione. L'analisi mostrò che i risultati della dissoluzione di mercurio
dipende da numerose variabili, quali tempo, volume di soluzione, condizione di
ossidazione e di evaporazione, etc. Sono stati considerati i vari meccanismi di
vaporizzazione e dissoluzione del rilascio di mercurio in vivo. Ne abbiamo
concluso che il modello dissoluzione/ evaporazione contemporanea descriveva al
meglio il rilascio di mercurio dalle otturazioni di amalgama dentale.
Marek M, "Dissoluzione di vapore
di mercurio in ambiente orale simulato", Dent Mater, sett. 1997;
13(5):312-5
ABSTRACT (Georgia Institute of
Technology, Atlanta, miroslav.marek@mse.gatech.edu)
Scopo di questo studio è stato di
determinare gli effetti delle variabili sulla dissoluzione di mercurio atomico
in simulazione di fluidi orali. Questo studio si basava sull'ipotesi che la
velocità di dissoluzione di vapori di mercurio nella saliva sintetica è
condizionata dal potere di ossidazione e dal grado di mescolamento della
soluzione. METODO: La soluzione riferimento era saliva sintetica e il potere di
ossidazione era aumentato con perossido di idrogeno o diminuita con acido
ascorbico. Soluzioni test sono state esposte a vapori di mercurio in un
contenitore sigillato, e la concentrazione di mercurio dissolto fu determinata
dopo esposizioni che andavano da 2 a 48 ore. I risultati sono stati analizzati
con test multipli di confronti ANOVA e Tukey (p < 0.05). L'effetto del
mescolare è stato esaminato per un periodo di esposizione di 24 ore. L'analisi
del mercurio è stata effettuata con spettrofotometro di assorbimento atomico a
freddo. RISULTATI: Il mercurio si è dissolto molto più velocemente nella
soluzione ad elevato potenziale ossidante contenente perossido di idrogeno che
nelle altre due soluzioni, che dissolvevano il mercurio alla stessa velocità.
Nelle soluzioni meno ossidanti, la concentrazione di mercurio dissolto
raggiungeva un valore quasi costante. Tenere la soluzione sotto l'azione di un
mescolatore aumentava la velocità di dissoluzione del mercurio per la soluzione
altamente ossidante ma non aveva effetto sulle soluzioni meno ossidanti.
CONCLUSIONI: I risultati mostrano l'importanza della trasformazione di mercurio
dalla forma elementare a quella di ione. Quando il mercurio elementare dissolto
non viene ossidato, può evaporare ed essere inalato, ma la velocità di
dissoluzione è bassa. Sotto condizioni più fortemente ossidanti, il mercurio si
dissolve più velocemente, ma non genera vapori. La diffusione nel liquido
influenza la velocità di dissoluzione solo in condizioni altamente ossidanti.
Mayer R, Dobler J, Gehlen S, Gradl M,
"Indagine sul rilascio di mercurio da otturazioni di amalgama mediante il
test della gomma da masticare", Die Quintessez, 245:1143-1152, 1994
ABSTRACT
Misure di mercurio (Hg) nella saliva
di portatori d'amalgama con più di 12 otturazioni dimostrano un aggravio
permanente da Hg di 32.7 mcg/L. Dopo 5 minuti di masticazione di gomma la
concentrazione di Hg nella saliva dei portatori di amalgama aumenta di 2-10
volte. La saliva dei non portatori di amalgama non aveva né prima, né dopo la
fase di masticazione, valori di Hg rilevabili.
Mjør IA, Eriksen HM, Haugen E,
Skogedal O, "Valutazione biologica di amalgame contenenti rame", Int
Dent J 1977 Dec 27:4 333-40
ABSTRACT
Allo scopo di ridurre deformazione ed
evitare fratture marginali nelle otturazioni di amalgama, sono state introdotte
nuove leghe contenenti più alte proporzioni di rame. Le otturazioni di questo
materiale sono state inserite in cavità preparate nei denti da latte di scimmie
o messe in tubi di polietilene ed inserite sottocutaneamente nei topi. Leghe
convenzionali di argento- stagno e cemento eugenolo con ossido di zinco sono
stati usati come materiali di riferimento. Nonostante le limitazioni dovute ai
diversi gradi di profondità delle cavità e il basso numero di animali coinvolti
le nostre conclusioni sono che le leghe ad elevato contenuto di rame causavano
un danno alla polpa più severo degli altri materiali studiati. Negli studi
animali, molti dei campioni con elevato rame si erano sfaldati prima della fine
del periodo sperimentale. Se ne conclude che in cavità profonde questi
materiali richiedono però l'uso di una base non tossica o materiale di
rivestimento e poiché questi sono comunemente usati nei denti di bambini,
l'inserimento di ricoprimenti e l'isolamento delle cavità pone dei problemi.
Mjør IA, "Valutazione biologica
del materiali restorativi dentali. Intercorrelazione tra proprietà biologiche e
tecnologiche", Oper Dent 3:9-13 (1978)
ABSTRACT
La valutazione della risposta
biologica dei tessuti viventi ai materiali da otturazioni è un importante test
per i materiali dentali. Questi possono essere testati istologicamente
relativamente a reazioni alla polpa e per tecniche di cultura cellulare o
impianto subcutaneo. Da tali test è stato mostrato che l'amalgama di rame è
gravemente irritante, l'amalgama Ag/Sn è quasi non irritante, e l'amalgama
Ag/Sn/Cu è solo leggermente irritante. I test biologici dovrebbero essere
inclusi nelle specifiche dei materiali dentali. Non ci sono
specifiche relativamente a valutazioni biologiche di alcun materiale dentale da
parte della A.D.A. Amalgame non-gamma-2 furono introdotte sul mercato prima che
qualsiasi studio del loro effetto sulla polpa fosse stato pubblicato. Con i dati
disponibili sull'amalgama di rame e sulla tossicità del rame ciò è
sorprendente, ma alquanto rappresentativo della situazione di fatto relativa
alla valutazione biologica di materiali da otturazioni.
Molin M, Berglund JR, Mackert Jr,
"Cinetica del mercurio nel sangue e nell'urina dopo la rimozione di
amalgama", J Dent Res 74:420 IADR Abstract 159 (1995)
ABSTRACT
Sebbene una serie di studi non sono
stati capaci di dimostrare con certezza una correlazione tra sintomi soggettivi
e carico di amalgama, ci sono ancora speculazioni sul fatto che pazienti con
sintomi soggettivi correlabili all'amalgama dentale possano o meno avere un
miglioramento a seguito dell'eliminazione di mercurio. Scopo di questo studio è
stato di esaminare il tempo di dimezzamento del mercurio nel plasma, eritrociti
ed urine nel corso di un lungo periodo di tempo dopo la rimozione di amalgama
in un gruppo di 10 pazienti con sintomi soggettivi correlabili alle otturazioni
di amalgama ed un gruppo di 8 individui sani. I campioni di sangue e urine sono
stati raccolti in due occasioni prima della rimozione di amalgama, quindi il
sangue è stato raccolto in 32 occasioni e l'urina in 43 occasioni nel corso
dell'anno successivo. Il contenuto di mercurio è stato analizzato con la
tecnica CVAAS. Sei giorni dopo la rimozione, la concentrazione media nel sangue
era diminuita significativamente. Il livello medio di Ery-Hg diminuiva
significativamente dopo 11 giorni (p<0.05), un livello che rimaneva stabile
per il resto dell'anno. Il livello medio di U-Hg era significativamente diminuito
un mese dopo la rimozione e dopo 6 mesi il livello medio fu ridotto dell' 80%
in confronto al livello iniziale in entrambi i gruppi.
Morrison MA, "Alcune cose che i
dentisti conoscono poco", Dominion Dental Journal, 1902; 14: 84-92
“Donna con numerose
otturazioni di amalgama; trattata per debolezza generale, poi per cronici
problemi di digestione senza alcun risultato; le otturazioni di amalgama furono
sostituite con oro e cemento; in pochi mesi ci fu un notevole miglioramento,
dopo 2 anni stava bene in salute”.
Motorkina AV, Barer GM, Volozhin AI,
"Modalità di rilascio di mercurio dalle otturazioni di amalgama nella
cavità orale", Stomatologiia (Mosk) 1997;76(4):9-11
ABSTRACT
Sono stati esaminati 75 individui di
età tra 20 e 57 anni con un numero di otturazioni di amalgama di argento tra 1
e 15. Il livello di vapori di mercurio nella cavità orale è stato valutato
usando uno strumento AGP-01 e metodo sviluppato dagli autori. L'emissione di
vapore e di mercurio nella cavità orale aumentava con il numero di otturazioni
di amalgama. La concentrazione di mercurio nella cavità orale dipende
ampiamente dal numero di otturazioni di amalgama e in misura minore dalla
durata del loro servizio in bocca.
* Müller RK, Drasch G, Grasemann F,
Adang M, Roider G, Wowra D, "Confronto della concentrazione dei metalli
pesanti cadmio, piombo e mercurio tra la popolazione di Leipzig e quella di
Monaco: uno studio su campioni di organi umani", Gesundheitswesen
56(5):263-267 (1994) (BA5)
ABSTRACT
Nella ex- GDR era quasi impossibile
compiere studi sull'inquinamento ambientale. Quindi, poco tempo dopo l'apertura
della frontiera interna tedesca, gli autori avviarono un'indagine sulla
concentrazione di metalli pesanti negli abitanti del distretto di Leipzig
(Sassonia). Nel 1990/91, furono analizzati, in questa regione, i tessuti di 57
persone decedute. Le concentrazioni di cadmio furono determinate in campioni
del fegato e della corteccia renale, quelle di piombo in campioni dell'osso
pelvico e della parte corticale del femore. Dopo il pre- trattamento del
campione, le concentrazioni di metallo pesante furono effettuate mediante
GF-AAS o CV- AAS. I risultati furono confrontati con gli studi condotti
recentemente da autori nella regione di Monaco e con valori dalla letteratura..
Fu scoperto che la concentrazione di piombo belle ossa era 10 volte superiore a
Leipzig rispetto a Monaco. L'amalgama dentale era il fattore principale
dell'accumulo di mercurio inorganico, e le concentrazioni di mercurio nel fegato
e nella corteccia renale erano lo stesso ordine di grandezza in entrambe le
regioni. Al contrario, a Leipzig furono trovate concentrazioni di mercurio nel
cervello significativamente più alte che a Monaco. Vengono discussi possibili
effetti negativi per la salute a seguito dell'elevata concentrazione di piombo
e mercurio nell'area di Leipzig.
Nadarajah V, Neiders ME, Aguirre A,
Cohen RE, "Risposte infiammatorie cellulari locali verso mercurio dentale
impiantato subcutaneamente", J Toxicol & Environ Health 49(2):113-125
(1996)
ABSTRACT
Precedenti studi hanno dimostrato
accumulo e tossicità del mercurio in tessuti orali a seguito di esposizione a
vapori di mercurio da otturazioni dentali di amalgama. In questo studio,
risposte infiammatorie al mercurio somministrato subcutaneamente sono state
valutate istopatologicamente ed immunocitochimicamente in un modello
sperimentale con topi. 6 sottoclassi di anticorpi monoclonali specifici
rappresentativi di monociti, macrofagi, linfociti T e B, e dei MHC, complesso
di istocompatibilità maggiore, di classe 2, sono stati usati per quantificare
alterazioni nelle varie sottoclassi cellulari ad intervalli di tempo da 2
giorni a 8 settimane. I risultati hanno rivelato una infiltrazione cellulare
infiammatoria acuta ai giorni 2 e 3, seguita da infiammazione cronica che
persisteva dopo 8 settimane. I livelli di monociti, sottoclassi di macrofagi
residenti e cellule mononucleari con antigeni di espressione erano
significativamente diversi dai tessuti di controllo alle settimane 1 e 2. I
livelli di macrofagi residenti rimasero significativamente più elevati persino
alla settimana 8. Questi
dati mostrano che accumulo in situ di mercurio può portare ad alterate
espressioni del complemento MHC class II, con persistente cronica infiammazione
e variazioni delle sottopopolazioni di cellule mononucleari.
Nerdrum P, "Amalgama e malattie
psicosomatiche", Nordisk Psykiatrisk Tidsskrift 1989; 43; 453-8
“Donna di 56 anni;
amalgama in contatto con oro, amalgama ed oro in 4 incisivi; a 41 anni, dolore
da tachicardia, a 44, affaticamento, dolore mascellare, ghiandole
sottomascellari gonfie. Dolori cardiaci ed ai legamenti. A 49, costretta a
letto, con insonnia, visione indistinta, sensibile ai rumori, secchezza in
bocca, gusto metallico, lingua che brucia, diarrea, difficoltà nella
respirazione, urinazione frequente, debolezza muscolare, poco appetito, perdita
di 6 chili all'anno; all'età di 53-55: rimozione di oro ed amalgama, tranne che
negli incisivi: netto miglioramento, specialmente nella visione e nell'uso del
braccio destro; all'età di 55 l'amalgama e l'oro negli incisivi furono rimossi:
miglioramento ancora maggiore, ancora affaticata, con mal di testa, diarrea,
dolore della mascella e dei legamenti”.
* Nimmo A, Werley MS, Martin JS, Tansy
MF, "Inalazione di particolato durante la rimozione di otturazioni di
amalgama", J Prosthet Dent 63 (1990) pp228-33 (AR58)
ABSTRACT
Un aerosol che
contiene particelle di amalgama è creato quando un trapano ad alta velocità è
usato per rimuovere una otturazione dentale di amalgama. Queste particelle, che
sono più piccole di 10 µm, sono considerate essere perfettamente respirabili.
Questo significa che una considerevole percentuale di particelle ha il
potenziale di viaggiare fino agli alveoli terminali, dove questi possono
accumularsi.
Esposizione a lungo termine a
particelle perfettamente respirabili può compromettere la funzione respiratoria
di una persona. Le otturazioni di amalgama sono state inserite nel dente di un
manichino costruito per simulare la testa e il tratto respiratorio di un
paziente. Le otturazioni di amalgama sono state rimosse in diverse condizioni
sperimentali: senza irrigazione, con irrigazione, con forte aspirazione sotto
vuoto, e con irrigazione e sotto forte aspirazione e diga di gomma.
L'esposizione alle particelle è stata valutata nel simulacro del tratto
respiratorio del paziente e del dentista che sono stati attrezzati con
campionatore di particelle ambientali. L'uso di irrigazione ed aspirazione ad
alta velocità significativamente ridusse l'esposizione del paziente alle
particelle. L'uso di diga di gomma, insieme a irrigazione ed aspirazione ad
alta velocità, fu responsabile per un'ulteriore significativa riduzione
dell'esposizione alle particelle.
* Nylander M, Friberg L, Lind B,
"Concentrazioni di mercurio in cervelli umani e reni in relazione
all'esposizione da otturazioni dentali di amalgama", Swed Dent J,
11:179-187, 1987 (KK10)
ABSTRACT
Campioni del sistema nervoso centrale
e della corteccia renale sono stati raccolti da autopsie ed analizzati per
misurare il contenuto di mercurio totale usando tecniche di attivazione
neutronica. I
risultati dei 34 individui hanno mostrato una regressione statisticamente
rilevante tra il numero di amalgame dentali e la concentrazione di mercurio
nella corteccia del lobo occipitale (media 10.9 ng Hg/g). L'equazione della
regressione, y=7.2 + 0.24x, ha un intervallo di confidenza del 95%. In 9 casi
con sospetto abuso di alcol, i livelli di mercurio nel lobo occipitale sono
stati, nella maggior parte dei casi, leggermente più bassi di quelli previsti
dall'equazione. Tale osservazione può essere spiegata da una inibizione
dell'ossidazione dei vapori di mercurio in presenza di alcol. La regressione
tra amalgame e livelli di mercurio è rimasta anche dopo aver escluso questi
casi. La corteccia renale di 7 portatori di amalgama aveva in media un livello
di mercurio significativamente più elevato di quello dei non-portatori (433
contro 49 5 ng Hg/g,). In 6 casi è stata effettuata l'analisi sia di mercurio
inorganico che totale. È stata trovata un'alta percentuale di mercurio
inorganico (media 77%, deviazione standard 17%). Conclusioni: la causa della
correlazione tra numero di amalgame ed accumulo di mercurio nei tessuti è il
rilascio di vapori di mercurio dalle otturazioni dentali di amalgama.
* Nylander M, "Il mercurio nelle
ghiandole pituitarie dei dentisti", The Lancet, 22 feb. 1986 442 (N43)
ABSTRACT
Il contenuto di Hg nel lobo occipitale
è stato analizzato in 7 studi di autopsie. I dentisti avevano quantità di
mercurio nelle ghiandole pituitarie sorprendentemente grandi rispetto ai
livelli nei lobi occipitali. Una possibile spiegazione per la differenza tra
contenuto di Hg della ghiandola pituitaria ed il lobo occipitale nei dentisti è
il diverso grado di penetrazione dalle arterie. Inoltre, Hg da vapori di
amalgama dentale potrebbe essere stato assorbito dalla mucosa nasale e
direttamente trasportato alla cavità craniale e pituitaria.
articoli correlati: accesso diretto di
mercurio al cervello
Tjalve H, Henriksson J,
"Assunzione di metalli nel cervello per via olfattiva",
Neurotoxicology, aprile-giugno 1999; 20(2-3):181-95
ABSTRACT (Dpt. of Pharmacology and
Toxicology, Uppsala University, Sweden. Hans.Tjalve@farmtox.slu.se)
Nell'epitelio
olfattivo i dentriti dei neuroni primari olfattori sono in contatto con il
lumen nasale, e via gli assoni questi neuroni sono anche collegati ai bulbi
olfattivi del cervello. Sostanze che vengono in contatto con l'epitelio
olfattivo possono essere assorbite dai neuroni olfattivo e trasportate ai
bulbi olfattivo e persino oltre in altre aree del cervello.
Oggetto di questo
studio è il meccanismo di assimilazione e trasporto dei metalli nel sistema
olfattivo.
I metalli considerati sono principalmente manganese, cadmio,
nickel e mercurio.
Cadmio e mercurio sono trasportati insieme ai neuroni
olfattivo primari alle loro terminazioni nei bulbi olfattivi, ma questi
metalli non sembra siano capaci di continuare insieme ai neuroni olfattivi
secondari. Inalazione da esposizione professionale di nichel o cadmio può
essere tossica al senso olfattivo. Non è ancora noto però se il mercurio è
tossico al sistema olfattivo nei mammiferi, anche se è noto che questo
metallo altera l'olfatto e i comportamenti derivanti dall'olfatto nei pesci. |
Olsson S, Berglund A, Bergman M,
"Rilascio di elementi a causa di corrosione elettrochimica di amalgama
dentale", J Dent Res 73(1):33-43 (1994)
ABSTRACT
La modalità di corrosione
dell'amalgama dentale in mezzi acquosi è stata interpretata teoricamente per
mezzo di diagrammi log(ai/a(ref))-pe, per i quali sono stati date le
definizioni sulle quali i diagrammi sono basati. Tutti i composti minimamente
solubili che ci si aspettava si formassero nelle reazioni con il solvente sono
stati elencati. Di tutti i prodotti di corrosione che la letteratura attuale
riporta che si formino fu riscontrata la formazione e le condizioni per cui si
formano sono state stabilite. Emerse che era necessario escludere altri
composti leggermente solubili che teoricamente potevano formarsi. Due composti,
CuSCN e AgSCN, che non sono stati riportati precedentemente furono trovati
essere possibili prodotti di corrosione.
Omura Y, Beckman SL, "Ruolo del
mercurio in infezioni resistenti ed efficace trattamento di infezioni virali
delle famiglie di chlamydia trachomatis ed herpes per mezzo della rimozione
localizzata di depositi di Hg con chinese parsley", Acupunct Electrother
Res, 20(3-4):195-229, 1995
"Gli antibiotici
usati per trattare varie infezioni spesso erano inefficaci in presenza di
depositi anomali localizzati di metalli pesanti quali Hg e Pb, che furono
spesso osservati coesistere con Chlamydia trachomatis, Herpes simplex tipi I e
II, Cytomegalovirus (CMV) ed altri microorganismi".
Ørstavik D, "Proprietà
antibatteriche e rilascio di elementi da alcune amalgame dentali", Acta
Odontol Scand, 43: 231-239 (1985)
ABSTRACT
Nove amalgame dentali commerciali sono
state valutate per le proprietà antibatteriche in vitro. Sono stati usati un
test battericida su batteri della saliva, un test di inibizione di crescita
dello Streptococcus mutans OMZ 176, e un test battericida a tempo su Strep. mutans.
Tutte le amalgame mostrarono una certa capacità antibatterica. Dispersalloy e
Revalloy risultarono fortemente antibatteriche in tutti i test; ANA 2000 e
Sybraloy uccideva Strep. mutans ma erano meno potenti nel test sulla saliva e
negli esperimenti di inibizione di crescita. Le amalgame di rame, Neo-Silbrin e
Cupromuc, erano le più attive nei test della saliva ma meno attive negli studi
di inibizione di crescita. Spheraloy, Indiloy e Amalcap mostrarono attività
intermedia nei test battericidi della saliva ma erano relativamente deboli
negli studi di inibizione di crescita. L'analisi di Hg, Ag e Cu in soluzione,
negli studi di inibizione di crescita, hanno mostrato il rilascio di Hg da
amalgame di rame e, particolarmente, da Revalloy; Indiloy rilasciava Ag, mentre
Neo-Silbrin, Cupromuc, Sybraloy e ANA 2000 rilasciavano più Cu delle altre
marche.
Örtendahl TW, Högstedt P, Odelius H,
Norén JG, "Effetti di campi magnetici da materiale elettrico di
sommozzatori sulla corrosione in vitro di amalgama dentale", Undersea
Biomed Res 1988 Nov 15:6 443-55
ABSTRACT
Gusto metallico è stato riportato da
sommozzatori che lavoravano con equipaggiamento elettrico per tagliare e
saldare. Un modello in vitro è stato creato per stimolare la situazione
intraorale dei subacquei relativamente ai campi magnetici. Analisi
potenziostatiche sono state effettuate su campioni di amalgama esposti a campi
magnetici AC e DC. La variazioni morfologiche sono state valutate usando
microscopia ottica con interferenza differenziale microscopia SEM. Le
variazioni chimiche sulla superficie dei campioni di amalgama sono state
analizzate con spettrometria di massa di ione secondario. I risultati
dimostrano che amalgama dentale esposta ad uno specifico campo magnetico AC fu
soggetta a cambiamenti morfologici e chimici negli strati di superficie.
Ortendahl TW, Hogstedt P, Holland RP,
"Rilascio di vapori di mercurio da amalgama dentale in vitro causato da
campi magnetici generati da CRT e procedure di taglio elettrico", Swed
Dent J., 1991 p 31 Abstract 22
ABSTRACT
Persone che lavorano di fronte a tubi
di raggi catodici (CRT) e che riportano esserne negativamente influenzati, a
volte si lamentano di sintomi correlabili con il galvanismo orale. Un altro
gruppo di lavoratori, esposti professionalmente a campi magnetici sono i
sommozzatori, che usano apparecchi per tagliare e saldare elettricamente
sott'acqua. È stato riportato (Ortendahl et. al. J. Undersea Biomed Res
1988;15:443-456) che la densità di flusso del campo magnetico intraorale, data
una certa corrente e con una specifica distanza tra la cavità orale e la corda
elettrica, era di 1.12 mT con uno specifico spettro di frequenza. Esposizione a
campioni di amalgama a campi magnetici con 1.15 mT (50 Hz) causavano variazioni
morfologiche e chimiche sulla superficie delle amalgame dentali. Perciò, lo
scopo dello studio era di analizzare se lavorare davanti ad uno schermo CRT
avesse un qualche effetto sul rilascio di vapori di mercurio da amalgama
dentale. Un altro obiettivo era anche valutare se un campo magnetico con uno
spettro complesso di frequenze e una densità di flusso di 1.15 mT influenzasse
il rilascio di vapore di mercurio. Il rilascio di vapori di mercurio (Hg0) è
stato registrato continuamente e determinato con un apparecchio analizzatore di
vapori di mercurio a base di lamina aurea (Jerome 411). Come controllo sono
stati utilizzati campioni di amalgama non esposti a campi magnetici ma immersi
in saliva artificiale ed un gruppo di controllo che non erano esposti né a
campi magnetici, né saliva artificiale. Risultati e conclusioni: 2 dei 5
monitor CRT aumentavano significativamente i vapori di mercurio rilasciati da
tutti i tre tipi di amalgama. Di questi due monitor uno era schermato e uno no.
