Gli additivi alimentari seconda della loro funzione, sono suddivisi in categorie a cui è associato un codice, generalmente composto
da una E seguita da 3 o 4 cifre. Il codice è valido in tutta Europa.
Qui di seguito trovate una breve descrizione delle categorie di additivi (coloranti, conservanti, edulcoranti…), della loro funzione,
utilità o meno e i rispettivi codici.
COLORANTI
(da E100 a E 180)
Come indica il nome, vengono utilizzati per attribuire agli alimenti un aspetto più colorato.
La dicitura "coloranti naturali" non significa che provengono dagli ingredienti dell'alimento, ma vuol dire semplicemente che si trovano in natura. Autorizzati in molti alimenti, i coloranti naturali e artificiali permettono troppo spesso di trarre in inganno il consumatore sulla vera natura degli ingredienti utilizzati (per esempio, colorante giallo per suggerire la presenza di uova). Inoltre, certi coloranti provocano allergie
in alcune persone.
Molti coloranti sono ingannevoli e inutili. Esempi: tartrazina, amaranto, caramello, curcumina, riboflavina, cocciniglia, rosso barbabietola.
CONSERVANTI
(da E 200 a E 297)
I Conservanti sono sostanze che prevengono la proliferazione di batteri, muffe e fermenti responsabili del deterioramento degli alimenti e sono utili in alcuni casi ben precisi. Per esempio, una piccola quantità di solfiti, decisamente minore rispetto ai livelli consentiti dalle legge
in vigore, è accettabile nel vino, perché garantisce una stabilità migliore.
Ma, ancora una volta, i legislatori europei si distinguono per il loro permissivismo, autorizzando conservanti dove sono inutili o inefficaci, (aranciate, caramelle, chewing-gum, gamberetti ..) di fatto, non incoraggiano i produttori a essere particolarmente attenti in materia di
igiene e di condizioni di conservazione.
In conclusione, si può dire che i conservanti sono solo a volte indispensabili. Alcuni possono provocare reazioni allergiche.
Esempi: acido sorbico, acido benzoico, anidride solforosa, nisina.
ANTIOSSIDANTI E ACIDIFICANTI
(da E 300 a E 385)
Gli antiossidanti sono utilizzati per frenare il deterioramento degli alimenti causato dal contatto con l'ossigeno dell'aria. Il più utilizzato è l'acido ascorbico o vitamina C (E 300).
Gli acidificanti, invece, aumentano l'acidità degli alimenti per prolungare la conservazione o per ragioni di gusto (per esempio, caramelle acidule). La maggior parte degli antiossidanti e degli acidificanti è accettabile e persino utili in certi casi ma, ancora una volta, senza abusarne e se non esiste un'altra soluzione. Esempi di antiossidanti: acido ascorbico, acido citrico, acido tartarico.
Esempi di acidificanti: acido adipico, acido succinico.
EMULSIONANTI E ADDENSATI
(da E 400 a E 585)
Questo gruppo comprende anche i gelificanti e gli stabilizzanti. Tutte queste sostanze sono utilizzate per dare consistenza a un prodotto
o per mantenerla. Il loro utilizzo è, a volte, giustificato (addensanti per impedire la formazione di cristalli nel gelato, emulsionanti che permettono di sostituire in parte le materie grasse con acqua nelle margarine e nel burro a ridotto contenuto di grasso). Ma più spesso servono per mascherare l'assenza di ingredienti di base (uova nei gelati o maionese) o per vendere l'acqua al prezzo della carne
(prosciutti cotti).
Negli alimenti detti light, gli emulsionanti e gli addensanti permettono di sostituire con l'acqua ingredienti calorici come i carboidrati
(amidi e zuccheri) e i grassi. Alcuni addensanti sono riconosciuti come allergeni (per esempio, le farine di guar).
Esempi di emulsionanti: sucrogliceridi, fosfati d'ammonio. Esempi di addensanti:agar-agar, gomma di guar.
ESALTATORI DI SAPIDITA'
(da E 620 a E 640)
Questi additivi, i più noti dei quali sono i glutammati, servono a intensificare o a modificare il gusto degli alimenti: per questo motivo sono, secondo noi, inutili e ingannevoli in quanto potrebbero mascherare carenze di gusto e quindi una qualità scadente degli alimenti.
Il gluttammato monosodico è stato recentemente rivalutato, quando molti studi hanno escluso la sua responsabilità nel provocare
disturbi quali la cosiddetta "sindrome da ristorante cinese". In effetti, per questo additivo, la dose giornaliera accettabile è senza limite,
il che porterebbe a pensare che non abbia alcun effetto nocivo sulla salute umana. Inoltre, da studi recenti, sembra improbabile che il gluttammato possa essere responsabile dell'insorgenza di malattie quali il morbo di Alzheimer e di Parkinson.
Nonostante questo, in realtà, è ancora considerato un additivo sospetto, in quanto mancano riscontri che possano affermare che sia
del tutto sicuro dal punto di vista sanitario. Non dimentichiamo che il gluttammato si può ritrovare in una quantità vastissima di prodotti alimentari e questa assunzione elevata giornaliera può provocare intolleranze anche in chi non è comunemente sensibile a
questo additivo. Esempio: glutammato,inosinato,guanilato.
AGENTI DI RIVESTIMENTO (AGENTI LEVIGANTI O LUCIDANTI)
(da E 900 a E 948)
Queste sostanze, applicate alla superficie di un alimento, conferiscono un aspetto brillante o liscio e possono anche costituire un rivestimento protettivo. Tuttavia, in alcuni casi, hanno solamente una funzione estetica: aspetto brillante dei chicchi di caffè, mele…
Questi additivi sono generalmente considerati accettabili dal punto di vista tossicologico.
Esempio: cera d'api.
EDULCORANTI ARTIFICIALI
(da E 950 a E 967, E 420, E 421)
Sostituiscono gli zuccheri in alcuni prodotti light come le bibite, i nettari, la gomma da masticare, alcuni dolci, la birra, gli yogurt....
Sono accettabili in alcune circostanze (per esempio, per le persone che non possono consumare zuccheri), ma il rischio, soprattutto
per i bambini, è che si raggiunga molto rapidamente la dose giornaliera autorizzata per i ciclamati e la saccarina.
Esempi: ciclamati, sorbitolo, xilitolo, aspartame, saccarina, maltitolo.
AMIDI MODIFICATI
(da E 999 a E 1518 altre categorie di additivi tra cui gli amidi modificati)
Questi additivi sono ottenuti per mezzo di uno o più trattamenti chimici degli amidi alimentari, derivati, per esempio, dalla fecola di patate. Con un trattamento fisico, per esempio, questi amidi vengono modificati affinchè possano avere la funzione desiderata: amalgamare gli ingredienti, legarli….Non si tratta di sostanze OGM (organismi geneticamente modificati) e sono considerate accettabili dal punto di vista sanitario. Esempio:forfato di diamido, amido acetilato.
LA LEGISLAZIONE IN MATERIA DI ADDITIVI ALIMENTARI
L'utilizzo di additivi è regolato dalla legge (Dm n. 209 del 27.2.96 e successive modifiche), che stabilisce i criteri generali di utilizzo ed enumera gli additivi autorizzati. Anche se considerati innocui, gli additivi non dovrebbero essere utilizzati se non nei casi in cui veramente indispensabili.
LISTA DEGLI ADDITIVI AUTORIZZATI
Sono ammessi solo gli additivi inseriti nella lista stabilita dall'Unione europea, e, quando è il caso, unicamente per gli alimenti indicati e nelle dosi massime fissate. Gli additivi sono suddivisi in famiglie e in funzione del ruolo che hanno, a ognuno è attribuito un codice,
in vigore in tutti i paesi dell'Unione, generalmente composto dalla lettera E (per Europa) seguita da 3 o 4 cifre.
CRITERI BEFFATI
Ma nella pratica, il legislatore è il primo a beffare i criteri generali.
Esempi:
- Nessuna ragione tecnica giustifica l'utilizzo dei coloranti;
- Molti additivi, come i coloranti, spesso gli addensanti e gli esaltatori di sapidità, sono utilizzati allo scopo di camuffare la quantità
o la qualità reale degli ingredienti;
- La legge autorizza più additivi del necessario, se è vero che, come provano i nostri test, alcuni di essi non sono amai utilizzati.
A questo proposito, l'Unione europea ha, molto spesso, un ruolo negativo. In effetti, le direttive europee in materia sono quasi sempre
più tolleranti delle disposizioni legali della maggior parte dei diversi Stati Membri.
DAVVERO INNOCUI?
Visto che i dossier tossicologici, che servono come base per l'autorizzazione degli additivi, sono, a volte, superati o insufficienti e non tengono conto dell'evoluzione delle tecniche di fabbricazione e di conservazione, la lista degli additivi autorizzati contiene ancora sostanze sospette o inutili oppure ammette dosi troppo elevate. Inoltre, alcuni studi preliminari sulla tossicità sollevano alcune problematiche:
- I test di tossicità vengono compiuti sugli animali, che però non reagiscono necessariamente allo stesso modo dell'uomo alle sostanze testate. Inoltre le reazioni individuali sono molto più variabili nell'uomo che negli animali di laboratorio;
- Nessun animale di laboratorio vive quanto un uomo (75 anni di media). E' quindi impossibile studiare in laboratorio gli effetti a lungo termine;
- Alcuni effetti sono difficili da riscontrare sugli animali di laboratorio (per esempio mal di testa, stato depressivo);
- Le dosi quotidiane autorizzate non tengono conto di possibili ipersensibilità personali;
- Gli studi di tossicità non si occupano affatto degli effetti combinati di diversi additivi assorbiti simultaneamente.