Oskarsson A, Palminger Hallen I,
Sundberg J, "Esposizione ad elementi tossici attraverso latte
materno", Analyst 120(3):765-770 (1995)
ABSTRACT
Il latte materno è un nutriente ideale
per il neonato, ma sfortunatamente è anche una strada di secrezione di certe
sostanze tossiche. Molta poca attenzione è stata data al latte materno come
fonte di esposizione ad elementi tossici. L'escrezione dose-dipendente nel
latte materno e l'assorbimento nel neonato di mercurio inorganico,
metilmercurio e piombo sono stati studiati in un modello sperimentale per topi.
Il trasporto di mercurio dal plasma al latte è stato trovato essere più elevato
nelle genitrici esposte a mercurio inorganico che non a metilmercurio.
Dall'altra parte, l'assorbimento di mercurio dal latte era più elevato nella
prole di madri esposte a metilmercurio che a mercurio elementare. Esposizione
postnatale a metilmercurio portava a maggiori e alterate proporzioni di
sottopopolazioni timocitarie nella prole di topi ed anche influenzava il
livello di noradrenalina e fattore di crescita nervosa nei cervelli in crescita
dei topi. Il mercurio nel sangue e latte materno nelle donne che allattavano in
Svezia è stato studiato in relazione all'esposizione al mercurio da pesce e
amalgama. Sono stati trovati bassi livelli; i livelli medi erano 0.6 ng/ g nel
latte e 2.3 ng/ g nel sangue. C'era una correlazione statisticamente
significativa tra i livelli di mercurio nel sangue e latte, e in particolare i
livelli nel latte erano circa il 30% di quelli nel sangue. Esposizione a
mercurio inorganico da amalgama si rifletteva nei livelli di mercurio nel
sangue e nel latte. Recenti esposizioni al metilmercurio da consumo di pesce si
rifletteva in livelli di mercurio nel sangue ma non nel latte.
* Oskarsson A, Schultz A, Skerfving S,
Hallen IP, Ohlin B, Lagerkvist BJ, "Mercurio totale ed inorganico nel
latte umano in relazione al consumo di pesce e al numero di amalgame nelle
donne durante l'allattamento", Arch Environ Health 51(3):234-241 (1996)
(BK10)
ABSTRACT
Sono state determinate le
concentrazioni di mercurio totale nel latte materno, sangue e capelli di donne
sei settimane dopo il parto. Nel latte, in media il 51% del mercurio totale era
nella forma di mercurio inorganico, mentre nel sangue in media solo il 26% era
presente nella forma inorganica. I livelli di mercurio totale ed inorganico nel
sangue e nel latte si correlavano con il numero di otturazioni di amalgama. Una
significativa correlazione è stata trovata tra i livelli di mercurio totale nel
sangue e nel latte materno (r = .66, p = .0001), i livelli nel sangue erano in
media il 27% di quelli nel sangue. È stata trovata una correlazione tra il
mercurio inorganico nel sangue e nel latte: il livello medio di mercurio
inorganico nel latte era il 55% di quello nel sangue. I risultati indicano che
c'era un efficiente trasferimento del mercurio inorganico dal sangue al latte e
che, in tale popolazione, il mercurio delle otturazioni di amalgama era la
principale fonte di mercurio nel latte. È stato calcolato che l'esposizione dei
bambini al mercurio dal latte materno raggiungesse i 0.3 mcg/kg al giorno, di
cui circa la metà era mercurio inorganico. Questa esposizione, però,
corrisponde a circa metà della dose tollerabile giornaliera raccomandata dalla
Organizzazione Mondiale della Sanità per gli adulti. La nostra conclusione è
quindi che bisognerebbe cercare di minimizzare tale carico di mercurio in donne
fertili.
* Patterson JE, Weissberg BG, Dennison
PJ, "Il mercurio nel respiro umano da otturazioni di amalgama", Bull
Environ Contam Toxicol 1985, 34: 459-468 (EE30)
ABSTRACT
Per una persona che respira
giornalmente 20 m3 di aria, l'assorbimento giornaliero di vapori di mercurio da
otturazioni di amalgama supererebbe i 27 microgrammi; in effetti la maggior
parte dei 172 portatori di amalgama analizzati superavano questi valori. I nostri risultati
dimostrano che alcune persone con la più elevata esposizione a vapori di
mercurio da amalgame dentali superavano i limiti raccomandati dall'OMS per
esposizioni professionali (25 mcg /m3) e che i vapori di mercurio liberati
dalle otturazioni di amalgama rappresentano un significativo ed indesiderabile
contributo al carico umano di mercurio.
Pendergrass AC, Haley BE, Vimy MJ,
Winfield SA, Lorscheider FL, "L'inalazione di vapori di mercurio inibisce
il legame di GTP a tubulina nel cervello di topo: parallello con una lesione
molecolare nel cervello dei pazienti con Alzheimer", Neurotoxicology.
1997; 18(2):315-324 (ISSN 0161-813X ) & FASEB
J. 9(4): A-3845
ABSTRACT
Il metilmercurio interagisce con la
tubulina causando distruzione delle unità dei microtubuli che serve per
mantenere la struttura nervosa. Numerosi rapporti inoltre stabiliscono che il
vapore di mercurio (Hg0) è continuamente rilasciato dalle otturazioni dentali
di amalgama d'argento nell'aria intraorale. In questo studio i topi sono stati
esposti a Hg0 4 ore al giorno per 0, 2, 7, 14 e 28 giorni ad un flusso di 250
mcg Hg/m3, concentrazione questa presente nell'aria orale di alcuni individui
con un elevato numero di otturazioni di amalgama. Le concentrazioni medie di Hg
nel cervello di topo aumentarono significativamente (40-100 volte) e
proporzionatamente alla durata dell'esposizione a Hg0. Entro il 14° giorno
dell'esposizione al Hg0, la fotoaffinità marcante la subunità b del dimero
della tubulina con [a32P]8N3GTP nel cervello diminuiva del 75%, come
riscontrato da analisi di autoradiogrammi SDS-PAGE. Le lesioni neurochimiche
identiche di simile entità sono evidenti nei cervelli Alzheimer rispetto a
quelli di controlli della stessa età. Poiché la velocità di polimerizzazione
della tubolina dipende da legame che i dimeri di tubulina hanno con GTP, ne
concludiamo che inalazione
cronica di basse dosi di Hg0 possono inibire la polimerizzazione della
tubolina, essenziale per la formazione dei microtubuli.
Peschanskaya IV, Golovko LA,
Suprunovich VI, "Diversi complessi metallo-tioli e tioli-tioli con
8-mercaptoquilonine", Zh Anal Khim, 47 (4) 587-597, 1992
ABSTRACT
Una donna di 28 anni fu colpita da
alopecia 2 mesi dopo l'inserimento di 3 nuove otturazioni di amalgama su
vecchie. Test allergico al mercurio positivo. Dopo la rimozione delle
otturazioni di amalgama e terapia di chelazione con DMPS i capelli
ricominciarono a crescere.
Articoli correlati:
alopecia e amalgama
* Klobusch J, Rabe T, Gerhard I,
Runnebaum B, "Alopecia e inquinamento ambientale", Klinisches
Labor, 1992, 38:469-476 (AQ20)
ABSTRACT
132 donne con differenti forme di
alopecia (androgenetica, diffusa, areata) e diversi gradi di severità di
alopecia sono state sottoposte a test con DMPS (per la determinazione di
metalli pesanti nell'organismo), ad analisi del sangue per determinare presenza
di pesticidi (pentaclorofenolo, lindane). Il 51% delle pazienti esaminate
risultarono positive ad almeno un metallo pesante. Il livello di mercurio era
elevato almeno nel 49%, arsenico nel 9%, cadmio nel 2% e piombo nell'1%.
L'escrezione di mercurio era correlata al numero di otturazioni dentali di
amalgama. La percentuale di successo terapeutico a seguito di rimozione di
amalgama fu del 68%, mentre la terapia non aveva avuto successo prima di
allora.
Elevate concentrazioni di pesticidi furono riscontrate nel 26% dei
pazienti esaminati.
Friese KH, "Veleno in
bocca", Natura Med, 1992, 7 (4) 295-306
ABSTRACT
Una donna
di 22 anni soffriva di alopecia, emicrania e raffreddori. Il test con DMPS
mostrò un carico di mercurio di 496 mcg/g creatinina. Durante la rimozione di
amalgama ci fu un peggioramento della alopecia. Il livello di mercurio scese
a 42 mcg/g creatinina dopo terapia con DMPS. L'alopecia, i raffreddori e
l'emicrania scomparvero. Non ci sono state ricadute finora. |
* Pleva J, "Corrosione e rilascio
di mercurio dalle amalgame dentali", J Orthomol Med, 1989, 4(3) 141- 158
(TT31)
ABSTRACT
Il tipo comune di amalgama è una lega
contenente tipicamente in peso percentuale mercurio=50, argento=35, stagno=10,
più rame e possibilmente zinco. Tipi di degradazione d'amalgama riportate sono
corrosione della fessura, corrosione selettiva, corrosione galvanica di
contatto con leghe diverse, e usura meccanica. Esperimenti di laboratorio
descritti nella letteratura odontoiatrica dimenticano spesso un importante
numero di fattori che influenzeranno la corrosione delle otturazioni dentarie.
Questi sono, ad esempio, usura, variazioni di pressione dal contatto
nell'addentare qualcosa, aumento di temperatura, esposizione ad acido e sale, e
contatti galvanici con metalli diversi. Lo scopo del presente lavoro era di
condurre delle indagini su un numero di otturazioni all'amalgama rimaste in
bocca per diversi anni. Sono state date delle stime sui quantitativi di
mercurio corrispondenti all'intensità stimata di un attacco di corrosione. I
quantitativi di mercurio sono comparati ai limiti raccomandati di massima
esposizione giornaliera nel cibo e nell'aria. Metodo sperimentale: Parti di 22
otturazioni all'amalgama di 15 persone sono state raccolte ed esaminate. I
donatori sono stati selezionati da un gruppo di 250 persone, tutte portatrici
di grossi quantitativi di amalgama. Le informazioni di base e la storia sulla
loro salute sono state ottenute attraverso un questionario. Il gruppo di controllo
consisteva in 10 persone dai 30 ai 60 anni, che non avevano mai avuto alcuna
ricostruzione all'amalgama. Nessuno del gruppo di controllo aveva sperimentato
più di 3 dei 30 sintomi specifici sul questionario sulla salute. Una
valutazione statistica sul materiale del paziente sarebbe stato soggetto di un
saggio seguente. Le otturazioni di amalgama rimosse sono state esaminate per
attacchi da corrosione sia attraverso microscopio ottico sia attraverso un
microscopio a scansione elettronica (SEM) tipo JEOL JSM 840, attrezzato di
sistemi EDAX o LINK per l'analisi della dispersione energetica dei raggi X
(nuovo EDX). Sono stati esaminati sia la morfologia dell'attacco che le
composizioni chimiche delle otturazioni d'amalgama a diversi livelli.
Risultati: tutte le otturazioni d'amalgama ottenute hanno dimostrato
l'annerimento della superficie delle crepe adiacenti la cavità del dente e
talvolta anche delle superfici esterne. Le superfici grigio-nere erano state
corrose da attacchi generali e in alcuni punti sono state osservate delle
rotture. L'analisi della Dispersione dell'Energia dei raggi X dei prodotti di
corrosione hanno mostrato una considerevole diminuzione di contenuto sia di
mercurio sia di argento, in qualche punto fino alla totale scomparsa. Tipi, gradi
e profondità di corrosione sono descritti dettagliatamente. Sono state misurate
anche le potenzialità di corrosione delle otturazioni di amalgama in pazienti
che presentavano anche riparazioni in oro. Discussione: il destino del mercurio
sotto varie condizioni ed influenze viene descritto molto dettagliatamente.
Questo include perdita di mercurio dalla amalgama fase gamma-2 e dalla
non-gamma-2, evaporazione del mercurio dalle otturazioni, separazione di
mercurio, e l'influenza degli accoppiamenti galvanici. Conclusioni: Sulla base
della profondità della corrosione, il tipico rilascio stimato da 1 cm2 di
superficie di amalgama è di 10-20 µg di mercurio al giorno. Il contatto con una
riparazione d'oro causa un rilascio di ulteriori 250 µg di mercurio al giorno.
Se viene considerata la masticazione, il rilascio di mercurio, calcolato in
base alla legge di Faraday, dalle correnti di corrosione può raggiungere alcune
centinaia di microgrammi per 1 cm2 al giorno. Confrontando con i noti valori di
tossicità, il mercurio delle otturazioni all'amalgama presenta un sostanziale
contributo al carico di mercurio nel corpo. La rimozione dell'amalgama si conclude
con il sollievo dai sintomi che accadono notoriamente per esposizione cronica
ad amalgama.
* Pleva J, "Intossicazioni da
mercurio delle otturazioni di amalgama", J Orthomol Psychiat 12:3 1983 184
(AC70a)
ABSTRACT
Questa relazione è una valutazione
critica dell'uso di amalgama dentale con una considerazione speciale per la
possibilità di intossicazione cronica da mercurio. Le analisi della Dispersione
dell'Energia dei Raggi X di otturazioni all'amalgama di argento conservate,
hanno dimostrato che esse erano malamente corrose. Dacché il contenuto delle
vecchie otturazione di amalgama era in ogni caso minore delle nuove e poteva
avvicinarsi allo zero in qualche punto, la corrosione deve aver causato la
dissoluzione e l'evaporazione del mercurio e non l'arricchimento nelle
otturazioni come talvolta è stato asserito. Basata sulla conoscenza della
struttura e sulle proprietà corrosive dell'amalgama, la ricerca di un'amalgama
stabile deve essere considerata non realistica. Anche una corrosione veramente
limitata dovrebbe essere inaccettabile quando il metallo rilasciato è altamente
tossico. L'accoppiamento galvanico di oro ed amalgama dà una garanzia da
intossicazione da mercurio in un tempo relativamente breve. Come primo passo
l'uso dell'oro o di altri metalli assieme all'amalgama dovrebbe essere
immediatamente fermato ed i contatti esistenti, inclusi quelli temporanei,
dovrebbero essere eliminati.
* Pleva J, "Mercurio ed amalgame
dentali: esposizioni ed effetti", Int J. Risk & Safety in Medicine 3
1992 1-22 (AK74a,b)
ABSTRACT
Vengono esaminati e discussi i rischi
di esposizione da mercurio derivante dall'uso di otturazioni all'amalgama.
Sulla base sia delle conoscenze acquisite in varie discipline scientifiche, sia
di dieci anni di esperienza in questo campo, si conclude che il mercurio delle
amalgame può contribuire molto significativamente ad un numero di moderni
problemi di salute e a peggiorare la qualità della vita di un larga parte della
popolazione in molti paesi. L'opinione erronea che si possa sorvolare
sull'esposizione da amalgama e la mancanza di cooperazione tra la professione
dentistica, medica ed altre, sono due fattori importanti all'interno della
questione. Ci sono prove sia biologiche sia metallurgiche che i tipici livelli
da esposizione al mercurio prodotti dalle otturazioni all'amalgama sono di 5-10
volte superiori a quelli che vengono considerati limiti sicuri per esposizione
al mercurio da altre fonti. Non c'è dubbio che il mercurio dentale dovrebbe
essere preso in considerazione come possibile fattore eziologico quando si
esaminano malattie neurologiche, immunologiche ed endocrinologiche di eziologia
sconosciuta. Sono discusse le misure di protezione durante la rimozione di
amalgame e le prospettive per materiali dentali alternativi.
Pleva J, "Mercurio dentale: un
pericolo per la salute pubblica", Rev Environ Health 10(1):1-27 (1994)
ABSTRACT
Lo scopo di questa recensione è di
focalizzare l'attenzione sui rischi sulla salute dell'uso globale incontrollato
di otturazioni all'amalgama impiantate che rilasciano mercurio. Nonostante
l'uso pandemico di amalgama, molti dentisti e dottori sono ancora ignoranti sui
livelli di esposizione al mercurio e le sue implicazioni sulla salute. Questa
analisi discute sui seguenti aspetti cronicamente negletti nella pratica
clinica: l'uso della scienza dei materiali nel calcolare i livelli di
esposizione al mercurio che possono superare i Valori Massimi Tollerabili da un
determinato ordine di grandezza; la dissoluzione microbica e la metilazione del
mercurio dall'amalgama da parte dei batteri orali ed intestinali; problemi
diagnostici ed effetti dell'esposizione cronica al mercurio con enfasi sui
sintomi e disordini intestinali, cardiovascolari, mentali e neurologici; il
valore della diagnosi delle feci - anziché dell'esame delle urine - come
principale indicatore di esposizione a mercurio; mancanza di gruppi di
controllo non esposti al mercurio (privi di amalgama) per studi epidemiologici
riguardanti i problemi di salute; il contributo del mercurio dentale
all'inquinamento ambientale. In conclusione, la mancanza di una ricerca
interdisciplinare e di un approccio critico per stabilire i protocolli clinici
appaiono come la ragione del fallimento della professione dentistica di
proteggere il paziente dall'esposizione a mercurio mentre si salva un dente.
Psarras V, Derand T, Nilner K,
"Effetti del selenio sui vapori di mercurio rilasciati da amalgame
dentali: uno studio in vitro", Swed Dent J 18(1-2):15-23 (1994)
ABSTRACT
In questo studio in vitro sono state
utilizzate delle superfici corrose dall'umidità oppure ossidate provenienti da
diversi tipi di amalgame dentali. Sono stati esaminati i vapori di mercurio
rilasciati prima e dopo una spazzolatura standardizzata con una pasta
dentifricia convenzionale (ACTA) ed una sperimentale contenente selenio. I
risultati hanno dimostrato differenze tra le superfici corrose dall'umidità e
quelle ossidate dall'aria. Durante l'esperimento le amalgame non-gamma-2, ad
alta concentrazione di rame, hanno rilasciato più vapori di mercurio di quelle
convenzionali. Quando le superfici dell'amalgama sono state spazzolate con pasta
dentifricia convenzionale si è potuto notare un aumento di vapori rilasciati.
L'uso di un dentifricio contenente selenio si è concluso in tutti i casi in
quantitativi significativamente più bassi di vapori di mercurio.
Raue H, "Resistenza di problemi
cronici alle terapie: Pensate alle otturazioni dentali!", Haut- und
Darmerkrankungen", Arztliche Praxis 1980; 32: 2303-9
“caso 1: Donna
di 33 anni; galvanismo dell'amalgama: 25 mcA; emicrania, particolarmente
intensa durante la mestruazione ed i giorni 14-18 del ciclo mestruale; la
rimozione di una otturazione di amalgama sospetta ha portato un netto
miglioramento, più tardi l'emicrania scomparve completamente.
caso 2: Uomo di 44 anni;
otturazioni di amalgama e di oro, fino a 20 mcA tra oro e amalgama; per 8 mesi,
vertigine, a volte vomito. Notevole nistagmo con sensazioni di soffocamento
quando si piegava indietro.
caso 3: Donna di 41 anni,
galvanismo orale fino a 30 mcA; per 7 anni aveva avuto mal di testa, aveva
bisogno di forti analgesici; la rimozione di tutte le otturazioni di amalgama
fece scomparire completamente il mal di testa.
caso 4: Donna di 40 anni;
otturazioni di oro e di amalgama; fino a 25 mcA tra oro e amalgama per 9 mesi
problemi di concentrazione. Mal di testa. Visione in difficoltà con le linee
dritte, tendenza a cadere. Vertigine persino a letto; una settimana dopo la
rimozione di otturazioni di amalgama le vertigini erano completamente scomparse.
caso 5: Uomo di 58 anni;
otturazioni di amalgama e di oro; galvanismo tra amalgama e dispositivo di
acciaio: 10 mcA; intensa vertigine; dopo la rimozione delle otturazioni di
amalgama la vertigine si attenuò. Galvanismo oro-acciaio: 4 mcA”.
* Redhe O, Pleva J, "Guarigione
da sclerosi laterale amiotrofica e da allergia dopo rimozione di otturazioni
dentali all'amalgama", Int J of Risk Safety in Medicine 4 1994 229-236
(AU38)
"Cinque mesi dopo il
completamento della rimozione dell'amalgama (29 agosto 1984) la paziente fu
chiamata per una settimana di accertamenti nella stessa clinica universitaria
in cui era stata diagnosticata la sclerosi laterale amiotrofica (SLA).
Lei si sentiva straordinariamente bene ed il suo stato di salute era inoltre confermato
dalle parole nella sua testimonianza: "Lo status neurologico è
completamente privo di commenti. Da questo momento la paziente non mostra
nessuna malattia dei nervi motori del tipo SLA. Ella è stata informata che per
ciò che riguarda l'aspetto neurologico è in piena forma". Finora (inizio
1993) sono passati nove anni dacché sono state rimosse le otturazioni e la
paziente continua a godere di un'ottima salute".
articoli correlati: mercurio e SLA
Adams CR, Ziegler DK, Lin JT,
"L'intossicazione da mercurio simula la condizione di sclerosi laterale
amiotrofica", JAMA, agosto 1983, 5; 250(5):642-3
ABSTRACT
Un uomo di 54 anni ebbe una sindrome
simile alla sclerosi laterale amiotrofica dopo una breve ma intensa
esposizione al mercurio elementare. La sindrome regredì quando i suoi livelli
urinari di mercurio si normalizzarono.
La tossicità da mercurio deve essere
considerata non solo in individui con recenti disfunzioni delle cellule
“anterior horn”,
ma anche con altre neuropatie periferiche inspiegabili,
tremori, atassia, e l'intera gamma di sintomi psichiatrici incluse confusione
e depressione.
Arvidson B, "Il mercurio
inorganico è trasportato dai nervi muscolari terminali ai neuroni motori
spinali e del tronco encefalico", Muscle Nerve, ott. 1992;
15(10):1089-94
ABSTRACT
È stata studiata la distribuzione di
mercurio all'interno del tronco encefalico e midollo spinale di topi usando
la tecnica autometallografica dopo somministrazione intramusculare di una
singola dose di cloruro di mercurio (HgCl2).
I depositi di mercurio erano
localizzati ai neuroni motori del midollo osseo e ad i nuclei motori del
tronco encefalico;
cioè i neuroni con le loro estensioni periferiche fuori la
barriera sanguigna del cervello. La recisione unilaterale del nervo
ipoglossale prima dell'iniezione di HgCl2 prevenne l'accumulo di depositi di
mercurio nei nuclei ipsilaterali ipoglossali. L'accumulo selettivo di
mercurio nei motoneuroni spinali e del tronco encefalico è quasi sicuramente
dovuta ad una perdita di complessi metallo-proteina dai capillari dei muscoli
nelle giunzioni mioneurali, seguito da assimilazione nei terminali nervosi e
trasporto retrogrado del cilindrasse. La possibile correlazione tra questo
processo e lo sviluppo di degenerazione neuronale motoria nella SLA è
discussa.
Barber TE, "Intossicazione da
mercurio inorganico somigliante a sclerosi laterale amiotrofica", J
Occup Med, ott. 1978; 20(10):667-9
ABSTRACT
Due operai di un impianto che
produce ossido di mercurio svilupparono cambiamenti neurologici non
registrati precedentemente per esposizione a mercurio inorganico o per vapori
di mercurio semplice. I sintomi, i riscontri fisici e gli studi di
laboratorio assomigliano a quelli della Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA) e
intossicazione organica da mercurio.
19 operai hanno sviluppato
precipitosamente segni e sintomi che possono essere considerati il primo
inizio di un complesso di sintomi di intossicazione di mercurio che potrebbe
probabilmente progredire in una sindrome simile al SLA
se il progresso non è
interrotto dalla rimozione degli individui dall'esposizione al mercurio.
Tutti i sintomi, i segni e le scoperte di laboratorio tornarono completamente
normali dopo circa tre mesi in condizioni lavorative prive di mercurio.
Brown IA, "Mercurialismo
cronico: una causa della sindrome clinica di sclerosi laterale
amiotrofica", Arch Neurol Psychiat (Chicago) 1954, 72: 674-681
ABSTRACT
Viene descritto il caso clinico di
un contadino di 39 anni con una storia clinica di un progressivo
indebolimento degli arti per un periodo di 6 mesi, insieme con una marcata
atrofia dei muscoli delle mani, braccia, petto, addome e fascia pelvica.
L'esame neurologico, 6 mesi dall'inizio della patologia rivelò una grave
perdita di muscolatura corporea, più marcata nelle estremità, con contrazione
fascicolare presente dappertutto. Il coinvolgimento della innervazione
craniale inferiore era evidenziata da una disfonia e disfagia; l'innervazione
craniale superiore non mostrava anomalie. I riflessi muscolari erano
aumentati nelle gambe, non c'erano anomalie sensorie. Le condizioni del
paziente peggiorarono nei mesi successivi, e la morte sopraggiunse 15 mesi
dopo la comparsa della malattia, a causa della progressiva paralisi bulbare.
L'autopsia rivelò che la corteccia
del cervello aveva solo un limitato livello di atrofia generalizzata, mentre
le alterazioni più consistenti furono riscontrate nel midollo spinale, con
demielinizzazione diffusa e riduzione delle cellule "anterior horn".
Il paziente negli ultimi 7 anni aveva trattato la semenza di avena con un
composto fungicida in polvere contenente mercurio. Sfortunatamente il
contadino non si era curato delle precauzioni d'uso allegate al fungicida e
non aveva mai usato la maschera al viso quando trattava la semenza con la
polvere fungicida. L'ultima volta che aveva effettuato tale operazione era
stato un mese prima della comparsa della malattia. L'escrezione urinaria di
mercurio fu trovata essere elevata ed aumentò notevolmente dopo terapia con
chelante del mercurio (dimercaprol); ma non fu notato alcun miglioramento
clinico ed anzi la morte sopravvenne.
Kantarjian A, "Una sindrome
clinicamente somigliante alla SLA conseguente a mercurialismo cronico",
Neurology 11:639-644 (1961)
ABSTRACT
In questo studio sono riportati 11
casi di mercurialismo cronico con un quadro neurologico simile alla Sclerosi
Laterale Amiotrofica. Tutti questi pazienti hanno consumato pane preparato
con grano trattato con un fungicida chiamato Granosan M (Dupont). L'ingrediente
attivo è 7.7% di etilmercurio p-toluene sulfoanilide. Il periodo di uso è
stato dai 2 ai 3 mesi circa. L'esame fisico era essenzialmente normale,
eccetto per la presenza di infiammazione gengivale e la linea blu ai margini
della gengiva in 7 pazienti ed un'eruzione cutanea eritematosa in 2. L'esame
neurologico ha rivelato la debolezza motoria alle estremità e il
deterioramento della muscolatura degli arti e del tronco con estese
fascicolazioni nelle aree atrofiche in tutti i pazienti. Nel gruppo, 6
pazienti avevano iperriflessia, 4 presentavano chiari segni del morbo di
Babinski e 2 casi erano equivoci. I restanti 5 pazienti non presentavano
segni patologici piramidali. L'eziologia di base era mercurialismo cronico in
tutti i pazienti. Questo è stato confermato dalla presenza di mercurio in
campioni di capelli e di unghie. Per la presenza di segni patologici
piramidali, 6 casi di questo gruppo sarebbero stati diagnosticati come
Sclerosi Laterale Amiotrofica.
Gli altri 5 sarebbero stati etichettati come
atrofia muscolare progressiva a causa delle lesioni limitate ai neuroni
motori inferiori.
Potremmo concludere:
1. Finché il medesimo fattore causale
era operativo in tutti questi casi, sembrerebbe che la Sclerosi Laterale
Amiotrofica e l'atrofia muscolare progressiva siano probabilmente
nosologicamente identiche.
2. La SAL non dovrebbe essere considerata una vera
e propria malattia ma piuttosto una sindrome di eziologia variabile.
3. Nella
SLA il mercurialismo cronico è un possibile fattore eziologico.
Mano Y, Takayanagi T, Ishitani A,
Hirota T, "Il mercurio nei capelli di pazienti con SLA", Rinsho
Shinkeigaku, luglio 1989; 29(7):844-8
ABSTRACT
Al centro della penisola di Kii, c'è
stata fino ad appena 10 anni fa un delle più grandi miniere di mercurio in
Giappone.
Il contenuto di mercurio nell'acqua e nei pesci risultano maggiori
in questo distretto. Perciò abbiamo studiato il mercurio nei capelli di
pazienti ed individui di controllo. Questo studio si occupa di 23 casi di SLA
inclusi 15 casi a Nara e Mie ed 8 casi in altre provincie al di fuori della
penisola Kii, 14 casi con atassia, 11 casi con altre malattie degenerative
quali il morbo di Parkinson e quello di Alzheimer, 25 casi di malattia
cerebrovascolare. Il gruppo di controllo era costituito da 26 individui sani.
La concentrazione di mercurio nei campioni di capelli dei pazienti con SLA
risultò essere 2.81 ppm in tutti i casi di SLA, 3.62 ppm nei casi ALS a Nara
e Mie e 1.39 ppm fuori dalla penisola di Kii, 2.34 ppm nei pazienti con atassia,
1.83 ppm in altre malattie degenerative, 1.66 ppm nei casi di malattia
cerebrovascolare e 1.44 ppm in individui sani di controllo.
La differenza tra
i casi di SLA a Nara e Mie e quelli del gruppo di controllo è statisticamente
significativa (p < 0.05) .
Pamphlett R, Waley P,
"Assorbimento in neuroni motori di basse dosi di mercurio
inorganico", J. Neurological Sciences 135: 63-67 (1996)
"Dosi basse di
mercurio inorganico sono quindi selettivamente assorbite e trattenute dai
neuroni motori, rendendo questa neurotossina un buon candidato come causa di
una sporadica malattia dei neuroni motori."
Schionning JD, Danscher G,
"Mercurio autometallografico in correlazione ai cambiamenti degenerativi
alla radice del ganglio dorsale dei ratti intossicati da mercurio
organico", APMIS, marzo 1999; 107(3):303-10
ABSTRACT (Dipartimento di
Neurobiologia, Istituto di Anatomia, Università di Aarhus, Denmark)
L'intossicazione di mercurio
organico nei ratti produce cambiamenti degenerativi alla radice del ganglio
dorsale ed alla radice dei nervi dorsali. In uno studio precedente sui ratti
trattati con mercurio organico (2mg/kg) per 19 giorni, si sono osservate
significative perdite di cellule del ganglio (specialmente cellule A) e
assoni mielinati e c'erano prove di proliferazione di cellule gliali e della
formazione di Corpi Nageotte. Nello studio presente, la tecnica di
innalzamento autometallografico dell'argento, per tracciare il limite di
mercurio inorganico al sulfide o selenite (AMG-Hg), è stata applicata su
sezioni di tessuto della radice del ganglio dorsale e delle radici dei nervi
dorsali degli stessi ratti usati nel primo studio. Cellule satellite e
macrofagi che circondavano le cellule dei gangli e che avevano formato i
corpi Nageotte sono stati pesantemente etichettati dai depositi grossolani di
AMG-Hg, mentre la classificazione delle cellule dei gangli è stata meno
pronunciata. Le cellule A sono state costantemente etichettate, mentre le
cellule B sono state classificate solo occasionalmente. Nelle radici dei
nervi dorsali potevano essere notati nei macrofagi solo pochi depositi di
AMG-Hg.
Nel livello ultrastrutturale, AMG-Hg è primariamente localizzato in
cellule gliali e che il modello di deposito AMG-Hg è lo stesso dei
cambiamenti morfologici osservati nei ratti intossicati con mercurio
organico.
Su M, Wakabayashi K, Kakita A, Ikuta
F, Takahashi H, "Coinvolgimento selettivo dei grandi neuroni motori nel
midollo osseo di topi trattati con metilmercurio", J Neurol Sci 1998;
156(1):12-7
ABSTRACT
Il mercurio è sospettato essere un
possibile fattore epidemiologico per la patogenesi di malattie neuronali
motorie, poiché
è stato riportato che il mercurio metallico, inorganico o
organico causa una sindrome clinicamente simile alla sclerosi laterale
amiotrofica. Abbiamo somministrato 10 mg/kg/giorno di cloruro di
metilmercurio a topi adulti per 10 giorni consecutivi.
Gli arti posteriori
sono diventati flaccidi e atrofici, e 14 dei 34 topi sono morti entro il
18esimo giorno dopo l'inizio del trattamento con metilmercurio. L'esame alla
microscopia luminosa dei larghi neuroni motori nel “anterior horn” spinale ha
rivelato vacuolazione citoplasmica e perdita di tessuti nervosi al 14esimo
giorno, la neuronofagia apparve al 16esimo giorno. Il 18esimo giorno, la
perdita dei larghi neuroni motori era quasi completa. L'autometallografia con
argento acetato dimostrò l'accumulo selettivo del mercurio nei larghi neuroni
motori. Questi risultati suggeriscono che sebbene è richiesta un'elevata
dose, il mercurio organico può sicuramente causare la perdita dei larghi
neuroni motori spinali in topi.
Vanacore N, Corsi L, Fabrizio E,
Bonifati V, Meco G, (Dipartimento di Scienze Neurologiche, Universita La
Sapienza, Roma), "Relazione tra esposizione a tossine ambientali e
malattie dei neuroni motori: un caso clinico", Med Lav., nov.-dic. 1995;
86(6):522-33
ABSTRACT
È riportato
un caso di sclerosi laterale amiotrofica a seguito di esposizione
professionale a solventi e metalli.
È discussa la teoria di eziologia di
malattie motorie-neuronali da tossine ambientali, includendo aspetti
epidemiologici, clinici, sperimentali e relativi alla suscettibilità
individuale. Una valutazione totale di dati umani ed animali è stata
effettuata usando un approccio metodologico sviluppato dall' Agenzia
internazionale per la ricerca sul cancro e da un gruppo di esperti
scandinavi. Le nostre conclusioni sono che c'è probabilmente un legame tra
esposizione a metalli / solventi e disturbi
neuro-motori. |
Reinhardt JW, "Accertamento del
rischio di esposizione a mercurio da amalgame dentali", J. Public Health
Dent 1988; 48(3):172-177
ABSTRACT (Dipartimento di Odontoiatria
Operativa, Iowa University)
Molta attenzione è stata focalizzata
sul problema dell'esposizione al mercurio da otturazioni all'amalgama e sulla
potenzialità di effetti negativi sulla salute. Questa controversia è cresciuta
oltre i confini della professione dentistica in sé ed è divenuta un sentito
problema di salute pubblica. Nella speranza di preservare la buona salute,
molti pazienti dei dentisti, con malattie croniche sistemiche stanno
considerando la sostituzione delle loro amalgame. I dentisti sono stati sempre
più sfidati a dimostrare la sicurezza dell'amalgama. Recentemente sono stati
stabiliti metodi sistematici per valutare la quantità dei rischi ambientali.
Questo studio raccoglie le metodologie quantitative dell'accertamento dei
rischi e della conoscenza dell'esposizione al mercurio dall'amalgama per
valutare la sicurezza dell'amalgama dentale sulle otturazioni. L'analisi
conclude che il margine di sicurezza per la tossicità del mercurio sugli esseri
umani dovuto ad amalgama dentale fallisce approssimativamente da 8 a 30 volte.
Ci sono molte incertezze coinvolte in questa valutazione, ed ulteriori studi garantiranno
maggiore precisione.
* Reinhardt JW, "La
vaporizzazione del mercurio durante la rimozione dell'amalgama", J Prosth
Dent 50 1983 62 (FF10)
ABSTRACT (Dipartimento di Odontoiatria
Operativa, Iowa University)
L'esposizione al vapore di mercurio
nello studio dentistico interessa la salute dei dentisti e degli assistenti ed
i rischi di sovraesposizione cronica a mercurio sono numerosi. I sintomi di
solito interessano il sistema nervoso centrale, sebbene si sa che anche i reni
ne sono affetti. Ciò che può aumentare il livello di vapore di mercurio
nell'ambiente dello studio dentistico è la velocità elevata dei trapani con cui
si rimuovono le amalgame. Le inalazioni dei vapori così prodotti si è
dimostrata essere la causa dell'elevata concentrazione di mercurio nei vari
organi degli animali di laboratorio; è stato anche dimostrato che un paziente
può evidenziare un aumento misurabile dei livelli di mercurio evaporato dalla
rimozione delle otturazioni di amalgama. Questo studio determina la quantità di
vapore di mercurio presente nell'aria a varie distanze dal posto in cui si
trova la rimozione dell'amalgama e determina gli effetti della rimozione sia
secca che umida del vapore di mercurio rilasciato.
* Reinhardt JW, "Effetti
collaterali: il contributo del mercurio da amalgama al carico del corpo",
Adv Dent Res, sett. 1992, 6 110-113 (AX1)
ABSTRACT (Dipartimento di Odontoiatria
Operativa, Iowa University)
Il proposito di questo opuscolo è di
presentare gli studi che mettono in relazione i livelli di mercurio nei tessuti
umani con la presenza di otturazioni all'amalgama, dando speciale attenzione a
studi su autopsie. Finora sono stati pubblicati pochi studi che esaminassero la
relazione tra amalgame dentali ed il livello di mercurio nei tessuti. Tecniche
di analisi dei tessuti migliori e altamente sensibili hanno reso possibile la
misurazione di elementi nella concentrazione di parti per miliardo. Il fatto
che il mercurio può essere assorbito e può raggiungere livelli di tossicità nei
tessuti umani rende ogni tipo di esposizione a tale elemento di interesse
scientifico. Le otturazioni all'amalgama sono state a lungo considerate di poca
importanza per quanto riguarda i livelli di mercurio sopportabili dal corpo,
poiché la forma elementare di mercurio è consumato rapidamente nella reazione
di posizionamento dell'otturazione. Studi che dimostrano evidente rilascio di
vapore di mercurio elementare dalle amalgame dentali hanno aumentato
l'interesse riguardo la sicurezza dell'amalgama. L'assorbimento di vapori di
mercurio avviene attraverso i polmoni poiché circa l'80% del vapore inalato
viene assorbito dai polmoni ed entra rapidamente nel flusso sanguigno. Seguendo
la distribuzione della circolazione sanguigna, il mercurio può entrare e
rimanere in certi tessuti per periodi più lunghi, finché la vita media della
secrezione è prolungata. L'obiettivo primario sono due organi importanti: il
sistema nervoso centrale ed i reni.
* Richards JM, Warren PJ,
"Rilascio di vapori di mercurio durante la rimozione di vecchie
otturazioni all'amalgama", Br Dent J 159 1985 231 (FF6)
ABSTRACT
I rischi associati all'uso di mercurio
nella preparazione di otturazioni all'amalgama nella chirurgia dentale sono
stati largamente documentati. Si è sempre asserito che il rilascio di mercurio
dalla superficie di vecchie otturazioni all'amalgama in bocca era trascurabile,
poiché la pressione del vapore di mercurio dalla superficie solida di amalgama
fissata era insignificante. La rimozione di vecchie amalgame durante la
preparazione della cavità era ritenuta priva di rischi riguardo all'esposizione
al mercurio perché non produceva un quantitativo largamente significativo di
vapori di mercurio che potevano essere inalati dall'operatore. Nixon ed altri
hanno misurato questo in un vasto numero di interventi ed hanno trovato
concentrazioni di mercurio negli organi respiratori dei loro dentisti sulla
soglia o ai limiti dei valori consentiti (TLV); TLV = 0.05 mg/m3 aria. Queste
osservazioni non pubblicate indicano che durante lo scavo di cavità in denti
preventivamente otturati con amalgama vengono rilasciati elevate quantità di
vapori di mercurio. Questo articolo descrive alcuni esperimenti realizzati per
chiarire la posizione e, se possibile, misurare e qualificare qualsiasi
esposizione ai vapori di mercurio durante la preparazione ed il restauro di
carie.
** Richardson GM, "Un
accertamento di esposizione negli adulti e rischi da componenti e da prodotti
di materiali dentali costituiti da resine composite", Hum and Ecological
Risk Assessment, 1997, 3, 683-697 (BT38)
ABSTRACT
Sono state espresse perplessità
riguardanti i rischi dovuti ad esposizioni chimiche ai materiali di restauro
dentale. I materiali dentali in Canada sono esonerati dalle clausole di esami
pre-vendita per i materiali medicali e, per questo, vi è una lacuna di
informazioni riguardo ai rischi di potenziale esposizione chimica derivante da
tali materiali. È stato intrapreso uno studio per provare l'esposizione chimica
e informare riguardo ai rischi derivanti dai componenti e dai prodotti di
decomposizione di quella classe di materiali noti come resine composite.
È stato fatto un accertamento
probabilistico su esposizione di adulti a 2 principali componenti di resine
composite - silice, bifenolo-A-glicidilmetacrilato (BIS-GMA) - formaldeide ed
acido metacrilico. Presumendo che la popolazione adulta canadese con
otturazioni abbia solo materiali con resine composite, i risultati hanno
indicato che le esposizioni medie alla formaldeide ed all'acido metacrilico era
di 10.000 ed 1.600.000 volte inferiore rispettivamente alle dosi di riferimento
relative. I casi peggiori di esposizione erano inoltre ben al di sotto dei
livelli di riferimento applicativi. I rischi posti dall'esposizione a BIS-GMA e
silice non possono essere accertati a causa della mancanza di dati pubblicati
riguardo alle dosi ingerite di riferimento per queste sostanze. L'assenza di un
database riguardante i rischi delle resine composite è stato argomento di
discussione, particolarmente in riferimento al potenziale estrogenico
recentemente rilevato di altri prodotti di degradazione di BIS-GMA.
** Richardson GM, Allan M, "Una
valutazione dell'esposizione al mercurio e dei rischi derivanti dall'amalgama
dentale - Monte Carlo", Human and Ecological Risk Assessment (1996), vol2,
n.4, pp709-761 (BT39)
ABSTRACT
L'amalgama dentale è costituita
approssimativamente del 50% in peso di mercurio e le persone che portano
otturazioni all'amalgama sono esposte a quest'elemento principalmente sotto
forma di vapori di Hg. Per i canadesi con denti otturati all'amalgama, si è
stimato che, in base a due modelli indipendenti, l'esposizione a mercurio da
amalgama si aggira di media: da 0.045 a 0.082 mcg Hg/kg di peso corporeo al
giorno fra i bambini (dai 3 ai 4 anni); da 0.044 a 0.069 mcg Hg/kg di peso
corporeo al giorno fra i fanciulli (dai 5 ai 11 anni); da 0.034 a 0.044 mcg
Hg/kg di peso corporeo al giorno fra gli adolescenti (dai 12 ai 19 anni); da
0.050 a 0.055 mcg Hg/kg di peso corporeo al giorno fra gli adulti (dai 20 ai 59
anni); da 0.031 a 0.041 mcg Hg/kg di peso corporeo al giorno fra gli anziani
(oltre i 60 anni). L'amalgama è stata ritenuta responsabile del 50% in media
del contributo totale di esposizione a Hg fra tutte le fonti (amalgama, aria,
acqua, cibo, suolo) fra gli adulti e dal 32% al 42% per gli altri gruppi.
Numerosi studi hanno dimostrato in
modo consistente gli effetti sul SNC (Sistema Nervoso Centrale) in persone
esposte ai vapori di Hg per motivi di lavoro. La maggior parte di studi simili
hanno fallito nello stabilire dei limiti per gli effetti misurabili sul SNC.
Una soglia giornaliera tollerabile (SGT) di 0.014 mcg Hg/kg di peso corporeo al
giorno (come dose assorbita) era stata proposta come limite di inalazioni di vapori
di mercurio, la forma principale cui sono esposti i portatori di otturazioni
all'amalgama. Questa SGT era basata su una considerazione riguardante casi
subclinici (cioè non risultanti in chiari sintomi o cure mediche) sugli effetti
sul SNC di uomini esposti per motivi di lavoro, che si esprimevano in lievi
tremori dell'avambraccio, che potrebbero inoltre proteggere contro menomazioni
del sistema cognitivo. In base al modello di esposizione comunque conservativo
dei due modelli indipendenti sviluppati, è stata stabilita una media di
otturazioni all'amalgama tale da non superare la soglia giornaliera
tollerabile: 1 otturazione per i bambini, 1 per i fanciulli, 3 per gli
adolescenti e 4 per gli adulti ed anziani.
Roussy ML, "Un caso di
avvelenamento da amalgame di rame", Schweizerische Vierteljahrsschrift fur
Zahnheilkjunde 1891; 1: 97-103
“Uomo di 21 anni; 7
otturazioni di amalgama di rame; diarrea liquida con gravi coliche per 5 mesi;
tutte le amalgame di rame gli furono rimosse in 2 giorni: recuperò energia e
peso”.
Sacher H, "Zwei ungewohniliche
Falle von Schwermetallstomatitis. I. Quecksilberstomatitis durch
amalgamfullungen der Zahne, II. Bismutstomatitis nach antiluetischer
Behandlung", Zeitschrift fur Hals-Nasen-Ohr-Heilkunde 1932; 30: 433-42
“Uomo di 61 anni; 6
nuove amalgame inserite poco prima dell'inizio della malattia; in più, 3
otturazioni in cavità profonde fino alla radice; stanchezza, difficoltà di
concentrazione, ansia, febbre, salivazione, gengivite. Dermatite simile ad
acne. Battito cardiaco a 120. Albuminuria. Legamenti doloranti e gonfi. Angina
tonsillare, rinite, congiuntivite. Perdita di appetito. A seguito della
rimozione di tutte le amalgame ci fu la regressione di tutti i sintomi,
normotermia in 8 giorni. Dopo 4 settimane c'erano solo tracce di albumina nelle
urine. Guadagnò 8 kg in 3 settimane”.
Sallsten G, Thoren J, Barregard L,
Schutz A, Skarping G, "Utilizzo a lungo termine di gomma da masticare alla
nicotina ed esposizione al mercurio tramite otturazioni dentali con
amalgama". J Dent Res, gen. 1996; 75(1):594-8
ABSTRACT (Department of Occupational
Medicine, Sahlgrenska University Hospital, Goteborg, Sweden)
In studi sperimentali, l'uso della
gomma da masticare si è dimostrato un fattore di incremento del tasso di
rilascio di vapore di mercurio dalle otturazioni dentali di amalgama. Lo scopo
di questo studio era di vagliare l'influenza della masticazione a lungo termine
sui livelli di mercurio nel plasma e nelle urine. I valori di mercurio nel
plasma (P-Hg), nelle urine (U-Hg), e di creatinina urinaria sono stati
esaminati in 18 soggetti che facevano uso regolare di gomma da masticare alla
nicotina ed in 19 soggetti di riferimento. Nei due gruppi età e numero di
superfici di amalgama erano simili. La concentrazione di mercurio totale nel
plasma e nelle urine venne determinata utilizzando la spettrometria di
assorbimento atomico a vapori freddi. La creatinina nelle urine venne
determinata tramite spettrometria cromatografica gas-massa. I masticatori hanno
usato 10 (nella media) gomme al giorno nei 27 (nella media) mesi precedenti. I
livelli di P-Hg e U-Hg furono decisamente più elevati nei masticatori (27
nmol/L and 6.5 nmol/mmol di creatinina) che nel gruppo di riferimento (4.9
nmol/L and 1.2 nmol/mmol di creatinina). In entrambi I gruppi sono state
riscontrate importanti correlazioni tra P-Hg o U-Hg ed il tempo di masticazione
al giorno o i livelli di creatinina nelle urine. La creatinina nelle urine
aumentò con il numero di pezzi di gomme utilizzati. L'impatto dell'eccessiva
masticazione sui livelli di mercurio fu considerevole.