Tutto questo conferma il nostro punto di vista: gli additivi dovrebbero essere autorizzati unicamente quando sono indispensabili e il loro utilizzo, teoricamente limitati, dovrebbe essere controllato più rigorosamente.
SOLO SE INDISPENSABILI
Abbiano sempre sostenuto la politica del minor rischio, ma non significa che siamo, per principio, contrari all'utilizzo degli additivi nell'alimentazione. Crediamo, però, che questo debba essere soggetto a precise condizioni:
- Gli additivi non possono comportare rischi per la salute del consumatore: Le autorizzazioni devono considerare che alcuni additivi presentano frequenti rischi di reazioni allergiche e devono inoltre essere oggetto di aggiornamenti regolari in funzione delle nuove conoscenze;
- Gli additivi devono essere tecnicamente indispensabili e possono essere autorizzati solamente se non esistono altre soluzioni
ragionevoli;
- Non possono servire a ingannare il consumatore sulla qualità degli ingredienti. I coloranti, per esempio, dovrebbero essere proibiti
se utilizzati unicamente per correggere l'aspetto esteriore difettoso. Per alcuni conservanti (es: nitrati/nitriti, anidride solforosa,
acido sorbico) i livelli consentiti dalla legge sono troppo elevati: il problema non risiede solo nei rischi sulla salute derivanti da consumi eccessivi, ma il punto fondamentale è che potrebbero mascherare una qualità igienica scadente. Bisogna tenere presente che i
conservanti sono impiegati per mantenere entro un certo livello la presenza di microrganismi, non per ridurre il loro numero: ecco
perché è fondamentale utilizzare materie prime di qualità e seguire le più scrupolose norme igieniche in tutte le fasi di produzione;
- L'utilizzo in uno stesso prodotto di tanti additivi dello stesso tipo (per esempio, due coloranti o due conservanti) dovrebbe essere vietato;
- La presenza di additivi dovrebbe essere chiaramente indicata nella lista degli ingredienti, la quale dovrebbe essere obbligatoria per tutti
i prodotti, senza eccezione.
La maggior parte di queste condizioni figura nella legge sotto forma di criteri generali, ma le prescrizioni dettagliate non le rispettano.
Altro problema, quello dell'etichettatura.
Alcuni prodotti, come il vino per esempio, non sono tenuti a indicare la presenza di additivi (conservanti), e questo è inammissibile,
perché il consumatore dovrebbe sempre essere informato, se non altro per tenere conto delle sue eventuali allergie.
CHE COSA POTETE FARE?
- Leggete le etichette e scegliete sistematicamente i prodotti che contengono meno additivi, cioè meno E.
Farete, in questo modo, capire ai produttori che scegliete, prima di tutto, prodotti di qualità e che non presentano rischi per la salute.
- Evitate i prodotti con un colore troppo appariscente, che rivela chiaramente la presenza di coloranti.
- Imparate ad apprezzare gli alimenti semplici e possibilmente non pronti, poiché la maggior parte di questi contiene molti additivi, tra cui glutammati e conservanti. Consumando molti prodotti pronti assumerete sicuramente dosi massicce di additivi. Inoltre, alcuni conservanti, tra cui soprattutto l'acido sorbico, sono consentiti in un numero decisamente troppo elevato di prodotti alimentari: ne deriva che i livelli d'assunzione tollerati giornalmente, solo per quel conservante, sono facilmente superabili anche con una dieta varia.
- Non fidatevi di liste di additivi fantasiose (come quelle, per esempio, falsamente attribuite all'ospedale francese di Villejuif), diffuse da persone che credono di fare una cosa giusta: spesso non hanno alcuna base scientifica e sono ingannevoli.
Fonte : greensite.it
COLORANTI ALIMENTARI E IPERATTIVITA' NEI BAMBINI: GLI ALIMENTI A RISCHIO
Come individuare i prodotti sicuri dopo l'allarme dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare sugli effetti dei coloranti alimentari
e le conseguenze sul comportamento dei bambini.
Dopo che l’Autorità europea per la sicurezza alimentare ha ritenuto che fosse necessaria una valutazione più dettagliata dello studio sugli effetti dei coloranti alimentari e le conseguenze sul comportamento dei bambini in cui è stato suggerito che alcuni coloranti alimentari possano stimolare l’iperattività nei bambini, ora un sito europeo mette a disposizione dei genitori un nuovo strumento per premunirsi da questi coloranti sospetti.
Nel sito www.actiononadditives.com sono infatti riportati 345 alimenti che contengono questi additivi.
Tra questi segnaliamo i più comuni: Tartrazina - E102, Giallo di chinolina - E104, Giallo arancio - E110, Azorubina -
E122, Rosso cocciniglia ponceau - E124, Rosso allura - E129, Sodio benzoato - E211.
Fonte: News-letter Alimenti Informo Spot promossa dalle Ausl di Modena e Bologna.
Ecco un sito per controllare gli additivi sospetti e dove trovare informazioni su tante altre cose che minano quotidianamente la nostra salute.
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