* Sandborgh-Englund G, Elinder CG,
Langworth S, Schutz A, Ekstrand J, "Mercurio nei fluidi biologici dopo la
rimozione di amalgama". J Dent Res, aprile 1998; 77(4):615-24
ABSTRACT (Department of Basic Oral
Sciences, Karolinska Institutet, Huddinge, Sweden)
L'amalgama dentale è la maggiore fonte
di esposizione al mercurio inorganico (Hg) nella gente comune. L'obiettivo
dello studio presente era di ottenere dei dati nei cambiamenti dei livelli di
Hg nel sangue, plasma ed urine, in seguito alla rimozione di otturazioni con
amalgama durante un intervento dal dentista su 12 persone sane. Il numero medio
di superfici di amalgama è stato 18 (valori da 13 a 34). Dopo la rimozione
delle amalgame furono eseguite frequenti analisi del sangue ed il campionamento
giornaliero delle urine per 115 giorni. In 8 soggetti tale periodo di tempo
venne esteso a 3 anni. Nelle prime 48 ore dopo la rimozione venne osservato un
aumento transitorio della concentrazione di Hg nel sangue e nel plasma. Nel
plasma vi fu un aumento della concentrazione di picco del 32% (1.3 nmol/L;
valori da 0.1 a 4.2). Nessun aumento venne rilevato per i livelli di Hg nelle
urine. Nella media fu osservata una diminuzione esponenziale di Hg. 60 giorni
dopo la rimozione i livelli di Hg nel sangue, plasma ed urine erano scesi di
circa il 60%. In 7 soggetti, seguiti per 3 anni, fu calcolato il periodo medio
di dimezzamento di Hg nel plasma e nelle urine. Nel plasma fu applicato un
modello biesponenziale, ed il periodo di dimezzamento fu stimato essere di 88
giorni (valori da 21 a 121). La cinetica dell'Hg nelle urine (nmol/24 ore)
seguì un modello monoesponenziale con un periodo di dimezzamento 46 giorni
(valori da 35 a 67). In conclusione il processo di rimozione delle otturazioni
di amalgama può avere una ripercussione considerevole sui livelli di Hg nei
fluidi biologici. Dopo
la rimozione avviene una notevole diminuzione della quantità di Hg nel sangue,
plasma ed urine che lentamente si stabilisce sui livelli di soggetti senza
alcuna storia di otturazioni con amalgama.
Sarkar NK, Greener EH, "Proprietà
elettrochimiche di rame ed oro contenuti nelle amalgame dentali", J Oral
Rehabil., aprile 1975; 2(2): 157-64
ABSTRACT
L'unione in lega o la miscelazione di
una lega di amalgama dentale con un elemento o lega che hanno una grande
affinità con stagno offre un mezzo per eliminare la corrosione cui è incline la
fase gamma-2. Di conseguenza, il comportamento della corrosione di amalgame non
convenzionali contenenti Cu ed Au viene investigato tramite studi sulla
polarizzazione anodica in soluzione di Ringer. Le amalgame contenenti Cu sono
state prodotte miscelando Cu-Hg (amalgama di rame) con amalgama convenzionale
nelle porzioni di 0-5:1 e1:1. un 10 w/o in Ag3Sn venne usato come lega
d'amalgama d'oro. Il profilo di polarizzazione anodica del 0-5:1 Cu miscelato
risultò essere simile nella forma alla miscela di amalgama convenzionale sebbene
la densità di corrente sia stata minore. Dopo 1 mese di invecchiamento il picco
di meno 250mV associato alla gamma-2 scomparve e la densità di corrente diminuì
di un fattore 10. Dopo 2 mesi la corrente diminuì di un fattore 100. La
popolazione anodica della miscela di amalgama di Cu 1:1 non mostrò il picco di
meno 250mV (gamma-2) dopo 1 settimana e la densità di corrente fu 10-3 volte
quella dell'amalgama convenzionale. Il comportamento di queste amalgame
interessanti è stato relazionato sulla base della facilità con cui si formano
intermetalli Cu-Sn dove Cu/Sn=3. Il profilo di polarizzazione anodica di 10 w/o
dell'amalgama contenente Au è quello dell'amalgama convenzionale e non cambia
drasticamente dopo 6 mesi. Sebbene l'Au possa ridurre o eliminare la fase
gamma-2, il risultante AuSn4 corrode apparentemente in un modo analogo.
Tuttavia, dal momento che la distribuzione di AuSn4 potrebbe essere diversa da
gamma-2, cioè non continuo, l'effetto della corrosione sulle sue proprietà
meccaniche potrebbe essere diverso.
Schiele R, "Studi sul contenuto
di mercurio nel cervello e nei reni in relazione al numero e alla condizione
delle otturazioni di amalgama", Institute of Occupational and Social
Medicine, University of Erlangen-Nurnberg, Symposium, 12 Marzo 1984, Colonia,
Germany, "Punti di vista della medicina e dell'odontoiatria"
ABSTRACT
Studi di autopsie del cervello e dei
reni sono stati effettuati su 44 persone che sono morte in incidenti. 25
vittime erano uomini, 19 erano donne, con un'età compresa tra i 16 e i 57 anni.
In tutto c'erano meno di 10 denti che mancavano ed il numero di otturazioni di
amalgama per individuo andava da 3 a 31. L'analisi statistica ha dimostrato una
limpida correlazione tra il numero e l'entità delle superfici di amalgama
dentale ed il contenuto di mercurio nel cervello e nei reni dei portatori di
amalgama.
Schmidt-Phiseldeck K, "Om nervose
faenomener og amalgamplomber", Tandaegerbladet 1936: 598-606
“Uomo di 42 anni; 17
otturazioni di amalgama; affaticamento, insonnia, ansia, nervosismo, mal di
testa, capelli "atrofici", fiato corto, dolore al petto; l'insonnia e
i problemi nervosi scomparvero con la rimozione delle otturazioni di amalgama”.
Schone D, Wasser S, Polster H,
"Zum Krankheitsbild der akrodynie", Kinderartzliche Praxis 1970; 38:
390-7
“Ragazza di 7 anni
con numerose otturazioni di amalgama; nervosismo, apatia, insonnia, parestesie,
acrodinia, salivazione, stomatite, costipazione, dermatite, pressione sanguigna
120-140/ 95-110, battito cardiaco 130-160/ min, acrocianosi con parziale
necrosi delle due dita, poliglobulismo, debolezza muscolare, anoressia. Tutte
le otturazioni di amalgama rimosse; 1 anno dopo erano scomparsi tutti i sintomi
tranne le alterazioni trofiche alle dita”.
** Shinwari N, Al-Saleh I,
"Livelli di mercurio nelle urine in soggetti di sesso femminile: influenza
di creme in grado di schiarire la pelle ed otturazioni dentali di
amalgama", BioMetals (1997), 10, 315-323 (BT50)
ABSTRACT
È stata valutata l'influenza
dell'applicazione di creme in grado di schiarire la pelle e di otturazioni
dentali di amalgama sul livello di mercurio nelle urine di 225 donne (età
17-58) di Riyadh, capitale dell'Arabia Saudita. Non è stata osservata nessuna
differenza significativa nei livelli di mercurio comparato all'uso di creme.
D'altro canto i risultati dimostrano come il livello di Hg nelle urine sia
dipendente dall'uso e numero di otturazioni dentali di amalgama. In nessuna
donna sono stati identificati sintomi o segni indicanti un'intossicazione da
mercurio. Le analisi delle urine di creatinina, urea, acido urico, fosforo,
magnesio, glucosio e calcio dimostrano una netta correlazione con il mercurio. Ciò dimostra che
l'esposizione cronica al mercurio può essere associata al deterioramento delle
funzioni renali.
Schneider V, “Analisi dei vapori di
mercurio da amalgama dentale con spettroscopia di assorbimento atomico a
freddo”, Dissertation, Frankfurt a.M. 1976
ABSTRACT:
Su 23 individui l'applicazione di
un'otturazione di amalgama è seguita da una serie di analisi di mercurio nelle
urine. È stato accertato un incremento del contenuto di mercurio nell'urina
mediamente sette volte superiore ai valori di partenza. Il valore massimo (31.8
mcg/l) superava 39 volte il valore di partenza (0.8 mcg Hg /l urina).
Schoonover IC, Souder W,
"Corrosione delle leghe dentali", Journal of Amer. Dental Assoc.,
v.28, agosto 1941. p.1278-1290 (E5)
ABSTRACT
Sebbene vari metalli usati in odontoiatria
abbiano ricevuto attenzione quando usati singolarmente, non è difficile trovare
contemporaneamente due o più metalli diversi posti nella cavità orale, a
contatto o divisi uno dall'altro. Tali pratiche potranno certamente condurre
alla formazione di correnti galvaniche, come verrà dimostrato nel presente
studio. Per di più, ci sono delle condizioni prodotte da otturazioni mono
componente metallico che meritano maggiori attenzione e per le quali si possono
ben definire delle teorie. Vi è la necessità di esaminare la superficie e la
base delle amalgame per osservare la corrosione, derivante probabilmente da
azione galvanica. Tali amalgame non devono essere poste a contatto con altri
metalli o in bocche contenenti altre otturazioni metalliche. È senza dubbio
possibile che molti casi di irritazione dovuti ad otturazioni metalliche siano
il risultato dei tipi di corrosione descritti sopra.
Schroth R, "Schleichende
quecksilbergiftung - Moglichkeiten und Grenzen der kausalen
Ursachenzuschreibung", Presskonferenz: quecksilberelastung durch
Amalgam-zeit zum handeln, Buhl/Baden-Baden, 1996
“Una ragazza di 15
anni soffriva già da anni di raffreddore da fieno e allergie multiple. Tra i 10
e i 14 anni aveva cominciato ad avere attacchi di starnuti con infiammazioni
della cavità nasale, che erano trattate continuamente con antibiotici. Col
passar del tempo apparivano sintomi quali difficoltà di concentrazione, mal di
testa, sensazione di ansia, stanchezza e affaticamento. A 15 anni apparve la
dispnea per la prima volta. Il test di mobilizzazione con DMPS rivelò un
notevole carico di mercurio. Le otturazioni di mercurio furono rimosse e il
mercurio fu chelato con DMPS. La paziente è rimasta libera da sintomi fino ad
oggi”.
** Schulte A, Stoll R, Wittich M,
Pieper K, Stachniss V, "Concentrazioni di mercurio nelle urine di bambini
con e senza otturazioni di amalgama", Schweiz Monatsschr Zahnmed, 1994;
104(11): 1336-40 & J Dent Res 73(4):980 A-334 (CE28)
ABSTRACT
Studi su adulti hanno documentato che
la maggior parte delle concentrazioni urinarie in persone non esposte
professionalmente è determinata dal numero e le superfici delle loro
otturazioni di amalgama. Sono disponibili pochissime informazioni relative
all'esposizione al mercurio dei bambini. In questo studio è stata determinata
la concentrazione di mercurio nelle urine di bambini dai 3 ai 15 anni, con e
senza otturazioni di mercurio. La concentrazione media di mercurio nelle urine
dei bambini senza amalgame (n=93) era di 0.17 mcg/L, e per i bambini (n=86) con
otturazioni di amalgama era di 0.70 mcg/L. La differenza tra i due gruppi è
risultata significativa. Inoltre, è stata trovata una netta correlazione tra il
punteggio di amalgama (ad ogni superficie di amalgama erano stati dati da 1 a 3
punti a seconda della sua estensione) e la concentrazione di mercurio nelle
urine.
Schuurs AH, Davidson CL, "Fonti
di mercurio" Rev Belge Med Dent 48(4):8-16 (1993)
ABSTRACT
Il mercurio ed i suoi composti
derivanti da molte fonti, tra le quali l'amalgama dentale, sono presenti
ovunque, di solito in basse concentrazioni. Il mercurio viene assorbito tramite
inalazione, ingestione e contatto con la pelle dall'aria, dal cibo e
dall'acqua. Una vasta porzione della popolazione lo assorbe pure dai vapori e
dalle particelle provenienti dalle riparazioni con amalgama. Il mercurio può
provocare allergie e causare reazioni tossiche. Presumibilmente grazie ai mass
media ed istigati dagli agopuntori, un numero sconosciuto di pazienti
attribuisce una vasta casistica di malattie alle riparazioni effettuate con
amalgama. Molte malattie comunque non presentano i sintomi di avvelenamento da
mercurio. Se le amalgame davvero sono alla radice di tali malattie, questo
materiale deve essere bandito. In più, per la popolazione dei Paesi Bassi viene
stimato che 70-120 milioni di otturazioni all'amalgama dovrebbero essere
sostituite da un altro materiale. La questione dunque è quale materiale debba
essere usato per realizzare questo compito immane ed oneroso.
Schwarzkopf H, "Zahnarztliche
Materialen und krebs", Erfahrungsheilkunde 1959; (10): 489-93
“caso 1: Uomo
di 55 anni; 4 otturazioni di amalgama ed una corona di acciaio; granuloma
apicale alla radice del dente; all'età di 32 anni intervento chirugico per
cancro gastrico, ricaduta all'età di 47 anni; le otturazioni di amalgama furono
rimosse, il dente con corona di acciaio estratto: dopo 2 mesi non c'era più
tumore, né dolore, guadagnò peso corporeo, lavorava ancora 7 anni dopo.
caso 2: Donna di 66 anni; 2
otturazioni di amalgama e dispositivo di acciaio; cancro uterino, trattata con
raggi X 3 anni prima, cattiva salute. Lombaggine, dolore addominale; i denti
con amalgama e dispositivo di acciaio furono estratti; il dolore cessò in 3
settimane. 6 anni dopo senza ricadute.
caso 3: Donna di 38 anni; 8
otturazioni di amalgama; cancro uterino, trattato con raggi X. Costretta a
letto. Intenso dolore alla schiena e alle gambe; tutte le otturazioni furono
rimosse in 3 giorni. Il dolore si attenuò in 1 mese.
caso 4: Donna di 28 anni; 8
amalgame ed 1 corona di oro; dolore cardiaco e reumatico; il dolore cessò
immediatamente dopo la rimozione della corona di oro. Una settimana dopo le 8
otturazioni di amalgama furono rimosse in 4 giorni: ci fu un violento dolore cardiaco
per 3 giorni, poi tutti i sintomi cessarono, non ci sono state ancora ricadute
dopo 4 mesi”.
Schwarzkopf H, "Sind alle
Zahnfullungen unschadlich?", Zeitschrift fur angewandte Okologie 1965;
48/49): 413-4
“caso 1: Donna
di 40 anni; 22 otturazioni di amalgama; operata per cancro uterino, recidiva
dopo 6 mesi, la soluzione fu la rimozione delle otturazioni di amalgama, senza
ricadute dopo 3 anni.
caso 2: Donna di 33 anni; 6
otturazioni di amalgama; battito cardiaco mancante ogni 5 o 6 colpi. Perdita di
peso, indebolimento; le otturazioni di amalgama furono sostituite; risultati:
battito cardiaco regolare, guadagnò 5 kg in 11 settimane. Senza problemi ancora
7 anni dopo.
caso 3: Donna di 35 anni; 2
otturazioni di amalgama; amenorrea, grave mal di testa; la rimozione delle
otturazioni di amalgama portava alla guarigione, senza ricadute dopo 6 anni.
caso 4: Donna di 30 anni; 14
otturazioni di amalgama; dismenorrea; la rimozione delle otturazioni di
amalgama fece normalizzare le mestruazioni.
caso 5: Donna di 39 anni; 3
otturazioni di amalgama; tireotossicosi ed endocardite, 125 battiti cardiaci al
minuto, pelle giallognola, perdita di peso; 2 settimane dopo la rimozione delle
otturazioni di amalgama il battito cardiaco a 96, a 72 dopo 6 mesi, guadagnò 13
kg di peso corporeo.
caso 6: Uomo di 67 anni;
mascella inferiore con 4 larghe otturazioni di amalgama ed una corona d'oro,
dentatura superiore di oro; 5 mesi di dolori sempre maggiori ad entrambe le
gambe. Peggioramento nelle ultime settimane con g
rave dolore cardiaco
e problemi respiratori; le otturazioni di amalgama furono rimosse e ci fu un
immediato miglioramento. In 1 mese il dolore era solo il 20% di prima”.
* Siblerud RL, "Effetti sulla
salute della rimozione dell'amalgama dentale", J Orthomol Med 5 1990
95-106 (AC50)
ABSTRACT
Il mercurio si accumula nei tessuti
dopo il rilascio dalle otturazioni di amalgama. Il mercurio è uno dei più
tossici elementi che esistono e molti tipi di problemi di salute sono correlati
con l'intossicazione da mercurio. Ha una forte affinità per i gruppi
sulfidrilici incidendo così sull'attività biologica di molte proteine e enzimi.
Molti aspetti della fisiologia e della salute possono essere affetti dal
mercurio, tra cui il sistema immunitario, cardiovascolare, gastrointestinale i
cromosomi, ormoni e sistema nervoso (con sintomi sensoriali, motori o
emozionali). Se il mercurio dall'amalgama dentale causa problemi di salute,
questi potrebbero scomparire dopo la rimozione di amalgama. In questo studio è
presentata conferma che la salute migliora dopo al rimozione di amalgama.
Siblerud RL, "Relazione tra
mercurio da amalgama dentale e salute", Toxic Substances Journal
10:425-444 (1990b)
ABSTRACT
Le scoperte qui presentate mostrano
come l'avvelenamento dal mercurio presente nell'amalgama dentale possa avere un
ruolo nell'eziologia di molti disturbi di salute. È stata svolta una
comparazione di 125 sintomi tra un gruppo di soggetti con amalgama ed uno di
controllo senza amalgama. I 47 soggetti portatori di amalgama hanno riportato
un totale di 45% (P=0.0001) di sintomi in più per soggetto rispetto al gruppo
di controllo formato da 48 persone senza amalgama con un simile profilo di età
e sesso. Tali sintomi furono: minore felicità, minore serenità, scarsa abilità
di lettura, alito cattivo, tremori, raffreddori ed infezioni alle vie
respiratorie, dolori al petto o al cuore, bruciore di stomaco, dolori
mestruali, collera improvvisa, depressione, irritabilità, spossatezza,
stanchezza mattutina, rinite allergica, vista notturna ridotta e disturbata,
sapore metallico in bocca. La maggior parte di questi sintomi può essere
spiegata come tossicità da mercurio. Viene quindi dimostrato come
l'avvelenamento da mercurio inorganico incide sulla salute.
* Siblerud RL, Kienholz E,
"Dimostrazione che il mercurio da otturazioni dentali d'argento può essere
un fattore eziologico nella sclerosi multipla", Sci Total Environm 142
1994 191-205 (AU37)
ABSTRACT (Rocky Mountain Research
Institute, Inc., Fort Collins, CO 80524)
Questo studio investiga l'ipotesi che
il mercurio da otturazioni dentali d'argento (amalgama) possa essere posto in
relazione con la sclerosi multipla (SM). Vengono confrontate le analisi del
sangue in soggetti affetti da SM cui sono state rimosse le amalgame e in
soggetti SM con amalgame. Questi ultimi hanno presentato valori
significativamente più bassi dei globuli rossi, emoglobina ed ematocrito
rispetto ai soggetti cui l'amalgama è stata tolta. I livelli di tiroxina nel
gruppo SM con amalgama erano pure significativamente più bassi così come i
livelli di linfociti-T totali e T-8 (CD8) suppressor. Il gruppo SM con amalgama
ha elevati valori di urea nel sangue e bassi di IgC nel siero. La quantità di
mercurio nei capelli era più elevato nei soggetti SM rispetto al gruppo di
controllo non SM. Un questionario sullo stato di salute dimostra che i soggetti
SM con amalgama hanno avuto un significativo aggravamento negli ultimi 12 mesi
se comparati con i volontari SM cui è stata rimossa l'amalgama. Lo studio prende
in considerazione pure le correlazioni epidemiologiche tra carie dentali ed SM;
così come il mercurio possa essere una causa dei cambiamenti patologici e
psicologici riportati nella sclerosi multipla.
articoli correlati: mercurio e SM
Mauch E, "Umweltgifte und
multiple sklerose", Der Allgremeinarzt, 1996, 20:2216-2220
ABSTRACT: Un gruppo di 67 pazienti
con SM sono stati analizzati relativamente alla presenza di metalli in
traccia nel sangue e confrontati con un gruppo di controllo di 62 individui
sani. I livelli medi di mercurio nel sangue dei pazienti con SM era 3 volte
maggiore rispetto a quello del gruppo di controllo. |
** Siblerud RL, "Relazione tra
mercurio da amalgama dentale ed il sistema cardiovascolare", Sci Total
Envir 99 1990 23-35 (AH23)
ABSTRACT
Le scoperte qui presentate rivelano
che l'avvelenamento da mercurio proveniente da amalgama dentale può avere un
ruolo nell'eziologia di disturbi cardiovascolari. Comparazioni tra soggetti con
e senza amalgama dimostrano che i portatori di amalgama hanno pressione
sanguigna significativamente più alta, frequenza cardiaca più bassa, emoglobina
più bassa, e ematocrito più basso. Emoglobina, ematocrito e globuli rossi sono
significativamente più bassi quando correlati all'aumentare della
concentrazione del mercurio nelle urine. I soggetti con amalgama hanno una
maggiore incidenza di dolori al petto, tachicardia, anemia, spossatezza, si
stancano facilmente, sono stanchi la mattina. I dati indicano che
l'avvelenamento da mercurio inorganico derivante da amalgama dentale affligge
il sistema cardiovascolare.
articoli correlati: mercurio e sintomi
cardiovascolari
Dahhan SS, Orfaly H,
"Alterazioni elettrocardiografiche nell'intossicazione da
mercurio", American J. of Cardiology, 14: 178-183, agosto 1964
ABSTRACT
L'esame elettrocardiografico di 42
vittime dell'intossicazione da etilmercurio nell'episodio in Iraq del 1960:
24 donne, 18 uomini; 28 erano di età inferiore ai 20 anni. Le alterazioni ECG
risultarono leggere in 5 casi; moderate in 10 casi; severe in 21 casi; molto
severe in 6 casi. Il risultato maggiore fu il riscontro di una depressione
del segmento S-T con o senza alterazioni dell'onda T, seguito da allungamento
dell'intervallo Q-T. Furono anche trovati arritmie, battiti centricolari
ectopici
e tachicardia ventricolare parossismale. Questi furono attribuiti al
danno del mercurio al nodo sinoauricolare, al sistema di conduzione elettrica
del sangue e ad ischemia miocardica.
De Bruin A, "Tossicologia
biochimica di agenti ambientali", pp575-576, 702-703, Elsevier 1976
ABSTRACT
Dopo esposizione per inalazione al
mercurio, animali da laboratorio mostrano elevati livelli di colesterolo nel
plasma dei capillari dell'aorta. Nell'intossicazione con vapori di mercurio
si riscontra una modalità di deviazione nell'attività enzimatica del muscolo
del cuore essenzialmente identica a quella osservata in altri organi. Nei
conigli c'è una diminuzione netta nell'intensità delle reazioni per gli enzimi
della respirazione e di ATPase nel muscolo cardiaco. Esterasi non specifiche
di solito mostrano un aumento durante mercurialismo su animali di
laboratorio. Si può ipotizzare perciò che la respirazione miocardica e la
fosforilazione ossidativa siano gravemente danneggiate nell'intossicazione
cronica da mercurio; basandosi sul corollario che c'è una riduzione del
rifornimento di energia per la contrazione del muscolo del cuore.
Conigli
intossicati da mercurio mostrano anomalie evidenti nell'andamento ECG, apparentemente
mediato dall'abolizione di ATPase nelle membrane miocardiche, cosa che
deteriora il trasporto cationico nella membrana dal sangue al sarcoplasma.
Kussmaul A, "Untersuchungen
ueber den constitutionellen mercurialismus und sein Verhaeltniss zur
constitutionellen Syphilis", Wuerzburg, 1861
Nell'intossicazione
da mercurio sarà colpita l'attività dei muscoli involontari. Insieme con una
debolezza dei muscoli involontari, ci sarà in generale sempre un disturbo al
cuore. Molti osservatori hanno notato che il polso sarà più lento.
Il
cambiamento più comune è la grande labilità. La velocità a riposo è di 60-70
battiti / minuto, ma alla minima agitazione la velocità salirà rapidamente a
80-100. A volte c'è una netta tachicardia. Spesso il polso è debole ma
tremore muscolare e sapsmi inficiano o rendono impossibile fare una
determinazione. Può avvenire a volte perdita di coscienza che in alcuni casi
è la conseguenza di attività cardiaca profondamente danneggiata.
Orlowski JP, Mercer RD,
"Livelli di mercurio nelle urine nel morbo di Kawasaki",
Pediatrics, 66(4):633-636, Oct 1980
ABSTRACT: Sono
stati esaminati i livelli di mercurio nelle urine di sei pazienti
diagnosticati con il morbo di Kawasaki (MK).
Il gruppo di controllo era
costituito da sei individui di età, sesso e locazione geografica
corrispondente. La comparsa della sindrome dei linfonodi mucocutanei (Morbo
di Kawasaki) è stata relazionata con condizioni ambientali di inquinamento da
mercurio. I sintomi clinici del morbo di Kawasaki sono nettamente simili a
quelli di Acrodinia, una sindrome notoriamente dovuta al mercurio. I sei
pazienti avevano livelli di mercurio urinario considerevolmente elevati
rispetto a quelli del gruppo di controllo. Ad un paziente è stata
somministrata penicillamina per chelare il mercurio dal corpo; i suoi livelli
di mercurio urinario sono aumentati ed il paziente è guarito. Le anomalie
patologiche dei pazienti includevano: infarto miocardico, elettrocardiogrammi
anormali, blocco A-V, contrazione ventricolare prematura, miocardite e
aneurismi delle arterie coronarie.
Ottingen W von,
"Intossicazioni: Una guida alla diagnosi e trattamento clinico",
2nd Ed. Saunders Co, London 1958
Nell'intossicazione
da mercurio possono essere osservati disturbi vascolari e cardiaci
caratterizzati da endoarterite nei capillari più piccoli.
Rieselman SD, "Einfluss der
quecksilberintoxikationauf die inneren organe", Arch Gewerbepathol,
1:496, 1930
Una delle più
importanti e più temute conseguenze dell'intossicazione acuta da mercurio è,
come ben noto, un effetto paralizzante sul cuore e sulla circolazione,
seguita da riduzione della pressione sanguigna e morte. L'incidenza piuttosto
comune di tali alterazioni in lavoratori vittime di intossicazioni acute è
stata confermata da numerosi dati anamnesici e dalle nostre analisi sul
sistema vascolare.
Abbiamo trovato che nel 48% dei
lavoratori c'era una condizione di insufficienza dei capillari coronari.
La
condizione del muscolo del cuore è stato clinicamente esaminato e abbiamo
potuto dividere i lavoratori in due gruppi; il primo con danni al muscolo
(cardiomiopatia) ed il secondo con alterazioni della regolazione nervosa
(cardioneuropatia).
L'analisi elettrocardiografica di alcuni lavoratori ha
confermato la diagnosi di insufficienza muscolare cardiaca.
L'esposizione al mercurio porta ad
una riduzione di pressione del polso, indicando che il cuore lavora con
efficienza limitata e che lo svuotamento nel sistema arteriale è incompleto durante
la fase sistolica. Questo, a sua volta, indica una bassa permeabilità delle
arterie capillari.
Sorensen N, Murata K,
Budtz-Jorgensen E, Weihe P, Grandjean P, "Esposizione prenatale a
metilmercurio quale fattore di rischio cardiovasculare all'età di 7
anni", Epidemiology, liglio 1999;10(4):370-5
1.000 bambini nati
nello stesso periodo nelle Isole Faroe sono stati esaminati relativamente
all'esposizione prenatale al metilmercurio e, all'età di 7 anni, sono state
misurate pressione sanguigna, battito cardiaco e range di variabilità del
battito cardiaco. I valori di pressione sanguigna diastolica e sistolica
aumentavano di 13.9 mmHg e 14.6 mmHg in corrispondenza di aumento dei valori
di esposizione fetale (misurati sette anni prima) di 1 e 10 mcg/l nel sangue
del cordone ombelicale.
Il peso alla nascita agiva da modificatore, essendo
l'effetto del mercurio più forte con il diminuire del peso corporeo.
Nei
ragazzi, la variabilità del battito cardiaco diminuiva aumentando l'esposizione
al mercurio, in particolare livelli maggiorati di 1 e 10 mcg/l di sangue del
cordone ombelicale, la variabilità andava da 68% al 95%. Questi risultati
suggeriscono che l'esposizione prenatale al metilmercurio può danneggiare lo
sviluppo dell'omeostasi cardiovasculare.
La pressione sanguigna nell'infanzia
è un importante strumento diagnostico del rischio di ipertensione in seguito
nella vita, e l'esposizione al mercurio è un importante potenziale fattori di
rischio.
Trakhtenberg IM, "Effetti cronici
del mercurio sugli organismi", Chap VI:109-134, DHEW Publ. No (NIH)
74-473, 1974
Un certo numero di
indagini su umani esposti cronicamente a basse concentrazioni di vapore di
mercurio ha rivelato alcuni effetti cardiovascolari: tachicardia, polso instabile,
fluttuazioni cardiovasculari, diminuzione di tono dei capillari sanguigni,
aumenti e diminuzioni di pressione sanguigna, insufficienza cardiovascolare,
dolore in prossimità del cuore.
Wobetamann W, Kohl M, Gruning G
Bucsky P, "Intossicazione da mercurio con manifesta ipertensione e
tachicardia", Arch Dis Child, giugno 1999; 80(6):556-557
ABSTRACT (Reparto di Pediatria,
Università Medica di Lubecca, 23538 Lubecca, Germania)
Una bambina 11 anni è presentata con
ipertensione e tachicardia. Eccessiva escrezione urinaria di catecholamine si
suggerisce feocromocitoma ma studi visivi non dimostrano la presenza di un
tumore. Altri sintomi includono insonnia e perdita di peso, ed un aumento
della concentrazione di mercurio nel sangue e nelle urine. L'intossicazione
da mercurio
è da prendere in considerazione nella diagnosi differenziale
dell'ipertensione con tachicardia anche in pazienti che non presentino le
lesioni della pelle tipiche di intossicazione da mercurio e senza una storia
con esposizioni evidenti.
Wronsli R, Hartmann F, "Uber
eien besondere verlaufsform der panarteritis nodosa bei
chronisch-scleichender quecksilbervergiftung", Dtsch Med Wschr, 102:233,
1977
Una donna di 50
anni che per più di 10 anni aveva lavorato come assistente in una clinica
odontoiatrica aveva sviluppato intossicazione cronica al mercurio. I sintomi
più marcati erano alterazioni psichiche e neurologiche, eretismo, tremore e
psellisimus mercurialis. Successivi sviluppi hanno mostrato disturbi della
circolazione arteriale, dolori addominali e polineuropatia. Queste
manifestazioni cliniche erano indicazione di panarteritis nodosa. Una biopsia
ha fornito la conferma di questa diagnosi. La panarteritis nodosa può essere
considerata uno speciale sviluppo dell'intossicazione cronica al mercurio. |
** Siblerud L, "Relazione tra
mercurio da amalgama dentale e salute della cavità orale", PhD
dissertation, Department of Physiology at Colorado State University, 1988
(AH26)
ABSTRACT
La comparazione tra soggetti con e senza
amalgama ha dimostrato differenze significative nelle malattie della bocca. Il
gruppo a cui sono state rimosse le amalgame hanno denunciato un totale di 125
sintomi di affezioni alla cavità orale prima della rimozione. Nel successivo
periodo di 10 mesi il 32% dei sintomi sono scomparsi ed il 54% hanno subito un
miglioramento. Il sapore metallico migliorò o fu eliminato in 30 su 32 casi. Il
sintomo di bruciore nella bocca fu eliminato in 4 casi su 10 ed migliorò in
altri 6. L'aumento della salivazione, che è un sintomo comune dato dalla
tossicità del mercurio, migliorò in 6 degli 8 soggetti. Malattie periodontali
migliorarono o scomparvero in 6 casi su 7. Malattie gengivali migliorarono in 4
volontari. Alito cattivo scomparve in 6 su 18 e migliorò in altri 8 casi. Dei
23 soggetti con gengive sanguinanti, 19 di essi migliorarono o guarirono
completamente.
CONCLUSIONI: Molti sintomi comuni
di avvelenamento da mercurio inorganico sono relazionati a malattie della
cavità orale. I dati presentati fanno supporre che il rilascio di vapori di mercurio da parte
delle amalgame dentali può causare tossicità da mercurio e produrre danni alla
salute orale. Il mercurio dentale può essere un pericolo significativo per la
salute. I dentisti dovrebbero considerare la tossicità del mercurio come
possibile causa nel trattamento di alitosi, denti fragili, aumento della
salivazione, gengive sanguinanti, bruciori alla bocca e malattie periodontali.
* Simonsen RJ, "Editoriale: Basta
con l'amalgama, finalmente!", Quintessence International, Vol. 26, n.3 /
1995 p.157 (BE51)
"Arriva il momento in cui le
tecniche cliniche di routine devono essere cambiate grazie a nuove tecnologie,
ricerche cliniche, nuovi materiali, progressi di tecniche e procedure. Non
riuscire a progredire a causa della pigrizia o resistere basandosi sulle
abitudini e tradizioni, o semplicemente aver paura del cambiamento, è contrario
alla responsabilità professionale verso il pubblico. La necessità di un tale
cambiamento è attuale per la procedura operativa clinica standard del
trattamento delle otturazioni dentali e l'uso di amalgama. È giunto il tempo di
dichiarare che l'amalgama non venga più ad essere utilizzata come materiale di
ricostruzione. Perché? Perché esistono alternative migliori. I passi da gigante
fatti da diversi produttori nello sviluppo di eccellenti resine composite hanno
dato all'odontoiatria migliori alternative alla amalgama, per la cura delle
carie. La ragione più importante è, per me, la capacità di eseguire riparazioni
di cavità molto più conservative con i migliori materiali alternativi".
Skare I, Engqvist A, "Otturazioni
in amalgama: una importante fonte per l'esposizione umana a mercurio ed
argento", Läkartidningen 89 no 15 1992 1299-1301 (AL23)
ABSTRACT (Istituto Nazionale per la
Salute nel Lavoro Stoccolma, Svezia)
Per dieci individui sani, non esposti
al mercurio a causa del loro lavoro, il numero delle superfici di amalgama da
otturazione fu posto in relazione alla espulsione giornaliera di mercurio
totale ed argento attraverso urina e feci. Le loro escrezioni fecali di
mercurio ed argento variarono tra 1 - 190 mcg Hg/24 h e 4 - 97 mcg Ag/24h,
rispettivamente. Il mercurio escreto tramite feci ammontò a venti volte
l'escrezione urinaria corrispondente. L'individuo che portava la quantità
maggiore di mercurio ebbe una escrezione fecale di mercurio totale che era
cento volte maggiore il valore medio di Hg-totale nella dieta normale svedese
(2 mcg Hg/24h). Utilizzando i nostri dati, una persona con una quantità media
di amalgama dovrebbe dimostrare una escrezione fecale di Hg-totale di 60 mcg
Hg/24h, eccedendo così il valore tollerabile di assunzione tramite il cibo (45
µg Hg/ giorno).
* Skare I, Engqvist A,
"Esposizione umana al mercurio e all'argento rilasciato dalle otturazioni
dentali di mercurio", Archives of Environmental Health, 49(5), 384-394,
1994 (AZ15)
ABSTRACT (National Institute of
Occupational Health Stockholm, Sweden)
In 35 individui sani, il numero di
superfici di amalgama è stato confrontato con la velocità di emissione del
mercurio nella cavità orale e con l'escrezione di mercurio nelle urine. Le
emissioni orali raggiungevano i 125 mcg Hg/ 24 ore, mentre le escrezioni
urinarie andavano da 0.4 a 19 mcg Hg/24 ore. In 10 casi sono state anche
misurate le escrezioni urinarie e fecali di mercurio ed argento. Le escrezioni
fecali andavano da 1 a 190 mcg Hg/24 ore e da 4 a 97 mcg Ag/24ore. Tranne che
per i livelli di argento nelle urine, è stata stabilita una netta correlazione
tra tutti i valori misurati ed il numero di otturazioni di amalgama. Il
peggiore caso mostrava una escrezione fecale di mercurio che era 100 volte
maggiore della dose giornaliera di mercurio in media assimilata dalla
popolazione svedese. Relativamente ad un individuo di mezza età svedese, la
stima dell'assorbimento sistemico medio di mercurio dall'amalgama è risultata
essere 12 microg Hg/24 ore.
* Skare I, "Equilibrio di massa
ed assunzione sistematica di mercurio rilasciato da otturazioni dentali
all'amalgama", Water Air Soil Pollution, 80(1-4):59-67 (1995) (BF41)
ABSTRACT (Istituto Nazionale per la
Salute nel Lavoro Stoccolma, Svezia)
Il rilascio di mercurio (Hg) da
otturazioni dentali all'amalgama è stato verificato da molti autori. In questo
studio è stato osservato il tasso di emissione di vapori di Hg0 nella cavità
orale (O-Hg) ed il tasso di Hg secreto per via urinaria (U-Hg) di 34 individui
sani. In dieci casi furono esaminate anche le escrezioni urinarie di argento
(U-Ag) e le escrezioni di feci di Hg ed Ag (F-Hg, F-Ag). Tutte le variabili,
eccetto U-Ag risultarono significativamente relazionate alla quantità di
amalgama. Secondo questo studio, un individuo con una quantità di amalgama
media (cioè punteggio di amalgama = 30), dovrebbe presentare i tassi di
emissione seguenti: O-Hg=22, U-Hg=3, F-Hg=60 e F-Ag=27 µg/d (d=24 ore),
riferiti ad una massa lorda di Hg di ca. 60 µg/d. L'assunzione sistematica
corrispondente di Hg fu stimata essere di 12 µg/d basandosi su dati esterni che
mettono in relazione le emissioni ad Hg0-vapore con le escrezioni urinarie di
Hg. Il caso peggiore presentò una massa lorda di 200 µg Hg/d con un'assunzione
sistematica di 70 µg Hg/d. Questi valori furono comparati all'apporto medio di
Hg-totale nella dieta svedese (2 µg/d) ed al valore tollerabile di assunzione
tramite il cibo (45 µg Hg/d). Riferendosi alla intera popolazione svedese (8
milioni), il dato suggerisce un'emissione fecale ed urinaria nell'ambiente di
100 kg Hg all'anno che si origina dalla quantità di mercurio apportata da
otturazioni all'amalgama della popolazione, 90.000 kg di Hg ogni anno.
Snapp KR, Boyer DB Peterson LC, Svare
CW, "Il contributo dell'amalgama dentale al tasso di mercurio nel sangue
", J Dent Res, maggio 1989; 68(5):780-5
ABSTRACT (Odontoiatria, Università
dell'Iowa)
Abbiamo determinato l'esposizione a
mercurio da amalgama dentale dalla comparazione dei livelli di mercurio nel
sangue prima e dopo la rimozione di tutte le amalgame a dieci soggetti. Le
concentrazioni di mercurio nel sangue furono misurate settimanalmente, da 4 a
18 settimane (media = 6.6 settimane) prima della rimozione. Tutte le amalgame
furono rimosse in un'unica seduta. I soggetti avevano una media di 14 superfici
di amalgama, sette delle quali erano di occlusione. La rimozione fu seguita da
campionamenti sanguigni settimanali, da 5 a 18 settimane (media = 7.6
settimane). La concentrazione media di mercurio nel sangue dei dieci soggetti
prima della rimozione era 2.18 (SD = 0.90) ng Hg/mL. I livelli di mercurio
furono riferiti al numero di superfici di amalgama. Il coefficiente lineare di
correlazione era 0.724 riferito al numero di superfici di occlusione, e 0.433
riferito al numero totale di superfici. Dopo la rimozione, nove dei dieci
soggetti esibirono un calo statisticamente significativo del mercurio nel
sangue, il 95% del livello iniziale. Il calo medio fu di 1.13 (SD = 0.60) il ng
Hg/mL. Il tempo per l'eliminazione di mercurio dal sangue dopo la rimozione di
amalgama era 30.2 (SD = 5.8) giorni. La rimozione delle amalgame portò ad
un'esposizione supplementare di 1.46 (SD = 1.17) ng Hg/mL che scomparve
rapidamente dal sangue in un tempo di 2.9 giorni. L'apporto quotidiano di
mercurio proveniente da amalgama nei soggetti fu stimato essere di almeno 1.3
microgrammi.
Soh G, Chew CL, Lee AS, Yeoh TS,
"Effetto termico sulla dissoluzione del mercurio da due amalgame
dentali", J Oral Rehabil; marzo 1991; 18(2):179-83
ABSTRACT (Department of Operative
Dentistry, National University of Singapore)
Vari fattori agiscono sul rilascio del
mercurio dalle amalgame dentali. In questo studio abbiamo esaminato gli effetti
della temperatura sul rilascio del mercurio dalle amalgame dentali,
considerando un'amalgama mista ad alto rame (Contour) e una nuova amalgama
esente da rame e stagno (Composil). Dieci campioni di forma cilindrica di
ognuno dei due tipi di amalgama sono stati utilizzati, e sono stati divisi in
due gruppi identici. I cinque campioni di ogni gruppo sono stati ognuno
incubati in 10 ml di acqua distillata rispettivamente a 37 e a 60 ° C, con un
cambio di acqua ogni 24 ore per un periodo di 8 giorni. La quantità di mercurio
rilasciata da ogni campione di amalgama durante ogni periodo di incubazione è
stata espressa in microgrammi cm2/ 24 ore. La quantità di mercurio rilasciata è
stata stimata con spettrometria atomica a vapore freddo. I risultati dimostrano
che i campioni incubati a 60 °C hanno rilasciato un maggiore quantitativo di
mercurio rispetto a quelli incubati a 37 °C per entrambi i tipi di amalgama. Il
rilascio di mercurio da Composil è stato significativamente maggiore di quello
da Contour (P minore o uguale a 0.0001) per entrambe le temperature studiate.
L'aumento della temperatura di incubazione ha causato un incremento non lineare
del mercurio rilasciato dal Composil rispetto al Contour.
Soh G, Chew CL, Lee AS, Yeoh TS,
"Influenza della concentrazione di ione idrogeno (pH) sulla dissoluzione
di mercurio da amalgama dentale", Quintessence Int, marzo 1991;
22(3):225-8
ABSTRACT (National University of
Singapore)
Sono stati individuati i potenziali
rischi del rilascio di mercurio dall'amalgama dentale. Questo studio ha
esaminato l'effetto della concentrazione di ione idrogeno sul rilascio del
mercurio dalle amalgame dentali, considerando: un'amalgama mista ad alto rame e
una nuova amalgama esente da rame e stagno. Campioni di ogni tipo di amalgama
sono stati incubati in acido citrico con pH 2.5 o pH 7.0. I risultati mostrano che,
per entrambi i tipi di amalgame, i campioni incubati a pH 2.5 hanno rilasciato
una quantità di mercurio statisticamente maggiore rispetto a quelli a pH 7.0.
Il rilascio di mercurio dalla amalgama senza rame né stagno è stato inoltre
statisticamente maggiore (P < .0001) rispetto a quello dell'amalgama ad alto
rame, relativamente ad entrambi i livelli di acidità.
Soleo L, Elia G, Apostoli P, Vimercati
L, Pesola G, Gagliardi T, Schiavulli N, Drago I, Lasorsa G, Russo A,
"L'influenza delle otturazioni di mercurio sulle escrezioni urinarie di
mercurio in individui della Puglia", Dipartimento di Medicina Interna e
del Lavoro, Università di Bari, G Ital Med Lav Ergon, apr-giugno 1998;
20(2):75-81
ABSTRACT (Dipartimento di Medicina
Interna e del Lavoro, Universita di Bari)
Lo scopo di questo studio è stato di
valutare l'effetto delle amalgame dentali e della alimentazione sull'escrezione
di mercurio urinario (U-Hg). Sono stati presi in considerazione 98 individui
(50 uomini e 48 donne) non esposti al mercurio inorganico, né per ragioni
professionali né ambientali, con residenza nelle provincie costiere ed interne
della Puglia. A tutti gli individui è stato sottoposto un questionario per
raccogliere informazioni relative allo stile di vita, storia medica e attività
professionale. La valutazione delle otturazioni di amalgama riguardava il loro
numero ed aree superficiali. Il mercurio nelle urine è stato misurato con la
tecnica di assorbimento atomico. La media aritmetica di U-Hg è risultata 1.03
microgrammi/ g creatinina (range 0.30-3.25). Analisi con multipla regressione
lineare ha mostrato che, delle numerose variabili indipendenti testate
(amalgame dentali, età, indice di peso corporeo, consumo di tonno, pesce
persico, pescespada, etc.), solo il numero di otturazioni di amalgama (T=5.25;
p=0.025) era correlato significativamente all'escrezione di mercurio nelle
urine. In conclusione, i risultati di questo studio confermano il ruolo
primario delle otturazioni di mercurio nell'influenzare l'escrezione urinaria
di mercurio in quegli individui che non sono professionalmente esposti al
mercurio inorganico. I risultanti livelli di mercurio sono senza dubbio
rappresentativi quali valori di riferimento della popolazione della Puglia.
Soremark R, Wing K, Olsson K &
Goldin J, "Penetrazione di ioni metallici dalle otturazioni ai
denti", J Pros Dent 20(6):531-539 (1968)
ABSTRACT
Il flusso di ioni metallici dalle
otturazioni metalliche e la loro penetrazione dentro i tessuti dentali è stato
studiato con l'uso di attivazione termale neutronica, seguita da analisi
spettrometrica a raggi gamma, microanalisi a emissione laser spectroscopica e
studi auto-radiografici. I risultati mostrano significanti emissioni di ioni
metallici sia nello smalto che nella dentina dall'amalgama, cromo-cobalto, e
otturazioni in oro recenti, nei o sui denti. Le maggiori concentrazioni sono
state individuate nelle regioni vicine alle otturazioni specialmente dentro i
canali dentali aperti durante la preparazione della cavità. È stato trovato che
l'uso di rivestimenti di cavità previene la migrazione di prodotti corrosivi
dalle otturazioni nei denti.
Stadtler P, "Amalgama dentale: 2-
Esposizione al mercurio", Int J Clin Pharmacol Ther Toxicol 1991 Apr;
29(4):164-7
ABSTRACT (Graz University- Klinik fur
Zahn-, Mund-und Kieferheilkunde)
La concentrazione di mercurio nella
cavità orale così come la concentrazione nell'aria espirata e nella saliva di
pazienti con amalgame è maggiore di quella di pazienti senza amalgame. Persone
con otturazioni dentali non mostrano una maggiore concentrazione di mercurio
nell'urina rispetto a persone senza amalgame. Tuttavia l'urina di persone
esposte a mercurio per cause di lavoro contiene una maggior quantità di
mercurio rispetto a quella di persone non esposte al mercurio sul lavoro.
Sterzl1 I, Procházková J, Hrdá P,
Bártová J, Matucha P, Stejskal V, "Allergia al mercurio e al nickel:
fattori di rischio nell'affaticamento e nella autoimmunità",
Neuroendocrinology Letters; 20:221-228, 1999
ABSTRACT (Institute of
Endocrinology,Prague, Danderyds Hospital and Karolinska Institute, Stockholm)
Questo studio ha esaminato la presenza
di ipersensibilità ai metalli nelle otturazioni dentali e ambientali in
pazienti con disordini clinici complicati da stanchezza cronica. Tre gruppi di
pazienti sono stati esaminati attraverso la storia medica, l'esame della
situazione dentale, e usando un test modificato per la trasformazione per i
metalli con variante MELISA®: 22 pazienti con tiroidite autoimmune con e senza
attivazione autoimmune poli-ghiandolare, 28 pazienti con fatica cronica senza
patologie endocrine e 22 professionisti con fatica senza evidenza di
autoimmunità. Come gruppo di controllo è stato incluso nella ricerca un
campione di popolazione o 13 soggetti in salute senza alcuna evidenza di
sensibilità ai metalli. Abbiamo scoperto che la stanchezza, indipendentemente
dalla malattia dalla quale è portata in essere, è primariamente associata
all'ipersensibilità al mercurio inorganico e al nickel. La stimolazione dei linfociti
da altri metalli era simile nella fatica e nel gruppo di controllo. Per
valutare la rilevanza clinica dei risultati trovati in vitro, è stata
effettuata la sostituzione dei restauri in amalgama con otturazioni con
sostanze prive di metalli in alcuni pazienti. Nei sei mesi successivi, i
pazienti hanno riportato un alleviamento significativo dalla fatica e la
scomparsa di molti sintomi presenti precedentemente. Parallelamente, anche le
risposte dei linfociti ai metalli decrebbero. Suggeriamo che l'infiammazione
scatenata dal metallo potrebbe avere conseguenze sull'asse ipotalamico-
pituitario- adrenalinico e indirettamente dare avvio a una serie di sintomi
psicosomatici che caratterizzano la sindrome da stanchezza cronica, la
fibromialgia e altre malattie di eziologia ignota.
Stejskal VDM, Cederbrant K, Lindvall
A, Forsbeck M, "Melisa: uno strumento in vitro per lo studio dell'allergia
ai metalli", Toxic in Vitro 8(5):991-1000 (1994)
ABSTRACT
Le proprietà che hanno i metalli usati
nelle cure mediche e dentali di creare sensibilizzazione sono stati studiati
con l'aiuto del test di trasformazione dei linfociti con variante MELISA.
MELISA (memory lymphocyte immuno-stimulatory assay) era stato sviluppato
originariamente per la ricerca di elementi allergenici a medicinali e altri
elementi chimici di basso peso molecolare, ma è stato adattato recentemente per
lo studio di sensibilizzazioni dovute ai metalli. I pazienti presi in esami
soffrivano tutti di vari disturbi alle mucose della bocca che si ritenevano
legati al rilascio di ioni rilasciati dai metalli dei restauri dentali. Gli
stessi pazienti erano afflitti anche da stanchezza cronica persistente da
diversi anni. Uno dei pazienti era, inoltre, esposto a metalli per motivi
professionali perché occupato in ambito odontoiatrico. Alcuni di soggetti sani
senza alcun sintomo sono stati scelti come gruppo di controllo. Oltre ai
metalli usati in odontoiatria, sono stati studiati anche i linfociti che
risentono del mercurio organico presente come conservante in vaccini, gocce per
gli occhi e per il naso, fluidi per le lenti a contatto. I risultati hanno
indicato che i prodotti al mercurio, così come altri metalli come l'oro o il
palladio, inducono una forte risposta nella trasformazione dei linfociti in pazienti
con sintomi legati alla bocca o sintomi sistemici, ma non in soggetti esposti
agli stessi metalli senza alcun sintomo. I risultati del test MELISA sono stati
provati su un paio di gemelli identici con la sindrome da stanchezza cronica
(CFS) hanno indicato che i risultati degli effetti specifici dei metalli
possono dipendere da fattori genetici. Così, molti metalli che sono oggigiorno
usato in medicina e in odontoiatria comportano un rischio di sensibilizzazione
per individui geneticamente predisposti. Quindi, l'uso di questi metalli
dovrebbe essere limitato in futuro.
Stejskal V, Forsbeck M, Cederbrant KE,
Asteman O, "Linfociti specifici del mercurio: una indicazione di allergia
umana al mercurio", J. of Clin Immun, Vol. 16, No.1, 1996, pp. 31-40
ABSTRACT
In questo studio, 18 pazienti con
lichen planus orale (OLP), vicino a restauri dentali, sono stati testati in
vitro con un test ottimizzato di trasformazione dei linfociti con variante
MELISA (memory lymphocyte immunostimulation assay) e con un patch test. Venti
soggetti con restauri in amalgama ma senza sintomi alla bocca e 12 soggetti
senza alcuna amalgama in bocca sono stati presi come gruppo di controllo. I
risultati mostravano che i pazienti con OLP hanno una reattività
significativamente più alta dei linfociti al mercurio inorganico, prodotto
dalla corrosione dell'amalgama, paragonato al gruppo di controllo. La rimozione
dei restauri in amalgama comportò la sparizione delle alterazioni della mucosa
orale, indicando così una relazione causale. Inoltre, risposte positive al test
del fenilmercurio, un agente battericida usato nelle devitalizzazioni e nei
preparati farmaceutici, sono stati notati nel gruppo con lichen orale ma non in
quello di controllo. Perciò un'esposizione cronica di basso livello al mercurio
può indurre ad uno stato di sensibilizzazione sistemica come verificato dal
test di reattività dei linfociti specifici al mercurio in vitro.
Stejskal J, Stejskal V, "Il ruolo
dei metalli nelle malattie autoimmuni e il legame con la
neuroendocrinologia", Neuroendocrinology Letters, 20:345-358, 1999
Abstract (Health University of
Linköping, Danderyd's Hospital and Karolinska Institute, Stockholm, Sweden)
La letteratura attuale indica un rischio
all'induzione di malattie autoimmunitarie a causa dei metalli (in particolare
sclerosi multipla, artrite reumatoide, sclerosi laterale amiotrofica). I
fattori principali che sono decisivi per le malattie indotte dai metalli sono
l'esposizione e la predisposizione genetica che determina la capacità
individuale di disintossicazione e la sensibilità ai metalli. Questa relazione
illustra il possibile meccanismo che può giocare un ruolo nelle malattie
autoimmunitarie indotte dai metalli con un'enfasi particolare riguardo la
sclerosi multipla, l'artrite reumatoide e la sclerosi laterale amiotrofica.
Mettiamo in discussione anche il ruolo dei cambiamenti dovuti all'infiammazione
a livello dell'asse ipotalamo-ghiandola pituitaria-adrenalina come possibile spiegazione
della stanchezza, della depressione e di altri sintomi psicosomatici osservati
in queste malattie. L'incremento delle conoscenze riguardo la sensibilità
individuale basata sul genotipo e sulla variabilità del fenotipo insieme
all'uso dei biomarkers per la diagnosi della suscettibilità individuale sembra
essere la chiave per la spiegazione di come funzionano questi meccanismi.
Poiché la sensibilizzazione dovuta ai metalli potrebbe essere causata
dall'esposizione a basse dosi, l'approccio tossicologico tradizionale che
paragona la concentrazione di metalli nelle autopsie del cervello, nelle
biopsie degli organi, del corpo e dei fluidi corporei e i gruppi di controllo
potrebbe non dare risposte riguardo le patologie connesse ai metalli. Per
approfondire questo tema, bisognerebbe preferire studi longitudinali relativi
alla sensibilizzazione individuale ai metalli agli studi tradizionali con i
casi di controllo.
Stejskal V, Hudecek R, Mayer W,
"Linfociti specifici dei metalli: fattori di rischio nella sindrome da
stanchezza cronica (CFS) e altre malattie correlate", Neuroendocrinology
Letters, 20: 289-298, 1999
ABSTRACT (Danderyd Hospital and
Karolinska Institute, Stockholm, Univ Hospital,Uppsala,
Mediziniche-Immunologische Labor, Munich)
L'obiettivo di questo studio era
determinare la frequenza della sensibilizzazione ai metalli dentali e
ambientali in pazienti con fatica cronica (come la sindrome CFS). METODI. Un
test ottimizzato della trasformazione dei linfociti con variante MELISA è stato
messo provato su 3162 pazienti con sintomi locali e sistemici attribuiti a
restauri dentali. L'impatto sulla salute della rimozione del metallo nei denti
e la reattività dei linfociti è stato studiato in 105 pazienti con la sindrome
da stanchezza cronica. Seguendo il parere dei dentisti, i pazienti si sono
sottoposti alla sostituzione dei metalli nei denti con alternative prive di
metalli. Lo stato di salute è stato seguito con interviste ai pazienti e con
nuovi test del tipo MELISA®. RISULTATI: Un numero significativo di pazienti
avevano linfociti specifici dei metalli nel sangue. Il nickel era il più
diffuso elemento che creava sensibilizzazione, seguito dal mercurio, dal
cadmio, dall'oro e dal palladio. Di 86 pazienti che si sono sottoposti alla
sostituzione del materiale dentale, il 78% ha riportato miglioramenti a lungo
termine, il 20% ha avuto una situazione di salute immutata e il restante 2% ha
avuto un peggioramento dei sintomi. Una significativa riduzione nella
reattività dei linfociti ai metalli dentali è stata osservata nei test
successivi, mentre la reattività al nichel era solo marginalmente influenzata.
CONCLUSIONI: Ipersensibilità ai metalli dentali e al nichel è frequente nei
pazienti con sindrome da stanchezza cronica (CFS). Infiammazione indotta da
metalli può essere presente nella cavità orale o/e in qualsiasi altro posto
dove è stato depositato il metallo. Il metallo e l'infiammazione cronica
possono avere effetti sul sistema dell'asse ipotalamo-pituitario-adrenalinico e
dare l'avvio a una miriade di sintomi non specifici che caratterizzano la
sindrome da stanchezza cronica CFS, la sensibilità chimica multipla (MCS) e
altre malattie correlate. La rimozione dei restauri metallici ha abbassato la
sensibilizzazione dei linfociti e ha migliorato la salute dei pazienti.
Stock A, "Die Gefahrlichkeit des
Quecksilberdampfes und der amalgame", Med Klin 1926 B; 22:1250-2
“caso 1: Uomo
con 24 otturazioni di amalgama, alcune molto grandi; insonnia, ridotte capacità
di concentrazione, grande ansia, ptialismo, diarrea 10 volte al giorno, vie
respiratorie superiori congestionate, asma, dolori, perdita di peso; ci fu un
miglioramento della salute quando la rimozione dell'amalgama fu completata.
caso 2: Donna con 11
otturazioni di amalgama, le più vecchie e più grandi erano corrose e annerite;
depressione, mal di testa, vertigine, naso chiuso, rinite, faringite, dolore
nell'area del fegato; a seguito della rimozione delle otturazioni di amalgama
lo stato di salute migliorò notevolmente”.
Stock A, "Die chronische
quecksilber und amalgamvergiftung", Zahnarztliche Rundschau, 1939;
(10):403-7
“caso 1: Uomo
di 30 anni; 10 otturazioni di amalgama, alcune fragili; stanchezza e perdita
delle capacità lavorative. Perdita di 20 chili di peso; si riprese e recuperò
peso a seguito della rimozione delle amalgame.
caso 2: Uomo di 37 anni; 13
otturazioni di amalgama di cui due grandi; i sintomi erano affaticamento,
disturbi nervosi, infezioni ricorrenti; ci fu un notevole miglioramento a
seguito della rimozione delle amalgame”.
* Summers AO, Wireman J, Vimy MJ,
Lorscheider FL, Marshall B, Billard L, "Il mercurio rilasciato dalle
otturazioni dentali di amalgama provoca un aumento della flora batterica
intestinale e orale di primati resistente a mercurio e antibiotici",
Antimicrob Agents Chemother, aprile 1993; 37(4):825-34 (AQ17)
ABSTRACT (Department of Microbiology,
University of Georgia, Athens, USA)
In una valutazione su 640 pazienti,
uomini e donne, un sottogruppo di 356 individui senza recente esposizione ad
antibiotici mostrarono che quelli con un'alta prevalenza di resistenza a Hg
nella propria flora intestinale avevano anche una resistenza a due o più
antibiotici. Questa osservazione ci ha portato a considerare la possibilità che
il mercurio rilasciato da otturazioni dentali di amalgama possa essere un
elemento selettivo sia per la resistenza al mercurio che ad antibiotici nelle
flore intestinali e orali di primati. Resistenze al mercurio e a diversi
antibiotici furono esaminate nelle flore intestinali e orali di 6 scimmie
adulte prima dell'installazione di otturazioni di amalgama, durante il periodo
in cui esse erano in bocca, e dopo la sostituzione delle otturazioni di
amalgama con otturazioni in vetroionomero.(in 4 delle scimmie). Le scimmie
furono alimentate con cibo esente da antibiotici, e furono monitorate le
concentrazioni di mercurio fecale. Ci fu un aumento statisticamente
significativo nell'incidenza di batteri mercurio-resistenti nelle 5 settimane
dopo l'installazione delle otturazioni di amalgama e nelle 5 settimane subito
dopo la sostituzione con otturazioni in vetroresina. Questi picchi
nell'incidenza di batteri mercurio-resistenti si correlava con i picchi di
eliminazione di mercurio (fino a 1 milliMole nelle feci) immediatamente dopo la
rimozione delle otturazioni di amalgama. I 3 campioni di specie batteriche
selezionate (streptococci orali, membri della famiglia delle
Enterobacteriaceae, e enterococci) erano anche resistenti ad uno o più
antibiotici, tra cui ampicillina, tetraciclina, streptomicina, kanamicina e
cloramfenicolo. Anche se sono stati già descritti batteri mercurio- e
antibiotico- resistenti tra gli stafilococci, enterococci, e membri della
famiglia delle Enterobacteriaceae, questa è al prima volta che viene riportata
mercurio- resistenza negli streptococci orali. Molti dei ceppi delle
enterobatteri furono capaci di trasferire entrambe la mercurio- e antibiotico-
resistenza in vitro ad altre forme batteriche, suggerendo che le locazioni
genetiche di queste resistenze sono collegate. I nostri risultati
indicano che il mercurio rilasciato dalle otturazioni di amalgama può causare
un arricchimento in plasmidi con mercurio- resistenza della normale flora
batterica dei primati. Molti di questi plasmidi inoltre portano una antibiotico
resistenza, cioè l'esposizione al mercurio da amalgama dentale comporta un
aumento dell'incidenza di resistenza ad antibiotici dei plasmidi nelle normali
flore di individui non esposti ad antibiotici.
* Svare CW, Peterson LC, Reinhardt JW,
Boyer DB, Frank CW, Gay DD, Cox RD, "L'effetto delle amalgame dentali sui
livelli di mercurio nell'aria espirata", J Dent Res 60: 1668-1671 (1981)
(F3)
ABSTRACT
L'aria espirata di un gruppo di 48
persone, 40 con amalgama e 8 senza, fu analizzata per il suo contenuto di
mercurio prima e dopo la masticazione. I campioni di aria espirata sono stati
raccolti in buste di polietilene, ed una nota quantità di ciascuno è stato
iniettato in un rilevatore di mercurio per la misura. I risultati mostrano che
gli individui esaminati con amalgama dentale avevano nell'aria espirata livelli
pre-masticazione più elevati di quelli di soggetti senza amalgama. Dopo la masticazione,
quei livelli aumentavano in media 15.6 volte nei portatori di amalgama e
rimanevano immutati nei non portatori. Ne abbiamo concluso che le amalgame
dentali possono aumentare il livello di mercurio nell'aria espirata.
Takahashi Y, Hasegawa J, Kameyama Y,
"Dissoluzione di mercurio metallico in saliva artificiale ed in 11 altre
soluzioni", Dent Mater, luglio 1989; 5(4):256-9
ABSTRACT
La dissoluzione di mercurio metallico
immerso in varie soluzioni per 1, 3, 7 e 14 giorni è stata esaminata per mezzo
di uno spettrofotometro di assorbimento atomico a freddo. Le soluzioni usate in
questo studio erano la saliva artificiale, o soluzioni dei singoli componenti
della saliva artificiale (sali inorganici, aminoacidi, vitamine, altri composti
organici), oltre che soluzione di NaCl al 0.9%, soluzione di Ringer ed acqua
distillata. La saliva artificiale mostrava un livello di dissoluzione di
mercurio 7 volte superiore a quello della soluzione salina o di Ringer. Una
gran parte della dissoluzione, simile a quella in saliva artificiale, fu
trovata nella soluzione di altri composti organici (contenente glutatione) ed
in una soluzione contenente solo glutatione. La dissoluzione di mercurio nella
soluzione di vitamine era bassa. La dissoluzione nella soluzione di sali
inorganici e quella di aminoacidi era comparabile. Il glutatione giocava un
ruolo importante nella dissoluzione del mercurio.
Talbot MS, "Chimica e azione
fisiologica del mercurio usato nelle otturazioni di amalgama", Ohio Ste
Journal of Dental Science 1882; 2:1-12
“Paziente donna con
lingua parzialmente paralizzata. Salivazione, ghiandole salivari e mucosa orale
molli. Gusto metallico, dispepsia; a seguito della sostituzione delle amalgama
con otturazioni di oro, scomparvero la sensazione di paralisi alla lingua ed il
gusto metallico. Dopo 2 settimane ci fu un miglioramento delle ghiandole”.
Talbot MS, "L'effetto velenoso
delle otturazioni di amalgama", Ohio State Journal of Dental Science 1885;
5: 123-9
“Donna di 46 anni;
otturazioni di amalgama nel secondo e terzo molare nella mascella inferiore;
perdita di sensibilità di alcuni nervi facciali del lato sinistro. Salivazione.
Gusto sgradevole in bocca. 6 mesi dopo la rimozione di amalgama era guarita”.
Talma, "Dentisten des Konigs der
Belger in Brussel. Von den Gefajren der Anwendung des silber-amalgams, genannt
Succedaneum minerale, zum Plombieren der Zahne", Der Zahnarzt 1846;
1:23-28
“caso 1: 3
giorni dopo l'inserimento di amalgama dentale il paziente aveva un dolore alla
testa e alla mandibola, intensa salivazione; i sintomi cessarono immediatamente
dopo la rimozione del dente con amalgama.
caso 2: Otturazione d'oro
ceduta da un dente e sostituita con amalgama d'argento; dopo qualche ora il
paziente aveva un dolore che andava dal dente alla mandibola, febbre, intensa
salivazione, gusto metallico, spasmi dei muscoli mascellari. I sintomi
cessarono dopo la rimozione dell'amalgama”.
* Taskineen H, Riihimaki V, "Un
possibile caso di tossicità da mercurio a seguito di lucidatura di vecchie
otturazioni di amalgama", Scand. J. Work Environm Health 1989; 15: 302-304
(AC52)
ABSTRACT
Una paziente 60enne fu trattata da un
dentista in 12 visite per un periodo totale di 2 mesi e mezzo. Per migliorare
l'occlusione, circa 1 mm fu rimosso dalla superficie di tutte le 11 otturazioni
dentali di amalgama, mentre altre 3 otturazioni furono sostituite con nuove.
Una settimana dopo l'inizio del trattamento la paziente sviluppò sintomi di
stomatite. Le sue labbra e membrane mucose della cavità orale bruciavano, la
sua lingua si sentiva gonfia, e la salivazione era fortemente aumentata. Nella
settimana successiva la sua gola divenne dolorante e non migliorò con il
trattamento con penicillina. Ella sentiva un sapore strano, come di lardo
rancido, nella bocca ed il senso di odorato si indebolì. Ebbe in seguito anche
vertigini e mal di testa al mattino. Due mesi dopo l'inizio del trattamento
ebbe acuti dolori al torace ed una febbricola (37.7°C) per 3 settimane. Le sue
condizioni generali peggiorarono, non si sentiva bene e perse 9 kg in pochi
mesi. Divenne anche ansiosa e depressa. Un anno dopo il trattamento l'esame
neurologico mostrò che i suoi riflessi del tendine erano deboli. Dolore e
sensibilità al tatto attenuata alle dita quarta e quinta e sul dorso della mano
sinistra e nel terzo, quarto e quinto dito del piede. Anche la forza di presa
(impugnatura) della mano sinistra era diminuita. Tre mesi dopo il trattamento
dentale la paziente aveva ancora una concentrazione inspiegabilmente elevata di
mercurio nelle urine. Il livello di mercurio urinario diminuì nel periodo di
osservazione con un tempo di dimezzamento di circa 2 mesi. I primi effetti
dell'esposizione a lungo termine a vapori di mercurio sono non specifici. Un
complesso di sintomi comprendente affaticamento, debolezza generale, anoressia,
diarrea e perdita di peso è chiamato sindrome astenica vegetativa, o
"micromercurialismo". Quando la concentrazione di mercurio nelle
urine raggiunge 50- 100 mcg/l si prevede che appaiono i primi sintomi soggettivi,
alterazioni delle prestazioni nei test comportamentali e un aumento della
frequenza di tremore spontaneo. Livelli superiori di mercurio causano
alterazioni del comportamento e manifestazioni psicologiche quali irritabilità,
disturbi della memoria, insonnia, eccessiva timidezza, depressione e, in casi
estremi, persino delirio ed allucinazioni. Questa sindrome è chiamata eretismo
mercuriale. Tipici sintomi neurologici della tossicità del mercurio sono
tremori intenzionali delle mani e tic muscolari di palpebre e labbra. Livelli
molto alti di concentrazioni di mercurio hanno causato "polmonite da
tossine".
Nei test comportamentali la paziente
mostrava deterioramento di alcune qualità della prestazione motoria somiglianti
a alterazioni riscontrate tra lavoratori esposti al mercurio. I suoi sintomi
sembravano più severi di quello che ci si potesse aspettare dai livelli urinari
di mercurio misurati. Il trattamento dentale nel suo caso costituì una sequenza
di ripetute esposizioni acute che possono aver esaltato gli effetti locali e la
distribuzione del mercurio nel cervello. Sintomi multipli, non specifici, con
minimi segnali obiettivi possono causare grande difficoltà in questo tipo di
diagnosi e perciò una verifica obiettiva di esposizioni potenzialmente pericolose
è un importante criterio.
Tibbling L, Thuomas K-Å, Lenkei R,
Stejskal V, "Cambiamenti immunologici e cerebrali (MRI) in pazienti con
sospetta intossicazione da metalli", Int J Occup Med Toxicol 1995;
4:285-294
ABSTRACT
Trentaquattro pazienti con la sindrome
da stanchezza cronica (CNS) e altri sintomi sistemici che suggerivano una
possibile intossicazione dall'amalgama dentale sono stati esaminati con la
risonanza magnetica (MRI) del cervello (n=32) e con il Test di trasformazione
dei linfociti con variante MELISA (Memory Lymphocyte Immuno Stimulation Assay,
MELISA), (n=17). Il fenotipo dei linfociti è stato analizzato con il flusso di
citometria in 22 dei pazienti. 120 persone della stessa età senza alcun sintomo
di CNS sono stati presi come gruppo di controllo per lo studio del MRI. 77
soggetti in salute con restauri in amalgama sono stati presi per il test
MELISA, e 75 soggetti in salute sono stati scelti per la determinazione del
fenotipo dei linfociti. Tracce di patologia da MRI sono state trovate nel 81%
dei pazienti, la maggior parte dei quali con sintomi di degenerazione nei
gangli basali, ma nessuno nel gruppo di controllo. La determinazione del
fenotipo dei linfociti era patologica nel 58% dei casi. Il test MELISA ha
mostrato tracce di patologia nell'88% dei casi, dei quali il 60% aveva reazioni
immunitarie al cloruro di mercurio. IL 62% dei pazienti aveva qualche forma di
malattia atopica. Il 35% soffriva di ipotiroidite trattata con levaxin. Un alto
tasso di malattie immunitarie e oggettivi segni di reazioni immunitarie con
cambiamenti del MRI nel cervello suggeriva che il sistema immunitario potrebbe
giocare un ruolo fondamentale nello sviluppo delle lesioni.
Toomväli C, "Studi di emissione
di vapori di mercurio da diverse otturazioni dentali di amalgama soggette a
carico meccanico in aria, azoto e argon", LiU-IFM-Kemi-Ex 150, 1988
ABSTRACT (Department of Chemistry,
Linköping University, Sweden)
È stato studiato il rilascio di vapori
di mercurio da amalgame dentale. Lo scopo è stato di esaminare se ci fosse un
fragile passivante strato di ossido nell'aria sulla superficie delle amalgame.
Per determinare ciò, le amalgame sono state esposte ad un certo carico I vapori
di mercurio rilasciati sono stati rilevati in diversi gas quale l'aria, l'argon
e l'azoto. Diversi parametri quali tempo e temperatura sono stati variati. Un
altro obiettivo è stato determinare se ci fossero delle differenze tra i 5 tipi
di amalgame valutate. I risultati indicano che uno strato fragile,
passivizzante è creato nell'aria e che l'ossigeno è assorbito sulla superficie.
Lo studio mostra anche una differenza nel rilascio di mercurio tra diverse
amalgame. Le amalgame non-gamma-2 con elevato contenuto di rame hanno un
rilascio maggiore di vapori di mercurio rispetto a amalgame convenzionali.
** Trepka MJ, Henrich J, Krause C,
Schulz C, Wjst M, Popescu M, Wichmann HE, "Fattori che influenzano
l'accumulo corporeo di mercurio tra bambini della Germania orientale",
Archives of Environmental Health; 52 (2) p134-138, marzo-aprile 1997 (BR36)
ABSTRACT (GSF-Forschungszentrum fur
Umwelt und Gesundheit, Oberscheissheim, Germany)
Abbiamo confrontato concentrazioni di
mercurio nel sangue e nelle urine in bambini che vivono nelle aree seriamente
inquinate di Bitterfield e Hettstedt, centri industriali e minerari, e bambini
del gruppo di controllo che vivevano in aree non inquinate. L'età dei bambini
andava dai 5 ai 14 anni. I livelli di mercurio nel sangue e nelle urine non
risultarono più elevati per i bambini nelle aree altamente inquinate rispetto
ai bambini delle aree di controllo. Il contributo più significativo che
influenzava i livelli di mercurio urinario fu il numero di otturazioni dentali
di amalgama.
Tuthill JY, "Nevrosi mercuriale a
seguito di otturazioni di amalgama", The Brooklyn Medical Journal, dic.
1898, v.12, n.12, p725-742 (AK22)
ABSTRACT
Mentre gli effetti velenosi del
mercurio sono stati riconosciuti da molto, tanto che non ho bisogno di spendere
del tempo nel presentarlo, con l'utilizzo dell'amalgama come otturazioni
dentali c'è una possibilità di intossicazione mercuriale, che colpisce
gravemente i centri nervosi, debilita la locomozione con pesantezza degli arti
e rigidità dei legamenti, dà luogo a ostinate malattie della pelle, e rende la
vittima una rovina mentale. Alcuni dei casi che ho incontrato nella mia pratica
clinica saranno presentati. La visita non rivela niente che possa assistere il
dottore nel fare la diagnosi del caso. C'è comunque depressione nervosa,
irritabilità, irragionevolezza e inabilità a superare o rigettare sensazioni di
oppressione che calano sul paziente e lo immobilizzano nella disperazione fino
a quando ogni sua ambizione è perduta, ed egli scivola via per mancanza di
potere nel concentrare le sue azioni e stabilire se stesso come una forza nel
mondo. Ci sono dolori intermittenti, acuti, qui e là dalla testa ai piedi, che
colpiscono a volte una parte e poi un altra, insensibilità delle mani, piedi o
mandibola, pesantezza delle gambe, braccia, o testa, con una sensazione come se
uno stesse per cadere o perdere conoscenza. C'è una eccitabilità mentale nonché
depressione mentale; eventi imbarazzanti causano il più alto livello di
eccitazione, conversazioni ordinarie a volte causano completa confusione, mal
di testa, intensa apprensione e ansia irragionevole.
Utt HD, "Mercurio nel
respiro", Journal of the Californian Dental Association, 12(2):41-45, 1984
ABSTRACT
Per mezzo di un analizzatore di vapori
di mercurio Jerome sono stati analizzati in un campione a caso di 50 persone le
concentrazioni di mercurio nell'aria respirata della bocca. I livelli di vapori
di mercurio in portatori di amalgama prima della masticazione erano di 3
microgrammi per 1.0 m3 di aria. Dopo la masticazione di gomma per 5 minuti il
mercurio salì ad una media di 150 microgrammi di mercurio per 1.0 m3 di aria,
il massimo valore ottenuto fu di 400 mcg/m3. Questi valori post-masticazione si
normalizzano solo dopo un plateau di almeno un'ora.
Vahter M, Akesson A, Lind B, Bjors U,
Schutz A, Berglund M, "Studio longitudinale del metilmercurio e mercurio
inorganico nel sangue e urine di donne incinte e durante l'allattamento, nonché
nel sangue del cordone ombelicale", Environ Res, ott. 2000; 84(2):186-94
ABSTRACT (Institute of Environmental
Medicine, Karolinska Institutet, Stockholm)
Abbiamo indagato l'esposizione a
metilmercurio (MeHg) e vapori di mercurio (Hg0) in donne incinte ed i loro
neonati a Stoccolma. Le donne sono state seguite per 15 mesi dopo il parto.
Sono stati determinati MeHg, Hg inorganico (I-Hg), e Hg totale (T-Hg) nel
sangue materno e ombelicale mediante spettrometria di fluorescenza atomica a
freddo. È stato determinato T-Hg nelle urine mediante spettrometria di massa.
Circa il 72% del mercurio nel sangue (n = 148) nella prima parte della
gravidanza era MeHg (0.94 microg/L in media). MeHg nel sangue diminuiva durante
la gravidanza, in parte a eseguito di una minore assunzione di pesce, secondo
le raccomandazioni per le donne incinte. MeHg medio ombelicale (1.4 microg/L)
era almeno il doppio del livello nel sangue materno nella seconda metà del
periodo di gravidanza ed era probabilmente influenzato dall'esposizione materna
a MeHg prima o durante il primo periodo di gravidanza. I-Hg medio nel sangue
(0.37 microg/L) e nelle urine (1.6 microg/L) nella prima parte della gravidanza
erano altamente correlati, ed entrambi erano associati con il numero di
otturazioni di amalgama. Le concentrazioni diminuivano durante l'allattamento,
probabilmente a seguito dell'escrezione di mercurio nel latte materno. Il I-Hg
ombelicale era correlato con quello nel sangue materno.
* Vimy MJ, Lorscheider FL,
"Mercurio intraorale rilasciato da amalgama dentale", J Dent Res 64
1985 1069-71 (EE1a)
ABSTRACT (Department of Medical
Physiology, Faculty of Medicine, University of Calgary, Canada)
L'aria intraorale è stata analizzata
per determinare la concentrazione di vapori di mercurio in 46 individui, 35 dei
quali avevano otturazioni dentali di amalgama. Le misure sono state effettuate
con un rilevatore di Hg Jerome sia prima che dopo 10 minuti di masticazione.
Gli individui con amalgame dentali avevano livelli di vapori di mercurio non
stimolati 9 volte maggiori dei livelli di base negli individui di controllo
senza amalgame. La stimolazione della masticazione in individui con amalgama
aumentava la loro concentrazione 6 volte rispetto ai valori non stimolati, cioè
un totale di 54 volte superiore ai livelli osservati in individui di controllo.
Le concentrazioni di Hg misurate nell'aria intraorale erano superiori a quelli
nell'aria espirata. C'erano significative correlazioni tra vapori di Hg
rilasciati nell'aria intra-orale dopo la masticazione e il numero e tipo di
amalgame dentali. Se ne conclude che l'aria intra-orale è un valido indicatore
fisiologico del Hg rilasciato dall'amalgama dentale che può rivelare una
importante fonte di esposizione cronica a Hg.
* Vimy M, Lorscheider FL,
"Misurazioni in serie di mercurio nell'aria intraorale: stima della dose
giornaliera da amalgama dentale", Journal of Dental Research, agosto 1985,
vol. 64, n.8, p. 1072-75 (EE1b)
ABSTRACT (Department of Medical
Physiology, Faculty of Medicine, University of Calgary, Canada)
In 35 individui con otturazioni
dentali di amalgama sono state effettuate misure in serie delle concentrazioni
di Hg nell'aria intraorale durante e dopo la masticazione. Portatori di
amalgama avevano valori di mercurio (Hg) nell'aria espirata di 4.9 mcg/m3
mentre nel gruppo di controllo di non portatori d'amalgama il valore medio era
di 0.54 mcg/m3. Dopo un periodo di 10 minuti di masticazione la contaminazione
da Hg aumentava nei portatori d'amalgama a 29.1 mcg/m3 ed era quindi 54 volte
superiore al valore di partenza riscontrato nei non portatori di amalgama;
questi ultimi non subivano alcuna alterazione significativa dei livelli di Hg
in seguito alla masticazione. Le concentrazioni di Hg rimanevano elevate
durante 30 minuti di continua masticazione e decrescevano lentamente in un
periodo di 90 minuti da quando si era smesso di masticare. In persone con più
di 12 otturazioni, in seguito ad un fase di 30 minuti di masticazione, il
contenuto di Hg nell'aria intraorale era salito fino a 45 mcg/m3. Dopo un'ora
dalla fine della masticazione, il contenuto di Hg era ancora di 19.5 mcg/m3. Fu
stimato che individui con 12 o più otturazioni di amalgama ricevessero una dose
di Hg giornaliero di 29 microgrammi, mentre in individui con 4 o meno
otturazioni di amalgama, la dose era di 8 microgrammi. Queste dosi di Hg da
amalgama dentale erano fino a 18 volte il limite giornaliero tollerabile
stabilito da alcune nazioni per esposizioni ambientale totale di mercurio.
Vimy MJ, Luft AJ, Lorscheider FL,
"Valutazione del carico corporeo di mercurio da amalgama dentale: simulazione
al computer di un modello metabolico a scomparti", J Dent Res, dic. 1986;
65(12):1415-9
ABSTRACT (Department of Medical
Physiology, Faculty of Medicine, University of Calgary, Canada)
Dalla stima della velocità di rilascio
di vapori di mercurio da amalgama dentale abbiamo potuto valutare il potenziale
carico corporeo di Hg usando un modello a 4 scomparti per la distribuzione di
mercurio inorganico. Un programma informatico, compatibile con la maggior parte
dei personal computer, ha simulato la distribuzione cumulativa e incrementale
in ogni scomparto e l'accumulo totale nel corpo a partire da 1 giorno fino a
10.000 giorni per diverse dosaggi giornalieri di Hg. Per una data dose di Hg di
30 microgrammi/ giorno, gli scomparti metabolici R1-R3 erano vicini
all'equilibrio ai giorni 5, 100 e 300, mentre al giorno 10.000 R4 uguagliava
quasi il totale carico corporeo e non aveva ancora raggiunto l'equilibrio. I
valori proiettati ottenuti con il modello al computer erano consistenti con i
risultati ottenuti con un altro metodo usando standard equazioni dei tessuti,
che usavano i tempi di dimezzamento nei tessuti determinate sperimentalmente
per il sangue e i tessuti nervosi. Il modello prediceva l'esposizione continua
ai vapori di Hg elementare, a dosi di 30 microgrammi/ giorno per 10 anni,
risulterebbero in una carico totale di Hg nel corpo di 5.9 mg, dei quali 4.8 mg
potrebbero essere contenuti in R4. Assumendo che Hg in R4 mostrasse una
distribuzione uniforme in tutto il corpo, allora la concentrazione nel cervello
sarebbe di 68 ng/g. Invece, se Hg in R4 riflettesse una situazione di accumulo
preferenziale al ungo termine nel cervello e in altri tessuti neurali, allora
potrebbero essere raggiunte concentrazioni fino a 4.0 microgrammi/ g. Comunque
le predizioni di concentrazioni di Hg nel sangue e nelle urine erano ben entro
i valori determinati sperimentalmente, ed erano improbabili essere di una
qualche utilità nel valutare gli effetti di esposizioni croniche a basse dosi
di Hg.
* Vimy MJ, Takahashi Y, Lorscheider
FL, "Distribuzione madre-feto del mercurio (203Hg) rilasciato da
otturazioni dentali di amalgama", Am J Physiol 258:R939-R945 (1990) (AC43)
ABSTRACT (Department of Medical
Physiology, Faculty of Medicine, University of Calgary, Canada)
Negli esseri umani il continuo
rilascio di vapori di Hg da otturazioni dentali di amalgama è notevolmente
aumentato dopo la masticazione. Questo studio evidenzia una distribuzione
dipendente dal tempo per Hg da amalgama nei tessuti corporei di pecore adulte e
i loro feti. A 5 pecore gravide furono inserite nei denti 12 otturazioni
dentali di amalgama contenenti (203) Hg radioattivo. Campioni di sangue, fluido
amniotico, feci, e urine sono stati raccolte ad intervalli di 1- 3-giorni per 16
giorni. Dai giorni 16 fino a 140 dopo l'inserimento di amalgama (16-41 giorni
per i feti), i campioni di tessuti erano analizzati per radioattività e
venivano calcolate concentrazioni totali di mercurio. I risultati dimostrano
che Hg da amalgama dentale apparirà nel sangue materno e fetale e nel fluido
amniotico entro 2 giorni dopo l'inserimento di otturazioni dentali di amalgama.
L'escrezione di parte di questo mercurio inizierà anche entro 2 giorni. Tutti i
tessuti esaminati mostravano accumuli di Hg. Le concentrazioni più alte di Hg
da amalgama nell'adulto avvenivano nei reni e fegato, mentre nel feto le
concentrazioni di Hg da amalgama apparivano nel fegato e nella ghiandola
pituitaria. La placenta progressivamente concentrava Hg con l'avanzare della gravidanza,
e la concentrazione di Hg da amalgama nel latte materno fornisce una potenziale
fonte di esposizione a Hg del neonato. Conclusioni: l'accumulo di Hg da
amalgama nei tessuti materni e fetali ha una progressione costante con
l'avanzare della gravidanza. L'uso di amalgama dentale per otturazioni dentali
in donne incinte e bambini dovrebbe essere riconsiderato.
articoli correlati: esposizione
prenatale al mercurio
Grandjean P, Weihe P, White RF,
Debes F, Araki S, Yokoyama I, Murata K, Sorensen N, Dahl R, Jorgensen PJ,
"Difetti di apprendimento in bambini di 7 anni con esposizione prenatale
al metilmercurio", Neurotoxicol Teratol, 19(6):417-428, 1997
ABSTRACT
917 bambini, intorno all'età di 7
anni, (le cui madri avevano mangiato pesce contaminato da mercurio durante la
gravidanza) sono stati sottoposti ad approfondita analisi comportamentale. I
test neuropsicologici includevano: agilità in esercizi delle dita;
coordinazione mano-occhio; tempo di reazione in un test di prestazione
continua; test di intelligenza di Wechsler, analogie, capacità visiva di
riarrangiare blocchi; test visuale-motorio di Gestalt; test dei nomi di
Boston; test di apprendimento verbale californiano. L'esame clinico e
neuropsicologico non ha rivelato alcuna evidente anomalia determinata dal
mercurio. Sono risultate più marcate, però, disfunzioni neuropsicologiche
relazionabili al mercurio nel campo del linguaggio, concentrazione e memoria,
ed in misura minore nelle funzioni visivo- spaziali e motorie. Anche dopo
aver escluso dall'analisi le madri con un livello di mercurio nei capelli
superiore a 10 microgrammi, questo risultato veniva confermato. Gli effetti
sulle funzioni del cervello associate con esposizione prenatale a
metilmercurio perciò appaiono notevoli, e le prime disfunzioni sono
rilevabili a livelli di esposizione attualmente considerati essere
accettabili per la salute.
COMMENTO: La
pubblicazione di questo noto studio delle Isole Faroe dovrebbe avere un
impatto drammatico sulla valutazione dell'esposizione al mercurio dei
nascituri. Ovviamente, l'effetto avverso non è rilevabile o manifesto alla
nascita, ma viene dimostrato un impatto drammatico sulla qualità della vita
degli individui colpiti. Dovremmo tenere a mente che il metilmercurio ed i
vapori di mercurio sono le due forme di mercurio che facilmente penetrano le
membrane cellulari e si accumulano nei tessuti dei nascituri. Il
metilmercurio è derivato principalmente dal consumo di pesce e cibo di mare,
mentre il principale contributo dell'esposizione dell'uomo a vapori di
mercurio viene dalle otturazioni dentali di amalgama.
Newland MC; Warfinge K, Berlin M,
"Conseguenze comportamentali dell'esposizione in-utero a vapori di
mercurio", Toxicol Appl Pharmacol, 139(2):374-386, agosto 1996
ABSTRACT
L'esposizione in-utero a vapori di
mercurio porta all'accumulo di mercurio nel cerebrum, ippocampo ed altre zone
del sistema nervoso adibite alla funzione motoria e di apprendimento, ma poco
è noto circa le conseguenze funzionali dell'esposizione prenatale. La prole
di scimmie gravide esposte a 0.5 o 1.0 mg/m3 di vapori di mercurio durante
gli ultimi 2/3 o più di gestazione sono stati studiati. Scimmie non esposte
nate circa allo stesso tempo sono servite come gruppi di controllo.
L'esposizione di una scimmia iniziò durante la terza settimana di gestazione
(prima delle altre) e il comportamento di questa scimmia era così stravagante
che non è stato possibile effettuare alcune prove. Effetti a lungo termine
dell'esposizione prenatale includevano instabilità nel test della leva,
diminuzione delle prestazioni in prestazioni continue, nonché anomalie
durante gli esercizi. Le dosi considerate sono simili a quelle riportate in
condizioni di esposizione professionale quando non sono rispettate
strettamente le norme di igiene.
Roeleveld N, Zielhuis GA, Gacreels
F, "Bambini con ritardo mentale e professione dei genitori", Br J.
Ind Med., 50(10): 945-954, ott. 1993
ABSTRACT
Sono stati intervistati i genitori
di 306 bambini ritardati mentali e di 322 bambini del gruppo di controllo
circa le loro attività professionali nel periodo di gravidanza. I dettagli
della loro storia professionale sono stati registrati e confrontati con
l'esposizione generata da due diverse matrici di esposizione professionale.
Il risultato di tali interviste è stato che le percentuali d'incidenza
relativa (PIR) significativamente elevate sono state trovate per
l'esposizione delle madri durante la gravidanza a radiazioni (PIR=9.3), mercurio
(PIR=8.7), solventi organici (PIR=1.7), cosmetici e colori per capelli
(PIR=3.7), pitture (PIR=2.7), esaclorofene/ fenilfenolo (PIR=3.1),
antibiotici (PIR=2.9) ed esposizione a macchine fotocopiatrici (PIR=3.0).
Sodestrom S, Fredriksson A, Dencker
L, Ebendal T, "L'effetto di vapore di mercurio sui neuroni colinergici
nel cervello fetale: studi sul fattore di crescita nervoso ed i suoi
ricettori", Brain Res Dev Brain Res., 85(1):96-108, marzo 1995
ABSTRACT
Gli effetti
dei vapori di mercurio sulla produzione del fattore di crescita nervoso (FCN)
durante lo sviluppo sono stati esaminati. Topi in gravidanza sono stati
esposti a due diverse concentr4azioni di vapori di mercurio durante o i
giorni embrionici 6-11 o 13-18. La concentrazione post-natale nel cervello
andava da 1 ng/g di tessuto (gruppo dei giorni 6-11) a 11 ng/g (13-18). La
concentrazione del FCN nel cervello basale frontale è risultata al 21esimo
giorno essere diminuita del 50% rispetto a quella dei gruppo di controllo.
Questi risultati suggeriscono che esposizione prenatale a bassi livelli di
vapori di mercurio può alterare i livelli di FCN ed i suoi ricettori,
indicazione questa di danno neuronale e disturbata regolazione trofica
durante lo sviluppo. |
** Vimy MJ, Hooper DE, King WW, Lorscheider
FL, "Il mercurio dalle otturazioni dentali materne in pecore e latte
materno umano. Una fonte di esposizione neonatale", Biol Trace Elem Res,
feb 1997; 56(2):143-52 (BR54)
ABSTRACT (Department of Medicine,
Faculty of Medicine, University of Calgary, Alberta, Canada)
L'assimilazione neonatale di mercurio
(Hg) dal latte è stata esaminata in un modello di pecore incinte, sulle quali
furono inserite otturazioni dentali di amalgama con mercurio marcato
radioattivamente (Hg203). In uno studio parallelo, è stata anche esaminata la
correlazione tra storia dentale e concentrazioni di Hg nel latte materno in 33
donne incinte. I risultati dagli studi animali mostrano che, durante la
gravidanza, un primario sito fetale di accumulo di Hg da amalgama è il fegato
e, dopo il parto, i reni dell'agnello, che riceve ulteriore Hg da amalgama dal
latte materno. In donne durante l'allattamento l'escrezione di Hg nel latte
materno e urine si correlava con il numero delle otturazioni dentali e i
livelli di vapori di mercurio nell'aria intraorale. Se ne conclude che Hg viene
trasferito al feto dalle otturazioni dentali materne attraverso la placenta, o
attraverso la ghiandola mammaria nel latte ingerito dal neonato, ed infine nei
suoi tessuti corporei. Vengono confrontati tali livelli con il livello minimo
di rischio stabilito negli USA per esposizione adulta al mercurio. Questi
risultati suggeriscono che l'inserimento o la rimozione delle otturazioni
dentali di amalgama donne incinte o durante l'allattamento sottoporrà il feto e
il neonato a rischi evitabili di esposizione al mercurio.
Watt, "La questione amalgama di
nuovo", Ohio State Journal of Dental Science 1882; 2:51-4
“caso 1: Uomo
con 9 denti otturati con amalgama; tremore mercuriale, intenso ptialismo, ghiandole
salivarie e lingua gonfie; fetore mercuriale, male alle ossa; miglioramento
della salute con la rimozione graduale dell'amalgama.
caso 2: Ragazza di 18 anni;
17 otturazioni di amalgama; paralisi agitans e ptialismo per 3 anni, guarì
rapidamente una volta che le otturazioni di amalgama furono rimosse”.
Weiner J, Nylander, "Correlazione
tra concentrazioni di mercurio negli organi umani e alcune variabili
predittive", The Science of the Total Environment, 138(1-3) pp101-115,
sett. 1993
ABSTRACT (National Board of
Occupational Safety and Health, Solna, Sweden)
Campioni da diversi tessuti sono stati
raccolti da autopsie di individui della comune popolazione dell'area di
Stoccolma, in Svezia. I campioni sono stati analizzati relativamente al loro
contenuto di mercurio totale usando la tecnica di attivazione neutronica
radiochimica. Le concentrazioni medie di mercurio nella corteccia occipitale,
muscoli addominali, ghiandola pituaria e corteccia renale sono risultate
rispettivamente: 10.6 (2.4 - 28.7), 3.3 (0.9 - 5.4), 25.0 (6.3 - 77) e 229
(21.1 - 810) mcg/kg peso secco. I risultati hanno evidenziato un effetto del
numero di otturazioni dentali di amalgama sulle concentrazioni di mercurio
nella corteccia del lobo occipitale, muscoli addominali e ghiandola pituaria,
ma non nella corteccia renale. Nella corteccia del lobo occipitale e nei
muscoli addominali le concentrazioni di mercurio aumentavano con l'età. Nella
corteccia renale le concentrazioni di mercurio diminuivano con l'età. Non è chiara
la spiegazione di questo, ma potrebbe indicare una capacità di escrezione
urinaria che si riduce con l'età. Abuso cronico di alcool fu associato con
minori concentrazioni di mercurio nella corteccia occipitale.
* Weiner JA, "Una stima
dell'assimilazione di mercurio da otturazioni di amalgama basata
sull'escrezione urinaria di mercurio in individui svedesi", Sci Total
Environ, giugno 1995, 168 (3):255-65 (BK18)
ABSTRACT (National Board of
Occupational Safety and Health, Solna, Sweden)
Il mercurio è rilasciato da
otturazioni di amalgama in diverse forme, cioè vapori elementari, ioni e in
particelle sottili. Nonostante molte indagini c'è ancora una notevole
incertezza riguardo l'assorbimento di tale mercurio. Le stime più recenti hanno
valutato l'assorbimento polmonare di vapori di mercurio basandosi su
misurazioni delle concentrazioni intraorali o nell'aria espirata. La
possibilità di valutare l'assorbimento basandosi sui livelli di mercurio in un
mezzo biologico che funzioni da indice ha ricevuto relativamente poca
attenzione. Scopo di questo lavoro è di valutare l'assorbimento di mercurio da
amalgama dentale basandosi sulle concentrazioni urinarie di mercurio. Abbiamo
ricavato una stima media dell'assorbimento di mercurio da otturazioni di
amalgama in individui svedesi, che è di 4-19 microgrammi/ giorno. Questo
intervallo è stato ottenuto dopo una dettagliata stima delle incertezze nei
dati usati e in base alle diverse assunzioni fatte.
* Weiner JA, Nylander M, "Aspetti
dei rischi per la salute da parte del mercurio delle amalgame dentali",
"Toxicology of metals", Lewis Publishers, 1994 (LO9)
SOMMARIO
Il mercurio è continuamente rilasciato
dalle otturazioni dentali di amalgama. Oltre a questo continuo rilascio ci può
essere una larga esposizione addizionale a seguito di trattamenti dentali che
coinvolgano trapanatura di vecchie otturazioni di amalgama. Hg rilasciato da
otturazioni di amalgama è assimilato nella forma di vapori nei polmoni e molto
probabilmente anche nel tratto gastrointestinale. È distribuito a vari tessuti,
tra cui il cervello e i reni. La distribuzione precisa ai diversi possibili
tessuti target non è ancora ben nota però. C'è un gran numero di persone che
sostengono di avere avuto problemi alla salute a causa delle loro otturazioni
di amalgama. Purtroppo c'è stato un impegno limitato nel valutare tali casi a
fondo. In assenza di studi approfonditi sui casi clinici, non si può certo
affermare che il problema non sussista. Il confronto dei dati sul rilascio e
assorbimento di Hg da otturazioni di amalgama con i dati disponibili da studi
su animali ed esseri umani sulla tossicità di mercurio inorganico indica che il
livello di esposizione a Hg da otturazioni di amalgama dovrebbe essere
considerato seriamente. Una particolare attenzione dovrebbe essere data ai
potenziali rischi di effetti sul feto. C'è poco dubbio sul fatto che siano più
che motivate le raccomandazioni lanciate nel 1987 perché le donne incinte
evitino trattamenti dentali che coinvolgano amalgama. Ne segue che la pratica
dell'uso di amalgama come materiali per otturazioni dentali non può essere
difesa sulla base della nozione che siano innocue, perché non c'è base per una
tale affermazione, ma potrebbe eventualmente essere dibattuto, come succede per
molti farmaci, che i benefici sono superiori agli svantaggi. Comunque, dati
attualmente disponibili potrebbero non essere sufficienti per trarre delle
conclusioni. Secondo noi, i pericoli potenziali delle otturazioni di mercurio
siano stati grossolanamente trascurati. Un esempio di ciò è l'uso di amalgama
di rame nell'odontoiatria pediatrica. Questo materiale odontoiatrico deve
essere considerato un rischio per la salute a causa del rilascio di metalli
tossici superiore alle altre amalgame. Invece questo rilascio (invece di essere
considerato un potenziale pericolo) era in passato considerato un vantaggio dal
punto di vista del trattamento odontologico, poiché inibiva la crescita
batterica e c'era quindi un rischio ridotto di carie secondarie. È sconcertante
che un'ampia parte della popolazione nelle nazioni sviluppate sia esposta a
sostanze tossiche da una categoria di prodotti che non sono stati per niente
valutati dal punto di vista tossicologico. Sembra che lo stato legale per molti
materiali usati in odontoiatria non richieda neanche una documentazione minima
del contenuto e qualità dei componenti del prodotto usato. La differenza con i
requisiti imposti sui farmaci è molto più che sorprendente; eppure molti
materiali restorativi dentali hanno una diffusione nell'uso molto maggiore dei
più comunemente usati farmaci.
Wesselhoeft WP, "Qualche
suggerimento sulle otturazioni dentali di mercurio", Proceedings of the
International Hannemannian Association 1896; 16: 200-9
“caso 1: Uomo
di 24 anni; dispepsia cronica, tonsillite follicolare; otturazioni di amalgama
rimosse in 3 settimane; guarigione completa e senza ricadute.
caso 2: Donna di 27 anni; 4
denti molari otturati con amalgama; sensazione di corpo estraneo nella laringe.
Grave raucedine. Amalgame sostituite con oro, fu di nuovo in grado di cantare,
raucedine completamente scomparsa.
caso 3: Donna con intensa
vertigine, nausea e scampanellio auricolare. Costante ottusità di udito. Ptosi
bilaterale. Miglioramento notevole a seguito della rimozione delle amalgame.
caso 4: Donna con intensi mal
di testa, ulcera ed un tumore che scomparvero 2 mesi dopo la rimozione delle
otturazioni di amalgama. Le mestruazioni tornarono dopo 1 mese dalla rimozione.
caso 5: Donna con attacchi di
faringite, tendenza a formazione di ulcere; a seguito della rimozione delle
otturazioni di amalgama gli attacchi cessarono.
caso 6: Donna con mal di
testa; poteva camminare solo con una stampella per un dolore nella caviglia
senza gonfiore; mal di testa e dolore alla caviglia scomparvero 6 settimane
dopo la rimozione di amalgama dentale”.
White JD, "L'amalgama",
Dental Cosmos 1863; 4: 3122-3123
“Mal di gola costante ed ulcerazioni;
il paziente rimosse tutte le amalgame e le sostituì con oro; completamente
guarito e senza ricadute”.
* Willershausen-Zonnchen B, Simmermann
M, Defregger A, Schramel P, Hamm G, "Il mercurio nella mucosa orale di
pazienti con otturazioni di amalgama", Dtsch Med Wochenscher, 117
(46):1743-7, 13 nov. 1992 (AP34)
ABSTRACT (Poliklinik fur Zahnerhaltung
und Parodontologie, Universitat Munchen)
Le concentrazioni di mercurio sono
state misurate in campioni di mucosa orale presi durante chirurgia orale da 90
pazienti (53 uomini, 37 donne, età media 42 anni; 30 dei pazienti non avevano
otturazioni di amalgama). Tredici pazienti con nessuna otturazione di alcun
metallo avevano concentrazioni di mercurio di 118 ng / g di tessuto, e 17
pazienti con otturazioni di metalli preziosi che non fossero di amalgama
avevano una concentrazione media di mercurio di 144 ng / g di tessuto. 17
pazienti con 1-3 otturazioni di amalgama avevano in media 1975 ng / g di
tessuto e 26 pazienti con 3-6 otturazioni di amalgama avevano concentrazioni
media di 1158 ng / g di tessuto. 17 pazienti con più di sei otturazioni di
amalgama avevano concentrazioni medie di mercurio di 2302 ng / g di tessuto.
Nonostante tali notevoli accumuli di mercurio nei tessuti orali, non c'era
nessuna manifestazione clinica che facesse risalire a tale problema.
** Zamm AV, "Il mercurio dentale:
un fattore che aggrava ed induce l'intolleranza chimica", J Orthomol Med 6
1991 67-77 (AC46b)
ABSTRACT
Individui che sono ipersensibili
xenobioticamente a sostanze chimiche fanno parte di un sistema vivente
"indicatore" che ci dà l'opportunità di identificare individui
ipersensibili al mercurio. C'è uno spettro di intolleranze xenobiotiche nella
popolazione generale che è una funzione, tra le altre cose, dello spettro di
efficenza del sistema citocromo P-450, che esiste nella popolazione a seguito
di uno spettro di polimorfismo genetico. Il mercurio dentale disattiva i gruppi
tio, la cui funzione è la protezione del sistema citocromo P-450. Questa
disattivazione e la conseguente perdita di protezione induce intolleranza xenobiotica
in individui che sono già compromessi a causa di polimorfismo genetico e che
sono più suscettibili da questo punto di vista. Questi individui compromessi
esibiranno una varietà di sintomi eterogenei diagnosticamente difficili da
interpretare. Il seguente è un piccolo campione di sintomi comuni che l'autore
ha osservato che miglioravano quando le otturazioni dentali di mercurio
venivano rimosse: affaticamento, mal di testa, disfunzioni del sistema nervoso
centrale, sensazione di freddo ingiustificata, intolleranza allo zucchero,
disturbi gastrointestinali, mialgia, artralgia, rinite, dermatite, asma e
disfunzioni genitourinarie. Questi sintomi di intolleranza chimica spesso si
sviluppano dopo che il mercurio dentale è stato inserito e scompaiono gradualmente
dopo la rimozione delle otturazioni. Il periodo di tempo tra l'inserimento di
amalgama e la comparsa dei sintomi e quello tra la rimozione e la remissione
dei sintomi varia da individuo a individuo a seguito di polimorfismo genetico.
* Zamm AV, "Terapia per la
Candida Albicans: quando si può mettere la parola fine? Rimozione del mercurio
dentale: un efficace elemento", J Orthomol Med 1 1986 260 (EE53)
ABSTRACT
La rimozione di otturazioni dentali di
amalgama può dare grande sollievo a pazienti che soffrono di sindrome di
sensibilizzazione a lievito apportando loro una migliore tolleranza a sostanze
inalate, ingerite e accumuli tossici endogeni. Inoltre, la terapia con
nistatina ed altre medicazioni anticandida possono essere ridotte e persino eliminate,
in alcuni casi, a seguito della rimozione del mercurio dentale.
* Zamm AF, "La rimozione del
mercurio dentale: spesso un efficace trattamento per il paziente
ipersensibile", J Orthomolecular Med 5(53):138-142 (1990) (AC46)
ABSTRACT
Questo studio comprende 22 pazienti
che avevano sensibilità multiple gravi, in quanto erano estremamente
intolleranti a particelle e vapori inalati, cibi e sostanze chimiche ingerite,
e lievito endogeno quale proliferazione di Candida albicans. La rimozione delle
otturazioni dentali di amalgama risultò essere il metodo singolo più efficace
per migliorare la salute di questi pazienti dopo che altri metodi erano stati
avviati, cioè escludere cibo cui c'era intolleranza, migliorare la qualità del
cibo, terapia di iposensibilizzazione.
* Zamm AV, "Tossicità da mercurio
non riconosciuta (letter, comment)", Ann Allergy 66 1991 354; Comment on:
Katsunuma T et al "Exercise- induced anaphylaxis: improvement after
removal of amalgam in dental caries", Ann Allergy 64 1990 472-5 (BC35)
“Quando le allergie sono il risultato
di due carichi fisiologici per ottenere la guarigione bisogna rimuovere uno di
questi due allergeni, in particolare quello innescante endogeno. È la mia
esperienza clinica che la rimozione di amalgama dentale è la misura terapeutica
singola nel trattare pazienti con croniche condizioni allergiche recalcitranti
che non avevano ottenuto altrimenti risultati con una varietà di altri metodi.
Indizi di casi di intossicazione da mercurio in questo studio includono la
comparsa dei sintomi dopo l`inserimento di amalgama dentale nei denti dei
bambini seguita da un miglioramento dopo la rimozione dell'amalgama. In alcuni
casi per avere miglioramenti marcati ci possono volere mesi o più, a secondo
del carico totale di mercurio al quale il paziente è stato soggetto. Questa è
una funzione del numero di otturazioni, la loro estensione totale, la duirata
di tempo che sono stati nei denti e la presenza di due o più metalli in presenza
di acidità nel cavo orale, cosa che produce un effetto batteria”.
Zander, D; Ewers U, Freier I,
Brockhaus A, "Studi sulla esposizione umana al mercurio. 3: mobilizzazione
con DMPS di mercurio in individui con e senza otturazioni di amalgama",
Zentrablatt Fur Hygiene und Umweltmedizin, 192:5, feb 1992, p447-54
ABSTRACT (Medizinischen Institut fur
Umwelthygiene, Heinrich-Heine-Universitat Dusseldorf)
È stata determinata l'escrezione
urinaria di mercurio (nelle 24 ore) in 29 individui prima e dopo la
somministrazione di DMPS (2.3-dimercapto-1-propane sulfonic acid, 300 mg per
os). Un aumento di 6-7 volte di escrezione di mercurio è stato notato dopo la
somministrazione di DMPS. Individui con otturazioni di amalgama espellevano
significativamente più mercurio sia prima che dopo la somministrazione di DMPS
rispetto ad individui senza otturazioni di amalgama. L'escrezione urinaria di
mercurio si correlava significativamente al numero di otturazioni di amalgama.
Circa il 50% del mercurio urinario può essere spiegato dall'entità delle
otturazioni di amalgama. I risultati mostrano che, per i portatori di amalgama, il
rilascio di mercurio da otturazioni di amalgama rappresentano la principale
fonte di esposizione al mercurio.
* Ziff MF, "Effetti secondari
documentati dell'amalgama dentale", Adv Dent Res, sett. 1992, v.6, 131-4
(AX2)
ABSTRACT
Poiché tutti i materiali per
otturazioni dentali sono sostanze estranee, il loro potenziale nel produrre
effetti avversi per la salute è determinato dalla loro relativa tossicità e
biodisponibilità, nonché dalla suscettibilità individuale. Effetti avversi per
la salute alle otturazioni dentali possono essere locali nel cavo orale o
sistemici, a secondo della capacità dei componenti rilasciati di entrare
nell'organismo e, in questo caso, della loro percentuale di assorbimento. La
comunità medico- scientifica concorda ora sul fatto che pazienti con
otturazioni dentali di amalgama sono esposti cronicamente al mercurio, che l'assorbimento
medio giornaliero di mercurio da otturazione di amalgama è tra i 3 e i 17
microgrammi al giorno, e che l'assorbimento di mercurio da amalgama è in media
1.25- 6.5 volte quella da fonti alimentari (Organizzazione mondiale della
Sanità, 1991). Le implicazioni per la salute di questa esposizione cronica al mercurio sta ora
venendo indagata da numerosi gruppi di ricercatori medici.
3. Organizzazione
mondiale della Sanità su mercurio e amalgama
(documento W.H.O., 1991)
W.H.O. 1991
Environmental Health Criteria for
inorganic mercury
La popolazione è esposta a mercurio
soprattutto per le otturazioni in amalgama e per l'alimentazione. La tabella 1
indica la quantità giornaliera di ingestione e ritenzione di mercurio totale e
di composti chimici del mercurio nella popolazione generale non esposta a
mercurio per motivi occupazionali.
Tabella 1
Origine dell'esposizione
(mg/ al giorno) |
Vapori
di mercurio |
Mercurio
inorganico |
Metilmercurio |
|
|
Aria |
0.03 (0.024) |
0.002 (0.001) |
0.008 (0.0064) |
|
|
alimentazione: pesce |
0 |
0.6 (0.042) |
2.4 (2.3) |
|
|
alimentazione: no-pesce |
0 |
3.6 (0.25) |
0 |
|
|
Acqua potabile |
0 |
0.050 (0.0035) |
0 |
|
|
Amalgama dentale |
3.8-21 (3-17) |
0 |
0 |
|
|
totale |
3.83-21 (3.1-17) |
4.3 (0.3) |
2.41 (2.31) |
|
Studi su casi umani- Il rilascio di vapori di mercurio
dalle otturazioni in amalgama è noto da molto tempo (Stock, 1939). Il
successivo maggior contributo in questo campo è stato dato da Frykholm (1957).
Usando un segnalatore radioattivo di mercurio, ha mostrato che l'inserimento di
amalgama sia negli umani che nei cani causava significative concentrazioni di
mercurio nelle urine e nelle feci. Negli esseri umani le concentrazioni di
mercurio nelle urine cresceva durante un periodo di 5 giorni dopo l'inserimento
di 4-5 piccole otturazioni. Un nuovo picco più alto si notava un paio di giorni
dopo la rimozione delle stesse. L'eliminazione di mercurio nelle feci mostrava
un andamento simile, con un picco il secondo giorno dall'inserimento
dell'amalgama. Un altro picco massimo compariva 1-2 giorni dopo la rimozione
delle stesse. Frykholm (1957) ha misurato anche la concentrazione di mercurio
nella cavità orale durante l'inserimento di amalgama nel dente. Recentemente,
preoccupazioni riguardo l'uso di amalgama sono state rinnovate dalla
pubblicazione di un numero di studi sperimentali che mostrano come, tra gli
altri elementi, il mercurio inorganico è rilasciato dall'amalgama in vitro
(Brune 1981, Brune & Evje 1985). Ancora più significativo è che i vapori di
mercurio rilasciati nella bocca dal vivo portano ad un crescente assorbimento
di mercurio nei tessuti del corpo (Gay 1979, Svare 1981, Abraham 1984, Ott
1984, Patterson 1985, Vimy & Lorscheider 1985a,b, Vimy 1986, Langworth
1988, Nylander 1987, 1989, Berglund 1988, Aronsson 1989). Vimy e Lorscheider
(1985b) hanno dimostrato che la quantità di rilascio di vapori di mercurio
cresceva drammaticamente quando l'amalgama è stimolata dalla masticazione del
chewingum, raggiungendo un plateau entro 10 minuti. Dopo aver finito la
masticazione, ci vogliono approssimativamente 90 minuti prima che ci sia
l'abbassamento del rilascio di mercurio al valore di base precedente la
masticazione del chewingum (Fig.1). Uno studio di conferma è stato recentemente
pubblicato da Aronsson (1989) che ha fatto delle stime giornaliere.
Revisioni critiche sono state fatte
sul rilascio di mercurio e sull'esposizione all'amalgama (Enwonwu 1987, Friberg
& Nylander 1987, Langan 1987, Mackert 1987, Olsson Bergman 1987, Clarkson
1988a). Diversi studi hanno messo in correlazione il numero delle otturazioni
in amalgama o delle superficie in amalgama con il contenuto di mercurio nel
cervello e nei tessuti dei reni secondo autopsia. Individui senza amalgame
dentali avevano un livello medio di mercurio di 6.7 ng/ g nella corteccia
occipitale; mentre individui con amalgama avevano un livello medio di mercurio
di 12.3 ng/g (Friberg & Nylander 1987; Nylander 1987). Gli individui senza
amalgama avevano una media di livello di mercurio nei tessuti dei reni di 49
ng/g, mentre individui con otturazioni in amalgama avevano un livello
corrispondente di 433 ng/g. In una simile indagine, Eggleston & Nylanber
(1987) mostravano livelli di mercurio di 6.7 ng/g e 3.8 ng/g per sezione grigia
e bianca di cervello, relativamente ad individui senza otturazioni amalgama. In
individui con otturazioni amalgama, i livelli di mercurio erano di 15.2 ng/g
nella sezione grigia e 11.2 ng/g nella sezione bianca del cervello. In un
recente ampio studio, Schiele (1988) mostrò che le concentrazioni medie del
cervello occipitale di mercurio erano di 10 ng/g in 44 soggetti con una media
di 14 superficie di amalgama ciascuno. I reni degli stessi individui mostravano
una differenza delle concentrazioni di mercurio relativamente al sesso, con
valori medi di 484 ng/g per le 16 femmine e di 263 per i 28 maschi.
Usando i dati sperimentali pubblicati
(Svare 1981, Abraham 1984, Patterson 1985, Vimy & Lorscheider 1985b), da
Clarkson (1988). Ha stimato il rilascio medio quotidiano di mercurio da
amalgama, l'assorbimento nell'organismo e il contenuto in sangue, urine,
cervello, e reni. Queste stime davano risultati nel cervello, reni e urine
simili a quelli riportati dagli studi su umani (esempi di autopsie dei reni:
Friberg 1986, Nylander 1987, Schiele 1988, urine: Nilsson & Nilsson 1986b,
Olstad 1987, Langworth 1987). Stime di dosaggi quotidiani di mercurio
attribuiti all'amalgama sono stati riportati anche da Mackert (1987) e Olsson
& Bergman (1987), nonostante sono in qualche modo minori di quelli
riportati da Clarkson et al. (1988).
Snapp (1989) ha studiato i livelli di
mercurio nel sangue prima la rimozione delle otturazioni dentali e 18 settimane
dopo. Dopo le rimozioni, nove individui esaminati su dieci mostravano una
diminuzione media statisticamente significativo di 1.13 ng di mercurio/ml nel
sangue. Recentemente Molin (1990) ha studiato le concentrazioni di mercurio nel
plasma umano, negli eritrociti e nelle urine prima le rimozioni e sostituzioni
con otturazioni di leghe auree e 12 mesi dopo. Tutte le osservazioni cliniche
hanno evidenziato un incremento iniziale dei livelli di mercurio dopo le
rimozioni di mercurio. Circa tre mesi dopo, i livelli di mercurio nel plasma e
negli eritrociti decrebbero significativamente. In un periodo di 9 mesi dopo la
rimozione, si è verificata una continua riduzione nei livelli di mercurio, raggiungendo
un valore del 25% circa rispetto ai livelli precedenti.
È importante notare che negli studi
citati, sia le quantità previste di assunzione di mercurio da amalgama e
l'osservato accumulo di mercurio nel corpo sono valori medi. È anche chiaro dai
rapporti originali che esistono variazioni individuali.
Esperimenti su animali- Frykholm (1957), usando il mercurio
radioattivo nell'amalgama, ha studiato il rilascio e l'assorbimento di mercurio
in cani e scimmie. Ha concluso che l'esposizione a mercurio dall'amalgama era
essenzialmente limitato alle procedure immediate di innesto. Questo è in
contrasto con gli studi più recenti che hanno esaminato la disposizione del
mercurio radioattivo rilasciato dai restauri in amalgama nelle pecore (Hahn
1989, Vimy 1990).
Hahn (1989) ha dimostrato dalla
scansione dell'immagine di tutto il corpo (autometallografia) che il mercurio
comparirebbe prontamente nei reni, nel fegato, nell'osso mascellare e nel
tratto gastrointestinale, già dopo soli 29 giorni dall'inserimento di amalgame.
Vimy (1990a) ha dimostrato che i livelli di mercurio nel sangue materno, nel
sangue del feto, e nel liquido amniotico raggiungevano un picco entro le 48 ore
dopo l'inserimento dell'amalgama e rimaneva a quel livello per la durata degli
studi (140 giorni). Sono stati trovati livelli di mercurio di 4 ng/g nel sangue
materno e nel liquido amniotico e di 10 ng/g nel sangue del feto. Il rapporto
tra mercurio dall'amalgama negli eritrociti e quello nel plasma, sia nella
pecora madre che nel feto della pecora, erano meno di un'unità. La
concentrazione di mercurio nelle urine della madre andava da 1 a 10 ng/g
durante un periodo di 16 giorni. Dalle feci potevano essere eliminati circa 7.7
mg di mercurio al giorno.
Tutti i tessuti esaminati mostravano
accumulo di mercurio. Entro 29 giorni, i livelli di mercurio nei reni
raggiungevano approssimativamente i 9000 ng/g, e questi livelli erano mantenuti
per la durata del periodo di indagine. Un andamento simile è stato osservato
nel fegato, ma i livelli rimanevano approssimativamente a 1000 ng/g. I reni del
feto contenevano livelli di mercurio di 10-14 ng/g, mentre i livelli nel fegato
del feto avevano livelli di 100-130 ng/g.
Il cervello della madre (cerebrum,
lobo occipitale e ippotalamo) mostrava un accumulo di mercurio da 3 a13 ng/g.
Nella ghiandola pituitaria, nella tiroide e nelle ghiandole surrenali, le
concentrazioni andavano dai 10 ai 1100 ng/g. Nel cervello, nella corteccia
occipitale e nell'ippotalamo dei feti i livelli più alti erano
approssimativamente di 10 ng/g. La ghiandola pituitaria dei feti aveva
concentrazioni di mercurio di più di 100 ng/g, mentre la tiroide e le ghiandole
surrenali contenevano meno di 10 ng/g.
Il latte ottenuto dalle pecore che
avevano partorito o entro diversi giorni dopo il parto (25-41 giorni dopo
l'inserimento dell'amalgama) conteneva livelli di mercurio dall'amalgama
dentale che raggiungevano i 60 ng/g.
Altri studi recenti indicano che sia
le funzioni epatiche (Vimy 1990b) che la flora intestinale (Summers 1990)
possono essere intaccati quando gli animali sono esposti a mercurio da amalgama
dentale.
Indice per argomenti della
bibliografia
Esposizione e accumuli
Mercurio da amalgama nei tessuti
corporei: studi di autopsie umane
Mercurio da amalgama nei tessuti
corporei: studi di autopsie animali
Rilascio di vapori di mercurio da
amalgama dentale
Rilascio di Hg0 e di ioni Hg2+ da
amalgama dentale
Mercurio da amalgama nei tessuti
corporei: studi di chelazione con DMPS
Mercurio da amalgama nei fluidi
corporei
Effetti
Valutazione quantitativa dei rischi
del mercurio da amalgama
Effetti del trasferimento di mercurio
e mercurio da amalgama tra madre-feto e madre- latte materno
Mercurio da amalgama e alterazioni
della flora batterica intestinale
Reazioni all'amalgama: documentati
casi clinici
Linfociti specifici del mercurio da
amalgama
Mercurio, mercurio da amalgama e SLA
Mercurio, mercurio da amalgama e SM
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